Salve
a tutti! Ecco il secondo capitolo della fict! Spero che possa piacervi quanto e
più del primo…e spero di non deludere nessuno perché ho già fatto le mie
scelte! Grazie mille per i commenti! Siete troppo gentili, davvero!! Grazie di
nuovo, mi impegnerò a essere puntuale con gli aggiornamenti e spero che
continuiate a seguirmi!Buona lettura!!
Capitolo
2
Sotto
l’orologio centrale, a un passo dagli imponenti ascensori che conducevano ai
diversi piani della stazione un gruppetto di quattro ragazzi chiacchierava
rumorosamente. Uno di loro, all’apparenza il più giovane, stava imitando
qualcuno e parlava emettendo una vocetta stridula. Gli altri tre ridevano di
gusto scambiandosi occhiate complici.
-E
poi vi ricordate cos’è successo quando ha provato a usare il suo spirit
animale???- chiese esilarato Takuya.
Un
coro di risate fece eco alla sua domanda.
-E
chi se lo dimentica!?- rincarò Koji appoggiandosi al fratello con una pacca
amichevole.
-Già!
È diventata un orribile calamaro!!!- terminò Tommy imitandone il ghigno
famelico.
-Povera
Lanamon…- commentò Takuya asciugandosi gli occhi umidi da tanta ilarità –non
aveva certo scampo contro quella testa matta di Zoe!
-Già..-
confermò Koji sorridendo a fior di labbra -era proprio un peperino!
-Si,
un peperino che non ti dispiaceva affatto vero Koji!?…- insinuò Tommy con aria
saputa.
Le
guance del digiprescelto della luce andarono in fiamme.
-Non
dire idiozie!- replicò secco -eri un poppante cosa ne vuoi sapere!
-Sarò
anche stato un poppante ma ci vedevo benissimo!
-Be,
pensa quello che vuoi!- troncò il discorso Koji incrociando le braccia e
guardando altrove.
-Dovete
scusarlo…- si intromise Koichi -ma è rimasto il timidone di sempre!
-Che
fai ti ci metti anche tu adesso!?- replicò il fratello arrabbiato fulminando
con un occhiata Tommy che tentava malamente di soffocare una risata.
-Eddai
non te la prendere! In fondo Zoe era molto carina…non ci sarebbe stato niente
di strano se tu…!- intervenne Takuya ammiccando in maniera eloquente.
-Tsz!...-
fece il ragazzo dai capelli neri socchiudendo gli occhi con aria di superiorità
-parla mister
“sono-tanto-contento-di-essere-venuto-a-digiworld-così-ho-potuto-conoscerti,-Zoe!”
Il
giovane Kambara restò un momento attonito, poi arrossì fino alla punta delle
orecchie.
-Ma
come…?
Non
proseguì la domanda: era chiaro che Koji doveva averli sentiti mentre parlavano
quella volta nella biblioteca del castello di Ophanimon, anche se non capiva
davvero come fosse potuto succedere. Koji avrebbe dovuto essere in soffitta,
mentre loro erano nei sotterranei…strano davvero, ma la cosa al momento lo
preoccupava meno degli sguardi curiosi e divertiti degli amici.
-Tommy
pare che ci siamo persi qualcosa…- commentò Koichi.
-E
si, pare proprio di si…
-Oh,
ma che volete!!!- si spazientì Takuya sentendo su di sé quegli sguardi così
insistenti -e va bene l’ho detto! Lo confesso! Ma era solo…era solo per dire
che mi stava simpatica!- puntualizzò sperando di salvare quel poco di dignità
che poteva.
-Piuttosto-
lo salvò insperatamente Koji -qualcuno sa se lei e JP verranno? Ormai è quasi
ora e non possiamo certo ritardare…
I
ragazzi si scambiarono sguardi interrogativi e alzarono le spalle: nessuno ne
aveva idea.
