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Autore: MistakenWind    29/06/2012    3 recensioni
In un mondo in cui tutti continuano a ripetere "C'è crisi", ogni tanto spunta qualcuno che ha ancora il coraggio di essere se stesso, e strappare un sorriso con un po' di goffa ironia a chi continua a camminare a testa bassa rassegnato. Margò è goffa, imbranata e forse strana (sinonimo forse di pazza?) e dovrà lottare con una gioventù che apprezza solo una quarta/quinta di reggiseno, o il metro e settanta di altezza.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5.






Eh si, la mia vita stava prendendo un senso! Finalmente la mattina non mi svegliavo più con il pensiero di una giornata pesante, noiosa con qualche imprevisto un po' spiacevole, adesso mi svegliavo con la mente immersa tra i fiori i coniglietti e tante farfalle...
STOP STOP STOP!!!!
Oh mio Dio! Forse sto iniziando a parlare come Lucy! Lei sì che viveva nel mondo dei sogni. A volte si metteva a fissare un punto per minuti, senza muovere un muscolo, con un sorriso ebete stampato sulla faccia. Sembrava una che si era appena fumata un mega cannone. Il bello è che non rimaneva in silenzio... ma sparava in aria parole come "conigli... unicorni... fate", e poi sorrideva anche di più. Lei gli chiamava "Attacchi di fantasia", e ci ripeteva in continuazione che noi giovani dovevamo imparare da lei.
Sinceramente però, non volevo sembrare una paranoica schizzata che vede unicorni rosa e marshmallow  viola sul muro!
Vabbè, a parte queste piccole interruzioni comiche della giornata, la mia vita va alla grande!

Erano passati ormai cinque mesi da quel fantastico giorno, e ancora il mio principe azzurro si soffermava con il cavallo bianco davanti a casa mia per venirmi a prendere e portarmi in giro per il mondo delle favole (non quello di Lucy con gli unicorni). L'estate stava arrivando e finalmente si toglievano le maniche lunghe e si lasciava il posto alle maniche corte e ai golfini di mille colori.
L'unica cosa che stonava un po' con tutta quella felicità era la paura di qualcosa di brutto. Di qualcosa che potesse rompere il filo della mia felicità e farmi sprofondare di nuovo in quel caos nero che ho odiato per molti anni. Ma scacciando i pensieri torno a vivere nel mio bel posticino al sole, cullata dal vento e dalle braccia di Joey.
Stavamo per partire in una piccola gita al Lago. Il mio posto segreto preferito, dove andavo sempre da piccolina insieme alla mamma. Era un laghetto piccolo sconosciuto da tutti, dove c'erano i pesci ma non venivano pescati. Era circondato dal bosco (mio particolare preferito), e gli alberi creavano un'ombra perfetta. Era raggiungibilissimo a piedi, e quel pomeriggio partimmo con qualche panino per cena nello zaino e tanta voglia di stare un po' da soli... io e il mio principe azzurro.
A volte mi domando perchè abbia scelto proprio me... una quasi diciasettenne semi cretina che non ha proprio niente di bello. Ma come sempre sento dire "L'amore è pazzo" e allora lasciamolo fare il suo corso... adesso sta a me giocare nel bel gioco dell'Amore.
< Sei bellissima.>
Eravamo sdraiati in quell'ombra fantastica vicino al laghetto. Mi carezzava i capelli e il suo sorriso mi toglieva il fiato. Anche se ormai mi sembrava di conoscere a memoria tutto di lui, ogni tanto riscoprivo cose che non avevo mai pensato di scoprire.
< Anche tu >
Mormorai cadendo in estasi appena le sue labbra sfiorarono le mie. Era tutto perfetto.. di nuovo... lui... l'ambiente... noi...
Da un bacio tranquillo e rilassato, si passò ad un bacio passionale e profondo, di quelli che ti tolgono il fiato, di quelli che ti fanno piangere, di quelli che ti fanno capire cos'è l'amore.
< Ti amo.>
Mormorai incerta. Lui si staccò un secondo dalle mie labbra, mi guardò, con quegli occhi meravigliosi che brillavano all'ombra della quercia.
< Anche io.. tansissimo >
E poi, senza darmi tempo di rispondere, scivolò lentamente sul mio corpo, e senza smettere di carezzarmi la guancia riprese a baciarmi.
La passione ci avvolse... inutile dire che le mie mani correvano seguendo un istinto inconscio sulla sua schiena, infilandosi dentro la maglietta per accarezzarne meglio le forme e il calore. Anche le sue mani, esploravano il mio corpo, con una punta di timidezza, guardandomi negli occhi ogni tanto per vedere se "approvavo".
Adesso... mi vergogno un po' a dirlo... ma OVVIO CHE APPROVAVO! Quando un adone come lui inizia solo a sfiorarti che fai, lo mandi via? Certo che no!
Così.. bruciata dal fuoco lento della passione gli tolsi la maglia e accolsi il suo petto perfetto e marmoreo sul mio. Lui mi sorrise incerto mentre riprese a carezzarmi il volto un po' incerto.
< Ho un po' paura sai..>
Mi disse giocando con una ciocca dei miei capelli.
< E di cosa? >
Gli risposi io mordendogli un labbro.
< Non so... se sei pronta...ti vedo così piccola >
Io ridacchiai. Oh andiamo ormai ero cresciuta, e conoscevo persone che lo avevano fatto molto prima di me (Lucy, a 15 anni per essere precisi). E poi, io mi sentivo pronta, e se era lui a togliermi la mia verginità ero più che felice. Io l'amavo, e lo amavo veramente, più di qualsiasi cosa.
< Non ti devi fare questi problemi... facciamo quello che ci sentiamo di fare. Punto. >
Tremavo però... avevo un po' paura...
< Sicura?...>
Il mio cuore martellava così forte nel petto che probabilmente lo avrebbe sentito anche lui. Annuì, e quando mi sorrise tranquillizzandomi la pace dei sensi mi avvolse, ed io ero finalmente pronta.
Lasciai che il mio istinto prevalesse sulla mia ragione, e non feci una cosa sbagliata. Sentii che lo amavo ancora di più di quello che si può amare. Quando finalmente, lo accolsi dentro di me... tutto si colorò di mille luci. Le lacrime uscirono spontanee dagli occhi, mentre stringevo il suo corpo chiedendo che rimanesse per sempre così, in quell'amore ipnotico che ti rapisce e ti porta via dalla realtà. Anche lui, probabilmente mi amava come lo amavo io. Guardavo i suoi occhi scintillare come non mai, mentre una gioia infinita lo aveva rapito. Anche io ero felice, anzi.. felice era troppo poco per spiegare.
ERO
Ero tutto. Ero l'acqua che scorreva nel fiume, l'albero che protende i suoi rami verso il sole, il fuoco che arde qualsiasi cosa che gli capita a tiro. Ero il cerbiatto svelto che salta nella foresta, ero la farfalla che vola indisturbata sulle persone, ero la stella che brilla in alto di luce priopria, ero lo scoiattolo che si arrampica e corre veloce sui rami, ero terra che vibra ad ogni nostro passo, vera dea e madre di tutto. Ero musica che esplode nei nostri corpi, ero aria essenziale per l'esistenza. Ero tutto.
Si lo amavo. Non c'erano dubbi. E io lui eravamo una cosa sola adesso.

 


  
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