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Autore: The Cactus Incident    28/06/2012    1 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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sch chapter 3
Stacey P.O.V.
“E fermati un attimo!" "Sti cazzi! non ci penso proprio!" "Tanto non puoi correre all'infinito, stronzo!"
Ok, ora di pranzo, solite cazzate fra Jimmy e Justin.
Jimmy si ostinava a rincorrere il bassista suo amico per issarlo su una spalla come al solito, mentre il resto dell'allegra combriccola stava un tantino più tranquilla (se non facciamo caso ai soliti battibecchi di Haner e Meg, certo), mangiando in modo più o meno civile.
C'era anche quella noia assurda di Michelle che non faceva altro che ridere a qualsiasi stronzata dicesse Brian, divertente e non che fosse. Talmente gatta morta, che era andata in decomposizione. Mi chiedevo come diamine avessero fatto a sopportarla per tipo due anni.
Verso metà pausa pranzo, Val si ricordò che mancava meno di una settimana a Halloween.
"Ehi! Ma che si fa il 31?" "Si beve!" statuì il chitarrista convinto.
"Grazie Bri, capitan ovvio" commentò caustico Matt.
Il chitarrista biondiccio scrollò le spalle "Figurarti".
"Ok, oltre a bere? Facciamo una festa?" Continuò l'unica diBenedetto degna di nota.
"Si, ma dove?" il chitarrista "Bah, io direi o in culo alla luna o a casa di Johnny" ecco, le solite uscite di Jimmy.
"Che ne dite del lato nord del molo?" propose molto più intelligentemente Matt.
"Lato nord? Quale sarebbe?" Bastava parlare di feste e improvvisamente tirare i capelli a Brian perdeva interesse per Meggie.
"Si, dove abbiamo festeggiato il compleanno di Jim due anni fa" specificò M. Shadows.
"Ah......wow" emise scocciata la mia amica, arricciando il naso.
"Come 'Ah... wow'? Che c'è di sbagliato nel vecchio molo?" chiese Brian
"Beh, è il molo: se finisco in acqua come l'ultima volta chimi recupera?" "Io, come l'ultima volta" disse Brian con un mezzo sorriso ebete e mi sembrò di sentire la mascella di Mich scricchiolare.
"Non mi piace esserti debitrice, Haner" "Lo so, per questo continuo" ed ecco per l'ennesima volta l'insopportabile risata di Michelle. Ahiiiii che palle!
"Ok, andata: vada per il vecchio molo" esclamò soddisfatto Jim e Meg sbruffò.
"In maschera, si?" "Naturale!" "Ovvio!" "Uff......" "Yee...." "Figo!" "Seh, vabbè.." "*Rutto*"
La mia risposta (ovvero l'ultima) si meritò un applauso da parte di (quasi) tutti i presenti.
“Ok, festa al molo, vedete di esserci tutti, di mascherarvi, d'invitare un pò di gente e di fargli portare alcolici”

Margaret P.O.V.
“Fanculo! che cazzo mi metto?” Sbruffai nella cornetta del telefono, sperando che la mia amica potesse aiutarmi. “Non lo so Meg, una stronzata qualsiasi” “Eeeeh cazzo Val! Seriamente" “Vestiti da Jimmy" "Questo sarebbe il tuo concetto di seriamente?"
Ero a telefono con Val, a casa di Sty che aveva le idee decisamente più chiare di me. Jack, l’adorabile cane di Sty, gironzolava  per la camera abbaiando e non contribuiva di certo.
"Vabbè, vedrò che combinare..... grazie, eh" dissi sarcastica.
"Ahaha! Ci vediamo domani a scuola" chiusi la chiamata e guardai Stacey, seduta sul letto che sfogliava vecchi libri fantasy Horror, nella speranza di trovare uno straccio d'idea.
"Allora? che ha detto Val?" chiese la mia amica senza altare la testa dal libro.
“'Vestiti da Jimmy'” dissi scimmiottando malamente la sua voce.
"Uhm" disse (o forse è meglio dire emise) dubbiosa, aggrottando le sopracciglia.
"Già" "Ehi! che ne pensi di questa?" girò il libro verso di me, mostrandomi l'illustrazione della pagina.
