Era ormai metà novembre ma
Hisashi Mitsui da qualche tempo aveva recuperato il buon umore che lo Shikuda e
le sue retate gli avevano fatto perdere. C'era bel tempo quel giorno, nonostante
tirasse un'aria più gelida del solito, e lui senza riuscire a smettersi di
sfregarsi le mani per la soddisfazione era pronto a farsi
"l'Inventario".
Il magico, l'unico, il solo e
mitico Inventario.
Ovvero tutto l'occorrente (in armi) che gli sarebbe
servito per difendersi da quelli dello Shikuda.
Ok, aveva promesso al Gori e
ad Anzai di andarci piano, di sapersi frenare...ma lui detestava quella
parola.
Moderazione. Un concentrato di noia e boria allo stato puro.
E poi
lui amava gli eccessi, li adorava!
La mattinata a scuola era stata la solita
palla, anche perché lui quell'anno si era ritrovato la classe a fianco a quella
di Akagi. La guardia era in classe con Kogure, mentre il Gori si era ritrovato
Aota e tutti i giorni era guerra aperta.
Li sentivano urlare e maledirsi
attraverso quei maledetti muri di carta velina e ormai ad ogni momento libero
scappava via, anche perché Aota era un super fissato con il judo che continuava
a cercare reclute più sceme di lui.
Era suonata la campanella della paura e
la cara guardia dello Shohoku salì baldanzoso in terrazza, dove c'era un
fantastico sgabuzzino dove certi suoi amici degli anni precedenti avevano
lasciato tanti bei ricordini.
Aprì la piccola porta a fianco di quella della
terrazza, dando una rapida occhiata...e sogghignò ancora di più.
-
Bene...vediamo...- bofonchiò, mettendosi a sfrucugliare dentro allo sgabuzzino.
Dunque, c'erano un paio di belle spranghe coi manici di gomma, fatti da chissà
che genio del teppismo, dei bastoni, catene...si, c'era di che
divertirsi.
Però ci mancava della roba da lì dentro. Che fosse già passato
Miyagi? Mah, avrebbe dovuto farsi una chiacchierata col tappo agli allenamenti.
Prese le spranghe, due manette pelose che di certo però potevano essere
considerate armi solo in un letto e delle catene, poi cercò in tasca le
sigarette ed uscì in terrazza, con una sigaretta ancora spenta in bocca.
Lì
fuori però trovò, come sempre, l'inimitabile Rukawa steso a terra addormentato
su un fianco.
Lo scavalcò senza fare una piega, mugugnando un saluto che la
kitsune non sentì e poi cercò l'accendino...quando uno strano suono cigolante
gli fece alzare lo sguardo lungo la ringhiera della terrazza.
Ok, si disse.
Ormai allo Shohoku la follia regnava sovrana.
Davanti a lui c'era Naomi
Kurata, riconoscibilissima a causa dei suoi buffi codini, che con una sega
manuale sembrava che stesse cercando di segarsi il braccio ingessato.
A
momenti gli cascò la cicca dalle labbra e quando la studentessa si avvide di
lui, sospirò sollevata.
- Oh, meno male! Ehi tu!- e gli puntò la sega addosso
- Dammi una mano per favore!-
- Ma cosa stai facendo?- le chiese sconvolto,
con gli occhi a palla.
- Mi stavo grattando e mi è rimasto dentro al gesso il
tappo della biro!!!- piagnucolò la ragazza.
- Si ma così ti segherai un dito!
Ma sei scema?!-
Qualche minuto più tardi Mitsui cominciava a chiedersi se le
stramberie di Junko non fossero da ricollegare alle sue amicizie, ma a parte
quello si mise seduto tranquillo davanti alla Kurata, armato di sega e pazienza.
Lei gli aveva chiesto di tagliarle almeno la parte di gesso che stava sul
pollice e anche se l'operazione era delicata, Hisashi non se l'era sentita di
filarsela anche perché quella aveva l'aria di una che non mollava l'osso.
-
Ma da quanto tempo sei qua eh?- le chiese, segando lentamente il gesso per non
amputarle davvero un dito.
- Dalla seconda ora.- bofonchiò al ragazza
imbronciata - Non sopporto questo prurito!-
- Non te l'hanno mai detto di non
usare le penne per grattarti?- bofonchiò con un sospiro - Qua con questa sega
non riesco! Ci andrebbe un coltellino...-
-...un coltellino come?- fece Naomi
Kurata - Questo ti va bene?- e tirò fuori dalla tracolla un temperino che,
insomma, non si addiceva molto a una ragazza. Mitsui continuò a non commentare,
lavorando ora di lama. Ecco, ce l'aveva quasi fatta...un colpo ancora
e...eccolo, ora vedeva il tappo di quella penna.
- In borsa hai anche una
pinzetta per le sopracciglia per caso?- le chiese.
- Un pinza ospedaliera ti
va bene lo stesso?- replicò l'altra, sorridendo angelica.
Una pinza
ospedaliera? Confuso guardò il contenuto della sua borsa e rimase un attimo
perplesso.
Lì dentro c'era uno stetoscopio, coltellino svizzero, taglierini
per il vetro, scotch adesivo e altro ancora.
- Ma che cacchio hai lì dentro?-
borbottò, usando la pinza lunga da medici per tirare fuori quel tappo di
biro.
- Oh, mi servono per lavorare.-
- Ah, lavori...-
- Si.- annuì la
Kurata tranquilla - Io lo chiamo lavoro.-
Lo chiamava lavoro? Hisashi sollevò
di nuovo lo sguardo...e per un attimo un'idea assurda gli sfrecciò nella
mente.
Doveva avercela scritta in faccia perché la capo squadra di Junko
annuì.
- Già, hai capito vedo.-
- Ma...ma...- aveva il mento a terra - Tu
...tu fai...sei una...-
- Ladra? Si.-
- Oh.-
La Kurata inclinò il capo
- Ti ho sconvolto?-
A dire il vero no.
- E rende come lavoro?- le chiese,
incuriosito.
- Abbastanza. In realtà è una specie di hobby.-
- Ah, ok.
Ecco, ce l'ho quasi fatta.-
- Tu piuttosto...dove vai con quelle
spranghe?-
- Mi servono per difesa personale.-
- Si, la Bambolina e la
Kotobuki devono avermi detto qualcosa...ho sentito che avete
problemi.-
Mitsui colse l'occasione al volo, accedendosi la sigaretta e dando
una boccata, continuando a trafficare sul gesso.
- Senti Kurata...me la togli
una curiosità?-
- Vuoi sapere perché la tua ragazza è così fuori di
testa?-
- No...oh, bhè...a quello non c'è rimedio.- disse ridendo - Però
magari tu puoi dirmi perché la chiamano la "Bambolina della 1C".-
- Tieni!- e
dopo aver cercato dentro al portafoglio, gli porse una vecchia foto
ingiallita.
Hisashi lo guardò allibito. Era Junko quella! Junko al primo
anno!
Con dei fantastici capelli lunghi e un sorriso radioso sulla
bocca!
- Eccola lì!- gli disse Naomi - Junko al primo anno stava nella prima
classe, sezione C. Era così bella che tutti la chiamavano la Bambolina della 1C
e già durante il primo trimestre era bravissima a pallavolo, così quando alle
partite faceva dei punti tutti hanno cominciato a chiamarla in quel modo. Ecco
risolto il mistero. Da allora è rimasta la Bambolina della 1C e questo
soprannome non se l'è più scollato anche se ormai devo dire che non è più così
dolce e angelica come al primo anno. La tua ragazza con gli anni si è inacidita
un po' e l'ha dimostrato tagliandosi i capelli.-
- Ah si? E perché?-
-
Per colpa del bastardo.-
- Bastardo?- allibì - Che bastardo?-
- Ma allora
non ti ha detto proprio niente.- la Kurata sorrise appena, scuotendo il capo -
La piccola Jun a quanto pare ha ancora il dente avvelenato. Ma chi può
biasimarla. Sarà meglio che ne parli con lei, comunque.-
- Hn...si, penso
anche io.- disse, estraendo il tappo finalmente - Fatto!-
- Ahhhh!- cinguettò
esultante - Grazie mille coso!-
- Coso a chi?- sbuffò, tirandola in piedi -
Hisashi Mitsui.-
- Si, si...grazie mille comunque!- la ragazza raccattò la
sua borsa, facendoli ciao ciao con la mano - Sei stato gentilissimo! Prometto
che non verrò mai a rubare a casa tua! Ci vediamoooo!- e sparì veloce come il
vento, lasciando la guardia dello Shohoku con quella pinza in mano e un mal di
testa bestiale.
Meno male...se non altro si era guadagnato la casa salva dai
ladri. Ma che città di idioti!
- Ehi...ehi Rukawa!-
Si avvicinò alla
kitsune addormentata, dandogli qualche pungolata con la punta della scarpa - Non
dormire qua fuori!-
- Hn...- Kaede aprì gli occhi svogliatamente,
scostandogli la gamba infastidito. Si mise a sedere poi, grattandosi la testa e
guardandolo con aria svagata - ...Questa scuola è un'agenzia a
delinquere.-
Mitsui sollevò un sopracciglio, mettendosi poi a ridacchiare -
Ma allora hai sentito tutto...-
- Hn...- bofonchiò ancora, intontito - Spero
scherzasse comunque.-
- Aveva uno stetoscopio nella borsa e non credo sia
medico.- frecciò la guardia, riprendendosi i suoi attrezzi da lavoro come aveva
fatto la Kurata - Ma cambiando discorso...ho qualche gingillo utile. Ti serve
qualcosa?-
Rukawa finalmente gli prestò la dovuta attenzione e lo vide carico
di spranghe, bastoni, catene e un paio di manette. Per quanto avesse preferito
le manette per mettersi a giocare con una certa rossa, guardò i bastoni e le
catene.
