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Autore: Marty_Winchester    29/06/2012    2 recensioni
Una ragazza, Jessica, figlia di Peter Bishop e Olivia Dunham, da molti anni scrive racconti su due ragazzi:
Dean e Sam Winchester
Un giorno suo sorella, Henrietta, viene aggredita da un vampiro e portata in ospedale. In questa occasione incontra i fratelli Winchester, i ragazzi che tanto sogna, e scopre che esistono davvero e che quello che scrive non sono storie inventate.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Punto di vista: Olivia

Sono stanca: è stata una giornata lunga, ma sono abituata fin troppo bene alle cose assurde e macabre. Guido la mia macchina nel traffico, accanto a me Peter riposa un po’ gli occhi, o almeno così dice. Non vedo l’ora di arrivare a casa e preparare le cena alle mie figlie. A mia figlia; mi correggo dopo qualche secondo, trattenendo le lacrime. Henrietta non si è ancora svegliata, da quando è stata aggredita tutto ha cominciato ad andare più male del solito. Finalmente arrivo a casa, rimango qualche attimo a fissare mio marito prima di svegliarlo. Mi da un bacio e continua a sostenere che non stava dormendo, facendomi sorridere. La mia allegria sparisce quando vedo Astrid correrci incontro, visibilmente preoccupata e arrabbiata.

«Quella ragazza è peggio di Houdini! Non ho perso di vista la porta, ma nonostante questo è riuscita ad andarsene»
Rimaniamo di sasso, poi Peter inizia a parlare.

«Capisco che possa essere un periodo difficile, con quello che è successo a sua sorella, ma non può ogni volta farci stare così in ansia! Abbiamo già tanti pensieri al momento…»
Le parole di mio marito svaniscono nel turbinio di pensieri che mi affollano la mente. L’unica cosa che mi interessa è abbracciare mia figlia, saperla al sicuro. Non scapperà più, a costo di ammanettarla. Lei è il dono più grande che mi abbia fatto la vita, come sua sorella, ma le circostanze che ci hanno fatto incontrare sono state eccezionali.


 Diciassette anni fa
«Oddio, ci serve un’ambulanza!»
Grida Peter, stringendomi tra le sue braccia. Tengo la mano sulla ferita e tremo: mi hanno sparato altre volte, ma prima non avevo una bambinetta di sette anni che mi aspetta a casa. Dopo minuti interminabili sento le sirene dell’ambulanza e perdo i sensi.
Non sono morta, ma a causa di un’emorragia è stato necessario un intervento di isterectomia. Da qualche tempo parlavamo di avere un altro figlio, ma adesso non sarà mai possibile.

Sedici anni fa

«Mamma, cos'è quella luce?»
Etta sposta le tende e fissa qualcosa fuori alla finestra.

Istintivamente mi avvicino a mia figlia e fisso quello spettacolo: il bagliore è di una stella cadente. Chiamo Peter e gli dico di far presto, lui prende in braccio Henrietta e con l’altra mano mi stringe a sè. Quando la luce è andata via, costringo Heny ad andare a letto, le leggo qualche favola e poi vado a dormire.

«Ti amo, Peter»

«Anch’io ti amo, non sai quanto»
Ci addormentiamo abbracciati, facendoci avvolgere dal morbido lenzuolo.
Non so che ore siano, forse le due o le tre di notte. Un pianto mi strappa al sonno prematuramente, in pochi secondi sono sveglia e lucida. Scendo lentamente le scale e seguo il pianto, ritrovandomi in giardino. Tra l’erba scorgo una figura minuta, un neonato che piange. Chiamo forte mio marito, intanto prendo in braccia quell’esile creaturina. Per fortuna è quasi estate, sarebbe morta di freddo altrimenti. La porto in casa e dopo un paio di minuti Peter mi viene incontro, agitato.

«Tutto bene Olivia?»
Mi volto, facendogli vedere cosa tengo in braccio.

«L’ho sentita piangere, era qui fuori. Questo è un dono del cielo, ho espresso proprio questo desiderio vedendo la stella cadente»Peter mi sorride, è felice quanto me. «Ti chiamerai Jessica, perché Dio veglierà su di te. Ti piace Peter?»

«è bellissimo, però Henrietta mi ha detto che avrebbe voluto avere una sorellina di nome Camille, mettiamole anche questo nome»

«Jessica Camille Bishop, si è stupendo, proprio come lei»
La stringo a me e posso sentire un legame indissolubile.

 
Adesso

Un urlo mi strappa dai miei ricordi. Quando riconosco la voce, mi si contorce lo stomaco. Corro in casa e trovo mia figlia in cucina, ferita e sanguinante.

«Dio mio, Jessica che cosa ti è successo?»

«è stato lui, è stato lui. Ho cercato di mandarlo via, ma è troppo potente, troppo potente. Non so perchè è arrabbiato con me»
Inizia a tossire sangue. Astrid (l’unica ancora lucida) nel frattempo chiama l’ambulanza.

«Tesoro, chi ti ha fatto questo?»
Chiede Peter, pulendole un po’ il viso dal sangue.

«Lui è un angelo, è un angelo…»

Perde i sensi. Guardo mio marito e lui mi rivolge lo stesso sguardo. Quando Jessica aveva due anni, abbiamo dovuto mandarla dallo psicologo, continuava a ripetere che suo padre la odiava e i suoi fratelli erano meschini. Come disse Walter: non c’è cura per la pazzia, ma forse questa volta è solo colpa del trauma.




**angolo dell'autrice**
chi le ha fatto male? E perchè? è stato Castiel, misteriosamente arrabbiato con lei?
adesso sapete un'altra cosa: chi è Jessica.
un saluto e un abbraccio!

   
 
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