-Io
non li ho sentiti- disse Tommy -ma in effetti è molto tardi…se avessero voluto
venire sarebbero già stati qui…
Tutti
e quattro si guardarono attorno, alla ricerca di un volto familiare che
spuntasse all’improvviso tra la folla, ma né JP né Zoe si vedevano
all’orizzonte.
Koichi
sospirò.
-Non
sarà la stessa cosa senza di loro…
-Non
è detto che non arrivino…- replicò Takuya speranzoso continuando a guardare
insistentemente quel turbinio di persone che correvano all’impazzata
tutt’intorno.
-Si
però è molto tardi…dobbiamo prendere l’ascensore delle 15.00 precise se
vogliamo arrivare a digiworld!- puntualizzò Tommy indicando il display luminoso
dell’orologio -e mancano solo 4 minuti!
Takuya
annuì mordicchiandosi il labbro inferiore: avrebbe voluto aspettare ancora un
po’, magari sarebbero davvero arrivati e sarebbero comunque riusciti a scendere
tutti insieme fino ai trailmon.
-Abbiamo
sempre agito come un gruppo…- osservò infatti -mi spiacerebbe lasciarli qui…Tu
che ne dici Koji?
Il
ragazzo chiamato in causa riflettè un momento prima di rispondere. Distolse lo
sguardo dall’ingresso, dove lo aveva fissato a lungo, con ostinazione e
controllò l’orario. Mancavano una manciata di minuti, non c’era molto da fare,
ormai non sarebbero più arrivati.
-Dobbiamo
andare- disse infatti con lentezza -o non faremo in tempo.
Takuya
lo guardò constatando che non era affatto cambiato: era evidente che era
dispiaciuto, ma visto che non c’era nulla da fare accettava la realtà in modo
pratico e coraggioso e andava avanti senza lamentarsi. Era sempre stato così,
il buon vecchio Koji!
-Ok!-
approvò allora il leader del gruppo con un po’ più di entusiasmo -avviamoci
verso l’ascensore.
I
quattro presero i loro bagagli e voltarono le spalle all’ingresso dirigendosi
verso le porte metalliche che li avrebbero condotti di nuovo in quel mondo
straordinario che avevano salvato insieme, anni prima. Si fermarono davanti a
quelle di sinistra: mancavano ormai solo una manciata di secondi e una
freccetta verde sulla pulsantiera indicava che l’ascensore stava arrivando.
L’emozione
nell’aria era palpabile e i cuori dei quattro giovani prescelti avevano
impercettibilmente aumentato i battiti: stavano tornando a digiworld,
finalmente! Ognuno di loro lo aveva sperato in quei lunghi anni, ognuno di loro
la notte aveva sognato gli sconfinati prati e le incomprensibili architetture
di quel mondo digitale. Ognuno di loro aveva pregato di essere ancora là, di
poterci tornare, almeno un’altra volta, prima di morire. E ora quel loro
desiderio stava per realizzarsi.
Certo,
senza JP e Zoe sarebbe stato tutto diverso.
Con
un rumore metallico l’ascensore arrestò la sua corsa al loro piano. Il momento
era arrivato.
Le
porte si aprirono con lentezza e alcune persone scesero frettolosamente
correndo ognuno per la sua strada.
I
quattro ragazzi si scambiarono delle occhiate d’intesa, poi afferrarono i
bagagli.
Takuya
lanciò un’occhiata sopra la sua spalla: l’orologio segnava le 14:58.
-E’
il nostro…- disse fremendo.
-Allora…si
va!- disse Tommy prendendo l’iniziativa e facendo per primo il suo ingresso
nell’angusto spazio metallico.
Takuya
lo seguì a ruota sistemando lo zaino in uno degli angoli. Poi anche Koichi
varcò la soglia sentendosi incredibilmente emozionato.
