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Autore: Lou Asakura    28/06/2012    3 recensioni
«Si può sapere perché non fai altro che seguirmi in giro? Ti manda forse Caesar?»
«Certo che no… sono soltanto sinceramente interessata ai tuoi spostamenti, mio caro dottore».
«Fa come vuoi…» Law sbuffò e si caricò la katana in spalla, riprendendo ad arrancare tra la neve. Mone lo seguiva a breve distanza, fluttuando ad appena pochi centimetri da terra.
«E, dimmi un po’… cos’è che cerchi qui sull’isola, se posso chiederlo?»
Trafalgar Law smise di avanzare, come fossilizzato. Emise una mugugno, un misto tra un rantolo ed una risata nervosa, poi fissò di sbieco la donna alle sue spalle.
[SPOILER! Punk Hazard saga] [Trafalgar Law, Mone]
[Dedicata a Yuff-ya! ♥ Happy birthday, my dear first mate! TAT]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: Questa fanfic è dedicata a Yuff-ya. Auguri, Yuff! Yar captain is proud of you! TAT E insomma, sono secoli che ci conosciamo ormai, a-avevi quattordici anni! T__T la quindicesima volta che lo dice* Ah, e, lettori, sappiate che secondo Yuff Mone ha i capelli verdi, e questa è una fanfic per lei, perciò in questa fanfic Mone ha i capelli verdi. Ok?

 

 

An harpy’s curiosity

Sin dalla prima volta in cui quello strano ragazzo dall’aria inquietante aveva messo piede a Punk Hazard, Mone si era sentita curiosamente interessata nei suoi confronti.   

Svolgere alcune ricerche sull’isola, aveva detto… nient’altro. Non una parola su di sé, sul proprio ruolo di Shichibukai, su ciò che faceva prima di gettare l’ancora in quell’isola disabitata ai margini del Nuovo mondo.

«Non so se fidarmi di quel Trafalgar», aveva confessato una sera Master con una strana risata. «Lo terrai d’occhio per me, non è così?»

E Mone aveva accettato –un po’ per obbedire agli ordini, certo, ma soprattutto per soddisfare quell’innata curiosità che lo strano ragazzo col cappotto le suscitava. Giorno dopo giorno, l’arpia aveva preso l’abitudine di svolazzargli intorno con noncuranza –lo seguiva nelle sue ronde per l’isola, prendendo appunti di tanto in tanto, guadagnandosi solo qualche occhiata indifferente dal dottore ed una scrollata di spalle.

Non le ci volle molto per rendersi conto che Trafalgar Law, ogni giorno ed ogni istante, non faceva che guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa. Ad un occhio attento forse la cosa sarebbe sfuggita, ma lei era un osservatrice; sarebbe stata in grado di distinguere ed analizzare ogni movenza, ogni espressione che attraversava il viso del ragazzo, e Mone era pronta a giurare che Trafalgar Law, della flotta dei sette, non si era recato su un’isola disabitata e potenzialmente letale agli occhi dei più solo per studiare.

Fu durante uno di quei tanti giorni tutti uguali che la curiosità la ebbe vinta sulla giovane arpia e decise che, se Trafalgar Law non si fosse deciso a raccontarle almeno qualcosa, sarebbe stata lei a spingerlo a parlare. Coi sui metodi.

«E’ permesso, Mister Shichibukai?» domandò con una risatina, planandogli accanto con disinvoltura.

L’altro si limitò a gettarle un’occhiata in tralice ed annuire. Poi si chinò ad esaminare alcune erbe che facevano miracolosamente capolino tra la neve, le raccolse e le stipò nella bisaccia che portava appesa alla lunga katana, senza dire una parola. Mone lo osservò interessata, domandandosi quale utilizzo un dottore potesse trarre da un comune mucchio di erbacce.

«Dimmi un po’, Mister Trafalgar… ti trovi bene qui a Punk Hazard?»

L’unica risposta di lui fu una specie di mugugno. Infine, con un sospiro, Law si voltò a fronteggiare la donna. «Si può sapere perché non fai altro che seguirmi in giro? Ti manda forse Caesar
«Certo che no… sono soltanto sinceramente interessata ai tuoi spostamenti, Mister Shichibukai».