- Non vuoi una spranga?- cinguettò Hisashi mettendogliele sotto il
naso - Hanno anche il manico imbottito, visto?-
- Hn.- annuì.
- Manico
verde, bianco o manico blu?-
- Blu.- e senza fare una piega se la mise in
spalla, dirigendosi alla porta per tornare in classe.
- Ehi, aspetta un
attimo...ma vuoi tornare in aula con quella?-
- Tanto c'è Yoshikawa.- sibilò
il volpino - Ci vediamo agli allenamenti.- e se ne andò davvero quel balengo,
sotto lo sguardo stralunato di Mitchy che però non se la sentì di dire nulla
visto che tanto sarebbe stato fiato sprecato. Ora doveva solo scendere in
sordina al piano terra, infilarsi nel parcheggio e ficcare baracca e burattini
dentro al bagagliaio della macchina di quell'anima buona di Kogure, unico posto
in cui quel despota del Gorilla non sarebbe andato a controllare.
Il
pomeriggio stesso dopo la pausa pranzo c'era qualcuno che si era sentito
ispirato esattamente come Mitsui.
Solo che però sembrava in vena di fare
scherzi e non di armarsi.
La squadra di rugby venne presa di mira da una
serie di gavettoni di vernice, mentre quella di atletica leggera dovette passare
tutto il pomeriggio a pulire il loro campo, cosparso di vetri e cocci
affilati.
Mentre se ne andava in palestra, Rei Manabe teneva le orecchie bene
aperte.
A quanto pareva l'Oni si era rimesso all'opera dopo due settimane
d'inattività.
Nobu Yaoto, che gli camminava accanto, cercò di farlo desistere
dalla sua ricerca del famoso Oni ma la matricola non ne aveva la minima
intenzione. L'Oni della sezione G avrebbe dovuto pagarle tutte...e in quei
giorni anche tenuto d'occhio Yase Tomigaoka ma il maledetto non aveva sgarrato
di una virgola.
- Magari ti sbagli, che ne sai...- gli disse Yaoto.
- No,
non mi sbaglio! Inoltre la senpai Kanzaki ha preso quella targhetta al tizio che
ha cercato di farla cadere dal primo piano! Ora devo solo capire se sa andare in
skate-board!- decretò baldanzoso, ma arrivato davanti alla palestra maschile
dello Shohoku perse tutta la sua verve.
Kogure, Yasuda e Ishii erano stati
presi in pieno da un pazzo che era corso nel cortile con un motorino con dei
secchielli di vernice...tanto che ora sembravano dei puffi.
- Questa scuola
sta diventando un campo di recupero mentale.- si lamentò Akagi, lanciando a
tutti e tre degli asciugamani - Se quel deficiente ripassa di qua con lo scooter
giuro che lo disintegro!-
- Ragazzi!- Yasuda salutò le due matricole,
sconsolato - Ehi, tutto ok?-
- Si, noi non l'abbiamo visto.- gli disse Yaoto
- I senpai dove sono capitano?-
- Spero il più lontano possibile da qua anche
se non mi stupirei di venire a sapere che quel cretino in moto possa essere uno
di quei quattro dannati! Si può sapere dove stanno accidenti?!-
- Oh,
aspetta!- lo placò Kogure - Ecco, arriva Rukawa!-
La volpe infatti stava
ciondolando verso di loro come sempre mezzo addormentato, borsone e armi in
spalla. Quando lo vide il Gorilla, lo fissò come se avesse visto un alieno.
-
Ciao.- bofonchiò la kitsune ma quando fece per sorpassarli ed entrare il
palestra, Akagi l'afferrò per la collottola, attorniato dalle fiamme -
Rukawaaaaa...-
- Hn?- fece, scazzato.
- Cos'hai in spalla?-
- La mia
borsa?- replicò Kaede serafico.
- Sull'altra spalla.- sibilò Akagi pronto a
ucciderlo.
La volpe lo fissò come se non fosse chiaro. Era cieco? - Una
spranga.-
- Ma guarda...che bravo. E ti sembra normale andare in giro con una
spranga in spalla?-
- Ciaoooo genteeeee!!!-
Il saluto cinguettante era
arrivo da Miyagi che dette il colpo di grazia al Gorilla. Lui arrivò addirittura
con delle reti e dei tirapugni. Dopo quella scena Takenori decise che non ne
voleva più sapere niente e preoccupando Kogure per quella sua arrendevolezza se
ne tornò dentro, deciso a farsi un goccio per tirarsi su la pressione. Oppure a
suicidarsi.
Nessuno lo capì bene, anche perché il play dello Shohoku e la
volpe erano intente a parlare di massacri e le matricole erano troppo occupate a
cercare di calmare i bollori di quei due deficienti di titolari per accorgersi
della nuova retata del teppista in motorino. Lo sentirono appena
arrivare...sterzò e sgommò sul terriccio del cortile, facendo cadere addosso a
Rei una cascata di terra, e poi lasciò l'ennesimo barile di vernice che prese in
pieno Rukawa e Ryota.
Scappò di nuovo via alla velocità della luce e di
seguito a lui ci fu anche una parata di professori inferociti.
Naturalmente i
più belli arrivarono dopo.
Mitsui e Hana fissarono gli esseri tinti di viola
prugna da capo a piedi che un tempo erano stati i loro compagni.
- Cosa ci
siamo persi?- chiese Hanamichi, stranito - Ehi Kit...hai una spranga in spalla?
Che forte, dove l'hai presa?-
- Ehi Kogure...perché tu sei tutto sporco di
blu invece?- chiese Hisashi cadendo dalle nuvole.
Dopo una doverosa mano di
botte, passarono il resto del pomeriggio tutti quanti tappati nelle docce della
palestra, a cercare di scrostare la vernice da addosso ai loro tre compagni
sfortunati con ogni mezzo, con spugne e carta vetrata, e fu un lavoraccio
tremendo, anche perché l'idea di Rei era stata quella di usare il solvente che
avrebbe reso Rukawa, Miyagi e Kogure del tutto biondi. Ucciso a suon di pugni
anche la matricola, l'allenamento andò a farsi benedire, insieme alla sanità
mentale di Akagi che non ne poteva davvero più.
- Bisognerebbe fare qualcosa
contro quel teppistello!- sbraitò Hana, continuando a sfregare energicamente la
testa al loro playmaker, rischiando di renderlo calvo - Se lo prendo lo
massacro, è la volta buona!-
- Se lo prendi lascialo vivo!- rognò Mitsui,
passando per l'ennesima volta la spugna sulla fronte arrossata di Kogure - Così
viene lui a lavare questi tre dementi! Dio, faccio meno fatica a lavare il cane
dei miei! Ayakooo!- urlò poi, richiamando la manager che stava usando del latte
struccante senza molto risultato sulla faccia delicata del volpino - Insomma,
sei una donna no? Avrai un'idea di come far tornare normali questi tre!-
-
Ehi, sarò anche una donna ma mica mi trucco con la vernice!- replicò la ragazza
- Aveva ragione Rei!-
- Si, così li facciamo diventare biondi!- sbuffò Hana -
Ma non c'è un altro modo? Del limone non va bene?-
- Do'aho.- Kaede
cominciava a grattarsi, con la pelle irritata da quella porcheria.
- Ehi
kitsune, se hai una soluzione allora dilla!- sbraitò il rossino, gettando
all'aria spugne e asciugamani.
- Ammazziamo il teppistello.-
- Non ti farà
tornare pulito.- scandì Ayako secca.
- Ma mi farà sentire meglio.- sibilò
Rukawa.
Andarono avanti ancora per un po', riuscendo a ripulire almeno in
gran parte i tre puffi, di cui due viola tipo cadaveri, quando arrivò anche
Raim...e pure lei si fiondò nella doccia, direttamente vestita.
- Non una
parola!- ringhiò, mentre si lavava i capelli dalla secchiellata di caffè che si
era presa addosso.
- Ehi gente...qua siamo finiti in un girone infernale.-
bofonchiò Hana - Quel bastardo mi ha rotto!-
- Pensa che quel cretino si era
nascosto nei nostri spogliatoi.- sibilò la rossa, poco più tardi, mentre si
asciugava come poteva - Io non so come faccia! È da solo e riesce a fare tutto
questo macello!-
- Quello ha problemi di iperattivismo, datemi retta.- se ne
uscì Ryota - Dovrebbe incanalare le sue energie in qualcos'altro.-
- Tipo
cosa?- rognò Mitsui - Il taglio e cucito? Piuttosto Raim...da voi si è salvata
qualcuna?-
- Se mi stai chiedendo della senpai Kanzaki ti consiglio di non
andare a parlarle per qualche giorno.-
- Oh no...- Ayako emise un gemito -
Che le ha fatto?-
Raim nicchiò un po', non sapendo bene cosa dire -
Ecco...lei è entrata per ultima in palestra, proprio mentre lui stava scappando
dalla senpai Kurata. L'ha presa in pieno con un gavettone di sakè...-
La
squadra di basket fece una leggera smorfia. Sakè? Però, il bastardello aveva
gusto almeno. Peccato che Junko non doveva averla presa bene. Conoscendola
sarebbe stata intrattabile per giorni.