Koji
afferrò a sua volta i manici della borsa che aveva con se e fece un passo verso
l’ascensore. Poi si fermò, titubante e lanciò una lunga, lunghissima occhiata
verso i corridoi, come se sperasse ancora che Zoe o JP sarebbero sbucati
all’improvviso.
-Che
c’è?- chiese Koichi -tutto bene…?
Il
fratello annuì pensieroso: per un attimo aveva provato una sensazione strana.
-E’
che mi era sembrato di sentire qualcosa…- si giustificò.
Poi
scrollò la testa e entrò a sua volta nell’ascensore lasciando cadere
pesantemente sul fondo il suo bagaglio.
Takuya
premette il tasto che li avrebbe portati nel sottosuolo e Koji si abbandonò
contro una parete cercando di rilassarsi.
-Si
parte!!- esclamò eccitato Tommy.
Le
porte iniziarono a chiudersi e il giovane digiprescelto lanciò un’ultima
occhiata fuori al mondo reale.
L’orologio
segnava le 15.00 esatte.
Tutti
stavano ormai pregustando il momento in cui avrebbero di nuovo respirato l’aria
pazza e colorata di digiworld quando Koji si irrigidì.
E
prima che suo fratello potesse chiedergli cosa non andava il digiprescelto
della luce, con un movimento fulmineo infilò il braccio nella fessura ormai
minuscola tra le due porte d’acciaio.
I
sensori si illuminarono e i due pannelli metallici si riaprirono all’istante.
-Ma
che ti prende!- sbottò Koichi.
-Che
c’è?- fece Tommy.
-Sei
impazzito!- esclamò Takuya.
Ma
Koji non rispose. Fissava un punto indefinito tra la folla con i suoi occhi
scuri e profondi.
Poi
un sorriso soddisfatto si dipinse sul quel volto così serio.
-Fate
posto- disse -stanno arrivando.
-Come??-
fece Takuya e tutti sgranarono gli occhi per vedere quello che il loro amico
aveva già visto.
-Koji…ma
non…io non vedo nessuno!- confessò astioso Tommy.
-Allora
ascolta!- replicò l’altro secco.
Il
prescelto più giovane tese l’orecchio e finalmente comprese.
Tra
il brusio confuso della folla una voce, acuta e squillante risuonava nitida e
potente. E dopo un secondo, nel via vai di gente indaffarata si fecero strada
due figure che correvano all’impazzata verso di loro.
-JP!-
stava gridando Zoe –SE PERIDAMO L’ASCENSORE DELLA TUA DANNATA MACCHINA
RESTERANNO SOLO LE RUOTE!!!!!!!
Takuya
sorrise.
-Pare
che non sia cambiata…
-Pare
di no- replicò Koichi un attimo prima che i due amici piombassero loro addosso
con irruenza schiacciandoli fra le strette pareti.
-Benarrivati..-
fece Takuya sarcastico mentre l’ascensore iniziava la sua discesa, cercando di
emergere dalla valanga di valige che lo aveva sommerso.
-Quando
si dice un’entrata trionfale…- sogghignò Koichi appiattendosi per quanto
possibile contro una delle pareti.
-JP!
Spostati! Accidenti! Sei pesante! Mi stai schiacciando!!!- protestò il piccolo
Tommy cercando di respirare stretto com’era fra le valigie che gli erano
franate addosso.
-Non
è…- annaspò JP –colpa mia…è che…non abbiamo trovato…parcheggio..- concluse
boccheggiando.
-La
tua macchina è salva per un pelo…- borbottò cupa Zoe –e risparmio anche te solo
perché…sono felicissima di vedervi!!!!- concluse con entusiasmo guardandosi
attorno con un incantevole sorriso.
Gli
altri presenti le sorrisero a loro volta.
-Mi
siete mancati tanto!!!- esclamò lei con slancio sentendo un misto di commozione
e felicità salirle dentro –tutti quanti!!!
-Anche
noi siamo contenti di vedervi, ragazzi!- rispose Takuya a nome di tutti.
