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Autore: Imi    13/01/2007    2 recensioni
Anni dopo la battaglia contro Lucemon,i nostri sei digiprescelti torneranno nel mondo digitale per una vacanza che saprà risvegliare sentimenti sopiti.Una fict molto poco natalizia...ma ideale contro il freddo!Leggere per credere!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takuya Kanbara | Coppie: Izumi Orimoto/Zoe, Kouji Minamoto/Koji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti

Salve a tutti! Ecco il secondo capitolo della fict! Spero che possa piacervi quanto e più del primo…e spero di non deludere nessuno perché ho già fatto le mie scelte! Grazie mille per i commenti! Siete troppo gentili, davvero!! Grazie di nuovo, mi impegnerò a essere puntuale con gli aggiornamenti e spero che continuiate a seguirmi!Buona lettura!!

 

Capitolo 2

 

Sotto l’orologio centrale, a un passo dagli imponenti ascensori che conducevano ai diversi piani della stazione un gruppetto di quattro ragazzi chiacchierava rumorosamente. Uno di loro, all’apparenza il più giovane, stava imitando qualcuno e parlava emettendo una vocetta stridula. Gli altri tre ridevano di gusto scambiandosi occhiate complici.

-E poi vi ricordate cos’è successo quando ha provato a usare il suo spirit animale???- chiese esilarato Takuya.

Un coro di risate fece eco alla sua domanda.

-E chi se lo dimentica!?- rincarò Koji appoggiandosi al fratello con una pacca amichevole.

-Già! È diventata un orribile calamaro!!!- terminò Tommy imitandone il ghigno famelico.

-Povera Lanamon…- commentò Takuya asciugandosi gli occhi umidi da tanta ilarità –non aveva certo scampo contro quella testa matta di Zoe!

-Già..- confermò Koji sorridendo a fior di labbra -era proprio un peperino!

-Si, un peperino che non ti dispiaceva affatto vero Koji!?…- insinuò Tommy con aria saputa.

Le guance del digiprescelto della luce andarono in fiamme.

-Non dire idiozie!- replicò secco -eri un poppante cosa ne vuoi sapere!

-Sarò anche stato un poppante ma ci vedevo benissimo!

-Be, pensa quello che vuoi!- troncò il discorso Koji incrociando le braccia e guardando altrove.

-Dovete scusarlo…- si intromise Koichi -ma è rimasto il timidone di sempre!

-Che fai ti ci metti anche tu adesso!?- replicò il fratello arrabbiato fulminando con un occhiata Tommy che tentava malamente di soffocare una risata.

-Eddai non te la prendere! In fondo Zoe era molto carina…non ci sarebbe stato niente di strano se tu…!- intervenne Takuya ammiccando in maniera eloquente.

-Tsz!...- fece il ragazzo dai capelli neri socchiudendo gli occhi con aria di superiorità -parla mister “sono-tanto-contento-di-essere-venuto-a-digiworld-così-ho-potuto-conoscerti,-Zoe!”

Il giovane Kambara restò un momento attonito, poi arrossì fino alla punta delle orecchie.

-Ma come…?

Non proseguì la domanda: era chiaro che Koji doveva averli sentiti mentre parlavano quella volta nella biblioteca del castello di Ophanimon, anche se non capiva davvero come fosse potuto succedere. Koji avrebbe dovuto essere in soffitta, mentre loro erano nei sotterranei…strano davvero, ma la cosa al momento lo preoccupava meno degli sguardi curiosi e divertiti degli amici.

-Tommy pare che ci siamo persi qualcosa…- commentò Koichi.

-E si, pare proprio di si…

-Oh, ma che volete!!!- si spazientì Takuya sentendo su di sé quegli sguardi così insistenti -e va bene l’ho detto! Lo confesso! Ma era solo…era solo per dire che mi stava simpatica!- puntualizzò sperando di salvare quel poco di dignità che poteva.

-Piuttosto- lo salvò insperatamente Koji -qualcuno sa se lei e JP verranno? Ormai è quasi ora e non possiamo certo ritardare…

I ragazzi si scambiarono sguardi interrogativi e alzarono le spalle: nessuno ne aveva idea.

-Io non li ho sentiti- disse Tommy -ma in effetti è molto tardi…se avessero voluto venire sarebbero già stati qui…

Tutti e quattro si guardarono attorno, alla ricerca di un volto familiare che spuntasse all’improvviso tra la folla, ma né JP né Zoe si vedevano all’orizzonte.