Ripuliti alla meno peggio, tornarono
in palestra e anche se ormai non potevano più fare un tubo, controllarono la
tabella di marcia. Dieci giorni dopo avrebbero dovuto gareggiare contro il
Miuradai. Il Ryonan era già passato tranquillo, idem per il Kainan e lo Shoyo.
Lo Shikuda poi non si era ancora preso denunce, quindi il problema continuava a
sussistere, almeno in quel frangente anche se nelle ultime settimane non c'erano
stati attacchi a sorpresa o altro.
Niente più appostamenti e retate notturne,
anche se quella ad Akagi sembrava la classica quiete prima della
tempesta.
Usciti dalla palestra alla fine degli allenamenti, i ragazzi
assistettero a una parata indecorosa di gente che era stata conciata anche
peggio della kitsune e di Ryota. Indubbiamente l'Oni ce la stava mettendo tutta
per far incazzare chi di dovere ma Mitsui pensò comunque di andare a controllare
l'umore della sua ragazza.
Salutò il gruppo e si diresse all'altra palestra
delle pallavoliste. Le luci erano ancora accese e quando entrò non la vide
immediatamente. La prima cosa che notò fu un muro completamente pieno di segni
dei palloni e con l'intonaco scrostato...come se sopra ci avesse sbattuto
qualcosa di pesantissimo.
Junko Kanzaki invece se ne stava sdraiata a terra,
in mezzo al campo, con le braccia dietro alla testa e una gamba accavallata
sull'altra, con gli occhi chiusi e una buona dose d'irritazione a fior di
pelle.
Trattenne un gemito però quando sentì due labbra premere sulla sua
gola e riempirle il collo di baci leggeri.
Aprì appena gli occhi, sentendo
Hisashi ridacchiare.
- Adoro il sakè...te l'ho mai detto?-
- Com'è che ti
sei salvato?- gli chiese, mettendosi a sedere e guardandolo attenta.
-
Fortuna.- si limitò a dire Mitsui - Cosa fai ancora qua?-
- Riprendo fiato.-
gli disse - Ho schiacciato per tre ore di fila.-
- Però...su quel muro?-
-
Quello è il MIO muro.- lo corresse ridacchiando - Ogni anno mi costringono a
riverniciarlo.-
- E vorrei vedere. Senti, hai da fare prima di cena? Ho
voglia di fare un giro.- e senza tante storie riuscì finalmente a farla cambiare
e farla uscire dalla palestra, anche se nessuno dei due si era accorto,
sfortunatamente, che l'Oni li fissava.
Col passamontagna e lo skate-board
stava seduto sul muretto di cinta e li fissò andarsene via, sempre più
interessato.
- Ci sarà da divertirsi...- sghignazzò, afferrando il cellulare
e componendo velocemente un numero.
Dopo un paio di squilli, il suo sorriso
si triplicò.
- Ehi, sono io...si, senti...ho delle belle novità per
te.-
Pochi giorni più tardi, lo Shohoku tornò al palazzo dello sport
per vedere un'interessante partita.
Kainan contro il liceo Hontako.
Non
che l'Hontako con gli anni si fosse rafforzato ma erano arrivati negli ultimi
gironi e poi Akagi era sempre dell'idea che osservare Maki all'opera era un buon
ripasso, quindi trascinò per l'ennesima volta tutta la squadra alle tribune,
cercando di ignorare il borbottio confuso e perpetuo dei titolari che avrebbero
preferito passare la giornata in palestra a spaccarsi le ossa.
Inoltre Hana
non aveva neanche voglia di stare a sentire le sparate della Nobu-scimmia, così
appena seduto si ficcò un auricolare nell'orecchio e si accapigliò con la
kitsune su quale cd mettere.
A differenza dell'anno prima però, l'Hontako
riservò qualche sorpresa, anche se Maki e il suo gioco perfetto non ne
risentirono particolarmente. Come sempre giocava solo per andare a canestro e
anche Jin sembrava giocare solo per farsi vedere da Mitsui. Decisamente i
bastardi erano parecchio agguerriti...per non parlare poi del casino che fece
Kyota quando si accorse dello Shohoku nelle tribune: si piazzò in mezzo al
parquet, durante il primo tempo, e ululando come un'aquila scandì a chiare
lettere che quell'anno LUI, il grande Nobunaga, avrebbe battuto il Re dei
Rimbalzi e il volpino. Se Hana gli rispose per le rime, balzando sulla ringhiera
della tribuna come un vulcano in eruzione, Rukawa sentì a malapena le sue follie
perchè era in completa catalessi.
- Ma stattene calmo!- sbraitò Ryota,
riportandolo seduto - Ogni anno siamo qua! Tanto lo sai che è un
deficiente!-
- Cazzo quanto mi sta sulle palle! Quella scimmia fa sembrare la
kitsune sopportabile!-
- Do'aho.-
- Fatela finita.- li zittì Akagi - Ecco
che Maki torna all'attacco...-
Altro che attacco. Il rinomato contropiede del
Kainan anche quel giorno dette bella mostra di sé, quando alla fine del primo
tempo il punteggio era già di 54 a 19. Un massacro!
- Andiamocene a casa!-
piagnucolò Mitsui distrutto.
- Eddai Gori...ha ragione Mitchy!- lo pregò
anche Hana - C'è poco da vedere come ogni volta.-
- Voi siete sempre i soliti
deficienti! Quando lo capirete che col tempo i giocatori cambiano eh? Nel caso
del Kainan si affinano! Nel caso vostro invece direi che andate solo a
ramengo!-
- Questa me la lego al dito!- rognò Miyagi.
- Affanculo
Gorilla.- borbottò anche Mitsui.
- Se non la molli ti rompo il ginocchio
stavolta!-
- Su, su...Takenori, dai!- cercò di placarlo Kogure, per altro
fallendo miseramente visto che oltre ai casino che procuravano i titolari, le
matricole erano diventate quasi ingestibili, a causa del loro tifo sfegatato per
quei cretini del Kainan. Bene, se non altro Rei e quegli altri cretini erano
presi dal gioco!
Per Ayako fu dura rimettersi a sedere ma finalmente si passò
al secondo tempo, con l'Hontako letteralmente a pezzi.
- Sembra la battaglia
di Guadalcanal...- rognò Hisashi, allungando le gambe - E' a senso unico.-
-
E' inutile che frigni.- lo zittì Akagi - Guarda piuttosto quante ne infila
Jin.-
- Hn...- colpito sul vivo, la guardia sollevò il dito meglio - Guarda
quant'è carino questo, Gorilla!-
- Hai la codina di paglia per caso?-
-
Ehi, pescivendolo...alla prossima partita vuoi vedere ti porto a cinquanta da
solo?-
Sparata quella, lo Shohoku stava già prendendo le scommesse.
- Ci
sto.- frecciò Takenori.
- Secondo me non ce la fai.- ridacchiò Ayako - La
prossima partita è contro una squadretta. Dovrei aspettare lo Shoyo.-
-
Meglio ancora!- scandì Mitsui - E il primo che fiata lo butto in campo con
Nobunaga.-
- Lasciando perdere queste forate...- s'intromise la loro manager
- Dunque, una delle riserve della squadra di pallavolo mi ha mandato un
messaggio adesso. Raim ha appena finito. Prima di andare via andiamo a
riprenderla.-
- Hanno vinto?- s'informò Rukawa, senza aprire gli occhi.
-
Alla grande.- rise Ayako orgogliosa - I soliti tre set puliti.-
- Già. Non
credo che Junko si sia divertita abbastanza.- insinuò Miyagi.
- Avete finito
di provocarmi?- borbottò Mitsui - Pensa ai tuoi di problemi, tappo.-
-
Senpai!- s'intromise Rei - E' vero che la senpai Kanzaki ha la media più alta di
tutto il torneo?-
- Così si dice in giro.- ghignò Hisashi.
- E tra un po'
anche la Kurata sarà di nuovo attiva.- disse Kogure - Sinceramente mi piacerebbe
vedere una loro partita tutte insieme. Ho anche sentito il presidente del
comitato studentesco che pensava di mandarle in ritiro, col benestare del
preside, su un'isoletta allargo delle nostre coste. A quanto pare tutto il liceo
punta si di loro.-
- Bhè, non li deluderemo neanche noi.- scandì Hana
serissimo.
- Già.- annuì Miyagi - Piuttosto, chi gioca dopo questo branco di
scimmie?-
- Non c'è il Miuradai?-
- Già.- annuì Ayako - Si, il Miuradai
contro un'altra squadretta della fava.-
- E questa non me la vedo neanche se
mi paghi!- sbottò Mitsui, sempre scazzatissimo verso il capitano - Vado a
prendere Raim e Junko direttamente dentro agli spogliatoi femminili
piuttosto!-
- Sai che sforzo.- ironizzò Hana secco - Tanto qua è finita
comunque. Ti seguo.-
- D'accordo.- acconsentì finalmente il gorilla
schiavista e i ragazzi si alzarono in piedi in massa, finalmente felici di
potersi levare da quelle scomodissime tribune. Peccato però che incontrarono
sulla loro strada niente meno che i rintronati del Miuradai. Il tempo di
ripulire la palestra e ormai si era fatto tardi.
Raim sbadigliò
leggermente, massaggiandosi le spalle doloranti.
- Stanca senpai
Kotobuki?-
Sorrise ad Asuka, scuotendo appena il capo e restando subita sul
divanetto davanti al macchinette delle bibite.
