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Autore: kiara_star    27/06/2012    2 recensioni
Un sonoro sbadiglio si levò nell’aria mentre Rufy piegava le braccia dietro la testa.
- Quel vecchio era simpatico, peccato – sospirò.
Se un difetto di Rufy era quello di buttarsi a capofitto nelle cose e di dar retta anche alle idee più folli che gli passavano nella testa senza pensarci troppo, il suo essere volubile e incostante (leggasi pure “idiota”) il più delle volte era di certo un pregio. Quel vecchio e la stramba proposta di farlo unire a loro sarebbero di certo spariti nel giro di pochi minuti.

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Sanji/Rufy con accenni shonen'ai soggettivi
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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profumo di pesche

The importance of being weird
[Come avere un idiota per capitano e vivere serenamente]



Le stradine della città erano invase da una melodia disarmonica di urla e schiamazzi, tanto che i venditori delle bancarelle parevano fare a gara a chi urlasse di più.
Ma quell’isola nonostante tutto, era molto tranquilla. Gente cordiale, cibo buono ed un bel panorama. Era stata una tappa imperdibile per loro che negli ultimi tempi avevano davvero avuto bisogno di una pausa.
Il sole era alto nel cielo e Sanji intuì che era quasi ora di pranzo. Di certo gli altri erano tornati alla nave e avrebbe dovuto affrettarsi per poter preparare tutto in tempo.
Pagò il fruttivendolo raccogliendo fra le braccia la busta di cartone contenente ortaggi e frutta di stagione.
Profumavano di fanciullezza, semmai la fanciullezza avesse avuto un profumo.
Nell’avvicinare la pesca al naso gli venne istintivo chiudere gli occhi e ritornare ai suoi dieci anni. Al Baratie, alla sua prima torta alle pesche, che Zeff affettuosamente definì “un’immangiabile poltiglia” e forse a pensarci oggi,  non ne aveva tutti i torti. Fece cadere il roseo frutto nella busta e riprese a passeggiare per i viottoli costellati di sampietrini portandosi una sigaretta alle labbra.
Avrebbe dovuto cucinare una torta quel pomeriggio, ne sentiva un bisogno quasi fisico, anche se Nami aveva detto che non erano in vena di sprechi, che le razioni dovevano essere contenute e quindi qualsiasi cosa fosse non di vitale importanza poteva essere evitata. Ma di certo, si trovò a pensare, non avrebbe avuto nulla da ridire se preparava un dessert semplice come quello. Anzi, lei amava i suoi dolci e la cosa doveva ammettete lo faceva gongolare da morire. Se per adesso non gli erano stati regalati baci e carezze, di certo la sua nakama avrebbe saputo trasformare il semplice gradimento per la sua cucina in qualcosa di più intimo. Avrebbe solo dovuto essere paziente ed aspettare.
Al sol pensiero si ritrovò a soffiare cuoricini di fumo verso l’aria e solo un vociare confuso spezzò le sue fantasie maliziose. Si girò verso il baccano non riuscendo a definire bene cosa stesse succedendo, ma quando fece qualche passo in più e udì una voce familiare non potette nascondere un ghigno rassegnato
- Ti ho detto che non voglio! Ora sparisci ragazzino – un uomo anziano alto non più di un metro e mezzo se ne stava puntellato a terra con i pugni chiusi e la lunga barba grigia che gli ricadeva sui piedi, osservando con un’ espressione decisamente rabbiosa quello che avrebbe dovuto essere il suo capitano
- Dimmi perché? – ribatteva cappello di paglia per nulla scoraggiato da quella palese posizione.
Il cuoco gli si avvicinò facendosi spazio fra la folla che se ne stava accalcata attorno ai due.
- Rufy che stai combinando? – chiese attirando la sua attenzione. Il braccio gommoso del ragazzo si affrettò ad indicare il piccolo uomo dinanzi a sé.
- Questo nonnino non vuole unirsi a noi – affermò puntandolo con un dito.
- Perché mai dovrei mettermi a fare il pirata alla mia età?! E non chiamarmi nonnino! – Sanji si ritrovò a scuotere il capo. Come al solito aveva invitato un perfetto estraneo ad unirsi a loro senza un apparente motivo. O meglio, un motivo di sicuro c’era, ma al novantanove per cento  aveva a che fare con qualche stramberia.
- Sanji convincilo anche tu -
- Perché mai vorrei avere un vecchio nella ciurma!? – non si sforzò di essere meno sgraziato nell’urlarlo ma la cosa non parve per nulla toccare il suo capitano.
- Perché questo nonnino ha un uccello parlante – ed ecco il motivo di tutta quella sceneggiata.
- Non è un uccello parlante! Io sono un ventriloquo, brutto idiota – solo allora Sanji notò il piccolo pennuto che l’omino teneva sul braccio: una specie di gabbiano rosa e giallo palesemente di stoffa. Alla scoperta, non si trattenne dallo sferrare un calcio ben assestato al fondoschiena di Rufy che in meno di un secondo andò a schiantarsi contro il muretto che costeggiava la stradina. Aveva già dimenticato il nome Rob Lucci?!
- Lo scusi nonnino, è un ragazzo problematico – si chinò verso l’uomo che si grattò una tempia convincendosi a non chiedere ulteriori informazioni. Non ne voleva davvero sapere niente di quel ragazzino pazzoide.