Koichi sospirò.

-Non sarà la stessa cosa senza di loro…

-Non è detto che non arrivino…- replicò Takuya speranzoso continuando a guardare insistentemente quel turbinio di persone che correvano all’impazzata tutt’intorno.

-Si però è molto tardi…dobbiamo prendere l’ascensore delle 15.00 precise se vogliamo arrivare a digiworld!- puntualizzò Tommy indicando il display luminoso dell’orologio -e mancano solo 4 minuti!

Takuya annuì mordicchiandosi il labbro inferiore: avrebbe voluto aspettare ancora un po’, magari sarebbero davvero arrivati e sarebbero comunque riusciti a scendere tutti insieme fino ai trailmon.

-Abbiamo sempre agito come un gruppo…- osservò infatti -mi spiacerebbe lasciarli qui…Tu che ne dici Koji?

Il ragazzo chiamato in causa riflettè un momento prima di rispondere. Distolse lo sguardo dall’ingresso, dove lo aveva fissato a lungo, con ostinazione e controllò l’orario. Mancavano una manciata di minuti, non c’era molto da fare, ormai non sarebbero più arrivati.

-Dobbiamo andare- disse infatti con lentezza -o non faremo in tempo.

Takuya lo guardò constatando che non era affatto cambiato: era evidente che era dispiaciuto, ma visto che non c’era nulla da fare accettava la realtà in modo pratico e coraggioso e andava avanti senza lamentarsi. Era sempre stato così, il buon vecchio Koji!

-Ok!- approvò allora il leader del gruppo con un po’ più di entusiasmo -avviamoci verso l’ascensore.

I quattro presero i loro bagagli e voltarono le spalle all’ingresso dirigendosi verso le porte metalliche che li avrebbero condotti di nuovo in quel mondo straordinario che avevano salvato insieme, anni prima. Si fermarono davanti a quelle di sinistra: mancavano ormai solo una manciata di secondi e una freccetta verde sulla pulsantiera indicava che l’ascensore stava arrivando.

L’emozione nell’aria era palpabile e i cuori dei quattro giovani prescelti avevano impercettibilmente aumentato i battiti: stavano tornando a digiworld, finalmente! Ognuno di loro lo aveva sperato in quei lunghi anni, ognuno di loro la notte aveva sognato gli sconfinati prati e le incomprensibili architetture di quel mondo digitale. Ognuno di loro aveva pregato di essere ancora là, di poterci tornare, almeno un’altra volta, prima di morire. E ora quel loro desiderio stava per realizzarsi.

Certo, senza JP e Zoe sarebbe stato tutto diverso.

Con un rumore metallico l’ascensore arrestò la sua corsa al loro piano. Il momento era arrivato.

Le porte si aprirono con lentezza e alcune persone scesero frettolosamente correndo ognuno per la sua strada.

I quattro ragazzi si scambiarono delle occhiate d’intesa, poi afferrarono i bagagli.

Takuya lanciò un’occhiata sopra la sua spalla: l’orologio segnava le 14:58.

-E’ il nostro…- disse fremendo.

-Allora…si va!- disse Tommy prendendo l’iniziativa e facendo per primo il suo ingresso nell’angusto spazio metallico.

Takuya lo seguì a ruota sistemando lo zaino in uno degli angoli. Poi anche Koichi varcò la soglia sentendosi incredibilmente emozionato.

Koji afferrò a sua volta i manici della borsa che aveva con se e fece un passo verso l’ascensore. Poi si fermò, titubante e lanciò una lunga, lunghissima occhiata verso i corridoi, come se sperasse ancora che Zoe o JP sarebbero sbucati all’improvviso.

-Che c’è?- chiese Koichi -tutto bene…?

Il fratello annuì pensieroso: per un attimo aveva provato una sensazione strana.

-E’ che mi era sembrato di sentire qualcosa…- si giustificò.

Poi scrollò la testa e entrò a sua volta nell’ascensore lasciando cadere pesantemente sul fondo il suo bagaglio.

Takuya premette il tasto che li avrebbe portati nel sottosuolo e Koji si abbandonò contro una parete cercando di rilassarsi.

-Si parte!!- esclamò eccitato Tommy.

Le porte iniziarono a chiudersi e il giovane digiprescelto lanciò un’ultima occhiata fuori al mondo reale.