-Ma…-
fece però a questo punto Zoe perplessa e un po’ delusa –non vedo Koji! Non è
venuto?
Koichi
e Takuya si guardarono negli occhi divertiti e Tommy non potè impedirsi di scoppiare a
ridere.
-Veramente…-
le spiegò JP un po’ scocciato –ci sei sdraiata addosso da quando sei salita!
Fu
allora che la ragazza si rese effettivamente conto che la parete a cui credeva di esser appoggiata
era decisamente troppo morbida e calda. Avvampò girandosi di scatto verso Koji
che impacciato e arrabbiato fissava con ostinazione il pavimento.
-Pensavi
che fossi di metallo?- chiese irritato sperando che il suo rossore non fosse
tanto evidente.
-Nnno…io…-
balbettò Zoe cercando con scarso successo di allontanarsi il più possibile
dall’amico –non…
Ma
prima che potesse terminare la frase l’ascensore oltrepassò l’ultimo piano
della stazione e prese all’improvviso velocità per arrivare a quella fermata
che solo pochi conoscevano.
Lo
scossone fu brusco e i ragazzi furono sballottati qua e la senza troppi
riguardi. Per un istante si spensero anche le luci e Zoe lanciò un piccolo
grido, ma in un attimo fu tutto finito e con un ultimo urto la scatola
metallica toccò terra.
Le
porte si aprirono e una valanga di zaini, imprecazioni e digiprescelti si
riversò sul pavimento della stazione sotterranea.
-Ohi
ohi che male…- fece JP massaggiandosi il povero braccio destro che era stato
maltrattato durante quell’ultimo rocambolesco atterraggio.
-Siamo
arrivati!!!- gridò invece pieno di entusiasmo Tommy, saltando subito in piedi
con uno scatto atletico e afferrando al volo il suo zaino che stava per essere
scaraventato lontano –Sono a un passo da digiworld e sono pronto!!!- ribadì
cercando con lo sguardo il Trailmon che lo avrebbe condotto a destinazione.
-Sei
tutto intero …- chiese Koji al fratello rialzandosi in piedi.
-Confronto
all’altra volta è stata una passeggiata!- fece Koichi sorridendo divertito.
-Non
ci trovo niente di divertente…- replicò invece Koji voltandogli bruscamente le
spalle.
-Si,
scusa, hai ragione…era solo un battuta…me la sono vista davvero brutta quando..
-Già-
tagliò corto l’altro.
Koichi
sospirò afferrando il suo bagaglio: sapeva che a Koji non piaceva revocare
quella brutta storia, e lo capiva perfettamente. Dopo aver ritrovato, in un
mondo assurdo, un fratello che non sapeva nemmeno di avere, averlo accettato e
essersi aperto con lui, aveva scoperto che quello che aveva davanti era solo
una proiezione di dati e che il corpo vero
di suo fratello era disteso agonizzante in un letto d’ospedale. Per fortuna
alla fine di tutto avevano scoperto che per lui c’era ancora una speranza,
anche se c’era voluto un vero e proprio miracolo per riportarlo in vita..
-Accidenti!
È proprio una giornata storta!!- fece Zoe bofonchiando tutto il suo disappunto
mentre ancora stava seduta a terra.
-Se
fossi arrivata in orario ci saremmo sistemati meglio in ascensore e non avremmo
avuto problemi…- la rimproverò Takuya con un cipiglio tutt’altro che severo.
-Ma
non è stata colpa mia…- replicò la ragazza imbronciandosi.
-Lo
so, lo so… - le rispose Takuya tendendole una mano –l’importante è che siete
arrivati…mi sei mancata Zoe!
Lei
lo guardò meravigliata e poi afferrò la sua mano alzandosi in piedi.
-Anche
tu mi sei mancato Takuya…- disse dolce abbracciandolo di slancio.
-Ci
vogliamo muovere!- li interrupe Koji brusco –o volete rischiare di perdere
anche il Trailmon!?