Non aveva più neanche la forza
di bere. Accidenti! Era esausta. Alzare per la Kanzaki era distruttivo.
Ed
esaltante al tempo stesso.
Vide arrivare Junko in quel momento, in jeans e
una bella maglietta nera, scollata, che le stava benissimo.
- Che c'è?- le
chiese la Kanzaki, sbattendo gli occhioni.
- Niente.- rise la rossa - La
senpai Kurata?-
- Se ha seguito i miei consigli è andata al diavolo.-
cincischiò la schiacciatrice, cercando nella tracolla delle monete per prendersi
una bottiglietta d'acqua - Comunque è ancora in giro. Le altre?-
- Le riserve
sono tutte di là sui divani, mentre le senpai Kinoshita, Noda e Aizawa sono
ancora nel bagno.-
- Che seccatura...- sbuffò la Kanzaki - Da quando è
cominciata questa storia passano la loro vita in bagno.-
- La storia fra te e
Mitchy?-
- Non solo dolcezza.- le rinfacciò, continuando nella sua ricerca
delle monete - Da quando hanno saputo che sei l'allenatrice della squadra di
basket praticamente aspettano solo di veder spuntare fuori Rukawa e la testa
rossa.-
- E Mitchy.-
- Si...che ci provino...- sibilò a bassa voce.
-
Senpai...-
- Cosa?-
Raim la guardò attentamente - Quando toglierai i
pesi?-
- Fra due settimane. Se faccio un buco nell'acqua porterò il peso a
tre.- le disse la Kanzaki, e ignorando la sua aria tesa, infilò un paio di
monete nella macchinetta.
Era stanca anche lei...veramente a pezzi e le
gambe a malapena la reggevano ma Junko non poteva permettersi di cedere. Era
vicina ormai...vicina a rompere "il muro" una volta per tutte.
Fu in quel
momento che da altri spogliatoi dello stesso corridoio cominciarono a uscire un
bel po' di ragazzi. E uno di loro, beata deficienza, rimase incantato a fissare
la Kanzaki che beveva lentamente dalla sua bottiglietta.
Senza lasciarsi
scappare l'occasione, quel demente di Nobunaga si sfregò le mani e la
raggiunse.
- Ciao.-
Junko sollevò appena il solito sguardo vacuo sul nuovo
venuto.
- Ciao.- replicò apatica.
- Sei sola?-
- Sfortunatamente no.-
bofonchiò vaga, scoccandogli appena una rapida occhiata. Hn, un altro giocatore
di basket. Roba da non crederci! Ma li attirava tutti lei quegli sfonda cestini?
Mah!
Anche Raim però l'aveva notato e rimase secca quando vide che era del
Kainan!
- Accidenti...uno del Kainan!- se ne uscì, attirando la libidinosa
attenzione di Kyota - Avete vinto?-
Nobunaga rimase un attimo spiazzato e
stranito - Bhè si...sei una patita di basket?-
- Sono la manager di una
squadra di basket.- gli disse sorridendo.
- Piacere.- sogghignò allora la
scimmia con aria guduriosa, tutto gongolante - Kyota Nobunaga, l'asso del
Kainan.-
- Nobunaga?- Raim cercò di non ridere. Cacchio, era lui il nemico
giurato di Hana?
- Kirara Kotobuki.- si presentò - E lei è la mia senpai,
Junko Kanzaki.-
- Hn...ho sentito parlare di voi due...i miei compagni hanno
detto che lo Shohoku vince da sette anni. Siete della squadra di pallavolo
vero?-
- Esatto.-
- Bhè, se non altro lo Shohoku vince con la pallavolo!-
ridacchiò esaltato, facendo sollevare un sopracciglio alla Kanzaki che si
chiedeva perché tutti i malati mentali costantemente arrivassero a rotearle
attorno. Che rottura!
- Allora ragazze? Cosa fate qua? Aspettate quei
deficienti?-
Raim si sforzò di nuovo di non ridere. Le sarebbe piaciuto
vedere Hana e Rukawa davanti a lui, in quel momento.
- Avanti, perché non
mollate quegli sfigati e non uscite con me e i miei amici?- cinguettò ancora
Kyota.
- A dire il vero sono impegnata.- ironizzò la rossa - E anche la
senpai.-
- E i vostri ragazzi sono meglio di me?-
- No...ma direi che
l'esaltazione è comunque comune a voi sfonda cestini.- sentenziò Junko.
- Ehi
bellezza...non è colpa mia se i tuoi compagni dello Shohoku sono dei poveri
ritardati.- le disse con aria invitante - Però se esci con me ti prometto che
non ne rimarrai delusa.-
- Si...- Junko si portò di nuovo la bottiglietta
alle labbra - Lo farei...ma stai per essere pestato a sangue.-
- Mitchy!
Ciao!- cinguettò Raim e Nobunaga non fece in tempo a girarsi che si ritrovò con
una scarpa da basket infilata fra le gengive, con Mitsui formato flambé che
sembrava la controfigura di Gatsu di Berserk.
- Stupida testa di cazzooo....-
sibilò sovrastando la scimmia che cercava di levarsi la sua scarpa dalla faccia
- Sta lontano dalla mia ragazza, è chiaro? Se hai tanta voglia di rimorchiare
vai per la strada! Anche se non credo che nemmeno quelle te la darebbero!-
-
E levati dalle palle, idiota!- sbraitò Nobunaga rimettendosi in piedi di volata
- Per essertene trovata una così devi averla minacciata in qualche modo!-
-
Cosa???- ululò la guardia sdegnato - Ma vuoi che ti spacchi tutte le
ossa?!-
- Insomma Hisa!- arrivò Ryota a riprenderlo per il collo, cercando di
calmarlo - Eddai, basta!-
- Ma uccidete quel cretino!!- li incitò Hana dal
fondo del corridoio, arrivando insieme alla kitsune.
- Ci mancava solo il
signor 2 di picche!- lo prese in giro Kyota.
- Ma vuoi vedere che ti massacro
di botte?!- s'infiammò subito Hanamichi - Ti aspetto in campo, ricordatelo bene
razza di seghetta perché tutte quelle che ti ho suonato l'anno scorso saranno
una bella canzoncina in confronto al concerto che ti farò in campo nei prossimi
mesi! Hai capito bene? Il Tensai sono io!-
- Tu sei solo un cazzone! Tu e
anche Rukawa!- ridacchiò al vento, facendo vomitare più di una persona -
Vedrete, vi faremo abbassare la cresta! È il Kainan che vincerà
quest'anno!-
- Nei tuoi sogni!-
- Oddio! ABBATTETELI!- ringhiò Junko
esasperata - E basta! Fate a botte e smettetela, oppure fate silenzio!-
- Si
può sapere cos'è tutto questo casino?-
Tanto per cambiare arrivarono i
"domatori" a sistemare le teste calde: Akagi uccise a suon di pugni Hana e
Mitsui, Maki arrivò a riprendersi la sua scimmia ammaestrata, chiedendo scusa
per il macello causato da quel deficiente della sua ala piccola e pure la Kurata
menò il gesso in testa alla sua schiacciatrice, imponendole silenzio.
- Mi
spieghi perché devi sempre far casino?- la rimbeccò la Kurata furiosa - Non
basta il casino che fai in campo, no! Devi anche fare queste piazzate nei
corridoi!-
- Piazzate io? Sono stati questi maledetti sfonda cestini!-
-
Senpai, dai...- cercò di calmarle Raim - Non è successo niente.-
- Si, ha
ragione Kotobuki.- aggiunse un'altra titolare del quinto anno - Naomi, Junko è
solo nervosa per i pesi, dai!-
- Se è così cretina da aver giocato coi pesi
la colpa non è mica mia!- rognò la Kurata - Va bene però! D'accordo...facciamo
come vi pare! Avanti, andiamo tutte al Maya!-
- Andiamo dove?- bofonchiò
Junko - Non ci penso neanche. Ogni volta che andiamo lì mi fai sbronzare.-
-
Già, la sbronza è l'unica cosa che ti rende più digeribile.- frecciò la Kurata -
Ehi, voi acchiappapalle venite?- cinguettò poi, rivolta al club di basket - Eh?
Andiamo a festeggiare la vittoria di oggi!-
- Al Maya?- Hana sollevò un
sopracciglio - Ma è quel locale privè dove si balla sui tavoli?-
- Si balla
sui tavoli?- allibì Kogure.
- Si, è divertente!- annuì Raim - Allora ragazzi?
Venite?-
- Avanti, domani è sabato!- l'incalzò la Kurata - Beviamo, ci
scateniamo un po'...-
-...vomitiamo nel bagno...- aggiunse Junko a bassa
voce, disgustata.
- E poi ce ne torniamo a casa!- concluse Naomi - Prometto
che non ruberò portafogli!-
- Cosa?- riecheggiò Miyagi, sconvolto.
-
Niente, te lo spiego dopo.- sospirò Mitsui - D'accordo, io vengo.-
- Ok, mi
avete convinto!- annuì Hana - Tappo, Ayako...voi venite?-
- D'accordo. E tu
Rukawa?-
La sua faccia disgustata diceva a chiare lettere "MEGLIO MORIRE!" ma
poi al pensiero di Raim che ballava da sola su un tavolo gli ribolliva il
sangue. Ma porca miseria! Era rimasto inguaiato nella classica situazione fra
fidanzato geloso e ragazza scatenata. Cazzarola!
