Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: sean    13/01/2007    0 recensioni
Tratto da una storia vera.
Ascolti consigliati: New Born dei Muse
English Summer Rain dei Placebo
When Everything Collapse dei Waist of Noise
My Plug In Baby dei Muse
Bathory Aria dei Cradle of Filth
Surfacing & Wait and Bleed degli dei Slipknot
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Third of August 2003

Lei aveva quattordici anni. Lui ne aveva ventitrè, venticinque. Aveva gli occhi azzurri e lei camminava da sola, andava alla casa di una sua amica. Aveva dei pantaloni lunghi da ginnastica, verde militare, e un top arancione, e i capelli tagliati di fresco, giorni prima, corti coi colpi di sole biondi. Lui aveva i capelli corti, biondo-rossicci, e una maglietta bianca, pantaloni lunghi, forse i jeans. Lei l'ha visto fermo a scaricare scatole dal furgoncino parcheggiato, uno Scudo bianco Fiat, lui l'ha vista passare. C'erano due suoi ormai ex compagni di scuola vicino al muro di un complesso di mattoni dall'altra parte della strada, sul marciapiede, in bici, e uno era il ragazzo che le piaceva alle medie. L'altra una biondina che gli andava dietro da tempo. Trattenne un po' il respiro quando li vide, ma per orgoglio decise di tirare dritto e di non farsi vedere. Il ragazzo aveva gli occhi azzurro cielo profondo ed era castano, e probabilmente la vide mentre portava la bicicletta di quell'altra giù dal marciapiede. Lei continuò a camminare, lui la fissò per qualche secondo e sembrò riprendere il suo lavoro, invece a quanto pare fece ripartire il furgoncino e lo portò alla fine del parcheggio, per farsela passare davanti un'altra volta. Erano le nove mezzo di sera, e lei andava a una festa a casa degli amici dell'amica, i Colombo, che avevano una villa gigantesca e col giardino in provincia, e forse alla fine della settimana sarebbe partita per andare in Croazia coi suoi genitori. Lo vide appoggiato col gomito al finestrino aperto della portiera, aperta, perché faceva caldo ed era agosto, i primi d'agosto, ed era estate piena. C'erano degli alberelli piantati al bordo della pista ciclabile, e insieme alla siepe che costeggiava il giardino del palazzo dietro davano un bel senso di fresco. Lo ignorò apposta e proseguì tagliando il prato che fa fare angolo alla strada e al marciapiede, e il prato era umido e forse le bagnò i pantaloni. Dall'altra parte risalì il corto scalino, un piccolo pendio, che riportava alla strada e girato l'angolo dopo qualche metro, quasi davanti al cancello di casa della sua amica, se lo ritrovò davanti, con la portiera sinistra aperta, seduto al posto di guida, e il motore spento. La guardava, e rideva, e aveva la mano sinistra col gomito steso sulla pancia. Si stava facendo una sega. Lei lo guardò negli occhi, e istintivamente si mise a correre, pochi passi fino al cancelletto d'acciaio nero, quadrato, aperto. Non lo vide riingranare la marcia e ripartire per il fondo della via, forse convinto che avrebbe continuato a scappare. La sua amica la sera dovette uscire dal cancello un attimo, a prendere una cosa in macchina, e nonostante la distanza da quel bastardo lei ebbe paura che lo incontrasse fuori.

Dopo circa un mese cominciò la scuola. Lei vide due ragazzini, in giro fra le aule, di quelli che si notano subito, metallari, ricercati, caratteri opposti, stesso segno, s'innamorò di uno e scoprì dopo anni che all'altro non dispiaceva. Il dolore più grande lo provò con il primo, però. Lentamente, ora dopo ora, giorno dopo giorno, vedere il suo amore trasfigurato da quella orribile espressione, cancellato da quel lurido bastardo, il suo bambino, il suo angelo, il padre di suo figlio. Perché quei due gli assomigliavano uno più dell'altro. Non avere neanche il coraggio di guardarlo negli occhi, per mesi, per anni, quegli occhi bellissimi, caldi come il sole, splendidi come la luna, profondi, dolci, languidi, anelanti, per un suo gesto per un suo sorriso, in un'eterna astinenza, cancellando per la disperazione gradualmente quell'uomo e la sua anima sporca dalla sua mente, il suo bambino poteva così crescere libero. E pulito. Ma il sangue che lei avrebbe versato nell'incontrare quella faccia e quei modi, quel sorriso, quelle mani, non avrebbe mai finito di scorrere finchè Dio esisteva. Dopo tre anni e tre mesi, in un giorno di novembre, lo rivide, lo riconobbe, tirò dritto, ancora una volta lui sbagliò strada. Lesse la targa e l'imparò a memoria. CR068AA. Il giorno dopo rivide il suo amore. E per la prima volta nella sua vita, DESIDERO' CON TUTTO IL CUORE SOLTANTO MORIRE.

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: sean