Zoe
lo guardò accigliata, poi un’ondata di ricordi la fece sorridere.
-Pare
proprio che qualcuno di noi non sia affatto cambiato…- mormorò a sé stessa.
-Allora-
iniziò Koichi accomodandosi sul morbido sedile blu del Trailmon che li avrebbe
portati a destinazione –raccontatemi un po’ com’è questo posto e chi sono
questi fantomatici Tocanmon che ci hanno invitato: mio fratello è stato
piuttosto vago..
-E’
vero..- commentò assorto Takuya sfregandosi il mento –non ti conoscevamo ancora
quando siamo approdati sull’isola dei Tocanmon.
-No,
non ancora..- confermò Koichi –per questo sono curioso: che posto è?
-Un
posto da favola!- esclamò Tommy balzando in piedi e iniziando a gesticolare –hai
presente un paradiso tropicale di quelli che vedi solo nelle agenzie di
viaggio?? Beh…è molto meglio! Perché è tutto nostro!!!!
Koichi
sorrise contento.
-Ehi
Tommy…sei su di giri eh?- interloquì Zoe.
Il
prescelto più giovane le strizzò l’occhio.
-Puoi
giurarci! Non vedo l’ora di tornare là…
-E
i Tocanmon?- chiese di nuovo Koichi.
-Oh…tipi
strani…- fece Tommy misterioso –pensa che hanno un fan club di Zoe…
-E
che ci sarebbe di strano???- domandò la diretta interessata fulminandolo con
uno sguardo truce.
-Già…che
ci sarebbe di strano????- rincarò la dose JP di riflesso.
-Dici
così solo perché tu sei il primo iscritto…- lo prese in giro Tommy facendolo
diventare color cremisi.
-io…ehm…io…-
balbettò JP annaspando nel suo imbarazzo mentre Tommy continuava a stuzzicarlo.
-Finitela
voi due…Koichi voleva sapere dei Tocanmon!- li rimproverò Takuya, ma senza
ottenere grandi risultati. Sospirando, il digiprescelto del fuoco si sistemò
gli occhiali da sole sul naso, rivolgendosi a Koichi.
-Ah
lasciamoli perdere! Te lo spiego io se ti va. I Tocanmon sono digimon molto
buffi e anche abbastanza strani…Non sono antipatici…- proseguì mentre l’altro
lo stava ad ascoltare –però è sempre meglio non fidarsi troppo di
loro…insomma…la prima volta che li abbiamo incontrati ci hanno ingannato e
hanno rubato tutti i nostri digivice…be tutti a parte quello di Zoe.
-E
noi ci fidiamo a tornare in un posto così?- esclamò Koichi accigliato –insomma
non sarà un’altra trappola o che so io…
-No,
sta tranquillo- lo rassicurò Takuya –alla fine sono diventati nostri amici e in
fondo se i loro affari hanno ricominciato ad andare alla grande è stato anche
merito nostro: senza di noi non si sarebbero certo salvati...
-Speriamo..-
fece Koichi ancora un po’ inquieto.
-Ma,
si, tranquillo!- rincarò la dose l’altro ragazzo –non dimenticarti che nelle
lettere che ci hanno mandato ci hanno spedito anche le schede digitali per riattivare i nostri
digivice oltre a un breve messaggio di Bokomon e Neemon.
-Si…hai
ragione…- mormorò il moro sentendosi di nuovo rilassato –mi affido al tuo sesto
senso, capo!
Takuya
si lasciò sfuggire un sorrisino, lasciando penzolare pigramente le braccia
appoggiate allo schienale.
Si
sentiva davvero bene: la carrozza del Trailmon era calda e il sole digitale li
illuminava attraverso i finestrini; il suo animo era in pace e i suoi amici
erano accanto a lui, di nuovo, in quel mondo incredibile. Sentiva le voci di JP
e Tommy che stavano ancora prendendosi in giro vicendevolmente e il respiro
rilassato di Koichi. Era come se non si fossero mai separati. E poi, poi c’era
quel meraviglioso villaggio sperduto in un arcipelago di isolette incantate che
li stava aspettando. E poi c’era anche lei, Zoe.
