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Autore: Arglist    28/06/2012    2 recensioni
Una FanFiction sull'amore di May Chang e Alphonse Elric, missing moments sul continuo del anime/manga brotherhood. Prima FF da parte mia, articolata in più capitoli. Piccolo spezzone:
Al non potè trattenere una risata fragorosa, e i tre risero per alcuni secondi, tornando poi seri.
La conversazione stava per concludersi lì quando Jelso, inspiegabilmente, parlò.
- Al - chiese con estrema lentezza - che cosa hai provato quando hai visto quella ragazza?
Eh, se lo sapessi te lo direi...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, May Chang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! Eccomi qua con un nuovissimo capitolo!
Devo come sempre i miei ringraziamenti ai miei recensori d'eccellenza. 

hummingbird royaifan e Roy Mustung sei uno gnocco
Mi siete davvero di gran supporto morale.
Grazie. 

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Alphonse assaggiò quel bacio per un attimo che parve durare un infinità. Cercò di fissare ogni piccolo momento, ogni piccolo movimento nella memoria in modo da non scordarsene più. Le labbra che lo avevano baciato erano calde e morbide.

Lei si staccò da lui e spostò le sue labbra verso la guancia di Al.

- Mi dispiace - sussurrò con voce rotta.

L'abbraccio nel quale era strinto Al si fece più forte, più caldo. Anche May stava cercando di bloccare quell'attimo. Entrambi volevano assaporare quel momento per sempre.

Purtroppo non fu così. Il tempo passò velocemente e le due chimere erano già davanti a loro. Si staccarono da quell'abbraccio caldo e si alzarono, allontanadosi. 

 - Buongiorno signorina May! - salutò Jelso invadente.
 - Buongiorno - ricambiò lei - e buongiorno anche a lei Zampano! 
 - Ah, ecco dove eri finito - disse Zampano evidentemente proccupato - ti avevamo perso.
 - Ma notiamo che sei in buona compagnia! - rispose pronto Jelso dando una gomitatina complice ad Al.

Al arrossì; nemmeno sapeva per quale motivo May gli aveva dato quel bacio e gli sembrava strano averla così vicina.
La serata prima era stato malissimo per la sua indifferenza e oggi gli aveva dato un bacio. 


Ma che cosa mi sta succedendo? Dovrei essere arrabbiato!

Si voltò verso May risoluto alla ricerca di informazioni. La guardò negli occhi e li trovò. Lei non oppose resistenza al suo sguardo furente. Si lasciò perlustrare,esplorare in lungo in largo. Presto Al si perse in quegli occhi che tanto sapevano di mare, di ricordi e di cose non dette. La sua furia svanì e rimase imbambolato davanti a May. 

- Non mi sembra il posto giusto per presentarci per bene - cominciò lei timida. 
Le due chimere stavano attendendo la risposta i Al. 
Lui si limitò ad assentire.

 - Andiamo a casa tua? - chiese sforzandosi di sembrare il meno scemo possibile.
 - Adesso? - rispose lei rabbuiandosi.
 - Si adesso - disse Alphonse - perché? C'è qualche problema a casa?
 - No - confabulò lei tornando raggiante.

May Chang guidò Alphonse e le chimere verso la sua casa che si trovava nel quartiere alto della città. Ogni casa era piuttosto antica e preservava i tratti originali dell'antica cultura di Xing. Ogni villa era dotata di giardino esterno e senza dubbio ne aveva anche uno interno. Alcune ville possedevano anche stagni artificiali e piccoli orti. Cancelli di varie dimensioni davano sulla strada principale, curati con massima serietà. Ogni casa aveva come minimo due piani e terminava con un tetto a punta leggermente concavo verso l'interno. 
Casa di May non faceva eccezzioni. Il cancelletto che dava sulla strada era alto più o meno quanto Alphonse ed era minuto di un'entrata del il personale, oltre ad essere già un portone.
Una volta davanti alla piccola porticina May si girò, evidentemente timorosa.
 - Siete sicuri? - chiese timida.


Come mai hai così paura di entrare in casa tua?

