Mine.

Black*Star, da bambino, non era mai stato egoista, aveva sempre ceduto i suoi giocattoli agli altri, aveva sempre permesso loro di divertircisi, perché lui era un big e non aveva bisogno di uno stupido dinosauro di plastica, per essere felice.

In realtà, non aveva mai avuto nessun giocattolo che gli appartenesse, non davvero.

Black*Star non aveva mai avuto niente di suo, non prima di allora.

Poi era arrivata lei, con quei buffissimi codini ed enormi occhioni verdi, gambe magroline e grandi tomi sempre fra le mani. 

Il suo primo oggetto era appartenuto a lei, prima. Ne era una parte.

Era una giornata di pioggia ed i bambini erano tutti rintanati in classe, delusi dal maltempo e desiderosi di uscire. Lei, invece, continuava a mantenere un sorriso radioso sul viso, immersa nella lettura di un enorme libro. Così lui le si era avvicinato e le aveva chiesto "Perché sei così felice? Fuori piove!" ed ella, quasi fosse una cosa scontata, gli aveva risposto "Ho qualcosa di  mio e questo mi rende felice. " indicando l'enorme volume. "Io ho tantissimi giochi, ma nessuno di questi mi rende così allegro!", era stata l'affermazione dell'azzurro. "Tieni, magari questo ti renderà felice!" aveva risposto la biondina, porgendogli un braccialetto di plastica con un ciondolino a forma di "M". Black*Star aveva dischiuso il palmo della mano ed aveva afferrato l'oggettino, bofonchiando un "Come se uno stupido bracciale potesse rendermi felice. Per chi mi hai preso?!". Poi tornò al suo banco, nelle ultime file, si sedette e iniziò a scrutare il gioiello.

"Che regalo stupido." borbottò prima di infilarlo al polso.

Una piccola parte di Maka gli apparteneva ed era unicamente sua.

Ora, Star sorride osservando il corpo, più maturo, della ragazza, steso accanto a sé sull'enorme letto matrimoniale, la catenina ancora al polso.

Passa delicatamente un dito sulla schiena nivea, si ferma a giocare con una ciocca bionda stesa sul cuscino bianco, poi lei mugugna qualcosa e si gira verso di lui. 

Guarda le esili labbra rosee, il naso leggermente all'insù, le guance arrossate e pensa che, tutto ciò, gli appartiene. Maka stessa, ormai, è di sua proprietà.

Quel corpo gli era stato concesso più e più volte ed assieme ad esso, anche il cuore della proprietaria.

Black*Star osserva estasiato la fragile Maka e gli viene in mente quando le ha autografato la fronte mentre era paralizzata a causa del veleno di Arachne.

Effettivamente, Maka è sempre stata sua.

Si alza lentamente, per non svegliarla, e recupera un pennarello nero da sopra la scrivania, poi scrive il suo nome fra le scapole di lei.

Tutti devono sapere che, fra tutti quei giochi, ce n'è uno solamente suo e non è disposto a cederlo per nulla al mondo.

Angolo dell'autrice:
Allora, voglio annunciarvi che, finalmente, la raccolta è giunta al termine. Avrei voluto chiuderla meglio, piuttosto che finire con un capitolo scritto in fretta e furia alle due di notte, ma, purtroppo non ho altra scelta.
E' estate, probabilmente avrò pochissimo tempo per scrivere (causa ragazzo ed amici), per cui, meglio finire che lasciarla incompleta! 
Tanto, nei momenti di ispirazione, sicuramente tornerò a rompere con qualche shot (ed ho in fase di scrittura-pensamento cinquanta-opiù- frasi sempre su di loro).
Ora, voglio ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa raccolta -che mirava a "pubblicizzare" questa splendida coppia- e, soprattutto, tutti quelli che hanno recensito, rendendomi immensamente felice.
Spero che qualcuno, grazie a me o loro, si sia affezionato a questo pairing almeno quanto lo sono io.
Ecco, ora vado, che sono le due e trentasette di notte e mia madre sta per uccidermi.
Un bacione, alla prossima -se ci sarà!-,
Lily Inuzuka.