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Autore: Giglio    14/01/2007    7 recensioni
Erika è una liceale come tante altre che sogna d’incontrare il principe azzurro. Una giornata andata particolarmente male incontrerà Alberto, uno studente universitario, alla guida della sua costosa Lexus SC 430. Dall’aspetto il ragazzo sembra un vero principe… peccato che come tale si scoprirà uno schiavista!
P.s. ho messo nel profilo la loncandina con la foto dei "veri" Erika e Alberto!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa… per quelle di voi che hanno la fortuna di aver trovato questa storia familiare, non preoccupatevi non ho intenzione

LEZIONI PRIVATE!

 

 

Insicura se quello che Alberto le aveva detto era vero o meno Erika non andò alla polizia, ma sapeva di averlo scoperto, quindi pensava di essersi liberata del ragazzo. La sua però era soltanto un illusione. Alberto non si era fatto ne vedere ne sentire per un paio di giorni, ma un giorno, mentre Erika usciva felice da scuola, convinta di aver riconquistato la propria libertà, si ritrovò davanti il ragazzo che le sorrideva in modo scaltro.

Appena lo vide Erika lanciò un piccolo urlo e si voltò automaticamente cercando di far finta di niente, Sara e Carla invece lo fissavano sognanti.

- Ferma lì! – le urlò il ragazzo quando lei cominciò a correre.

Erika non era certo un’amante dello sport e della corsa, ma quel giorno sembrava che le fossero spuntate le ali ai piedi. Correva velocemente e si nascondeva in ogni angolo possibile per cercare di liberarsi del ragazzo, ma Alberto le teneva testa e riusciva sempre a trovare ogni suo nascondiglio.

Riuscì a liberarsi di lui soltanto quando salì in un autobus in partenza. Una volta dentro al mezzo, con il fiatone che non le permetteva di respirare, poggiò la testa contro il vetro e fece la linguaccia ad Alberto.

- Piccola… ! – lo sentì urlare, ma fortunatamente era troppo lontana per sentire il resto.

 

- Mamma… mamma… ti prego mandami in un’altra scuola! – appena entrata a casa Erika aveva deciso di pregare la madre di cambiare scuola.

- E perché vuoi cambiare scuola? – le chiese la madre confusa cercando di staccare Erika dalle sue gambe, la ragazza si era appiccicata alla donna come un koala ad un ramo. – Ti manca poco per la maturità! – aggiunse la madre cercando ancora di liberarsi della figlia.

- Ti prego! – fu l’unica risposta della figlia.

- Non dire sciocchezze… - rispose la madre cercando di mantenere l’equilibrio. – E lasciami… - le urlò mentre riusciva finalmente a liberarsi dalla presa della figlia.

- Mamma… - urlò Erika mentre la madre si allontanava. -… voglio cambiare scuola! – insistette con voce piagnucolosa.

La madre di Erika, una donna severa e rigida, non aveva certo intenzione di far cambiare scuola alla ragazza. Ma quello che Erika non sapeva era che anche cambiando scuola non avrebbe risolto nulla, Alberto aveva già progettato un piano per poterla controllare da vicino la cui unica via di scampo sarebbe stata cambiare città.

Aveva preso a seguire la madre di Erika ovunque andasse, al supermercato, nei parcheggi, nelle strade che percorreva di solito, in lavanderia, ovunque la donna passasse il ragazzo aveva messo ben in vista dei volantini dove si offriva come insegnante privato a basso costo.

La donna sembrava non accorgersi nemmeno degli svariati sforzi del ragazzo, passava davanti ai manifesti ignorandoli completamente. Alcune volte gettava uno sguardo ma la cosa sembrava non interessarle, eppure Alberto sapeva che Erika non era quel che si dice una studentessa modello e che sua madre voleva che la figlia s’iscrivesse all’università.

Disperato, Alberto aveva applicato dei volantini persino dentro l’ascensore del edificio di Erika e davanti sulla porta di casa della ragazza, era impossibile che la madre non gli avesse visti. Infatti alla fine riuscì a spuntarla, la donna era rientrata dalla spesa e distratta aveva aperto la porta di casa senza badare al manifesto. Alberto la spiava di nascosto, convinto che doveva trovare una nuova soluzione, ma dovette ricredersi, poco dopo aver chiuso la porta, la donna si era riaffacciata e aveva staccato il manifesto leggendolo con interesse.

Quello che anche Alberto non sapeva però, era che ad aiutarlo con il suo piano fu, sebbene senza saperlo, proprio Erika. Sua madre non avrebbe mai deciso di prendere un insegnante privato, se pochi giorni dopo aver trovato il volantino, non fosse arrivata la pagella della figlia.

