Mi sveglio di soprassalto. 

Sono nel letto di una stanza bianca. 

Quando un qualcosa inizia a suonare, capisco di essere in un ospedale.

Mi giro e guardo una macchinetta che non smette di suonare all'impazzita.

Una voce mi fa sussultare.

Mi giro.

"Alex?" 

Alex è il mio amico immaginario da quando ero piccolina. Il suo nome deriva dal nome del mio calciatore preferito, l'ex Capitano della Juventus.

"Esatto."

"Ma come fai ad essere vicino a me? tu sei nella mia testa."

"Non ci sei ancora arrivata, Jane?"

"Non capisco dove dovrei essere arrivata."

"Jane, tu sei.."

Silenzio. Mi giro. Lo sguardo disperato dei dottori mi fa capire tutto.

Una lacrima scende silenziosa lungo la mia guancia.

Mi giro verso Alex.

"Sono morta."

"Sì."

" E i miei? Sam, Elle, Mery? E tutti gli altri?"

"Non lo so.."

"Non ci credo."

"Beh, guarda il lato positivo."

"E quale sarebbe?"

"PUOI SPIARE I MARS NELLA DOCCIA!"

"MA ALEEEEEEEEEEEEEEEEX!"

"Scusa."

Sorrido. Nonostante tutto, è riuscito a farmi sorridere.

"Appena usciamo da sto cazzo di ospedale ti racconto una storia."

"Quale?" lo guardo incuriosita. E' proprio come l'avevo immaginato.

Capelli nerissimi, occhi verdi, orecchie a punta, come i folletti. 

Sorride, vuole tenermi sulle spine ancora un po'.

"Eddaiii.."

"la mia storia."

lo guardo, mentre mi alzo dal letto, dove il mio corpo continua a riposare.

Mi guardo un attimo.

Sono mal ridotta. La faccia è piena di graffi, alcuni molto profondi.

La mia testa è fasciata, ancora macchiata di sangue.

Mi giro vero Alex, tristissima.

Lui continua a parlare.

"Sai, io ho vissuto prima di te."

"Coosa?" a volte mi chiedo se mi prende per cretina o cosa.

"Sì. Ti racconto dopo, dai. Usciamo, qui fuori ci sono tutti."

Esco, un po' tremante.

I dottori devono ancora dare la notizia ai miei e alle ragazze.

Le ragazze se la sono cavata con qualche livido e qualche graffio.

Lo scontro è avvenuto nel lato dove ero seduta io.

*Perchè a me? Perchè proprio ora che avevo avuto la possibilità di realizzare i miei sogni?*

La mia mano corre al petto, dove c'era la Triad.

Sorrido sollevata, nel contastare che è ancora lì, al suo posto.

Sento  i dottori dire:"Ci dispiace, non ce l'ha fatta." con un volto più inespressivo che mai.

Ho sempre odiato quella frase. Suona falsa.

Scoppiano tutti a piangere e si abbracciano.

D'impulso li abbraccio pure io. 

Sussurro: "Non piangete, io sono qui. Sarò sempre presente per voi. Ci sarò, ovunque andate. Ci sarò, quando avrete bisogno.

Io non sono morta. Io vivo. Io vivo attraverso di voi."

Sorridono. Chissà, forse mi hanno sentita.

Sam alza lo sguardo. Sembra che mi veda.

Riesco a sentire le sue parole. 

"Grazie"

Sorrido, e mi lascio andare.

inizio a piangere, come non ho mai fatto prima d'ora.

Mi lascio andare, mi lascio "cadere" a terra.

Alex mi viene vicino.

"Tra una settimana c'è il concerto dei Mars. Le ragazze ci andranno per consegnare loro la tua lettera."

Lo guardo. Mi guarda. 

"Ci andiamo anche noi?" sussurro, un po' sollevata.

"Ci andiamo anche noi." sorride lui.