L’orologio segnava le 15.00 esatte.

Tutti stavano ormai pregustando il momento in cui avrebbero di nuovo respirato l’aria pazza e colorata di digiworld quando Koji si irrigidì.

E prima che suo fratello potesse chiedergli cosa non andava il digiprescelto della luce, con un movimento fulmineo infilò il braccio nella fessura ormai minuscola tra le due porte d’acciaio.

I sensori si illuminarono e i due pannelli metallici si riaprirono all’istante.

-Ma che ti prende!- sbottò Koichi.

-Che c’è?- fece Tommy.

-Sei impazzito!- esclamò Takuya.

Ma Koji non rispose. Fissava un punto indefinito tra la folla con i suoi occhi scuri e profondi.

Poi un sorriso soddisfatto si dipinse sul quel volto così serio.

-Fate posto- disse -stanno arrivando.

-Come??- fece Takuya e tutti sgranarono gli occhi per vedere quello che il loro amico aveva già visto.

-Koji…ma non…io non vedo nessuno!- confessò astioso Tommy.

-Allora ascolta!- replicò l’altro secco.

Il prescelto più giovane tese l’orecchio e finalmente comprese.

Tra il brusio confuso della folla una voce, acuta e squillante risuonava nitida e potente. E dopo un secondo, nel via vai di gente indaffarata si fecero strada due figure che correvano all’impazzata verso di loro.

-JP!- stava gridando Zoe –SE PERIDAMO L’ASCENSORE DELLA TUA DANNATA MACCHINA RESTERANNO SOLO LE RUOTE!!!!!!!

Takuya sorrise.

-Pare che non sia cambiata…

-Pare di no- replicò Koichi un attimo prima che i due amici piombassero loro addosso con irruenza schiacciandoli fra le strette pareti.

 

-Benarrivati..- fece Takuya sarcastico mentre l’ascensore iniziava la sua discesa, cercando di emergere dalla valanga di valige che lo aveva sommerso.

-Quando si dice un’entrata trionfale…- sogghignò Koichi appiattendosi per quanto possibile contro una delle pareti.

-JP! Spostati! Accidenti! Sei pesante! Mi stai schiacciando!!!- protestò il piccolo Tommy cercando di respirare stretto com’era fra le valigie che gli erano franate addosso.

-Non è…- annaspò JP –colpa mia…è che…non abbiamo trovato…parcheggio..- concluse boccheggiando.

-La tua macchina è salva per un pelo…- borbottò cupa Zoe –e risparmio anche te solo perché…sono felicissima di vedervi!!!!- concluse con entusiasmo guardandosi attorno con un incantevole sorriso.

Gli altri presenti le sorrisero a loro volta.

-Mi siete mancati tanto!!!- esclamò lei con slancio sentendo un misto di commozione e felicità salirle dentro –tutti quanti!!!

-Anche noi siamo contenti di vedervi, ragazzi!- rispose Takuya a nome di tutti.

-Ma…- fece però a questo punto Zoe perplessa e un po’ delusa –non vedo Koji! Non è venuto?

Koichi e Takuya si guardarono negli occhi divertiti  e Tommy non potè impedirsi di scoppiare a ridere.

-Veramente…- le spiegò JP un po’ scocciato –ci sei sdraiata addosso da quando sei salita!

Fu allora che la ragazza si rese effettivamente conto che  la parete a cui credeva di esser appoggiata era decisamente troppo morbida e calda. Avvampò girandosi di scatto verso Koji che impacciato e arrabbiato fissava con ostinazione il pavimento.

-Pensavi che fossi di metallo?- chiese irritato sperando che il suo rossore non fosse tanto evidente.

-Nnno…io…- balbettò Zoe cercando con scarso successo di allontanarsi il più possibile dall’amico –non…

Ma prima che potesse terminare la frase l’ascensore oltrepassò l’ultimo piano della stazione e prese all’improvviso velocità per arrivare a quella fermata che solo pochi conoscevano.

Lo scossone fu brusco e i ragazzi furono sballottati qua e la senza troppi riguardi. Per un istante si spensero anche le luci e Zoe lanciò un piccolo grido, ma in un attimo fu tutto finito e con un ultimo urto la scatola metallica toccò terra.

Le porte si aprirono e una valanga di zaini, imprecazioni e digiprescelti si riversò sul pavimento della stazione sotterranea.