-Senza
contare…- pronunciò distrattamente Takuya riallacciandosi al discorso di prima
–che se volessero farcela di nuovo noi potremmo sempre giocare la carta “Zoe”!
Koichi
sorrise.
-Già!
-Vero
bionda?- chiese in tono volutamente
provocatorio Takuya, ma inaspettatamente non ottenne risposta.
Strano.
-Ma
dove è finita Zoe?- chiese Koichi guardandosi attorno nel vagone.
-Sarà
stata stufa delle chiacchiere di questi due…- rispose irritato Takuya indicando
Tommy e JP.
-Stanca
almeno quanto Koji…- fece Tommy, indispettito per essere stato rimproverato da
Takuya.
-Già-
constatò infatti Koichi -E’ sparito anche mio fratello….
Nel
vagone faceva caldo e per di più Zoe era davvero irritata. Tommy non era stato
per niente gentile a dire che i Tocanmon non erano normali perché erano
titolari di un suo fan club! Accidenti! Che cosa ci vedeva di strano? Per loro
era pur sempre una digi-eroina, aveva pur contribuito anche lei a salvare
digiworld no? E poi qual’era il problema? Non la riteneva forse abbastanza carina, pensò con astio.
“E
pensare che era un bambino tanto tenero e timidino” sospirò fra sé.
Senza
contare che poi ci si era messo pure JP! Certo, le faceva piacere che la
difendesse, ma in questo caso non ce n’era proprio bisogno: diventava
spiacevole e imbarazzante!
La
ragazza sospirò di nuovo adagiandosi nella maniera più confortevole contro al
sedile. Chiuse gli occhi e rimase per un istante in ascolto: aveva davvero
voglia di rilassarsi un po’! gli ultimi mesi erano stati frenetici fra lo
studio e tutti i suoi quotidiani problemi di adolescente e adesso si sentiva
felice, ma aveva assoluto bisogno di distendere i nervi!
Da
dietro lo schienale provenivano le voci dei suoi amici: sentiva JP e Tommy
punzecchiarsi e, più vicine, le voci calme di Takuya e Koichi che conversavano.
“Come
sono cambiate le loro voci…” pensò con un po’ di nostalgia.
Restò
per un pezzo in ascolto prima di accorgersi che in quel parlottio sovrapposto mancava
una voce: non era strano che Koji se ne stesse in silenzio, ma Zoe ebbe la
precisa sensazione che il ragazzo non si trovasse più lì.
Aprì
gli occhi, puntandoli sul sedile a destra.
Vuoto.
Non
le ci volle molto per capire che Koji doveva aver cambiato carrozza: c’era
troppo rumore lì per un lupo solitario come lui, pensò, e in fondo ce n’era
troppo anche per una ragazza stressata come lei.
Osservò
per un po’ gli zaini appoggiati sui sedili accanto, poi si decise e si alzò
dirigendosi verso la porta: nessuno parve far caso alla sua figurina esile che
scompariva dietro alla porta scorrevole.
Appena
approdato sul Trailmon, Koji aveva appoggiato distrattamente lo zaino sul
sedile e poi si era rincantucciato in un angolo, vicino a uno dei grandi
finestrini ovali.
Era
tornato a digiworld, finalmente! L’aveva desiderato tanto e sentiva tutta
l’eccitazione dei compagni eppure, pur essendone intimamente felice, non
riusciva a scrollarsi di dosso un senso di inquietudine. Non sapeva a cosa
fosse dovuto e neppure lo spaventava; solo si sentiva pensieroso.