"Ehi..... direi di si, cazzo! Ok, abbiamo due giorni per trovare tutto" ''Cazzo solo due giorni! Merda!" "Dai dai! Ce la facciamo!"

***
“Hai visto? ce l'abbiamo fatta” dissi soddisfatta mentre mi osservavo allo specchio.
“Si, certo dopo due giorni a scazzarci per questo fottutissimo costume!'”
“Come sei volgare, cazzo!” “Woah detto da te!”
Avevamo usato uno shampoo colorante e adesso avevo tutti i capelli neri con due ciocche laterali tinte di bianco (quelle grazie alle bombolette). Anche se il taglio dell’originale Lady Frankestein era molto alla Marge Simpson, non eravamo state così fortunate da trovare una parrucca del genere e quindi avevamo recuperato delle extension nere per allungare un po’ i miei capelli da applicare alla attaccatura dei capelli, e avevamo tirato dietro la testa alcune ciocche per mostrare le due bianche sulle tempie.
Il vestito non fu molto difficile da trovare: una maglietta stretta a righe bianche e nere orizzontali (il troppo bianco dell’originale non mi piaceva) e sopra una sorta di tunica bianca che però avevamo schizzato di colore acrilico rosso in modo da farlo sembrare sangue fresco.
Era più corta del vestito originale che arrivava fino al pavimento, mentre a me si fermava poco sopra al ginocchio, sotto un paio di calze pesanti con la stessa fantasia della maglietta e i miei immancabili anfibi neri della Dr. Martens sulla cui punta avevo disegnato tre raggi rossi e due bianchi, stile bandiera Inglese.
Per il trucco avevo schiarito ancora di più il viso con una sorta di cerone un tantino più naturalistico, le labbra nere, un grosso strato di matita sugli occhi (un tantino simil Cleopatra). Un bullone che mi usciva ai lati del collo, qualche cicatrice finta all’attaccatura della mascella e vicino alle orecchie ed era fatta.
Stacey aveva uno spettacolare vestito da goth, col corpetto con fibbie davanti e nastrini rossi sulla schiena. Le braccia erano coperte, sempre di nero e sempre con delle fibbie e una gonna di tulle nero con molti strati, alcuni anche col bordo di raso, di diversa lunghezza come a fare tre o quattro balze diverse. Calze nere e spesse che però aveva riempito di buchi, lasciando intravedere quelle rosse sotto e un paio di stivaletti-carrarmati-mattoni della New Rock presi in prestito dalla sottoscritta.
Aveva anche uno spettacolare mantello nero con la fodera rossa e il colletto alto, simile alla strega di Biancaneve, i canini finti e dalle labbra scendeva un rivolo vermiglio che sembrava colare direttamente dal rosso delle sue labbra, tinte di quel colore e sfumate di nero sui bordi. Gli occhi pesantemente tinti di nero e il viso pallido, parecchio somigliante al mio stesso colorito. Unghie sempre di un rosso acceso.
Fine dei conti: avevamo dei travestimenti eccezionali.
“Vabbe dai, lasciamo stare e muoviamoci” “Si, giusto”
Afferrammo le borse e uscimmo per andare ad importunare il mio vicino di pianerottolo e chiedergli gentilmente (ricattarlo) un passaggio.
''Ciao Jim... che cazzo ti sei messo addosso?!?"
"Ha parlato.... tu che hai in testa? Una puzzola morta?" a questo punto Stacey cominciò a ridere rischiando di ingoiare uno dei canini di plastica.
Jim aveva una tunica di una strana tonalità di rosa antico con strani motivi semifloreali gialli e bianchi che davano l’impressione di essere quegli adesivi che s’illuminano al buio, per bambini.
Solita acconciatura alla ‘Ho infilato le dita nella presa e me ne vanto’ e il viso truccato come se avesse tirato una testata su una bandiera. Tutto bianco, con una striscia rossa verticale che dal centro della fronte arrivava al mento e due strisce orizzontali, una all’altezza degli occhi e una della bocca.
Una volta arrivati al molo, Jimbo ci guidò fino al capanno dismesso dove si teneva la festa.
"Ma..... WTF?" feci io "Cazzo quello non è Haner?" chiese la vampira al mio fianco.