-Ohi ohi che male…- fece JP massaggiandosi il povero braccio destro che era stato maltrattato durante quell’ultimo rocambolesco atterraggio.

-Siamo arrivati!!!- gridò invece pieno di entusiasmo Tommy, saltando subito in piedi con uno scatto atletico e afferrando al volo il suo zaino che stava per essere scaraventato lontano –Sono a un passo da digiworld e sono pronto!!!- ribadì cercando con lo sguardo il Trailmon che lo avrebbe condotto a destinazione.

-Sei tutto intero …- chiese Koji al fratello rialzandosi in piedi.

-Confronto all’altra volta è stata una passeggiata!- fece Koichi sorridendo divertito.

-Non ci trovo niente di divertente…- replicò invece Koji voltandogli bruscamente le spalle.

-Si, scusa, hai ragione…era solo un battuta…me la sono vista davvero brutta quando..

-Già- tagliò corto l’altro.

Koichi sospirò afferrando il suo bagaglio: sapeva che a Koji non piaceva revocare quella brutta storia, e lo capiva perfettamente. Dopo aver ritrovato, in un mondo assurdo, un fratello che non sapeva nemmeno di avere, averlo accettato e essersi aperto con lui, aveva scoperto che quello che aveva davanti era solo una proiezione di dati e che il corpo vero di suo fratello era disteso agonizzante in un letto d’ospedale. Per fortuna alla fine di tutto avevano scoperto che per lui c’era ancora una speranza, anche se c’era voluto un vero e proprio miracolo per riportarlo in vita..

-Accidenti! È proprio una giornata storta!!- fece Zoe bofonchiando tutto il suo disappunto mentre ancora stava seduta a terra.

-Se fossi arrivata in orario ci saremmo sistemati meglio in ascensore e non avremmo avuto problemi…- la rimproverò Takuya con un cipiglio tutt’altro che severo.

-Ma non è stata colpa mia…- replicò la ragazza imbronciandosi.

-Lo so, lo so… - le rispose Takuya tendendole una mano –l’importante è che siete arrivati…mi sei mancata Zoe!

Lei lo guardò meravigliata e poi afferrò la sua mano alzandosi in piedi.

-Anche tu mi sei mancato Takuya…- disse dolce abbracciandolo di slancio.

-Ci vogliamo muovere!- li interrupe Koji brusco –o volete rischiare di perdere anche il Trailmon!?

Zoe lo guardò accigliata, poi un’ondata di ricordi la fece sorridere.

-Pare proprio che qualcuno di noi non sia affatto cambiato…- mormorò a sé stessa.

 

-Allora- iniziò Koichi accomodandosi sul morbido sedile blu del Trailmon che li avrebbe portati a destinazione –raccontatemi un po’ com’è questo posto e chi sono questi fantomatici Tocanmon che ci hanno invitato: mio fratello è stato piuttosto vago..

-E’ vero..- commentò assorto Takuya sfregandosi il mento –non ti conoscevamo ancora quando siamo approdati sull’isola dei Tocanmon.

-No, non ancora..- confermò Koichi –per questo sono curioso: che posto è?

-Un posto da favola!- esclamò Tommy balzando in piedi e iniziando a gesticolare –hai presente un paradiso tropicale di quelli che vedi solo nelle agenzie di viaggio?? Beh…è molto meglio! Perché è tutto nostro!!!!

Koichi sorrise contento.

-Ehi Tommy…sei su di giri eh?- interloquì Zoe.

Il prescelto più giovane le strizzò l’occhio.

-Puoi giurarci! Non vedo l’ora di tornare là…

-E i Tocanmon?- chiese di nuovo Koichi.

-Oh…tipi strani…- fece Tommy misterioso –pensa che hanno un fan club di Zoe…

-E che ci sarebbe di strano???- domandò la diretta interessata fulminandolo con uno sguardo truce.

-Già…che ci sarebbe di strano????- rincarò la dose JP di riflesso.

-Dici così solo perché tu sei il primo iscritto…- lo prese in giro Tommy facendolo diventare color cremisi.

-io…ehm…io…- balbettò JP annaspando nel suo imbarazzo mentre Tommy continuava a stuzzicarlo.

-Finitela voi due…Koichi voleva sapere dei Tocanmon!- li rimproverò Takuya, ma senza ottenere grandi risultati. Sospirando, il digiprescelto del fuoco si sistemò gli occhiali da sole sul naso, rivolgendosi a Koichi.