- Hn.- borbottò, maledicendo
il giorno in cui si era preso una cotta per Raim.
- Ok, perfetto!- ululò
mezzo club di pallavolo, adorando la sola idea di poter avere Rukawa e tutto il
club di basket con loro per una serata in compagnia - Allora ci vediamo lì alle
undici ragazzi!-
Qualche ora più tardi Rukawa entrò già distrutto
psichicamente dentro a quel famoso locale.
E avrebbe voluto
sotterrarsi.
Era un locale davvero appartato, con tante stanze separate le
une dalle altre, chieste a prenotazione, e da ognuna di esse proveniva un
baccano allucinante, con la musica più sgangherata che avesse mai sentito.
E
tutto per cosa?, si richiese per l'ennesima volta. Per Raim!
Perché doveva
controllarla eh? Perché si stava trasformando in uno di quegli uomini deficienti
che devono per forza uscire sempre con la loro ragazza, altrimenti non stavano
tranquilli?
Che vergogna, era diventato il prototipo del maschio medio!
E
poi la cosa che lo scazzava da matti era il fatto che, a parte la Kanzaki e la
Kurata, quelle sceme del club di pallavolo non facevano altro che spogliarlo con
gli occhi. Se non stava attento quella sera sarebbe tornato a casa senza
boxer!
- Ansioso kitsune?- rise Hana, camminandogli a fianco.
- Do'aho.
No.- sibilò seccato, mentre davanti a loro Mitsui faceva strada con Mito e
Kogure.
Akagi stava dietro di loro con Ayako e Ryota e doveva ammettere che
in fondo se mandava giù un paio di alcolici sarebbe riuscito a sopportare meglio
quella pallosa serata.
Ma come volevasi dimostrare, visto che la sfiga nei
confronti del volpino sembrava avere un lanternino magico nel beccarlo a
fagiolo, nella stanza Blu prenotata dalla Kurata c'era, guarda un po', il
compleanno di un tizio che compiva diciotto anni. E nel loro buio privè chi
cazzo c'era??????
- Aki!- cinguettò Hana quando vide Sendoh ballare su un
tavolo stretto a panino fra due ragazze del Ryonan.
- Hana-chan!- rise il
deficiente, mentre Mitsui osservava divertito la ricerca di Rukawa di un
qualcosa sparso nella stanza con cui potersi impiccare magari - Mitsui,
Miyagi...Rukawa! Gente ma che ci fate qua?-
- Ci siamo fatti trascinare.- si
limitò a dire Hisashi - La nostra squadra di pallavolo sa essere
convincente.-
- La squadra o la tua bellissima ragazza?-
- Vuoi già che ti
ammazzi Sendoh?-
- Lascialo stare Aki!- intervenne Hana divertito - Oggi la
Nobu-scimmia ha cercato di rimorchiargli la fidanzata!-
- Però...ed è ancora
vivo?- fece Sendoh malizioso.
- Per poco.- l'assicurò la guardia, trovando
sul fondo della sala quelle squinternate che già ballavano come matte su un
lungo tavolo - E tu perché sei qua?-
- Un mio compagno di classe compie gli
anni.- rispose sorridendo - Il solito. Sesso, droga e rock n' roll. Comunque i
miei compagni ci hanno già provato con le vostre amiche e vi avverto...picchiano
duro!-
- Ma quand'è che la finirai di fare il maniaco eh?- sbuffò Hana.
-
E che ne sai, magari la ragazza giusta l'ho già trovata!- e dicendolo sentì
quasi due fanali puntati addosso che altro non erano che gli occhi infuocati
della kitsune. Si divertiva da matti a provocarlo, niente da dire...ma Raim
piaceva anche a lui, non poteva negarlo e sfidare Rukawa era uno dei passatempi
preferiti di Akira.
A quanto pareva però erano tutti tanto allegri che la
Kurata e Sendoh che avevano fatto amicizia in due secondi riuscirono a riunire
l'allegra e demenziale compagnia. Unirono le due lunghe tavolate e poi...bhè,
poi fu degrado!
Fra la Kurata che senza codini era proprio carina, Raim che
(Rukawa avrebbe voluto farsi all'istante e pure uccidere) aveva addosso due
pantaloni di pelle nera che sembravano una seconda pelle e la Kanzaki in
minigonna di jeans e anfibi...c'era da morire su quelle sedie! Ben presto col
girare delle birre e del fumo gli animi si scaldarono.
Hana aveva fatto in
fretta a farsi trascinare sui tavoli e Junko sembrava molto esperta nei passi,
così glieli insegnò in quel fracasso bestiale, mentre Mitsui in realtà si godeva
lo spettacolo dal basso, viste le sue bellissime gambe in mostra...altro che
ballare! Lui era meglio che non ci saliva là sopra...
Peccato anche quando
riuscirono a tirarci sopra pure Ayako, anche Miyagi cominciò a stare un pelino
in ansia.
Se non altro si fecero quattro risate quando videro arrossire
Hanamichi fino alla radice dei capelli quando Raim e la Kurata lo chiusero fra
loro due. Era più imbarazzato di quanto sembrasse, infatti venne preso in giro a
manetta da tutti i presenti mentre quelle squinternate della pallavolo si misero
a brindare di nuovo con una tale quantità di birra che nemmeno Mitsui e Ryota
insieme avevano mai avuto il coraggio di mandare giù.
Alle due comunque
Rukawa ne aveva già basta.
Si alzò senza farsi notare, tanto col casino che
c'era tutti erano mezzi andati, e andò a infilarsi in bagno dove quella
maledetta musica non era poi così forte.
Si lasciò così andare seduto contro
la parete, allungando le gambe e tirando fuori il lettore cd dalla tasca del
bomber.
Lì se non altro avrebbe potuto starsene in pace e poi il freddo delle
piastrelle avrebbe potuto dargli un po' di sollievo: gli martellavano le tempie
per tutto quel fumo e quel casino, per non parlare del colpo di grazia che la
sua carissima Raim gli aveva dato ballando col suo dolce sorriso innocente,
senza guardare altri che lui.
Ma se lo sognava che lui sarebbe mai salito su
quel tavolo a ballare come un deficiente! Neanche morto!
Un conto erano
Sendoh-ho-ancora-due-secondi-di-vita-perché-sto-per-essere-scuoiato e Hanamichi,
ma lui mai!
Ci andava della sua dignità!
Se ne stava lì tranquillo ad
ascoltare gli Aerosmith da circa mezz'oretta quando all'improvviso un paio di
gambe da favola che spuntavano da una mini di jeans gli passavano davanti al
naso.
Junko Kanzaki era entrata nel bagno degli uomini, ma non sembrava
essersene accorta...e se era ubriaca, Kaede non riuscì a capirlo dalla sua
faccia. La ragazza aprì semplicemente l'acqua di uno degli eleganti lavandini e
si bagnò il viso un paio di volte. Sembrava a pezzi.
Poi finalmente parve
accorgersi di lui. Lo guardò per un attimo, senza capire, poi si volse alla sua
sinistra dove c'erano i bagni. Tutti per uomini.
Non fece una piega e si
riprese la bottiglietta di birra che si era portata dietro, lasciandosi poi
andare a sedere accanto a lui. Socchiuse gli occhi, inspirando a fondo ma rimase
per parecchio tempo in silenzio, senza asfissiarlo come avevano fatto tutte le
altre cretine della combriccola.
- A te non piacciono le persone, vero?-
A
quella domanda, fatta a cd finito, Rukawa si girò appena a
osservarla.
Continuava a tenere gli occhi chiusi.
- Hn.- bofonchiò.
La
sentì sorridere appena, poi cominciò a cercare di stapparsi la birra.
- Non
hai torto.- mormorò Junko.
Che strana persona. Raim gliel'aveva detto che era
complicata ma...non sapeva capirla forse. Ecco, non riusciva a capire bene che
tipo di persona fosse davvero. Era strana, scostante, indifferente e
battagliera.
Capiva perché Mitsui le stava incollato però. Era bella
davvero.
- Come fai?- andò avanti la ragazza poco dopo.
- Cosa?- si sforzò
di dire allora, lievemente interessato.
- Come fai a stare fra persone che
non fanno che chiedersi perché tu sia così freddo?-
- Hn. Chissene frega di
quello che pensa la gente.-
- Già.- Junko aprì finalmente gli occhi,
portandosi la birra alla bocca e staccando il tappo coi denti - Ma non ti dà mai
fastidio il loro giudizio? Non c'è nessuno la cui opinione t'importi
particolarmente?-
Bella domanda.
Era da tempo che non aveva più nessuno da
deludere. O qualcuno da rendere orgoglioso.
Viveva per se stesso. Solo per se
stesso.
- La vita fa schifo.- ridacchiò la Kanzaki, bevendo un altro goccio e
poi lasciando cadere le braccia sul pavimento, ai suoi fianchi. Quando lo fece
però, Kaede avvertì un rumore stranissimo. Come di metallo!
Stranito fissò le
strane polsiere nere della ragazza...che buffe, non sembravano braccialetti da
ragazza. E poi guardando meglio lungo quelle belle gambe, vide che aveva due
cavigliere simili a quelle dei polsi infilate negli anfibi.
Ma...non erano
cavigliere normali!
Junko, vedendo cosa fissava, gli risparmiò la fatica e
alzò la gamba, mettendogli direttamente la caviglia sotto al naso. Dopo che la
volpe ebbe sgranato gli occhi blu, gli mise anche la polsiera davanti al viso
e...lui le mise la mano sotto la sua, soppesandola. Quella della ragazza era
piena di lividi e capillari rotti attorno alla fascetta.