"Sotto quello strato di cerone e stoffa nera? Si, proprio lui”
''Ma che cazzo s'è messo addosso?'' chiese la riccia ''Sono semplicemente i nostri costumi di scena.'' ''Woooah!'' facemmo noi in coro.
Per evitare troppe frecciatine con Haner, io andai ad aiutare Justin e Dameon con tavoli e casse e Stacey andò ad aiutare i ragazzi con gli strumenti.
“Allora Meg, come te la passi?” chiese Juss con spostata sul viso, di lato, una maschera da hokey sporca di sangue finto. Anche la maglietta bianca che portava sotto la felpa e delle strane e consunte bende che gli fasciavano polsi e parte delle mani, erano imbrattate di rosso.
Io e Justin Sane, bassista e pianista davvero talentuoso, che a quanto mi aveva detto Jimmy li aveva aiutati parecchio nel progetto “Pinkly Smooth”, l’estate prima eravamo stati insieme per tipo un paio di mesi.
Niente di ché, era finita perché ci cagavamo meno del dovuto anche a due amici. Però era simpatico e in fin dei conti eravamo rimasti in buoni rapporti. In più era motorizzato e questo era già un bel passo avanti.
“Bah, tutto regolare. Tu?” scrollò distrattamente le spalle e mi scrutò dal suo metro e novantacinque (si ragazzi, più alto di Jimmy) facendomi sentire decisamente piccola.
Era questo che mi piaceva, il fatto di sentirmi minuscola vicino a lui, forse uno strano senso di protezione, non so. “Una festa qua, un concerto là, ogni tanto a scuola” sorridemmo divertiti.
“Ogni tanto, eh?” “Vabbè, scherzi a parte. Se non va bene con la musica, credo che prenderò legge”
Rimasi davvero sorpresa. Sapevo che era un ragazzo con la testa a posto, ma non avrei mai pensato che avrebbe continuato gli studi.
“Davvero?” “Si, così se arrestano Jimmy, almeno saprà a chi rivolgersi” disse divertito.

Dopo il soundceck arrivarono Josh (aka: un tipo) e Anthony (ovvero, altro tipo) con tutti gli alcolici che avevano recuperato (ed erano abbastanza) e con una trentina di persone che fecero partire la festa.
Poco dopo arrivarono anche Matt e Val e a quel punto ci rimasi male io per Sty. Erano una supersorridente e tenebrosa coppia coordinata di vampiri. Cazzo.
Stavo per andare a cercare Stacey e deviare la sua traiettoria, quando il concerto dei Pinkly Smooth cominciò e un tipo truccato come il primo leader dei Misfits mi venne addosso.
“Ma porc….” Mi bloccia perchè rimasi completamente incastrata in quegli occhi semplicemente stupendi, di una tonalità di verde così simile allo smeraldo, davvero stupefacente.
“Ehi Lady Frankestein mi scusi, spero di non averla importunata” fece lui, mettendo su un tono di voce davvero strano, Io gli tenni il gioco.
“Oh si figuri Misfits-fan” dissi sorridendo “Che ne dice di seguire il concerto insieme?” propose quasi subito “Con immenso piacere”
Dopo poco, dimenticammo quegli scherzosi formalismi e cominciammo a scatenarci, fra pogo e strani balletti che Jimmy faceva sul palco, dietro alla tastiera, per non parlare di Haner, che sembrava sotto effetto di acidi, mentre si dimenava in quella ridicola mise. Fortunatamente c’era Val, patita della fotografia che non avrebbe di certo perso occasione per riprendere tutto e ricattarli per tutta vita natural durante.
Oh, fra dieci anni si sarebbero di certo pentiti di questa stronzata visto che avremmo di certo continuato a prenderli in giro.

Stacey P.O.V.
Stavo osservando la testa elettrizzata di Jimmy muoversi sul palco ancora buio, quando mi trovai davanti la versione più alta, muscolosa e sorridente (la versione californiana, in pratica) di Dracula.
Matt, con un sorriso che scopriva i canini parecchio simili ai miei, mi guardava, porgendomi un bicchiere di carta rossa.