-Ah lasciamoli perdere! Te lo spiego io se ti va. I Tocanmon sono digimon molto buffi e anche abbastanza strani…Non sono antipatici…- proseguì mentre l’altro lo stava ad ascoltare –però è sempre meglio non fidarsi troppo di loro…insomma…la prima volta che li abbiamo incontrati ci hanno ingannato e hanno rubato tutti i nostri digivice…be tutti a parte quello di Zoe.

-E noi ci fidiamo a tornare in un posto così?- esclamò Koichi accigliato –insomma non sarà un’altra trappola o che so io…

-No, sta tranquillo- lo rassicurò Takuya –alla fine sono diventati nostri amici e in fondo se i loro affari hanno ricominciato ad andare alla grande è stato anche merito nostro: senza di noi non si sarebbero certo salvati...

-Speriamo..- fece Koichi ancora un po’ inquieto.

-Ma, si, tranquillo!- rincarò la dose l’altro ragazzo –non dimenticarti che nelle lettere che ci hanno mandato ci hanno spedito anche  le schede digitali per riattivare i nostri digivice oltre a un breve messaggio di Bokomon e Neemon.

-Si…hai ragione…- mormorò il moro sentendosi di nuovo rilassato –mi affido al tuo sesto senso, capo!

Takuya si lasciò sfuggire un sorrisino, lasciando penzolare pigramente le braccia appoggiate allo schienale.

Si sentiva davvero bene: la carrozza del Trailmon era calda e il sole digitale li illuminava attraverso i finestrini; il suo animo era in pace e i suoi amici erano accanto a lui, di nuovo, in quel mondo incredibile. Sentiva le voci di JP e Tommy che stavano ancora prendendosi in giro vicendevolmente e il respiro rilassato di Koichi. Era come se non si fossero mai separati. E poi, poi c’era quel meraviglioso villaggio sperduto in un arcipelago di isolette incantate che li stava aspettando. E poi c’era anche lei, Zoe.

-Senza contare…- pronunciò distrattamente Takuya riallacciandosi al discorso di prima –che se volessero farcela di nuovo noi potremmo sempre giocare la carta “Zoe”!

Koichi sorrise.

-Già!

-Vero bionda?- chiese in tono volutamente provocatorio Takuya, ma inaspettatamente non ottenne risposta.

Strano.

-Ma dove è finita Zoe?- chiese Koichi guardandosi attorno nel vagone.

-Sarà stata stufa delle chiacchiere di questi due…- rispose irritato Takuya indicando Tommy e JP.

-Stanca almeno quanto Koji…- fece Tommy, indispettito per essere stato rimproverato da Takuya.

-Già- constatò infatti Koichi -E’ sparito anche mio fratello….

 

Nel vagone faceva caldo e per di più Zoe era davvero irritata. Tommy non era stato per niente gentile a dire che i Tocanmon non erano normali perché erano titolari di un suo fan club! Accidenti! Che cosa ci vedeva di strano? Per loro era pur sempre una digi-eroina, aveva pur contribuito anche lei a salvare digiworld no? E poi qual’era il problema? Non la riteneva forse abbastanza carina, pensò con astio.

“E pensare che era un bambino tanto tenero e timidino” sospirò fra sé.

Senza contare che poi ci si era messo pure JP! Certo, le faceva piacere che la difendesse, ma in questo caso non ce n’era proprio bisogno: diventava spiacevole e imbarazzante!

La ragazza sospirò di nuovo adagiandosi nella maniera più confortevole contro al sedile. Chiuse gli occhi e rimase per un istante in ascolto: aveva davvero voglia di rilassarsi un po’! gli ultimi mesi erano stati frenetici fra lo studio e tutti i suoi quotidiani problemi di adolescente e adesso si sentiva felice, ma aveva assoluto bisogno di distendere i nervi!

Da dietro lo schienale provenivano le voci dei suoi amici: sentiva JP e Tommy punzecchiarsi e, più vicine, le voci calme di Takuya e Koichi che conversavano.

“Come sono cambiate le loro voci…” pensò con un po’ di nostalgia.

Restò per un pezzo in ascolto prima di accorgersi che in quel parlottio sovrapposto mancava una voce: non era strano che Koji se ne stesse in silenzio, ma Zoe ebbe la precisa sensazione che il ragazzo non si trovasse più lì.