 - Certo! - rispose Zampano forse pensando di alleviare la tensione sviluppatasi la sera precedente.
 - Ok - rispose May rassegnata . 
Spinse la porticina aprendola alla villa interna. Subito le due chimere, con un "permesso" ad alta voce, entrarono passando oltre. May si stava apprestando ad entrare quando Alphonse le prese la mano.
 - May - disse cercando di trovare la forza per chiedere il perchè delle sue tante domande - perchè la notte scorsa mi hai ingnorato?
Lei si girò e, per nulla disturbata, lo guardò negli occhi. 
Esattamente come prima l'effetto di quegli occhi causò in Al le solite sensazioni.
 - Mia zia, Al - disse lei, cercando di non farsi sentire dalle chimere - ma ora che tu sei qua con me va tutto bene. 
 - Anche ieri sera ero con te, ma non mi è sembrato andasse 
tutto bene.
 - Lo so, scusami - rispose lei, con le lacrime agli occhi - ma tu, tu non sai cosa può fare lei. E' malefica. Mi costringe a non parlare con nessuno non sia secondo lei un buon marito.

Cominciò a piangere, mentre si strinse ad Alphonse e lui, per rassicurarla, la abbracciò a sua volta.


E ora l'ho fatta piangere. Fantastico. Come diavolo ho fatto a non accorgermi della grassa signora?
In effetti era proprio lei che, con quella voce stridula, esortava May ieri sera. Ma perchè ce l'ha con me?


May diede un bacio semplice ad Al sul collo. 

Possibile che mi abbia sempre amato e che io non me ne sia reso conto?
 
Si staccarono da quell'abbraccio ed entrarono nella villa. Il selciato che portava alla grande veranda in legno era piuttosto pulito, delimitato da ciottoli di fiume dal giardino. La veranda si estendeva per tutto il lato nord della casa ed era coperta da un grazioso portico in legno. L'interno della villa non era visibile anche se mascherato solo da porte scorrevoli di carta e listoncini di legno. All'interno e all'esterno piccole lampade di carta rompevano l'ordine dando al tutto un po' di movimento. Il giardino era ben curato e al centro era scavato un bellissimo stagno. 


Ovviamente una villa degna di una nobile casata.

Le due chimere stavano ancora passeggiando lungo il selciato quando si aprì una porta scorrevole. Alphonse non riuscì immediatamente ad intuire chi fosse la figura sulla soglia e dovtte spostarsi leggermente a destra. Una figura anziana e con occhi vacui stava fissando May Chang oltre le chimere. Portava abiti eleganti e sandali rialzati, aveva i capelli legati a codino e segni della calvizia stavano irrompendo sul suo capo.
L'espressione truce dela suo viso era di indubbia origine. Forse per l'umore forse per la vecchiaia quel vecchietto sembrava davvero furioso.
 - Alla buon ora sei tornata - disse con voce roca e profonda, inadeguata per la stazza dell'omino.
 - Si, zio - rispose May inchinandosi. 

Alphonse e le chimere fecero altrettando, seguendo gli usi sconosciuti di quella casa e cercando di imitare al meglio i comportamenti di May.
Lo zio annuì borbottando per poi voltarsi e chiudere la porta alle sue spalle. I tre erano rimasti sorpresi dall'autorità dell'uomo che, seppur piccolo, sembrara riuscisse a farsi rispettare da chiunque.


Assomiglia un po' a Olivier Armstrong. 
No, lei è molto più cinica e malvagia.


- Entriamo - disse May - così faremo le dovute presentazioni. 

La parola presentazione non gli era mai piaciuta. Sin da piccolo aveva avuto difficoltà a presentarsi. All'asilo aveva addocchiato una bambina, ad esempio, e per giorni e giorni aveva provato al presentazione assieme ai gatti del suo quartiere. I gatti non davano problemi. Ti ascoltavano, ti guardavano e ti facevano le fusa in braccio. Le bambine invece...

- Dai! Non rimanere lì impalato! - disse May che, recuperato il sorriso, lo trascinò sino alla porta d'ingresso. 

Al abbandonò decisamente la strada del coraggio e intraprese quella del panico.Fu evidente. Paonazzo, cercò di biascicare qualche parola a May per scusarsi ma non ci riuscì.
Il carattere forte di May che pochi attimi prima era crollato di fronte alle sconosciute angherie della zia ora era diventato più forte di quello di Ed infuriato.