"Oh grazie, Vlad" "Figurati. Bel costume" disse osservandomi "Grazie, anche il tuo è figo" "Sai, anche Val è vestita da vampira, ci siamo accordati" disse ingenuamente, forse trovando anche carina la cosa. Avevo lo stesso costume (o almeno lo stesso travestimento) della ragazza del ragazzo che mi piaceva.
Ah. Bene. Woah. Che culo.
"Ah.. d-davvero?" "Si, dovrebbe essere da queste parti" Meglio sparire e alla svelta "Ok Matt, ci si vede eh" "Ehi ma....." e me ne andai, prima dell'arrivo dell'altra Lady Dracula.
"Ehi Sty! ti sei messa d'accodo con Matt?" "Seward, ficcati un palo del telegrafo il culo e statti zitto" "Ma che ho fatto?" "Respiri" e lo liquidai, svuotando in gola il bicchiere e buttandolo per terra.
Mi avvicinai al tavolo degli alcolici e afferrai il mio grande amore. Jack Daniel's. Buttai via il tappo e prendendo lunghe sorsate cominciai ad aggirarmi per il capanno, pieno di gente.
Il concerto era già cominciato da un pò e io mi muovevo a ritmo quasi in un angolo, continuando a bere. Dopo 1/3 della bottiglia di Jack, non so come, mi ritrovai su uno dei tavoli/ cubi per ballare, al fianco di una zoccola vestita da diavoletta che limonava con un’angioletta un tantino svergognata.
Ignorai quelle due, ballando per i cazzi miei. Di certo non avrei mosso il culo e dimenato tutto il dimenabile come quelle due impegnate in una lesbo- lap dance.
Non so come, mi ritrovai giù dal tavolo a ballare con Michelle diBenedetto, davanti al palco. Non mi è per niente chiara la dinamica di tutto, mi ritrovavo da un lato all’altro del capanno senza nemmeno rendermene conto tutto girava, era tutto confuso. L’unica cosa chiara era una voce casuale di qualcuno (che spesso cambiava) che chiedeva chi fossi e che per risposta riceveva un “Boh, ma un tipo la chiamava JD, prima”
Ragazzi, ecco a voi la nascita di JD. Una ragazza partita che beve e balla per non pensare.

Margaret P.O.V.
Il concerto non durò molto, difatti dopo una quarantina di minuti stavano smontando gli strumenti per lasciare spazio solo alla musica delle casse (sempre nel nostro stile, s’intende: non sia mai detto che ad una nostra festa salti fuori musica blasfema come pop o disco).
“Che ne pensi di uscire da qua dentro?” propose Misfits “Prima andiamo a prendere qualcosa da bere, eh?” ci dirigemmo al tavolo degli alcolici e dopo aver afferrato tre bottiglie di birra ciascuno uscimmo nell’aria fresca e pungente del molo. Forse vi chiederete da dove vengano fuori tutti questi alcolici, ma la risposta è semplice: rubati! Non so da chi, non so quando, non so dove, sapevo solo che era questa la loro provenienza.
Ci poggiammo alla parete esterna del capanno in cui si teneva la festa e rimanemmo un po’ lì.
“Però, mica male quei quattro, eh?” chiese lui “Si, sono in gamba ma è il cantante- tastierista la mente del gruppo” “Io direi che anche il chitarrista ci mette il suo” “Bah probabile, ma il chitarrista è un rotto in culo: levagli la chitarra di mano e lo puoi buttare” “Ahah, lo conosci?” disse lui, divertito “Si, è un mio pseudo amico” “Beh, è davvero stupido” “Perché?” “Conosce te e ti ha solo per amica? Dev’essere davvero un coglione patentato” disse con fare ammiccante.
Inarcai le sopracciglia e sorrisi.
“Ci stai tipo provando?” “Forse….” “Beh, lo nascondi malissimo” “Perché dovrei nasconderlo?” sorrisi e svuotai il gola una bottiglia.
“Ti và se andiamo a salutarli?” dissi facendo un cenno della testa al capanno in cui si teneva la festa “No di certo” “Dai Misfits, andiamo” gli diedi un colpetto su una spalla e tornammo dentro.
C’era una massa di corpi fasciati nei travestimenti più strani e impensabili. Parecchia di quella gente la conoscevo e mi salutavano con dei cenni della testa o con un “Ehi Nessie!” (tutto merito di quello stronzo di Bee).