E pesava...cazzo!
Erano...erano...
- Da quanto sono questi pesi?- le chiese roco.
- Due per
ogni fascetta.- lo informò, richiudendo gli occhi e allungando di nuovo la
gamba.
Cazzo! Super cazzo! Quella giocava con otto chili in più una partita??
Andava in giro tranquilla come nulla fosse! E se se li fosse tolti? Fino a che
punto avrebbe potuto saltare?
- Non pensare male.- gli disse, bevendo ancora
dalla bottiglietta - Non sono una fissata con la forza fisica. Ma mi serve più
forza nella schiacciata e nel salto...devo rompere "il muro".-
- Il
muro?-
- Si...dell'unica maledetta che mi ha mai fermato.-
- Da quanto li
porti?-
- Ho cominciato coi pesi da un chilo. Li ho portati per tutta
l'estate. Questi li potrò togliere fra due settimane. E poi volerò...- sorrise
con aria vacua, la tipica di chi ha bevuto troppo.
- Funzionano quei
pesi?-
- Si. Parecchio anche. Ma ti spaccano i primi giorni.- mormorò - Ho
rischiato degli strappi micidiali ai muscoli delle spalle e delle braccia. Vuoi
provare Rukawa?-
- Hn.- si, forse. Anzi...di sicuro.
- Ehi, voi
due!-
Si girarono appena, trovando Mitsui e Raim sulla porta del bagno.
Hisashi li raggiunse scuotendo il capo, inginocchiandosi davanti alla sua
ragazza.
- Ma che fate qua?-
- Pontifichiamo sul suicidio.- replicò
serafica - Mi sono scheggiata un dente aprendo la birra e ho saltato la sbronza.
Sono già ai postumi.-
- Eh, che disgrazia.- sorrise Raim sedendosi sull'altro
fianco della kitsune - Uno non ha più neanche la possibilità di vomitare dietro
l'angolo del locale, vero senpai?-
- Oddio...- Junko si passò una mano sulla
fronte - Giuro che smetto di bere!-
- Questa l'ho già sentita.- rise Hisashi
- Vuoi che andiamo a casa?-
- No, stai tranquillo.- lo assicurò la moretta -
Sto bene.-
- Come no, sei cadaverica Jun. Dai che ti prendo in braccio,
su.-
- Ti romperesti la schiena.- l'avvisò Raim - Ma se riesci a farle lavare
la fascette ti faccio una statua.-
- Non ricominciate a rompere.- li minacciò
la Kanzaki - Kirara...dov'è la Kurata?-
- Si sta facendo scarabocchiare il
gesso da Sendoh, perché?-
- Tienila d'occhio e controlla la borsetta prima di
andartene.-
- Oh no...ancora con questa fissa?- alitò la rossa - Dai
senpai...non può mica scippare tutto il locale!-
- Vuoi che ti dica quanto ha
tirato su quella cleptomane all'ultima uscita?- la rimbeccò la ragazza di Mitsui
- Quella arraffa tutto quello che trova. Ha perfino rubato i ficus d'ingresso a
scuola.-
- Tanto facevano pena.- ghignò Mitsui - Dai Jun...ti porto a casa.
Sei a pezzi e devo anche metterti del ghiaccio sui polsi o per lunedì arriverai
in barella! Ru, tu che fai? Resti qua nel bagno?-
- No.- rognò esausto -
Adesso me ne vado anche io.-
- Ecco bravo. Porta a casa Raim!- e prima di
chiudersi la bocca Junko si mise in piedi da sola, pestandogli un piede con
l'anfibio chiodato e strappandogli un'imprecazione colossale. Quando quei due
matti se ne furono andati, Raim scoccò un sorriso dolce alla volpe che ebbe
subito il potere di scioglierlo.
- Mi dispiace che ti abbiamo coinvolto così.
So che non ti piacciono questi posti.- gli disse, incrociando le gambe.
-
Hn.-
- Dai kitsune...non ti fa male stare un po' fuori dalla palestra e dal
letto.-
- Forse dal letto, ma non dalla palestra.-
- Che strano...- ghignò
la rossa maliziosa - Credevo il contrario.-
- Ahah...- la guardò storto - Che
spiritosa.-
- Hai sonno?- gli chiese, levando le mani, dicendogli che
l'avrebbe smessa di provocarlo.
- Secondo te?-
- Va bene.- Raim gli
strizzò l'occhio, incuriosendolo - La vedi quella finestrella?-
Rukawa alzò
il viso verso la parete opposta del bagno. C'era una finestra aperta, da cui
tirava l'aria fredda di novembre. Che gli stava proponendo?, pensò soddisfatto.
Una fuga?
- Aspetta qua.- gli ordinò perentoria, poi scappò fuori lasciandolo
solo a chiedersi che diavolo avesse in mente quella spostata. Si stava infilando
il bomber quando Raim tornò con la giacca e la borsa, sorridente.
Gli porse
le chiavi della Honda...ma le aveva Hana!
- Gliele hai prese al do'aho?-
sussurrò - Che gli hai detto?-
- Niente. Ho chiesto alla senpai Kurata di
rubargliele ma tanto Hana sta ballando sui tavoli e non si ricorderà niente fra
un mezz'oretta. Sendoh continua a riempirgli il bicchiere e tu sparisci sempre,
non ci farà caso nessuno.-
Furba la rossa. Una vera vipera.
- Allora?- lo
incalzò, passandogli davanti con un ghignetto di sfida - Vieni o no?-
Non
c'era neanche da chiederlo. Senza una parola la raggiunse e facendole perdere il
respiro per un attimo le passò le mani dietro alla schiena e dietro alle
ginocchia, prendendola in braccio. Resistendo all'impulso di baciarla e saltarle
addosso in un bagno, l'aiutò a raggiungere la finestra, da cui lei si issò fuori
agilmente anche coi tacchi altissimi. Da lì aiutò Rukawa e poco dopo erano fuori
all'aperto. Certo, non era il clima ideale per andarsene in giro in moto ma le
risate radiose della sua rossa fecero sentire meno freddo alla volpe.
Lo
prese per mano e lo trascinò al parcheggio, senza perdere il sorriso.
-
Divertenti queste uscite. Dovremo farle più spesso.- insinuò, beccandosi
un'occhiataccia. Raggiunta la moto lei si sedette, trafficando col casco ma dopo
un attimo in cui alzò gli occhi verdi su Rukawa, lasciò perdere.
Prese lei
l'iniziativa e a Kaede non dispiacque. Raim gli prese la mano, avvicinandolo,
poi lo strinse per i fianchi.
Un attimo dopo si baciavano, stretti al gelo
della notte, abbracciati come naufraghi.
Le passò un dito sulla guancia
gelida, arrossata, mordicchiandole appena le labbra. Aprì il bomber e la strinse
dentro, con lui, sentendola sorridere dolcemente contro la sua bocca,
bisbigliandogli qualcosa che non capì.
Voleva andare a casa. Voleva averla
nel letto a tutti i costi.
Voleva averla sotto di sé, essere in lei, voleva
sentirla gridare...voleva sentirsi chiamare per nome.
Voleva svegliarsi e
trovarla abbracciata a lui.
Si staccò appena, cercando di riprendere il
controllo...ma Raim gli era troppo vicina. Non riusciva più a trattenersi.
-
Andiamo.- gli disse solamente, guardandolo negli occhi.
Annuì...e salì in
moto, non pensando più a nulla. Corse lento però. Kanagawa era piena di rumori,
di luci...e lui correva sinuoso, senza affanno, per quelle strade che ora non
gli parevano più tanto grigie.
Arrivato alla sua villetta, il cuore sembrava
fosse andato in vacanza ormai. Non se lo sentiva più...sembrava che
scoppiasse...e che non ci fosse più al tempo stesso.
E il suo desiderio venne
realizzato, almeno in parte per quella sera.
Quando si volse per cercare di
nuovo la deliziosa bocca di Raim, la scoprì addormentata sulla sua spalla...e
qualcosa che non era rabbia, tantomeno frustrazione, gli esplose dentro.
Era
bellissimo vederla dormire...era bellissimo che dormisse contro di lui.
Per
una volta riuscì a sorridere, perdendo di colpo la libidine che gli scorreva
nelle vene.
La prese di nuovo in braccio, troppo leggera e troppo fragile, ed
entrato in casa non accese neanche le luci.
Andò subito sopra in camera sua e
lì l'adagiò sul letto. La spogliò senza svegliarla, con dita gentili e dopo
essersi liberato anche lui dei vestiti si mise sotto al piumone con lei...e fu
la gioia pura.
Di colpo quel letto non era più così grande e vuoto. Di colpo
quella casa non era più una prigione...
Ed era solo grazie a Raim...che
lentamente si avvicinò a lui, aderendogli col suo corpo liscio e profumato,
stringendolo nel sonno, mormorando il suo nome.
- Kaede...-
-
Shhh...dormi.-
La vide sorridere, illuminata dalla vaga luce della finestra
aperta e la baciò assonnato, dolce, innamorato.
Scivolò nel sonno con lei e
dopo tanto, tanto tempo, fece un bel sogno.
Raim si svegliò la mattina
dopo verso le undici, sentendosi piacevolmente intontita.
Quel calore...che
strano...quel calore soffice, avvolgente, tenero e appassionato...
Qualcosa
le premeva addosso, qualcosa di troppo forte e magico per scacciarlo
via.