«Fa come vuoi…» Law sbuffò e si caricò la katana in spalla, riprendendo ad arrancare tra la neve. Mone lo seguiva a breve distanza, fluttuando ad appena pochi centimetri da terra.

«E, dimmi un po’… cos’è che cerchi qui sull’isola, se posso chiederlo?»

Trafalgar Law smise di avanzare, come fossilizzato. Emise una mugugno, un misto tra un rantolo ed una risata nervosa, poi fissò di sbieco la donna alle sue spalle.

«Cosa ti fa pensare che io cerchi qualcosa, Miss arpia?»

Lei rise, schermandosi il viso con una delle ali. «Ho le mie fonti… sono o non sono un’osservatrice?»

Il chirurgo alzò le spalle e riprese ad avanzare. «Le tue presunte fonti si sbagliano, stavolta… non sto cercando nulla se non informazioni su questo posto, come ho già detto anche a Caesar».

Naturalmente, Mone era ben lontana dal dargliela vinta.

«Parlando di Caesar… potrei pensare di dirgli che vai a ficcare il naso dove non dovresti, all’interno del laboratorio. Cosa ne dici, potrebbe interessargli sapere che hai scoperto troppo..?»

Stavolta Trafalgar si voltò di scatto, i lineamenti irrigiditi ed un lampo d’allarme negli occhi. Spostò gli occhi sull’arpia, la fronte imperlata di sudore, e poi, dopo averla fissata per qualche istante, si accasciò sulla neve fresca.

«…Avanti, cos’è che vuoi sapere?»

Mone gli planò accanto e si appollaiò al suolo, ridendo. «Solo se avevo ragione o no. C’è qualcosa che stai cercando?»

Una mano premuta sul viso, Law annuì impercettibilmente.

«Fu fu fu… avevo ragione, a quanto vedo ~ E dimmi…» Il tono beffardo scomparve appena per un istante dalla sua voce. «…è qualcosa di importante?»
I lineamenti del chirurgo si contrassero ancora, e un sorriso amaro gli stirò le labbra. «…Molto. E’ qualcosa che devo riprendermi».

Entrambi rimasero in silenzio per qualche attimo, assimilando la verità di quelle parole. Poi Law si alzò in piedi, spolverò dalla neve il cappotto e riprese in spalla la spada, gli occhi schermati dall’ombra proiettata dal cappello.

«…Allora? Ti ho detto ciò che volevi sapere, no? C’è un motivo per cui ho bisogno di restare su quest’isola, e sappi che io non ti lascerò rovinare i miei piani».

Mone spiegò le ali in tutta la loro ampiezza, le agitò due o tre volte e poi, con un saltello, si librò in aria.

«Non ho alcuna intenzione di intralciarti, dottore… te l’ho detto, il mio compito qui è quello di raccogliere informazioni». Gli passò accanto, sfiorandolo appena con le piume, poi agitò con forza le ali e prese il volo, ridacchiando.

Non sapeva spiegarsene il motivo, ma quel ragazzo le stava simpatico; la sua venuta sull’isola aveva portato un po’ di novità in quelle giornate tutte uguali… sorrise, dicendosi che, qualunque fosse la cosa in grado di diventare tanto importante per uno come Trafalgar Law, doveva essere piuttosto speciale.

Forse non sarebbe stato tanto male assistere alle sue ricerche ancora per un po’… ma dopotutto, non c’era alcun bisogno che Master lo sapesse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice: E’ l’una di notte, per cui non posso dilungarmi ed avevo assolutamente bisogno di pubblicare questa fanfic adesso T___T Mi sento solo di precisarvi che, secondo me, Bepo e gli altri sono stati tipo presi da qualcuno e Traffy sta cercando un modo per liberarli. Mia interpretazione, per carità… se Oda mi smentirà ignorate questa fanfic, ok? Scusate se non ha senso e fa schifo, ma vi ripeto, devo scappare TAT Vi amo ~

Edit: Pfff! Non ho neppure un po’ di linea, quindi tutti i miei tentativi di postarla stasera sono stati vani ç___ç FFFF- internet I hate you. W-wait I dind’t meant it baby come baaaack! *cries* ci vediamo domani, quindi. Vado a dormire ç3ç

   
 
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