Aprì gli occhi, puntandoli sul sedile a destra.

Vuoto.

Non le ci volle molto per capire che Koji doveva aver cambiato carrozza: c’era troppo rumore lì per un lupo solitario come lui, pensò, e in fondo ce n’era troppo anche per una ragazza stressata come lei.

Osservò per un po’ gli zaini appoggiati sui sedili accanto, poi si decise e si alzò dirigendosi verso la porta: nessuno parve far caso alla sua figurina esile che scompariva dietro alla porta scorrevole.

 

Appena approdato sul Trailmon, Koji aveva appoggiato distrattamente lo zaino sul sedile e poi si era rincantucciato in un angolo, vicino a uno dei grandi finestrini ovali.

Era tornato a digiworld, finalmente! L’aveva desiderato tanto e sentiva tutta l’eccitazione dei compagni eppure, pur essendone intimamente felice, non riusciva a scrollarsi di dosso un senso di inquietudine. Non sapeva a cosa fosse dovuto e neppure lo spaventava; solo si sentiva pensieroso.

Tutte le cose che erano successe in quelle poche ore, l’aver rivisto i suoi vecchi compagni e il mondo che avevano salvato, la battuta, infelice, di Koichi poco prima e quell’immensità di ricordi che ogni angolo di quel posto evocava gli riempivano la testa occupando tutte le sue energie.

Era felice di essere tornato con gli altri, ma in quel momento sentiva ancora più forte il bisogno di stare un po’ solo: sapeva che lo avrebbero preso in giro, rinfacciandogli di essere un lupo solitario, o qualcosa di simile, ma in quel momento ne aveva bisogno.

Ascoltò distrattamente per un attimo le discussioni dei suoi amici e lanciò uno sguardo a Zoe, che alla sua sinistra, adagiata sul sedile pareva addormentata. I suoi occhi indugiarono sui suoi lineamenti sottili più di quanto lui stesso non avesse voluto, poi Koji oltrepassò la porta che lo divideva dal vagone adiacente e lo percorse fino alla fine, uscendo sullo stretto balconcino che coronava la coda del Trailmon.

Respirò a fondo l’aria digitale sedendosi per terra, addossato al vagone e lasciò vagare il suo sguardo sul panorama che si srotolava davanti a lui.

Ora andava meglio, pensò.

Stava quasi per rilassarsi, quando percepì il movimento della porta che si apriva e non potè fare  a meno di chiedersi chi fosse lo scocciatore di turno.

-Che bello qui!- esclamò una voce più acuta di quanto non si aspettasse –ti spiace se rimango?

Inaspettatamente al ragazzo quell’arrivo non dispiacque più tanto, così si limitò a bofonchiare: -il treno è di tutti…

Zoe non si lasciò scoraggiare da quell’accoglienza così poco calorosa e si mise a sedere per terra dalla parte opposta addossandosi, come Koji, alla parete del vagone. A quel contatto immediatamente sentì propagarsi sulla schiena un caldo estremamente piacevole e lanciò un piccolo mugolio di soddisfazione socchiudendo gli occhi.

Koji la guadò di sbieco, voltando il meno possibile la testa.

-Che sole meraviglioso! Non ti pare?- chiese lei alzando il viso per ricevere quanti più raggi possibili.

Il ragazzo non rispose subito. Rimase per un attimo a fissare il profilo del suo viso e i fili sottili dei suoi capelli che si muovevano come in un danza, appena sfiorati dal vento e le parole gli morirono in gola. Dovette deglutire un paio di volte dopo essere tornato a fissare il panorama prima di poter recuperare un’aria abbastanza distaccata da rispondere.

-Non c’è male…

-Dai non fare il difficile!- replicò lei con aria saputa –tanto lo so che ti piace! Prima di uscire ho guardato dal finestrino e avevi un’aria così beata!

-Mi stavi spiando?- chiese lui allora mettendosi sulla difensiva.

Zoe rise.

-No, volevo solo vedere se eri qui…

-Allora mi stavi cercando..

Questa volta fu lei a non rispondere subito.

-Ero stanca di stare di là..- disse evasiva.

Koji non replicò, ma si trovò stranamente soddisfatto.

I due rimasero per un po’ in silenzio immersi ognuno nei propri pensieri poi fu di nuovo Zoe  a prendere le parola.