May aprì la porta scorrevole. L'interno era in legno rivestito ed era presumibilmente un soggiorno. Un tavolino in mogano regnava sovrano al centro circondato da cuscinetti color seppia. Una grossa lampada di carta con incisi alcuni simboli si abbassava sino ad alcuni centimetri dal tavolo al soffitto. Il vecchio signore che poco prima era apparso sulla soglia era seduto su un cuscinetto e stava scrutando i nuovi arrivati.

- Tu! - esclamò indicando Alphonse - chi sei?
Alphonse biascicò qualche parola prima di diventare rosso in viso e rinunciare definitivamente a fare una figura seria davanti agli Zii di May.

 - E' Alphonse Elric, zio - rispose May - colui che mi ha salvato la vita ad Amestris.

La dichiarazione di May fece calare sul locale il silenzio. Dopo alcuni attimi lo zio di May si alzò si avvicinò ad Al, sempre scrutandolo con aria piuttosto minacciosa.

 - Bene! - disse cambiando improvvisamente umore e allargando sulla sua faccia un gran sorriso - Benvenuto in casa Chang!

Persino May rimase stupita dalla reazione dello zio. Probabilmente non era sempre così.

 - La zia? - chiese lei a bassa voce.

 - Ah! Quella vecchia megera che tu chiami zia se ne è andata per amestris stamattina - rispose lo zio ridendo - tornerà tra una settimana, sempre se il suo culo grasso riesca a passare per l'entrata del vagone ferroviario. 

Sia May che suo zio risero di gusto. 


Uhm, la odiano proprio tutti questa zia. 

- Oh ma che sbadato che sono! - disse il vecchio rivolto ad Al - Devo ancora presentarmi! Piacere, Zhao Chang Terzo, ma puoi chiamarmi benissimo Zhao.
La mano robusta e callosa dello zio rimase a mezz'aria per mezzo secondo. Immediatamente Al la strinse con vigore e i due si scambiarono sorrisi. 


Il panico è andato, ok.

Lo zio li fece accomodare, si presentò a Jelso e Zampano e, nonostante fosse ancora tardo pomeriggio, ordinò del cibo ad uno dei sui servi. Ad Alphonse non piaceva molto stare a sedere con le ginocchia sotto il sedere ma si adattò, conscio del fatto che avrebbe dovuto passare i prossimi mesi seduti in quel modo. Una volta portata la cena i cinque presero a mangiare e parlottare. Al notò che May era piuttosto felice. La presenza della zia era talmente intensa che il solo pensarci l'aveva resa triste. 

Che zia megera.

Alla fine della cena i piatti vennero portati via e Zhao accese alcuni incensi nel salone. Subito un forte odore di lavanda si propagò nell'aria. 
- Allora dimmi Al - chiese Zhao - cosa ti porta qui? 


La ragazza qui a fianco.

- Beh, signore - rispose Al cortese - vorrei imparare l'Arte Rentan per diventare un medico.
Alcuni colpi di tosse provenienti dalle due chimere sottolinearono la falsità dell'affermazione.
- I tuoi amici non la pensano come te - rispose lesto Zhao, alzando il sopracciglio destro e allargando il sorriso. 
Le due chimere stavano probabilmente molto simpatiche a Zhao. Avevano gli stessi gusti in fatto di cibo e probabilmente Zhao non aveva ancora recepito l'idea di permanenza dei due per alcuni giorni. Probabilmente il cibo avrebbe cominciato a scarseggiare già nei primi due o tre giorni.

Sia Zhao che May attendevano risposta. Quest'ultima aveva appoggiato l'incenso con cui stava giocando sovrappensiero e stava osservando Al dritto negli occhi.


Ah, non mi puoi fare questo - pensò Al. Il fatto che quello sguardo così attraente e così profondo fosse posato su di lui non aiutava certo a mentire.

Di conseguenza decise di smetterla di mentire e, così come aveva fatto con Jelso e Zampano la notte scorsa, disse esattamente la verità.

- Sono venuto qui per incontrare la ragazza che...amo.

Zhao non rimase affatto sorpreso dalla dichiarazione. 

- E l'hai trovata? - domandò a bruciapelo il vecchio.

Alphonse biascicò qualche parola, troppo imbarazzato epr dire la verità davanti allo zio di May.

L'assenza di riposte fece probabilmente infuriare May che si alzò e, più cortesemente possibile, si congedò e si diresse verso camera sua. 

