29/06/2012
2 recensioniMoments Like This
Salve!! Sono Ania M. Grace e mi sto occupando delle traduzioni delle storie di akurosa, un’autrice veramente in gamba di cui mi sono innamorata. Questa è la prima storia alla quale mi sto dedicando, ma certamente spero di tradurne quante più posso per farvi conoscere questa magnifica autrice.
La storia consiste in una raccolta di Oneshots/Missing Moments dedicata al rapporto tra Rufy e Zoro.
NON è una shonen-ai, né una yaoi. Se esistesse un genere per definirla, direi che nakamaship è il termine più corretto.
È una storia attualmente in corso, e finora conta 37 capitoli. La lunghezza dei capitoli, e i generi sono piuttosto vari . Trovate l’originale qui.
Vi prego, se potete, di fare un salto nel sito dell’autrice e lasciarle qualche commento. Io penso che meriti veramente tanto e le farebbe certamente piacere. Spero, con le mie traduzioni, di riuscire a farvela apprezzare.
1. I know I won’t fall
(So che non cadrò)
Usop sta fischiando sottovoce mentre pazientemente attende che un pesce ignaro abbocchi all’esca preparata da lui stesso. Le gambe penzolano tra i montanti in legno del parapetto; lì è al sicuro al contrario del suo capitano, il possessore di un Frutto del Diavolo, che Usop tiene attentamente d’occhio.
La pazienza non è una delle virtù più grandi di Rufy e l’attesa infinita lo ha reso irrequieto. È in piedi sul sottile corrimano ligneo, a godersi il tramonto davanti a lui. Il pirata dal cappello di paglia se ne sta il più possibile in prossimità del bordo senza effettivamente rischiare di cadere giù, anche se per Usop e le sue paure è fin troppo vicino.
«Rischi di cadere», lo avverte Usop.
«No, non succederà», risponde Rufy semplicemente mentre cammina avanti e indietro distendendo la braccia intorpidite.
«Te ne pentirai…Oh oh oh!». Usop è così emozionato dal forte strattone della canna da pesca, che si allontana dal suo amico per tirarla fuori dall’acqua. Non si accorge nemmeno della forte raffica di vento della sera che in un attimo strappa il cappello di paglia dalla testa del suo proprietario.
«Ah!», Rufy grida per il fatto inaspettato ma le sue mani sono già protese verso il suo tesoro. Rappresenta la sua promessa con Shanks e per questo non può perderlo. Solo un po’ più lontano… Solo un po’ più lontano…
«Ed ecco che Usop il Magnifico ha appena pescato… RUFY!», urla Usop vedendo il suo amico oscillare pericolosamente verso quella che sarebbe stata la sua morte – il mare. Usop prova a mollare la sua canna da pesca e raggiungere Rufy allo stesso tempo, ma il panico ha preso il controllo della sua mente; i palmi delle sue mani sono scivolosi e si sta aggrovigliando sempre più alle sue lenze.
Nonononono, Usop pensa disperatamente mentre cerca di arrivare al suo amico ma il suo salto è troppo corto e Rufy cade…
«Maledizione!». Zoro, che si è improvvisamente materializzato accanto a Usop, impreca; ha i gomiti e le ginocchia graffiati a causa del suo salto impressionante dal luogo dove stava appisolato per venire in soccorso di Rufy. Usop non è mai stato tanto felice di vedere lo spadaccino, compresi gli istinti omicidi emanati dalla sua persona o meno. Il giovane dai capelli verdi si rialza, la sua presa salda sulla caviglia del suo capitano. Guarda con aria feroce al ragazzo appeso a testa in giù, con il rischio che possa cadere negli abissi più profondi dell’oceano e annegare ma – accidenti a lui – sta ridendo. «Dovrei proprio lasciarti cadere qui e ora solo perché sei così sconsiderato, Rufy».
Rufy ride, il vento che lo fa oscillare lievemente avanti e indietro.
«Ma non lo farai».
Non è una domanda, né una supplica, né una sfida.
«No», Zoro sospira stancamente perché quel ragazzo è senza speranza e lui lo sa. «Non lo farò».
Dopo aver trascinato il giovane a bordo Zoro ritorna al punto in cui ha lasciato le sue preziose spade nel mezzo di quella confusione e si sistema di nuovo in una posizione confortevole.
«Te l’ho detto». Rufy sogghigna piegato in due a terra (Zoro lo ha mollato lì senza troppe cerimonie). Si rialza e, questa volta con una presa salda al suo cappello, salta nuovamente sul corrimano. «Non cadrò».
Usop apre la bocca per controbattere, perché tecnicamente Rufy è caduto solo che non è caduto dentro, ma prima che possa puntualizzare viene interrotto da un feroce ruggito.
«RUFY! SCENDI DA QUELLA MALEDETTA BALAUSTRA!».