Arrivammo fino al retro, dove Jimmy e gli altri ragazzi stavano sistemando ordinatamente tutti gli strumenti nel solito “furgone da tour”. Ancora non mi era molto chiaro di chi fosse questo furgone, eppure saltava fuori ogni volta che c’erano da spostare strumenti e amplificatori.
“Haner, cosa cazzo sarebbe questo omaggio a Hitler?” dissi io osservandolo mentre bevevo da una delle bottiglie di birra.
Aveva i colori della bandiera della Germania che gli facevano tre larghe strisce verticali dalla fronte fin sotto al naso, dove un’altra striscetta nera e orizzontale ricordava i baffetti di quell’esaltato tedesco, mentre il resto del viso era tutto bianco. Indossava un mantello nero con il cappuccio, presumibilmente senza maglietta visto che s’intravedeva il petto nudo e anche parecchio sudato. Ai piedi due barche-scarpe da clown che al buio si erano rivelate fosforescenti.
“E tu? Che cazzo ti sei messa? Un lenzuolo? Ma sulla testa hai una puzzola morta o cosa?” “No, quella ce l’hai tu nelle mutande” Misfits al mio fianco scoppiò a ridere e io sorrisi soddisfatta.
Haner lanciò un occhiataccia al tipo al mio fianco e forse disse anche qualcosa al ragazzo, ma venni distratta dal bassista dei Pinkly Smooth.
“Buck?” chiesi incerta guardandolo. Lui sorrise e venne a salutarmi “Ciao Meg!” “Che diamine ci fai tu qui?” “Suono, non s’era capito?”
Buck Silverspur era un mio compagno del corso di pittura e per quelle poche volte che ci avevo parlato non credevo suonasse, che poi suonasse Avant- garde metal! Ero decisamente sorpresa.
Buck era un tipo tranquillo e abbastanza timido che se ne stava per i fatti suoi a disegnare senza dare alcun tipo di problema. Spesso portava magliette di Beatles, Led Zeppelin e Iron Butterfly. Quando vidi una spilletta dei Guns credevo che quello fosse il suo massimo e invece…..
“Come sei finito qui?” “Jim me l’ha chiesto e io non ho rifiutato” “Beh, non sapevo suonassi” si grattò la testa un tantino imbarazzato “Veramente sarei anche il cantante dei Ballistico” a quel punto rimasi davvero sconcertata.
Un paio di volte ero stata a qualche concerto dei Ballistico, una band locale discretamente nota, ma non avevo mai prestato troppa attenzione. Alla fine erano serate in cui c’erano loro a suonare, ma l’attenzione non era focalizzata su di loro, quindi tranne qualche rapida occhiata (e pensieri sul fatto che il cantante sembrava completamente fuori di testa per quel poco che si vedeva) non mi ero mai sprecata più di tanto.
“Quindi tu saresti il famoso El Diablo! Sinceramente non l’avrei detto” dissi soddisfatta dandogli una pacca su una spalla e lui scrollò le spalle, forse un tantino in imbarazzo.
“Beh, allora che ti sembra?” chiese orgoglioso “Che siete una figata assurda, sul serio! Sapevo che Jimmy stava preparando qualcosa di nuovo, ma non credevo così nuovo! Si sente da un chilometro che v’ispirate ai Mr. Bungle” dissi convinta scrutando Jimmy che parlava con Haner e Matt che li aveva raggiunti nel backstage “Si, colpa di Rathead e poi non potevamo non ispirarci a loro, sono troppo bravi!” [NB: se non lo sapete, Rathead sarebbe Jimmy prima di diventare The Reverend Tholomew Plague, ricordatelo eh]
“Ehi Buck! Cazzo sei davvero un mito!” Toh’, Misfits conosceva Buck “Grazie Zack. Beh ragazzi, io vado a posare un paio di cose, ci vediamo dopo, eh?” mi voltai verso Misfits che adesso stava il mio fianco.
“E quindi ti chiami Zack, eh Misfits” “Zacky Vengeance, qui per servirla, madame” disse teatralmente facendo un piccolo cenno della testa.
Ehi, aspetta un attimo.