- Eh, strana cosa l'amore, mio caro ragazzo - fece lo zio mentre May, a grandi falcate, abbandonava il salotto - prima ti stringe e poi ti abbandona...

Non appena la porta scorrevole fu chiusa dietro May Zhao rimase in silenzio, fissando Al negli occhi. Quest'ultimo era in evidente stato confusionale. Non sapeva se inseguire May o rimanere a conversare con lo zio.

Zhao stava guardando Al con uno sguardo indagatoria e complice. Probabilmente era un signore più affabile di quanto dava a vedere. 

- Credi che questo vecchio non sappia riconoscere la verità quando gli si para davanti agli occhi? - disse lo zio in mdo solenne.

 - 
Vai - sussurrò subito dopo.

Alphonse capì. Si alzò di fretta, si congedò con le chimere che rimasero ancora un po' a parlare con Zhao e si avviò verso il labirinto di stanze e sale della villa. I passi di May potevano sentirsi chiaramente sul soffitto, probabilmente stava camminando con i talloni. Al seguì i passi, salì le scale di legno che portavano al piano superiore. Cercò May per alcuni minuti in tutte quelle stanze non riuscendo però a trovarla. 
Stava per rassegnarsi al doverla incontrare il mattino seguente quando un odore lo fece rinsavire. 


L'odore di May!

Seguì come meglio poteva l'odore di incenso e lavanda.
In alcuni tratti era più forte, in altri era decisamente debole. Seguendo l'odore di may si trovò davanti ad una stanza già vista molte volte.
Aprì la porta scorrevole e May era lì, in tutta la sua bellezza, di spalle. La schiena stava avendo dei sussulti. Probabilmente stava piangendo.

- May? - domando Al - posso entrare ?


Che scemo che sono. Gli chiedo anche il permesso.

@#@#@#@#@#@#Full Metal Alchemist Brotherhood: Ending 3 : "Tsunaida Te"@#@#@#@#@#@#@#



Avanzò passo dopo passo fino ad arrivare ad un metro da lei.

- May - disse piano - ti devo dire la verità.

Lei smise per un attimo di singhiozzare, come in attesa di una scusa.




 - Oggi ti ho persa per alcuni minuti. Mi sono sentito perso. Ti ho cercata per tutte queste stanze e non ti ho trovata. Poi ho sentito il tuo odore. L'odore che non dimentico dal giorno in cui ti ho incontrata. Vuoi sapere perché? Perchè mi ci sono voluti sei anni da armatura e due mesi e due anni di riabilizatione in umano per trovare l'ultimo pezzo della mia anima. Pensavo che nel mio corpo di armatura la mia anima fosse legata semplicemente al mio corpo di metallo. Non era così. Non mi serviva l'alchimia per esssere speciale. Non mi serviva la trasmutazione per avere indietro il mio corpo...




Si voltò.




 - Mi servivi tu May Chang. Perchè? Perchè io ti amo e ti amerò per sempre. Amerò i tuoi occhi, il tuo viso, la tua voce. Amerò ogni parte di te, sopratutto al tua anima. Perchè la tua anima ha un pezzo della mia anima. La tua anima ha il mio cuore.



Si avvicinò a lui, il volto segnato dalle lacrime che correvano lente sulle guance. Al sollevò una mano per asciugarle, poi però si chinò leggermente e le baciò. Baciò ogni lacrima versata da May. 


Quando infine arrivò sulle labbrò le baciò. May si lasciò baciare portando le mani sulla vita di Al, leggere. Al si allontanò pochi centrimetri. Si allontanò giusto per alzare delicatamente quel viso e fissare gli occhi di May. Quegli occhi che ora, sgonfi di lascrime, erano ancora più belli. 





Son venuto qui da Amestris per incontrare la ragazza che amo.




Son venuto fin qua per incontrarti, May Chang.




Tu sei la ragazza che amo.





 

Le loro labbra si incontrarono una volta, poi un altra ancora, e un altra ancora. Per tutta la notte Al asciugò le lacrime della sua anima abbracciato a May Chang, la ragazza che amava.





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Un altro capitolo terminato sul sorriso sulle labbra.

Fine quinto capitolo. 

Spero di non aver fatto piangere nessuno. Mi scuserò via PM ai diretti interessati.

Al prossimo capitolo.

Arglist

  
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