Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: FairyCleo    29/06/2012    8 recensioni
“HO DETTO DI NO, DONNA! Lasciami in pace!”.“Giuro che se non ti alzi entro meno di un minuto e non fili in bagno a darti una ripulita, smonterò pezzettino per pezzettino la tua tanto amata Gravity Room, polverizzerò i componenti e ne spargerò i residui in mare. Per di più, potrai anche solo dimenticare di mangiare di nuovo un pasto preparato da me e da sta notte DORMIRAI sul divano".
“TU – NON – LO – FARAI”.
“Oh, si che lo farò! Puoi giurarci, TESORO. E adesso fila!” – ed era uscita dalla stanza, sbattendo con violenza la porta.
“ACCIDENTI” – aveva sbraitato Vegeta, lasciandosi cadere pesantemente sul materasso. Bulma lo avrebbe fatto impazzire. O forse, c’ era già riuscita. [...]“La- la state percependo??” – aveva chiesto Gohan.
“Si!” – aveva risposto Crilin – “E’ spaventosa!”.
“E non è una!” – C18 sembrava tesa – “Sono due!”.
“DANNAZIONE!” – Junior era preoccupato.
“Ma cosa sta succedendo??” – aveva chiesto Chichi, allarmatissima.
“Non lo so Chichi” – Goku aveva uno strano sguardo – “So solo che percepisco due auree. E sono potentissime”.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Trunks, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Doveri


Ma, al contrario di quello che Vegeta aveva sperato, il suo giovane erede non si era presentato nelle sue stanze.
Il principe dei saiyan era rimasto sveglio per tutta la notte, seduto sul davanzale della finestra, con le braccia incrociate al petto e il capo appoggiato sul freddo e spesso vetro trasparente.
La notte, meravigliosa e splendente di una luna ormai quasi completamente piena, aveva pian piano lasciato spazio all’alba dorata, segnando l’inizio di quella giornata che avrebbe portato con sé il peso delle ore trascorse in una vana attesa.

Non sapeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi, arrivato a quel punto. L’unica motivazione per cui aveva deciso di seguire Moon era stato proprio il forte desiderio di conoscere suo figlio, desiderio unilaterale, per quello che aveva potuto capire. Se fosse stato un rammollito, avrebbe tremato davanti allo sguardo di ghiaccio riservatogli dal ragazzo, ma non lui. Vegeta aveva sofferto, ma in silenzio, mascherando meglio che poteva quel sentimento che aveva minacciato di piegarlo, tenendo fede al sangue saiyan che scorreva nelle sue vene.

TOC. TOC. TOC.

“Avanti” – aveva detto Vegeta, finendo di infilarsi il guanto bianco sulla mano destra.
Con estrema lentezza, la porta si era aperta, rivelando un Goku vestito di tutto punto – ovvero con la divisa dei saiyan – e decisamente ansioso e preoccupato.

“Buongiorno, Vegeta. O forse dovrei dire vostra maestà? Sì, credo di sì. Bene, ricominciamo dall’inizio. Buongiorno vostra maestà! Avete dormito bene? Spero di sì! Vi hanno già portato la colazione? Io ho già mangiato, ed era tutto buonissimo, ma in effetti ho ancora fame! Vi dispiacerebbe fare ancora colazione insieme? Oddende, ma che sto dicendo, siete un principe non…”.
“La vuoi piantare??” – aveva tuonato Vegeta, girandosi di scatto verso di lui con aria minacciosa.
“Sì SIGNORE!” – era stata la reazione di un Goku alquanto spaventato.
“Ancora? Ma sei davvero recidivo, allora! Per favore, chiudi la porta, chiudi il becco, e dimmi che cosa vuoi. Non credo proprio che tu sia qui per parlarmi della colazione”.

Ovviamente non era affatto quello il motivo di quella visita così mattiniera da parte di Goku.
Il saiyan aveva distolto lo sguardo da quello severo e indagatore del principe, fingendo di interessarsi ad uno degli splendidi cuscini adagiati sull’enorme letto. Non voleva essere sgarbato. E, soprattutto, non voleva causare reazioni violente varie ed eventuali! Per quanto Vegeta fosse cambiato e il loro rapporto si potesse definire una vera e propria amicizia, Goku si rendeva conto fin troppo bene che per troppo tempo il suo amico si era trattenuto dal mettere in mostra il suo vero carattere, la sua vera indole, e sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro, con conseguenze a dir poco disastrose.
Per quanto gli amici servissero proprio a sfogarsi, non voleva che ciò accadesse nel palazzo, dove tutti avrebbero potuto sentirli. Se ne avesse avuto l’opportunità, e soprattutto il tempo, più tardi lo avrebbe condotto in uno degli splendidi giardini che aveva visto durante il suo giro di perlustrazione del pianeta, spronandolo a sfogarsi con lui e ad aprirgli ancora una volta il suo cuore.
Così, cercando di apparire il più tranquillo possibile, Goku si era grattato come al solito la nuca nel suo consueto gesto infantile, rivolgendo a Vegeta il più credibile dei suoi sorrisi.

“Hai ragione! Ma non ti scaldare! Mi chiedevo solo se ti sentissi bene o no… Dopo quello che è accaduto ieri sera con… con…”.
“Con la mia versione più alta e decisamente più stronza?”.

Quel commento edulcorato ma decisamente spontaneo di Vegeta aveva fatto sorridere amaramente il nostro Goku. Non doveva essere facile accettare che un figlio fosse sul punto di odiare il proprio padre.