“Vengeance?” “Si. Perché?” chiese osservando la mia faccia “Sei mica il chitarrista dei MPA?” “Uh, la mia fama mi precede” disse convinto bevendo dal bicchiere di carta “Caro il mio Vengeance, tu hai il mio distorsore” fece una faccia stralunata.
“Cazzo quindi tu saresti la fantomatica Window?!” disse semi sconvolto.
“Fantomatica? Che avrei di fantomatico?” dissi divertita “Sei tu quella che ha spaccato la bottiglia di birra in testa a Jeff?”
Minchia, ancora quella storia.
Verso giugno dell’anno prima, ad una festa c’era questo tipo che ci provava insistentemente. Aveva la brutta fama di essere un mezzo pervertito e avevo sentito brutte storie.
L’avevo rifiutato già spesso, anche altre volte, ma quella sera proprio non ne voleva sapere di staccarsi. Ero uscita a fumare, quando me lo ritrovai davanti, di nuovo all’attacco. Essendo soli credeva di potermi “convincere” con la forza, ma non aveva calcolato che io non avevo paura di lui e che avevo una bottiglia di vetro. Il resto è storia.
La cosa più brutta è stata che però hanno dato la colpa a me, essendo lui un mezzo figlio di papà. Anche se non è stata sporta denuncia (non avrebbero potuto visto che avevo le braccia piene di segni dell’aggressione e c’erano pure un paio di testimoni a mio favore) quei pezzi di merda dei suoi amici erano andati spargendo la voce che avevo fatto tutto io.
Guardai gli stupefacenti occhi di Zack e sospirai afflitta.
“Si, sono io” dissi abbattuta “Ragazza sei un mito!” disse sorridendomi e abbracciandomi.
“Mito?” Mi avevano definito in parecchi modi per quella cosa, ma nessuno minimamente piacevole.
“Si cazzo, Jeff era uno stronzo maniaco. Se l’è meritata” sorrisi “Oh, alleluia! Finalmente qualcuno che ragiona!” “Già, ho avuto un paio di volte a che fare con quello stronzo e quando ho saputo di una ragazza che gli aveva spaccato una bottiglia in testa non ho potuto far altro che esserle grato. Quindi, grazie” disse sorridendo soddisfatto e stampandomi un bacio di cerone sulla guancia.
“Beh, grazie, ma quando mi ridai il distorsore?” “Appena mi ricordo” “Ti serve mica una cura di fosforo?” scoppiò a ridere “Ahaha! Ho finito le pasticche, quando le ricompro te lo riporto, ok?” “Ah beh……”
Mi fece l’occhiolino e io sorrisi. Toh’, che piacione.
Salutai/conobbi anche il batterista, Ben, anche noto come D-Rock o Super Loop anche lui proveniente dai Ballistico e poi decisi di andare alla ricerca di Sty.

“Sty?” “Wooooooohooh! Miiiiich!”
dopo un po’ trovai Stacey che se ne stava su un tavolo a ballare con Michelle e una bottiglia di whisky.
“Dai Stacey, scendi” “Dai Meeeeeeg! Vieni a ballaaaaare!” “Dai Bri Bri, vieni pure tu!” Urlò la castana al suo fianco, con un vestito da ape davvero fuori luogo.
Spostai la testa verso dove puntava Michelle e mi resi conto di Brian che arrivava, completamente ubriaco, senza più quel mantello nero o quelle scarpe ridicole (ma la faccia Hitleriana c’era ancora).
Salì pure lui sul tavolo, strusciandosi con la ragazza. Bah.
Guardai Sty che incurante di quei due continuava per la sua strada.
Un tipo vicino a me, vestito da zombie urlò una roba del tipo “Dai JD, wooooh!” verso la mia amica.
JD? E da dove saltava fuori questo?
Stavo quasi pensando di fare la matura per una volta, quando mi arrivò Jimmy davanti che mi quasi costrinse ad aprire la bocca per buttare giù un cicchetto di quello che sembrava assenzio puro.
“Brava ragazza! Su, divertiti!” mi prese per le mani e cominciammo a “ballare” come hippie tenendoci per mano girando in tondo e saltellando, spintonando gli altri e fregandocene delle bestemmie che ci tiravano dietro. Dopo un po’ si avvicinò anche Zack e Jim mi lasciò le mani, spingendomi quasi fra le sue braccia.
