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Autore: Rosi_Styles    27/06/2012    0 recensioni
In questa storia vengono messi in ballo sentimenti ed emozioni di sempli ragazze adolescenti che si ritrovano a vivere il loro sogno
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevamo 16 anni.
Ricordo quel giorno come uno dei più brutti della mia vita. Mi svegliai alle 5 , alle 7 partiva l’aereo per Londra. Mia madre aveva vinto un concorso di lavoro e dovevamo stare li tre anni…lei diceva che sarebbe stata una buona occasione per imparare l’inglese e in effetti così fu.
La cosa che odiavo terribilmente fu lasciare tutte le mie amiche e la mia amata città in cui ero nata e cresciuta e da cui non avevo mai pensato di andare via. Salutai Antonella piangendo, lei rideva, ma si vedeva che come me soffriva: era la mia migliore amica e nonostante tutto quello che avevamo passato insieme ci volevamo un mondo di bene, si può dire che eravamo cresciute insieme. Ci eravamo conosciute quando avevamo lei 5 e io 6 anni: all’inizio non la sopportavo proprio poi dopo una settimana incominciai a capire che lei sarebbe stata la persona con cui avrei passato i momenti  più pazzi della mia vita.
E per non parlare di Claudia: lei  era la persona più pervertita che io avessi mai conosciuto!!
Quando vuole insieme ad Anto ti faceva morire dal ridere, soprattutto nel momento in cui adocchiavano un bel ragazzo e decidevano di passare tutta la sera a pedinarlo: Missione 007!
Insomma mi facevano morire dal divertimento stare insieme a loro era la cosa più bella che mi potesse essere successa e lasciarle  era tutt’altro.
Non scorderò mai quando Antonella a scuola buttava tutti i libri di Claudia a terra, facendola esaurire ogni volta e lei esasperata decideva di prenderla a botte: assolutamente divertente!
 
Era Settembre. Arrivate a Londra con i miei genitori  andammo subito nella nostra nuova “casa” anche se per me non lo era, insomma mi mancava il mio paese. Nonostante tutto devo dire che è una città bellissima e piena di vita e guardandola l’idea che avrei dovuto stare lì per molto tempo iniziava a non spaventarmi. Quando arrivammo al nostro appartamento, non ci potevo credere: era bellissimo!
Si trovava al 6 piano di un grattacielo e la vista era stupenda: anche la mia camera non era male. Quando aprì la valigia il mio cuore si spezzò vedendo le foto con le mie amiche e delle mie origini, cercai di passarci sopra e sistemai tutti i miei vestiti. Andai a dormire presto perché il giorno dopo dovevo andare a scuola, era una scuola italiana dove si studiava inglese, matematica, italiano e scienze.
Mi svegliai alle 7.00 e avevo un sonno che nessuno può immaginare. Riuscì ad arrivare nell’istituto alle 7.55, cinque minuti prima che suonasse la campanella.
 
 In classe c’erano molte ragazze che come me avevano lasciato l’Italia ed erano arrivate lì.
Fin da subito si formarono dei gruppi  e le uniche che erano state lasciate fuori eravamo io e Manu, una ragazza molto timida e dolce: non facemmo subito amicizia. L’occasione ci fu data quando dopo passato un mese ci misero a coppie per un progetto di scienze e noi lo dovevamo svolgere insieme. Venne a casa mia: io all’inizio non sapevo che dire lei era molto silenziosa e avevo paura che qualsiasi cosa avessi detto l’avrebbe potuta mettere a disagio, fin quando non mi arrivò un messaggio sul cellulare da Anto che mi chiedeva come stessi e lei vide che come sfondo avevo l’immagine di Harry. Allora lei mi chiese se mi piacessero gli One Direction e le risposi di si!.
E incominciammo a parlare di loro come se ci conoscessimo da una vita tutto il pomeriggio, scordandoci nel compito che ci avevano assegnato. Il giorno dopo scoprimmo che non era da svolgere per domani, ma per la settimana prossima e per noi fu un sollievo!
Alla fine diventammo così amiche che sei mesi dopo la invitai a casa mia a dormire una notte: fu stupendo!
Mangiammo un casino di schifezze e fino a tarda sera parlammo di come avremmo reagito se avessimo incontrato i nostri idoli: “Io morirei dalla gioia” , mi disse.
“Io invece credo che resterei immobile a fissarli, non voglio gridare come una pazza come fanno le altre, preferirei morire dentro!”. Non avevo mai trovato il coraggio di scrivergli su twitter, mi vergognavo troppo e sapevo che non mi avrebbero risposto…Lei invece gli aveva scritto più di una volta e non si dava pace, sperava in un messaggio o in qualcosa che le potesse cadere dal cielo.
Nel frattempo lei si era innamorata di un ragazzo che veniva nella classe accanto alla nostra e il caso volle che si chiamava Kevin!
Non era brutto anzi era abbastanza carino solo che io con lei non ce lo vedevo proprio: mi sembrava un tipo troppo originale e presuntuoso per una come lei che viveva di semplicità.
Ma a lei piaceva e io cercavo di consigliarla nella maniera più giusta, come una vera amica deve fare.
Un giorno, uno strano giorno lui si avvicinò durante la ricreazione con dei suoi amici e le parlò come se si conoscessero da sempre, con molta naturalezza:
-“che caldo fa oggi!” stava arrivando l’estate. Lei non sapeva che fare e allora per aiutarla parlai io:” concordo, comunque noi ci conosciamo?”.
-“ sono nella classe affianco alla vostra, mi chiamo Kevin.”
Lo sapevamo benissimo che si chiamava Kevin, ma per far capire che non ce ne importava niente di lui,  lo lasciammo tra le sue e alla fine al suono della campanella rientrò nella sua classe un po’ dispiaciuto: poverino, forse ero stata un po’ cattivella, ma alla fine mi divertì molto a prenderlo in giro.
  
  
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