Avvertì un fiato caldo sulla fronte, un battito del cuore contro
l'orecchio...ma non aprì gli occhi.
Stava certamente sognando. Lo stava
sognando ancora...
Poi però la realtà prese lentamente il sopravvento. Una
mano estranea fra i suoi capelli, un'altra posata delicatamente sul suo
seno...un torace scolpito, un profumo conosciuto.
Aprì un occhio...e trovò
alla sua altezza la bocca socchiusa più invitante che mente divina avesse mai
potuto creare.
Aperto l'altro occhio, Raim tornò finalmente sulla
terra.
Rukawa. Era nel letto di Rukawa. Rimase immobile abbracciata a lui,
guardandosi vagamente attorno. Sbirciò anche sotto alle coperte ma lui aveva i
pantaloni di una tuta bianca, anche se a torso nudo e lei una sua maglia
addosso.
Lo toccò appena col dito, quasi per assicurarsi che non fosse il
finale di uno dei suoi sogni a luci rosse e quando finalmente capì che la volpe
era vera e non stava sognando, si pentì quasi che non fossero totalmente
nudi.
Miseria, ma che fine avevano fatto i ragazzi senza scrupoli eh?, pensò
divertita.
Che scema. Doveva essersi addormentata.
Che cretina! Come
poteva essere così stronza da addormentarsi dopo che la sera prima lei e il
volpino si erano divorati con un'occhiata? Probabilmente era la più grande
deficiente di Kanagawa. Un'altra al suo posto l'avrebbe sbattuto al muro e
violentato, altro che addormentarsi!
Deficiente, deficiente! Kirara sei una
deficiente! Dov'era finita tutta la sua resistenza eh?
Accidenti alla partita
che l'aveva lasciata esausta!
- Ecco brava...insultati...-
Quasi gridò
quando lo sentì sussurrarle all'orecchio. Fortunatamente le tappò la bocca col
miglior saluto mattutino che avesse mai ricevuto e quel bacio fra le coperte la
illanguidì, facendoglielo stringere ancora di più.
Non voleva più lasciarlo
andare. Avrebbe voluto stare abbracciata a lui per tutto il giorno.
E di
colpo le fu chiaro come il sole di giorno.
Il modo in cui le batteva il cuore
ogni volta che le vedeva, ogni volta che giocava, ogni volta che la
sfiorava.
Aveva preso il suo posto in lei.
- Mi sono addormentata...-
disse contrita, apparendogli tenerissima tanto che le riempì il viso di
baci.
- Hn.-
- Mi spiace.- mormorò di nuovo, con faccino deluso.
-
Vorrà dire che si prenderanno provvedimenti.- scandì tranquillo, tornando a
sprofondare nel cuscino.
- Provvedimenti?- Raim alzò il viso, senza
capire.
- Si. Devi finirla con tutti quei club.-
- Cosa? Neanche per
sogno!-
- Scegline uno e basta.-
- No.- scandì di nuovo la rossa - Non ci
penso neanche!-
- Oh...lo farai invece.- rispose, sicuro di sé e senza
perdere minimamente la sua flemma.
- Ehi cosa ti rende tanto sicuro eh?-
- Basta legarti al letto.-
Dal suo tono stranamente Raim non riuscì a
capire se scherzava o meno.
- Non fa ridere.- gli disse.
- Ti assicuro che
invece a me farebbe ridere davvero.- rispose lui serafico - E ti assicuro che lo
farei.-
- Ma davvero?- la rossa gli pizzicottò il braccio - E credi davvero
che me ne starei lì buona?-
- Se vuoi rendermi le cose più
divertenti...-
- Volpe maniaca.-
- Hn.-
Stettero qualche minuto il
silenzio, con Raim che continuava a pensare.
Gli carezzò piano il torace,
sospirando - Ehi, Kit...-
- Cosa?- bofonchiò, mezzo addormentato.
- Ieri
sera...-
- Hn...-
- Ecco...no...no, niente. Lascia stare.-
- Non
iniziare discorsi che non vuoi finire.- le rinfacciò sadico, prendendosi un
altro pizzicotto.
- Non ce la facevi proprio a trattenerla, vero?- lo prese
in giro.
- Già.-
- Al diavolo, baka.- sbuffò la ragazza, intrecciando le
gambe con le sue.
- Parla.-
- No, non mi va più.-
- Raim non fare la
bambina. Parla o ti faccio parlare io.-
- Undici parole. Complimenti.-
-
Raim...-
- La mattina sei sempre così in vena di chiacchiere? Però, devo
dirlo agli al...ehi!- sbottò, prima che Rukawa le salisse sopra e la
schiacciasse al materasso. Un attimo dopo le stava divorando la bocca,
passandole le mani fra i capelli, lisciandole indietro la frangia. Finalmente si
arrivava al sodo quando il fantastico telefono sul comodino del padrone di casa
si mise a squillare.
Ancora incollato alla bocca di Raim emise un gemito di
pura incazzatura, facendola ridacchiare.
- Non è giornata kitsune.- gli
disse, carezzandogli gli zigomi.
- All'inferno.- sibilò, spostandosi appena
per prendere la cornetta, per poi rimettersi steso su di lei.
- Pronto!-
ringhiò e con quel tono avrebbe diffidato chiunque dal proseguire ma la rossa
dopo un attimo lo vide sbiancare ancora di più, se possibile. Lo conosceva
ormai: Rukawa non era tipo da agitarsi ma ora i suoi occhi blu si erano fatti
febbrili, quasi spaventati.
- Come sta?- lo sentì chiedere roco - E si può
sapere come cazzo è successo!?-
- Ru...- lo richiamò spaventata. Che diavolo
sta succedendo?
- Maledizione!- ringhiò lui di nuovo - In che ospedale siete?
...ok, arrivo!- e si catapultò letteralmente giù dal letto, aiutandola a saltare
giù dalla sponda a sua volta.
- Ru cos'è successo? Vuoi farmi morire?-
-
Il do'aho è finito fuori strada con la moto da cross di Mito.- spiegò vestendosi
frettolosamente, con voce ricolma di una strana ansia - Non so cos'è
successo...Kogure è stato vago...adesso sono tutti e due al Seirin, l'ospedale
sulla seconda.-
- Oddio!- Raim aveva gli occhi sgranati - Com'è possibile?
Hana è un guidatore esperto!-
- Non lo so, non lo so!- urlò quasi,
afferrandola per la mano e trascinandola giù. In un lampo infilarono i giacconi
e un attimo dopo erano di nuovo in strada, con la kitsune che sfrecciava come un
forsennata per le strade, facendo poco attenzione alla gente che si trovava
quasi a un palmo dalle ruote.
Era incazzato nero! Come minimo quell'idiota
stava benissimo ma lui e un tipo attento come Mito erano caduti dalla moto c'era
sotto qualcosa. Qualcosa che cominciava sul serio a fargli girare le
balle!
Dannazione ad Hana! Era appena mezzogiorno! Non lo vedeva da otto ore
e si era quasi ammazzato!
Non avrebbe dovuto prendergli la moto la sera
prima! Se avesse avuto la loto Honda non sarebbe successo nulla. Dannazione,
dannazione!
Al telefono comunque Kogure gli era parso davvero preoccupato. E
se era qualcosa di grave?
Arrivarono al Seirin in un quarto d'ora e Rukawa
lasciò Raim davanti all'ingresso, dicendole di andare avanti al pronto soccorso
mentre lui parcheggiava come un disperato in seconda fila.
Entrò nel pronto
soccorso poco dopo e fermò la prima infermiera che passava, chiedendole di un
deficiente coi capelli rossi che si era schiantato con la moto, insieme a un
altro ragazzo coi capelli neri.
La donna gl'indicò subito l'ambulatorio che
stava nel corridoio alla loro destra e dopo averlo percorso la kitsune si
ritrovò all'ennesimo ritrovo all'ospedale della squadra dello Shohoku.
-
Rukawa!- Akagi che camminava avanti e indietro come un bufalo sembrò abbastanza
perplesso di averlo visto arrivare così presto ma non fece commenti, anche
perché la faccia della sua ala piccola era di uno che non aveva voglia di
scherzare. - Come sta? Cos'è successo?- chiese subito Kaede - Si può sapere cosa
cazzo ha combinato stavolta?-
- Rukawa, adesso calmati.- cercò di placarlo
Kogure, seduto su una scomoda panchina insieme a Ryota, Ayako, Mitsui e Raim -
Hanamichi è dentro con Mito e Haruko. Sono caduti dalla moto più o meno davanti
al condominio di Mito. Fortunatamente sono riusciti a deviare e a finire nel
parco che hanno di fronte a casa loro ma...-
- In poche parole non sappiamo
ancora cosa cazzo sia successo.- riassunse Mitsui secco.
- Anche se ne
abbiamo una vaga idea.- sentenziò Miyagi rabbioso, alla fine.
- State calmi,
non andate subito in paranoia.- li bloccò Ayako - Quando sono arrivata ho visto
Mito. Si era solo sbucciato un ginocchio ma aveva bisogno di qualche punto. Fra
un attimo uscirà a ci faremo dire tutto.-
In quel mentre arrivarono anche le
matricole, trascinate da un piangente Rei che si attaccò quasi alle gambe del
Gorilla, disperato, facendo un casino della malora e pregando per il povero
senpai Sakuragi che rischiava la vita.