“Scusalo, è fuori di testa!” provai ad urlargli nell’orecchio.
Lui mi mostrò un sorriso assurdo, poi mi prese la mano e mi fece fare una piroetta per poi spingermi indietro tenendomi per mano e facendomi poi arrotolare e arrivare a due centimetri dal suo viso. A quel punto mi sorrise e mi spinse in un casché mentre ridevo.
“Ahahah! Sei completamente pazzo!” “Altrimenti non farei volteggiare Lady Frankestein” mi tirò su in posizione eretta e ci avvicinammo al tavolo degli alcolici.
“Non credo che nessuno mi abbia mai fatto volteggiare così” “Tesoro, io sono un Gentleman” mi sorrise e mi porse un bicchiere di carta pieno di liquido ambrato “Detto da uno truccato da Misfist…” “E’ l’anima che conta, non l’aspetto esteriore. Tuo marito lo sa bene” sorrise soddisfatto, mentre beveva da una bottiglia di birra.
“Com’è a te la birra a me il Jack? Vuoi farmi ubriacare?” “Sarebbe un’ipotesi…. E in effetti anche parecchio allettante” buttai giù un sorso e gli passai un braccio attorno alle spalle “Non ti stai rivelando molto meglio di Jeff” “Uso maniere molto più delicate. Se tu volessi, potresti anche andartene”
Gli feci un ghigno, compiaciuta e poi continuai a bere.
“Beh, facciamo un’altra volta, uhm?” “Certo, non direi mai di no ad una bella donzella. Balliamo?” a quel punto buttò per terra la sua birra e il mio bicchiere la raggiunse poco dopo.
Finimmo a ballare musica punk o metal andando decisamente fuori tempo e fuori luogo. Vicino a noi c’era una massa di corpi che si contorceva, si scalmanava mentre noi andavamo piano, ci allontanavamo, ci riavvicinavamo, gli sguardi incastrati che non si scioglievano in alcun modo, nemmeno con i vari battiti ci ciglia. Una lentezza ed una calma innaturale per entrambi muoveva in sincrono i nostri corpi, forse era quasi estenuante per chiunque ci guardasse. Quando mi afferrò per la vita e mi guardò bruciante, con gli occhi appena dischiusi rimasi incantata a guardare quel riflesso rosso e completamente innaturale che avevano assurto quelle iridi smeraldo per via delle luci.
“Com’è possibile che tu sia un semplice adolescente?” chiesi spontanea, puntando a quelle labbra dipinte e sbavate di cui il contorno non si distingueva bene, ma a primo impatto sembravano gradi e carnose.
“Mi chiedo la stessa cosa guardandoti” rispose lui e per un secondo sembrò davvero volesse baciarmi (e io l’avrei di sicuro baciato) ma poi fece un mezzo sorriso e mi posò le labbra sullo zigomo, per poi avvicinarle al mio orecchio.
“E stato un onore farle girare la testa. Ci vediamo a scuola” “Ma se non so nemmeno che faccia hai” “Forse no, ma conosci i miei occhi” mi diede un bacio sul collo e sparì fra la massa di corpi.
Io rimasi lì ferma con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
Ma che bella gatta da pelare. Beh, mi ero trovata un bel passatempo con gli occhi verdi e il nome biblico (perché Zack era il diminutivo di Zachary, vero? Mica poteva chiamarsi sul serio come un cane?).
Mi guardai attorno, con un sorriso soddisfatto e vero sulle labbra e dopo aver afferrato una bottiglia di vodka alla pesca andai a fare compagnia a Stacey che adesso stava sul tavolo insieme ad un rosso Zombie niente male che quando allungò troppo le mani volò giù con un calcio della riccia.

Stacey P.O.V.
“H-h-ah……..” cominciai a mugugnare prima di svegliarmi. Mi stiracchiai e le mie mani incontrarono qualcosa di piatto e di ricoperto di simil moquette. Aprii gli occhi ed ero sul seggiolino anteriore di una macchina. Dopo un analisi mi resi conto che quello seduto al posto di guida era Jimmy con una maschera da maiale sulla faccia (poteva anche nascondergli la faccia, ma di certo non copriva i capelli biondi diritti in su).