Tutte
le cose che erano successe in quelle poche ore, l’aver rivisto i suoi vecchi
compagni e il mondo che avevano salvato, la battuta, infelice, di Koichi poco
prima e quell’immensità di ricordi che ogni angolo di quel posto evocava gli
riempivano la testa occupando tutte le sue energie.
Era
felice di essere tornato con gli altri, ma in quel momento sentiva ancora più
forte il bisogno di stare un po’ solo: sapeva che lo avrebbero preso in giro,
rinfacciandogli di essere un lupo solitario, o qualcosa di simile, ma in quel
momento ne aveva bisogno.
Ascoltò
distrattamente per un attimo le discussioni dei suoi amici e lanciò uno sguardo
a Zoe, che alla sua sinistra, adagiata sul sedile pareva addormentata. I suoi
occhi indugiarono sui suoi lineamenti sottili più di quanto lui stesso non
avesse voluto, poi Koji oltrepassò la porta che lo divideva dal vagone
adiacente e lo percorse fino alla fine, uscendo sullo stretto balconcino che
coronava la coda del Trailmon.
Respirò
a fondo l’aria digitale sedendosi per terra, addossato al vagone e lasciò
vagare il suo sguardo sul panorama che si srotolava davanti a lui.
Ora
andava meglio, pensò.
Stava
quasi per rilassarsi, quando percepì il movimento della porta che si apriva e
non potè fare a meno di chiedersi chi
fosse lo scocciatore di turno.
-Che
bello qui!- esclamò una voce più acuta di quanto non si aspettasse –ti spiace
se rimango?
Inaspettatamente
al ragazzo quell’arrivo non dispiacque più tanto, così si limitò a bofonchiare:
-il treno è di tutti…
Zoe
non si lasciò scoraggiare da quell’accoglienza così poco calorosa e si mise a
sedere per terra dalla parte opposta addossandosi, come Koji, alla parete del
vagone. A quel contatto immediatamente sentì propagarsi sulla schiena un caldo
estremamente piacevole e lanciò un piccolo mugolio di soddisfazione
socchiudendo gli occhi.
Koji
la guadò di sbieco, voltando il meno possibile la testa.
-Che
sole meraviglioso! Non ti pare?- chiese lei alzando il viso per ricevere quanti
più raggi possibili.
Il
ragazzo non rispose subito. Rimase per un attimo a fissare il profilo del suo
viso e i fili sottili dei suoi capelli che si muovevano come in un danza,
appena sfiorati dal vento e le parole gli morirono in gola. Dovette deglutire
un paio di volte dopo essere tornato a fissare il panorama prima di poter
recuperare un’aria abbastanza distaccata da rispondere.
-Non
c’è male…
-Dai
non fare il difficile!- replicò lei con aria saputa –tanto lo so che ti piace!
Prima di uscire ho guardato dal finestrino e avevi un’aria così beata!
-Mi
stavi spiando?- chiese lui allora mettendosi sulla difensiva.
Zoe
rise.
-No,
volevo solo vedere se eri qui…
-Allora
mi stavi cercando..
Questa
volta fu lei a non rispondere subito.
-Ero
stanca di stare di là..- disse evasiva.
Koji
non replicò, ma si trovò stranamente soddisfatto.
I
due rimasero per un po’ in silenzio immersi ognuno nei propri pensieri poi fu
di nuovo Zoe a prendere le parola.
-Senti…
-Mh..?
-Mi
dispiace per prima…
Koji
corrugò la fronte e si voltò verso di lei con sguardo interrogativo.
-Intendo...-
continuò lei abbassando gli occhi –per la storia dell’ascensore...io…non...non
ti avevo…
-Oh!-
fece il moro tornando prudentemente a fissare un punto all’orizzonte –lascia
perdere, non importa…
Sull’isola
dei Tocanmon fervevano i preparativi per l’arrivo imminente degli ospiti.