-Senti…

-Mh..?

-Mi dispiace per prima…

Koji corrugò la fronte e si voltò verso di lei con sguardo interrogativo.

-Intendo...- continuò lei abbassando gli occhi –per la storia dell’ascensore...io…non...non ti avevo…

-Oh!- fece il moro tornando prudentemente a fissare un punto all’orizzonte –lascia perdere,  non importa…

 

Sull’isola dei Tocanmon fervevano i preparativi per l’arrivo imminente degli ospiti.

I quattro buffi digimon si agitavano avanti e indietro tra la spiaggia, il nuovo albergo appena ristrutturato, la cucina, gli spogliatoi e la veranda: tutto doveva essere assolutamente perfetto per l’inaugurazione della loro nuova località balneare e i primi ospiti, veri e propri eroi stimati e conosciuti in tutto il mondo digitale, avrebbero dovuto trovare tutto al meglio. Sarebbe stata un’operazione pubblicitaria di grande richiamo per loro e in più avrebbero potuto sdebitarsi nei confronti di quei sei giovani umani che li avevano salvati anni prima.

-Avete controllato le camere?

-La tavola è stata apparecchiata?

-Gli ombrelloni sono posizionati bene?

-Il buffet di benvenuto è pronto?

Strillavano i quattro digi pennuti agitandosi con le loro comiche e goffe andature al massimo delle loro possibilità.

Era tutta la mattina che si davano da fare e ormai il Trailmon che aspettavano sarebbe presto arrivato.

-Ancora niente?- chiese poco più in là un piccolo digimon bianco torturandosi per l’agitazione una pancera rosa che teneva in vita.

-No…Bokomon non vedo niente…- gli rispose un altro digimon anche lui di piccola statura, ma dal corpo tutto giallo alzandosi, per scrutare l’orizzonte, sulla punta delle sue zampette, infilate in una calzamaglia rossa troppo lunga.

Bokomon guardò per un momento l’amico che aveva appena parlato, sbattè un paio di volte le palpebre incredulo, poi il suo viso si contrasse in un’espressione iraconda.

-STUPIDMON!!!!- proruppe infine tirando l’elastico della calzamaglia dell’amico –è dall’altra parte che devi guardare!!!!

-No, io non mi chiamo Stupidmon…- replicò placido l’altro -mi chiamo…- ma prima che potesse finire la frase Bokomon indispettito lasciò andare l’elastico.

-CHEMMALEE!! Chemmale chemmale!!!- urlò allora il piccolo Neemon saltellando qua e là.

-Così impari stupidmon!- replicò l’altro incrociando imbronciato le braccine bianche –e sei fortunato che io…

Ma anche la sua frase rimase sospesa a mezz’aria. Una voce, fin troppo nota, aveva colpito inaspettatamente le sue piccole orecchie rotonde causandogli un improvviso stupore.

Sembrava…sembrava la voce, la voce di…

-Bokomon! Neemon!!! – gridò di nuovo Zoe scavalcando con un salto il parapetto della veranda e correndo a braccia aperte verso i due piccoli digimon.

-ZOE!- esclamarono all’unisono i due correndole subito incontro e rifugiandosi nel suo abbraccio –quanto ci sei mancata!!!

Bokomon si strinse più che poteva all’amica: il suo buon odore non era cambiato affatto.

-Allora i due mostriciattoli sono ancora vivi…- commentò con una punta di nostalgia Koji sopraggiungendo con gli altri.

-Ah ah!!!- rise invece Tommy spiccando una corsa verso i suoi digi amici –ragazzi!! Che bello rivedervi!

I due animaletti digitali però alla vista del ragazzino si guardarono a vicenda perplessi e si rifugiarono dietro le spalle di Zoe come impauriti.

-Ma…che vi succede?- chiese spiazzato Tommy.

-Il fatto è…- intervenne Takuya – che siamo cambiati…

-Non abbiate paura!- disse allora Zoe spingendo avanti i due piccoli digimon –sono i vostri amici! Tommy, JP, Koji, Koichi e Takuya!

Bokomon e Neemon li guardarono un po’, incerti, poi Takuya estrasse il suo digivice e sorrise. E allora riconoscerli, nonostante gli anni passati e i cambiamenti fu semplice e tutti si lanciarono in un caloroso e fraterno abbraccio: finalmente erano di nuovo tutti insieme!

 

  
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