Calmati quei deficienti ma coi bollori
dei titolari che aumentavano, uscì finalmente Mito appoggiato a una
stampella...ma quando aprì la porta insieme alle risate di Haruko si sentirono
anche le grida isteriche di quel deficiente che sembrava urla - FAI PIANO MAMMA,
CAZZOOOOO!!-
Mito rise, chiudendosi la porta alle spalle e poi fu
letteralmente assalito dalla squadra di basket.
- Insomma si può sapere cos'è
successo??-
- Voi due deficienti siete sempre i soliti!-
- Che cazzo ha
Hana, eh? S'è rotto qualcosa?-
- E come avete fatto a farvi male?!-
- Se
non siete in grado di stare in moto statevene a casa, idioti!-
Ok, dopo
quella fantastica tirata per altro non meritata, Mito li fece calmare tutti col
suo solito self control e dopo essersi messo a sedere e aver tirato fuori il
cellulare, raccontò finalmente l'accaduto.
- Ci siamo svegliati presto
stamattina.- iniziò - Io e Hana volevamo andare a fare un giro in spiaggia, così
abbiamo preso la mia vecchia moto da cross e siamo partiti. Non eravamo neanche
fuori dalla piazzola che per girare e uscire in strada ho dovuto frenare...ma
non è successo niente.-
Gli altri sgranarono gli occhi.
- Non...non
andavano i freni?- alitò Ayako.
- Già.- annuì Yohei - Nel giro di un secondo
io e Hana abbiamo capito che qualcosa non andava, così abbiamo curvato contro il
muro, quasi ammazzandoci e visto che non potevamo frenare, ho pensato che
l'unico modo per attutirci la caduta era andare a sbattere contro qualcosa di
meno duro di un muro di cemento. Ci siamo infilati nel parco davanti a casa sua
e siamo finiti fra i cespugli, cadendo.-
- Come va il ginocchio?- gli chiese
Miyagi - E Hanamichi?-
- Io sto bene, solo sei punti. Hana è caduto di
schiena, è solo tutto pieno di graffi sulle spalle e sulle braccia.-
Lo
Shohoku tirò un sospiro di sollievo, quando Mito che si era portato il cellulare
all'orecchio sembrò mettersi a parlare con qualcuno. Noma in quel caso.
-
Allora?- lo sentirono bofonchiare - Cos'ha?-
La sua espressione si fece
gelida, ma un ghigno gl'increspò le labbra - Va bene, grazie. Si, si...stiamo
bene. Ah, senti...Noma, fammi un favore. Chiudimi la moto in garage, si...sai
dove sono le chiavi...ok, ci vediamo a casa. Ciao.- e chiuse la comunicazione,
continuando a ghignare.
- Allora?- Mitsui sembrava sui carboni ardenti.
-
Ho fatto controllare la moto da Noma.- disse Yohei, fissando il gruppo con aria
eloquente - Qualcuno ha manomesso le pastiglie dei freni.-
Calò il silenzio e
sinceramente più nessuno ebbe voglia di parlare, tantomeno Akagi che ormai non
poteva più neanche pensare a un rapporto civile con quelli dello Shikuda. Perché
erano stati loro.
Prima che Hana uscisse dall'ambulatorio arrivò anche Sendoh
che chiese preoccupato come gli altri delle condizioni del loro amico ma da come
quel deficiente ululava dall'interno della stanza, doveva stare
benissimo.
Raccontarono ad Akira della faccenda che per altro non ne rimase
minimamente stupito, poi finalmente quella testa rossa uscì dalla stanzetta,
sorretto da Haruko e seguito da una dispotica donna in camicie che gli
borbottava dietro furibonda.
- Oh Hanamichi!- Ayako corse subito a chiedere
alla madre del Tensai delle sue condizioni - Come sta?-
- Benissimo.- sibilò
la donna, che nessuno sapeva essere sua madre a parte Kaede e Mitsui - E' piano
di graffi questo imbecille senza cervello ma a parte questo si riprenderà in
pochi giorni!-
- Visto idiota! Ti fai insultare perfino dai dottori!- rognò
Akagi.
- E piantala Gori! È mia madre!-
Un attimo di silenzio tombale...e
poi quasi tutta la squadra aveva le mascelle a terra, con Ryota che si chiedeva
sconvolto come una così bella donna potesse essere la madre di un tale
ritardato. Comunque si assomigliavano...si, poteva essere solo sua madre. Aveva
la sua stessa aria infuocata.
La signora Kana strinse le mani a tutti,
autorizzando pure al Gori di continuare a pestare Hana come e quanto voleva, poi
fece la conoscenza di Ayako, Kogure, Rei e Miyagi e così andò a finire che le
raccontarono cosa stava succedendo. Certo, non che lei non se ne fosse già
accorta che suo figlio fosse diventato un po' paranoico, appostandosi dietro
alla porta di casa, spiando dalle finestre e tutto il resto, ma aveva la cosa
come una delle sue follie...
Ora però la cosa aveva un suo perché.
- Se
non altro siete stati in gamba a pensare di infilarvi nel parco.- li consolò
Haruko, attaccata dolcemente al suo braccio sano - Secondo me bisogna vedere il
lato positivo della cosa.-
- Certo...considerato che non riesco neanche a
sedermi.- frecciò il rosso, con tutto il sedere spelato - L'unica cosa che mi
consola è che non ero sulla Honda...-
- Do'aho.- gli rinfacciò Kaede
stizzito.
- E sta zitto kitsune...oh...come mai sei qua? È solo
mezzogiorno!-
- Mentecatto.- gli ridisse di nuovo il volpino - Dai, prendi la
tua roba che ti riporto a casa.-
- Grazie mille Kaede.- sorrise la signora
Kana - Tanto io stacco fra due ore.-
- Signora, quanto ci vorrà perché si
rimarginino i graffi?- le chiese Raim.
- Oh, basteranno dieci giorni. Non
dovete preoccuparvi.-
- Dieci giorni?- sbraitò Hana - Ma ...mamma! E come
faccio ad allenarmi?-
- Semplice. Non lo fai.- replicò serafica - Fili dritto
a Okinawa dai nonni.-
- Cosa???- ululò di nuovo, spaventando tutto l'ospedale
- Ma non posso andarmene adesso!-
- Eddai Hana, non fare lo scemo! Sono solo
dieci giorni!- lo zittì Ayako agitando il ventaglio - In fondo la partita contro
lo Shoyo è fra un mese quasi! A Okinawa, anche se non potrai correre, potrai
sempre allenarti nei tiri liberi.-
- Ecco, ottima idea.- ghignò Mitsui.
-
Ha ragione Ayakuccia.- rincarò Miyagi - Chissà che te ne riesca uno
finalmente!-
- E poi Okinawa è bella in questo periodo, sai?- cinguettò anche
Akira.
- E basta, mi avete rotto tutti!- sbuffò - Ok, ok! Il Tensai starà
fuori dai piedi per dieci giorni!-
- Tensai...- ironizzò sua madre sarcastica
- Fila a casa e mettiti a letto, chiaro? Anzi, Kaede legacelo e basta.-
-
Sarà fatto.- disse la volpe con tono roco ma sicuro.
- Grr...- Hana ormai era
un ringhio unico. Perfino la sua Harukina non riusciva a calmarlo così senza
poter dire niente si fece portare a casa dal gruppo, gl'invasero la casa e lo
misero a letto, mentre Ayako gli preparava qualcosa da mangiare. Quando poi il
Tensai sentì da Mito che quei bastardi dello Shikuda avevano manomesso le
pastiglie dei freni, lo videro praticamente eruttare come un vulcano.
Il suo
strombazzare vendetta ai quattro venti per una volta non parve al gruppo così
insensato.
Avevano davvero rischiato di far ammazzare Sakuragi.
Quelli
dello Shikuda ci stavano davvero andando giù pesanti...ora miravano dritti alle
loro bare.
- Stanno solo cercando di spaventarvi.- mormorò Sendoh più tardi,
attirando l'attenzione di Rukawa che trafficava nello sgabuzzino di casa
Sakuragi per cercare delle corde con cui legare il do'aho alla testata del
letto.
- Più che altro ci stanno facendo incazzare.- sibilò la volpe.
-
Sendoh, una domanda.- Mitsui tornò nella camera di Hana, con un caffè in mano e
una sigaretta in bocca - Nessuno ha mai risposto a quei dementi? Cioè...nessuno
gli ha mai dato fuoco alla macchina? Scassinato la casa?-
- A dire il vero
no.- rispose angelico Akira - Io mi sono limitato a rompere il naso a Takeru, lo
sai.-
- Hn...- borbottò Hisashi pensoso - E' così eh?-
- Mitchy...che ti
passa in quella testa bacata?- insinuò Hana - Non vorrai fare qualcosa mentre io
non ci sono, vero?-
- Oh, tesoro che se vuoi ti aspetto!- lo prese in giro,
serafico.
- Ma vai va! Che hai in mente?-
- Mitsui, niente puttanate!-
soffiò Akagi ficcandogli un calcio nel fondo schiena.
- E sta zitto Gorilla,
ci hanno quasi ammazzato questa mezza sega, dai! Lasciami divertire!-
- Vai a
divertirti giocando in autostrada, falla finita!-
- Ok, ok...ne riparliamo
fra dieci giorni.- e strizzando l'occhio a tutti, quelli dello Shohoku
cominciarono a chiedersi che diavolo passasse per la testa a quel diabolico
essere.
Se non altro avrebbero reso allo Shikuda pan per focaccia. E la cosa
era molto allettante!