Stava seduto perfettamente diritto con la testa penzoloni. Si sarebbe di certo svegliato col mal di schiena.
Provai a voltarmi e sentii un conato di vomito cominciare a farsi strada. Tolsi la sicura allo sportello (dopo aver provato ad aprirlo senza risultati) e vomitai appena fuori dalla macchina. Beh, eravamo ancora al molo.
Wow, che bello. Dopo aver rimesso tutto il rimettibile, chiusi lo sportello e tornai a sedermi. Trovai un pacchetto di Kleenex e mi pulii la bocca con un fazzoletto che poi volò fuori.
Mi voltai e sul retro c’erano Meg e Johnny che tenevano le teste poggiate su entrambe le spalle di un ragazzo alto e con i capelli molto corti. L’avevo già visto, si chiamava J….. John… no, non era John… Jasper? Forse…..
Stavo per svegliarli, quando Jim emise un rantolo che lo sbilanciò e la testa finì sullo sterzo, facendo partire il clacson che svegliò tutti e uccise i miei timpani.
Mettendogli una mano sul petto lo spinsi di nuovo indietro.
“Cazzo Jim….. ci hai ucciso” bofonchiò il forse Jasper. Meg mugugnò qualcosa e abbracciò il ragazzo. Lui inizialmente la abbracciò a sua volta, poi aprì gli occhi e sorrise guardando la ragazza.
“Meg…. Meg su, svegliati” disse scuotendola appena per una spalla. Lei mugugnò qualcosa su “Juss torna a dormire…..” per poi aprire gli occhi di scatto e guardare il ragazzo.
“Justin….” Ok, si chiamava Justin, non Jasper, pardon “Meg…. Comoda?” chiese divertito “Come sempre” si scambiarono un sorriso complice e imbarazzato, per poi mettersi entrambi seduti diritti. Justin si tolse di dosso il nano strattonandolo per una spalla e facendogli picchiare la testa sul vetro.
“Aaaahhhhrrg!” “Ben svegliata, principessa. Alza il culo, nano” disse Juss scocciato “Sei un bastardo” commentò il nano “Tu mi hai dormito addosso!” “Anche lei” commentò piccato il più piccolo “Si da il caso che sia la mia ragazza e che io non sia gay”
Ehi, aveva sul serio detto “la mia ragazza”? Nah, forse ero troppo rincretinita dall’alcol.
“La tua ragazza?” chiese Jim dopo un po’. Il biondo aveva tolto di mezzo la maschera e guardava quelli dietro. La faccia completamente impiastricciata di schifo bianco e rosso.
“Cioè…. Una ragazza” disse Justin dopo un po’. “Una ex ragazza” aggiunse Meg ridendo appena e Justin le sorrise. Erano ex e sorridevano e scherzavano così? Wow.
“Jiiim…. Mi riporti a casa?” Bofonchiai io “Ti ricordo che stai a casa mai” aggiunse Meg “Ah si, giusto”
“Beh ragazzi, ci si vede. Jim, Meg, nano, JD, alla prossima” scavalcò (ovvero si butto a peso morto su) Johnny e se ne andò.
Rimanemmo un po’ tutti un silenzio, poi Meg alzò la testa con le sopracciglia aggrottate e la faccia di chi deve vomitare.
“Ehi, come ti ha chiamato?” disse poi guardandomi dallo specchietto retrovisore.


Ed eccoci qua! V.v
Finalmente arriva anche Zack! :D
Ho aggiornato subito perché JD rompeva leggermente i coglioni v.v
Ps: ho già usato questo soprannome per un altro personaggio, in un'altra fan fic, ma fa niente v.v <3
Se volete vedere quei pezzi da novanta di Rathead, Haner & co. ai tempi dei Pinkly Smooth, eccovi serviti:
http://24.media.tumblr.com/tumblr_m41568XazE1qzd1fko1_500.jpg
http://25.media.tumblr.com/tumblr_m22wntMgjq1rq3qnqo1_500.jpg
si ringraziano tutti quelli che hanno recensito e chi ha preferizzato, seguito e ricordato questa fan fic v.v
See you next time!
The Cactus Incident



  
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