- Tre in matematica? – l’aveva accolta un pomeriggio mentre la ragazza rientrava sorridente da scuola. – Ma sei stupida? – domandò a Erika che guardava pietrificata la pagella, se ne era completamente dimenticata.

- Mammina… - provò a dire con dolcezza la ragazza.

- Com’è possibile prendere voti così bassi? – le urlò la donna ignorando il tentativo della figlia. – Che hai in testa? Usa il cervello! – aggiunse severa allontanandosi dalla porta.

Erika che non aveva avuto più il coraggio di alzare lo sguardo davanti alla madre, non si accorse del ragazzo che aveva davanti.

- Ciao! Sono il tuo nuovo insegnante. – si senti dire, anche se la voce era molto bassa e incerta. – Piacere di conoscerti. Ci divertiremo – aggiunse ridendo.

Erika alzo lo sguardo per guardarlo.

- Ahh… - urlò. Nonostante il travestimento da secchione, occhiali spessi, vestiti ridicoli e capelli pettinati in modo orrendo, riconobbe subito Alberto.

- Sì signora… - rispose Alberto alla madre di Erika, mentre spingeva la giovane verso la sua stanza. – Cominciamo la lezione? – aggiunse a voce alta per farsi sentire dalla donna.

- Mamma… - continuava a piagnucolare la ragazza cercando di liberarsi di Alberto, ma lui le impediva di parlare e la spingeva deciso verso la stanza.

Una volta chiusa la porta della camera, il ragazzo gettò a terra la cartella che teneva in mano e si voltò a guardare la ragazza con aria minacciosa.

- Vuoi proprio morire, eh? – le disse spingendola sul letto.

- Mi dispiace! – disse subito la giovane mettendosi in ginocchio sul letto e unendo le mani come se stesse pregando.

- Mi dispiace, padrone! – la corresse Alberto fissandola severo e sfilandosi gli occhiali dalle spesse lenti.

- Mi dispiace, padrone! – ripete Erika sempre con le mani unite.

- Iniziamo con un test di base. – le disse poco dopo il ragazzo seduto di fronte a Erika, non aveva molta voglia di dare lezioni alla giovane, ma se voleva mantenere la copertura con la madre di lei, doveva fingere. - Chi ha scritto “Il piacere”? – le chiese il ragazzo.

- Pavese! – rispose prontamente Erika.

- Vuoi morire? – fu la risposta immediata di Alberto.

- Calvino? Svevo? – continuò convinta Erika mentre Alberto la guardava tra il furioso e l’incredulo.

- Almeno le tabelle le sai? – le chiese il ragazzo mentre cercava di tenersi la testa con una mano.

- Mica sono stupida! – fu la risposta, offesa, di Erika.

- Sei per otto? – le domandò allora il ragazzo.

- Quarantotto… - rispose Erika dopo aver contato le dita per qualche secondo. – Trentotto? – chiese subito dopo, dato che il ragazzo la guardava rabbioso.

- Venti otto? Diciotto? – cominciò a dire Erika visto che Alberto continuava a non risponderle. – Qualcosa otto giusto? – disse infine.

- Qual è il teorema di Pitagora? – le domandò il giovane sfiduciato, chiedendosi come aveva potuto cacciarsi in tale guaio.

- I teoremi sono il mio punto debole! – fu la risposta sincera di Erika.

- Dimmi un teorema che conosci allora! – replicò Alberto cercando di non commentare il fatto che non erano solo i teoremi il problema.

- Coffcoff… - tossì Erika come per schiarirsi la voce. – “Prendi una donna, dille che l'ami
scrivile canzoni d'amore mandale rose, poesie dalle anche spremute di cuore…” – cominciò a cantare la ragazza.

- Vuoi davvero morire? – la interrompete Alberto al limite della sopportazione.

- Questa è “Teorema”! – replicò offesa Erika.

- What am I going to do with you? – le domandò allora il giovane al limite della sopportazione, per testare l’inglese di Erika.

- Yes! – fu la risposta sorridente di lei.

- You are a desperate case! – insistette il ragazzo distrutto.

- Why? – fu la replica.

- You are a stupid gir!!! – affermò Alberto.

- Of course! – fu la risposta di Erika.

- Almeno questo è giusto. – replicò allora Alberto accasciandosi esausto sulla scrivania.

- Oh… oh my god! – fu il commento di Erika portandosi le mani sul viso e fingendo di svenire.