Con il brusio sorpreso della gente ancora nelle orecchie, il cuoco prese a scendere la strada per dirigersi verso la Sunny mentre con una mano teneva la busta lasciando l’altra sprofondata nella tasca.
- Ohi Sanji – doveva essersi liberato, pensò
- Dove stai andando? –  e un attimo dopo se lo vide al fianco con ancora qualche calcinaccio fra i capelli.
- Torno alla Sunny – soffiò continuando a camminare ed obbligandolo a stargli dietro.
Un sonoro sbadiglio si levò nell’aria mentre Rufy piegava le braccia dietro la testa.
- Quel vecchio era simpatico, peccato – sospirò. 
Se un difetto di Rufy era quello di buttarsi a capofitto nelle cose e di dar retta anche alle idee più folli che gli passavano nella testa senza pensarci troppo, il suo essere volubile e incostante (leggasi pure “idiota”) il più delle volte era di certo un pregio. Quel vecchio e la stramba proposta di farlo unire a loro sarebbero di certo spariti nel giro di pochi minuti.
- Che hai comprato? – il biondo lo guardò con la coda dell’occhio ghignando
- Delle pesche... ti va una torta? – non si sorprese del sorriso gigante che comparve sul suo viso mentre lo vedeva annuire sghignazzando.
- E’ proprio quello che ci vuole... speriamo che Nami non si arrabbi però -  il cuoco si affrettò a chiarire che se Nami-san avesse avuto qualcosa da ridire, la sua idea sarebbe stata subito accantonata. Non sia mai che facesse un torto alla sua bella compagna!
- Ma sono convinto che non dirà nulla – lo “speriamo” che abbandonò le labbra di Rufy e il tono inquieto con cui l'aveva pronunciato lo fece sorridere non poco. Se c’era una cosa di cui Monkey D. Rufy era decisamente terrorizzato, era l’ira della sua navigatrice. In cuor suo pregò che la marina non lo venisse mai a sapere.
- Allora dove sei andato a far casino stamattina?- chiese quasi svogliatamente.
Si dovette subire il racconto di Rufy sul fatto che si era letteralmente mangiato tutti i soldi che Nami gli aveva affidato acquistando delle noccioline caramellate, di dove aveva conosciuto il nonnino e di come aveva mollato Usopp davanti ad un negozio per inseguire il suddetto nonnino che ovviamente aveva avuto l’idea condivisibile di dileguarsi fra la folla per tentare di sfuggire alla sua folle richiesta.
- Rufy, devi finirla di invitare tutti i tizi strambi che incontri ad unirsi a noi – sentenziò al termine
- A me piacciono di tizi strambi... Brook è fico! – sì Brook era a posto, però doveva ammettere che le prime notti che si era risvegliato in camera e se l’era ritrovato vicino aveva rischiato un mezzo infarto.
- Devi capire che non tutti i tipi bizzarri sono brave persone come Brook o Franky -
- Anche tu sei una brava persona -
- NON PARAGONARMI A QUEI FENOMENI DA BARACCONE – abbaiò il cuoco scontrandosi con il viso confuso di Rufy. Bah, era inutile spendere aria con quello, di certo non lo stava neanche ascoltando.
Continuò a camminare silente lasciando che fossero i gabbiani e le cicale a risuonare nell’aria. Anche Rufy era silenzioso e la cosa sebbene fosse insolita era di certo piacevole. Amava approfittare di quegli attimi di serenità che, con il capitano, erano rari più dei diamanti.
Il vento leggero, il sole che si affacciava e poi si nascondeva dietro le nuvole, il rumore ritmato delle suole che sbattevano sui sassi. Casomai la pace avesse avuto un’ immagine sarebbe stata quella.
- Sanji – ruotò gli occhi verso di lui aspettando che continuasse.
- Tu non sei un tipo strambo... però mi piaci lo stesso – sfilò la mano dalla tasca e la poggiò sul cappello di paglia.
- Grazie capitano. Non posso dire lo stesso di te però... sull'essere strambo, ovvio – ghignò sentendo la risata di Rufy sotto l’ombra del copricapo.
Se c’era un dizionario per capire Rufy, lui non lo aveva ancora trovato. Ma forse il suo fare istintivo non poteva essere addensato in regole e cliché. Lui era così, diceva ciò che pensava e ciò che pensava non era spesso comprensibile ai più. Alle volte lui ci riusciva a decifrarlo e si faceva bastare quella egoistica soddisfazione, perché credere di saperne troppo su quel ragazzo di gomma, sarebbe stato davvero presuntuoso.
- Andiamo a preparare questa torta - Zeff non ci sarebbe stato a criticarlo menzognero e Nami-san forse non lo avrebbe baciato per ringraziarlo, ma il sorriso del suo capitano, pensò Sanji, avrebbe ampiamente sopperito a quella mancanza.
 

 















 
 
 
 
 
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Note (assolutamente ignorabili dell’ignorante autrice):
Lo dichiaro apertamente: la mia è una battaglia per portare più visibilità e più fan a questa coppia.
So che è una guerra persa in partenza, però non ci rinuncio facilmente e per lo meno mi propongo l’obiettivo di portare il pairing Sanji/Rufy nel fandom XDDD
Sì, lo so, sono una donna che si accontenta di poco nella vita. Ma non sono forse le piccole cose ad avere maggiore ricchezza? NO, però l’importante è crederci ^_^

Grazie a tutti i (pochi) lettori di questa coppia, mi fa piacere sapere che c’è qualcun altro che l’apprezza e finché mi divertirò a scrivere su di loro, avessi anche un solo lettore, continuerò a farlo.

Last but not least, dedico questa storia a La Nymphe Blonde per la sua gentilezza nel lasciarmi un commento ^W^

Kiss kiss Chiara


  
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