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Autore: HelloPrudence    27/06/2012    2 recensioni
“Sono passati quasi 14 anni.”
“Ricordo ancora l’ultima volta che ti ho visto,l’ultima volta che ti ho salutato.”
Due ragazzi.Un amore adolescienziale che ritorna. A Parigi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao bellissime/i,come va? Ahah a me benone,infatti scrivere questi capitoli malinconici non mi va moltissimo!
Vorrei ringraziare la mia Pizza girl che recensisce sempre,e anche youaremyinfinty,poi Rossella,ti voglio davvero tanto bene <3
E anche delle persone che non ci sono qua su EFP,ome Mapi,che legge sempre e Giulia,è grazie a te se non sono una depressona questi giorni :3
Love you all <3

La guardava allontarsi,prendere il braccio di Sara e sparire fra le viuzze di Parigi. Se l’era fatta scappare ancora una volta,l’ennesima volta.  Perché non aveva risposto ? Non era certo di amarla? Si mise le mani nei folti capelli neri e andò a casa. Le lacrime,invece,rigavano il volto affranto di Alice,che continuava a camminare senza sosta,fin quando Sara non la strattonò e le chiese cosa fosse successo. La migliore amica le raccontò tutto e poi l’abbraccio.”Per fortuna che questa vacanza è finita!”-sospirò Sara. Il giorno seguente lo passarono dentro casa,a fare le valigie. Matteo non si fece sentire,non la chiamò,non la andò a cercare,si diede malato al lavoro e rimase a casa,a pensare. A pensare a cosa aveva fatto,al perché  era stato zitto e si era comportato in quel modo. Dialogò fra sé e sé tutto il giorno,finchè non cadde in un sonno profondo. Il giorno dopo era il giorno della partenza per Sara e Alice. Dopo 3 settimane da sogno a Parigi,si tornava finalmente a Roma. Avevano passato la vacanza dei loro sogni,fin da piccole avevano sognato questo momento,ma ora una delle due non vedeva l’ora di tornare a casa. Alice voleva dimenticarsi di lui, ma sapeva che se non ci era riuscita negli anni dell’adolescenza,non ci sarebbe riuscita nemmeno ora. Il suo pensiero si ripresentava sempre,proprio come quando era una ragazzina innamorata.
“Sù,alzati! Sei una ragazza bella,grande e vaccinata! Hai tempo prima di sposarti!”-le disse Sara,sorridendo.
Alice si alzò dal letto,fece colazione e insieme all’amica finì di sistemare tutto.
“Documenti?”
“Presi.”-l’aereo era alle 16,e l’orologio segnava le 13 e 30.
“Sarà meglio andare.”-sospirò Alice. Era davvero arrivata la fine. Sara le venne vicino,abbracciandola,e una lacrima rigò il volto di entrambe.
“Ciao appartamento!”-disse Sara,sventolando una mano. Chiamarono un taxi,che in pochi secondi arrivò sotto casa loro. Le due salirono,dirette all’aereoporto. In quell’auto reganava il silenzio,tutte e due guardavano fuori dal finestrino,immergendo la loro mente in tutto ciò che avevano passato. Il taxi attraversava le strade principali,si vedeva il Sacre Coeur,dove Alice e Matteo si erano rivisti,la Tour Eiffel, dove si erano detti addio. Dopo mezz’oretta arrivarono all’aereoporto e in poco tempo, stranamente, passarono check-in e metal detector, sempre in silenzio.
“Cavolo,non puoi fare così!”-esclamò Sara.-“Non ti rendi conto che a lui piaci come quando eravate adolescenti!”
“Si,ma non mi ama!”
“Perché,tu lo ami?”-Alice rimase a guardare il vuoto per un po’,cercando di analizzare la possibile risposta. Lo amava o no? Cosa provava per lui? Era amore se lo voleva accanto a sé,a baciarla e a dirle che l’amava? Era amore se voleva tornare ai tempi adolescenziali,quando non erano ancora così lontani ? Era amore se avrebbe fatto di tutto pur di riaverlo? Sì,era amore.
“Sì.”-affermò.
“E allora perché siamo ancora qui?”-chiese l’amica.
“Perché sono stanca di correre dietro alle persone,per una volta vorrei essere io quella desiderata e non io a desiderare! Non posso amarlo solo io,anche lui deve amare me,e dato che non è così..”
“L’imbarco del volo AZ7695 per Roma Fiumicino è aperto al banco A12”-una voce interruppe il discorso filosofico di Alice,e le due amiche si alzarono. Passarono l’imbarco e presero posto nell’autobus che le avrebbe portate all’aereo. Perché come nei film americani non arrivava il principe azzurro che fermava tutti per dire alla principessa che la amava?
Ma Matteo ci aveva provato. Dormì fino alle 15,quando si svegliò per olpa del telefono. Era un messaggio di Sara,che le chiedeva cosa avesse intenzione di fare. Si alzò di colpo dal letto,si infilo i primi pantaloni e una maglietta che trovò,prese la macchina e si mise nella strada per l’aereoporo. Era tardi,lo sapeva,ma c’era un altro grande problema: il traffico. Non si camminava,era  impossibile muoversi. Suonava all’impazzata, schioccava le dita come se ciò potesse smuovere le macchine,mandava  messaggi a Sara diendole di aspettare. Ma il tempo passava e le due avevano già preso posto nell’aereo.
“Preghiamo i gentili clienti di allacciare le cinture di sicurezza,l’aereo sta per decollare.”
Sara guardò fuori dall’aereo per vedere se c’era lui,ma nulla. Erano le 15 e 55,Matteo poteva solo sperare in uno dei tanti ritardi dell’Alitalia,ma dal tabellone che era fuori vide che il volo era appena partito. Alzò gli occhi,il suo amore era proprio sopra di lui.
“E se ti dicessi che Matteo è corso fino a qua ma non ce l’ha fatta?”
  
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