 

Alberto però non era certo un ragazzo che rinunciava davanti ad una sfida, voleva poter controllare la sua schiava, ma l’unico modo per continuare a darle ripetizione era dimostrare alla madre di Erika che con lui la ragazza migliorava negli studi.

Cominciò quindi a portarla ovunque, costringendola a studiare e ad eseguire i suoi ordini. In palestra, nella sala biliardo, in sala giochi. In ogni luogo trovava sempre un angolo dove far studiare la giovane, avendola però sempre a portata di mano per svolgere i suoi compiti da schiava.

Una soleggiata domenica mattina, decise di andare al parco. Mentre lei era costretta a stare china sui libri il ragazzo si era sdraiato sul prato sorseggiando una bibita fresca e spiluccando schifezze che non perdeva l’occasione di lanciare ogni tanto alla giovane per disturbarla.

- Ehi, fammi un massaggio alla schiena! – le ordinò dopo la terza nocciolina lanciata senza che la giovane lo degnasse di uno sguardo.

Erika sollevo la testa dai libri e fisso Alberto, il ragazzo le si era fatto così tanto vicino che riusciva a sentire il suo respiro profondo. La ragazza arrossì leggermente, ma Alberto non lo notò, senza badarle si limitò a voltarsi e a sdraiarsi sul prato aspettando che la giovane eseguisse il suo ordine.

- Ahi! – fu il primo commento di Alberto, Erika non aveva nessuna intenzione di essere delicata.

Senza la minima delicatezza, ma anzi con la leggerezza di un elefante, fece scricchiolare ogni osso del corpo del ragazzo. Dopo di che si getto seduta su di lui, bloccando ogni suo movimento e cominciò a fargli il solletico. Scoprì presto che quello era un punto debole di Alberto. Il giovane cominciò a ridere senza alcun ritegno e muovendosi come un forsennato per liberarsi dalla presa di Erika. Cercando di ribaltarsi per fermala, riuscì a girarsi trovandosi così Erika sdraiata sopra di lui, con il viso incollato al suo che lo guardava sorridendo felice. Anche lui sorrideva divertito alla ragazza cercando a sua volta di farle il solletico.

Nessuno dei due fece caso alla madre di Erika, che passeggiando per il parco con un’amica, gli aveva visti in quella posizione decisamente equivoca.

 

 

 

Figurati Laura anzi… non serve farmi troppi complimenti, primo perché la storia come sai non è  proprio mia, due perché BENE BENE non scrivo dai! Purtroppo ci sono una marea di errori disseminati qua e là! Beh, ma tanto la “perfezione” non fa per me… anzi ben lungi da me hehe… quindi accetto i complimenti, si vede che nonostante le sviste il testo si lascia leggere! Beh visto che sei la prima lo dico subito… per quelle di voi che (come me) aspettano sempre il lato romantico, dal prossimo capitolo sarete felici di sapere che comincerà a farsi sentire :o) !!!

 

Grazie anche a te Lete, come detto a Laura sono convinta di non scrivere benissimo. Ma accetto anche i tuoi complimenti, non pretendendo di essere una vera scrittrice (che comunque non penso siano perfette ma hanno sempre chi rivede i loro scritti), ma mi fa piacere sapere che secondo voi scrivo in modo scorrevole! Vero? Trovo anche io che faccia molto manga… comunque clicca sul mio nick e mandami una mail, così ti dico di più sul film! Forse sto facendo un buon lavoro nel riportarvelo, ma ti assicuro che se lo vedi è ancora più spassoso! Alberto è terribile vero? Però ti assicuro che saprà farsi perdonare tutto eheh!!!

 

Grazie Kry333spero anche questo capito ti piaccia! Ah… e BUON ANNO anche a te… anzi a TUTTE!

 

Bychan beh visto che sei la terza a dirlo mi tocca accettare in silenzio i complimenti :o) … che non dico siano falsi, ma troppo buoni!

 

Fortuna che questo capitolo sia arrivato prima delle minacce… oddio noooo Machi come hai trovato il mio indirizzo… no ti prego… non uccidermi ecco il capitolo… no metti giù il coltello, prendi pure il film… no pietà… noooooooooooooooooooooooooo!!!

Ahahah… forse non dovevo bere prima di rispondere alle recensioni ;o)!

 

Yuna grazie anche a te… beh spero vi piaccia anche questo capitolo… dal prossimo, come già detto, comincerete a sentire “puzza di bruciato” tra i due protagonisti ;o)!

 

Bye bye alla prossima!!!

 

 

  
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