I
quattro buffi digimon si agitavano avanti e indietro tra la spiaggia, il nuovo
albergo appena ristrutturato, la cucina, gli spogliatoi e la veranda: tutto
doveva essere assolutamente perfetto per l’inaugurazione della loro nuova
località balneare e i primi ospiti, veri e propri eroi stimati e conosciuti in
tutto il mondo digitale, avrebbero dovuto trovare tutto al meglio. Sarebbe
stata un’operazione pubblicitaria di grande richiamo per loro e in più
avrebbero potuto sdebitarsi nei confronti di quei sei giovani umani che li
avevano salvati anni prima.
-Avete
controllato le camere?
-La
tavola è stata apparecchiata?
-Gli
ombrelloni sono posizionati bene?
-Il
buffet di benvenuto è pronto?
Strillavano
i quattro digi pennuti agitandosi con le loro comiche e goffe andature al
massimo delle loro possibilità.
Era
tutta la mattina che si davano da fare e ormai il Trailmon che aspettavano
sarebbe presto arrivato.
-Ancora
niente?- chiese poco più in là un piccolo digimon bianco torturandosi per
l’agitazione una pancera rosa che teneva in vita.
-No…Bokomon
non vedo niente…- gli rispose un altro digimon anche lui di piccola statura, ma
dal corpo tutto giallo alzandosi, per scrutare l’orizzonte, sulla punta delle
sue zampette, infilate in una calzamaglia rossa troppo lunga.
Bokomon
guardò per un momento l’amico che aveva appena parlato, sbattè un paio di volte
le palpebre incredulo, poi il suo viso si contrasse in un’espressione iraconda.
-STUPIDMON!!!!-
proruppe infine tirando l’elastico della calzamaglia dell’amico –è dall’altra
parte che devi guardare!!!!
-No,
io non mi chiamo Stupidmon…- replicò placido l’altro -mi chiamo…- ma prima che
potesse finire la frase Bokomon indispettito lasciò andare l’elastico.
-CHEMMALEE!!
Chemmale chemmale!!!- urlò allora il piccolo Neemon saltellando qua e là.
-Così
impari stupidmon!- replicò l’altro incrociando imbronciato le braccine bianche –e
sei fortunato che io…
Ma
anche la sua frase rimase sospesa a mezz’aria. Una voce, fin troppo nota, aveva
colpito inaspettatamente le sue piccole orecchie rotonde causandogli un
improvviso stupore.
Sembrava…sembrava
la voce, la voce di…
-Bokomon!
Neemon!!! – gridò di nuovo Zoe scavalcando con un salto il parapetto della
veranda e correndo a braccia aperte verso i due piccoli digimon.
-ZOE!-
esclamarono all’unisono i due correndole subito incontro e rifugiandosi nel suo
abbraccio –quanto ci sei mancata!!!
Bokomon
si strinse più che poteva all’amica: il suo buon odore non era cambiato
affatto.
-Allora
i due mostriciattoli sono ancora vivi…- commentò con una punta di nostalgia Koji
sopraggiungendo con gli altri.
-Ah
ah!!!- rise invece Tommy spiccando una corsa verso i suoi digi amici –ragazzi!!
Che bello rivedervi!
I
due animaletti digitali però alla vista del ragazzino si guardarono a vicenda
perplessi e si rifugiarono dietro le spalle di Zoe come impauriti.
-Ma…che
vi succede?- chiese spiazzato Tommy.
-Il
fatto è…- intervenne Takuya – che siamo cambiati…
-Non
abbiate paura!- disse allora Zoe spingendo avanti i due piccoli digimon –sono i
vostri amici! Tommy, JP, Koji, Koichi e Takuya!
Bokomon
e Neemon li guardarono un po’, incerti, poi Takuya estrasse il suo digivice e
sorrise. E allora riconoscerli, nonostante gli anni passati e i cambiamenti fu
semplice e tutti si lanciarono in un caloroso e fraterno abbraccio: finalmente
erano di nuovo tutti insieme!