“Non dire così… dai… È un ragazzo…”.
“Sarà anche un ragazzo, ma ciò non toglie che sia uno sfacciato. Posso capire che sia cresciuto senza padre su di un pianeta di guerrieri sanguinari, ma ti posso assicurare che io non ho avuto chissà quali grandi rapporti con mio padre, ma lo rispettavo ugualmente. Non pretendo che faccia lo stesso. Non mi conosce, e ci sta tutto che si senta minacciato. Fondamentalmente, era lui il protagonista, fino a ieri, mentre ora l’attenzione è concentrata tutta su di me. Ma pretendo da lui un minimo di rispetto. Rispetto che non ha intenzione di mostrarmi, visto e considerato che ha deciso di declinare il mio gentile invito di ieri sera”.
“Che cosa??? Non si è presentato?? Ma, Vegeta, è inaudito!”.

Goku era a dir poco sconcertato. Per la barba del maestro Muten, Vegeta aveva ragione, allora! Quel ragazzo ce l’aveva davvero con lui! Perché non presentarsi all’appuntamento con suo padre, allora?

“Che vuoi che ti dica? Non sono di certo l’uomo più felice della galassia, in questo momento, ma pazienza” – aveva detto, sistemandosi lo stivale sinistro – “Spero che prima o poi ritorni sui suoi passi”.
“Lo spero anche io… Ma cosa farai, nel frattempo?” – dopotutto, Vegeta aveva accettato di andare lì solo per conoscere suo figlio. Dato che le cose non erano iniziate proprio nel migliore dei modi, cosa avrebbe fatto, adesso?
“Non posso di certo ripartirmene fingendo che non sia successo niente. Aspetterò, e vedremo come si evolveranno le cose. Nel frattempo cercherò di far finta di… regnare? Bah, non avrei mai creduto di dire ancora una cosa del genere!”.
“Credo che tu abbia ragione”.

I due amici si erano sorrisi a vicenda per un lungo istante. I loro erano sorrisi di fiducia reciproca, la prova più plausibile che l’uno non avrebbe mai abbandonato l’altro.
“Bè? Allora? Sei ancora qui? Voglio la mia colazione, e la voglio subito!” – aveva detto il principe, fingendosi irritato.
“Eh?”.
“Sei diventato sordo, oltre che idiota? La colazione, ADESSO! O ti tolgo il titolo che non ti ho neanche affidato ufficialmente, ancora, capito?”.
“URCA! Corro! Non voglio rischiare! Chichi potrebbe uccidermi!” – e si era precipitato in corridoio, sparendo dietro la grande porta bianca.

Sorrideva divertito, Vegeta. Con tanti saiyan che potevano essere sopravvissuti, si era imbattuto proprio nel più idiota di tutti, in un idiota che era diventato il suo compare di sventure. Ma sapeva di aver scelto bene. Nessuno avrebbe potuto fare per lui ciò che faceva lo strambo Kaharot.

*

E, appena messo un piede nella sala delle riunioni, Vegeta aveva appreso, con sua grande sorpresa, e anche con un lieve disappunto, che le sue giornate non sarebbero state solo oltremodo piene, ma sarebbero state anche tremendamente noiose e da dimenticare.

Il programma di quella mattina era a dir poco spaventoso.
C’erano un sacco di questioni amministrative da risolvere, per non parlare del numero di ambasciatori provenienti da paesi lontani che avrebbe dovuto incontrare.

“Ma da quando riceviamo ambasciatori?” – aveva chiesto il principe, curioso.
“Da quando abbiamo capito di aver bisogno dell’aiuto altrui per poter progredire. Eravamo a corto di materie prime, mio signore, e siamo stati costretti a stipulare delle alleanze. Spero che la cosa non vi turbi” – gli aveva risposto uno dei membri del consiglio, un uomo di media statura, dalla corta chioma corvina e la pelle scura. Thark era il suo nome, e si occupava principalmente degli scambi con l’ESTERO.
“No, la cosa non mi turba affatto. Perché dovrebbe? Sono solo meravigliato”.
“Le cose sono molto diverse da come le ricordavi, non è così, fratello?”.
“Decisamente. Ma devo dire che così sono molto meglio!” – aveva risposto al giovane Tarble, seduto alla sua destra, mentre sfogliava alcuni incartamenti cercando di comprenderne il contenuto.
“E quando arriveranno, gli ambasciatori?”.
“Tra tre ore!” – lo aveva avvisato Moon, seduta alla sua sinistra, mentre gli porgeva degli altri incartamenti – “Mi raccomando, cambiati d’abito. E’ fondamentale che tu sia impeccabile”.
“Come ordinate, mia signora…” – aveva detto, fingendosi stizzito.

In tutto quel frangente, un Goku imbarazzatissimo seduto alla destra di Tarble, continuava a rimanere in silenzio, cercando di non commettere errori, e soprattutto di non fare la figura dello stupido con le altre persone sedute attorno a quella tavola ovoidale.
Non era mai stato bravo in cose riguardanti la politica e i rapporti fra stati. Non sapeva neppure il nome del sindaco della sua città! Forse, Vegeta non aveva avuto una grande idea nel decidere di portarlo con sé, ma non poteva di certo tirarsi indietro. Se aveva scelto lui era perché si fidava, non di certo perché era il primo capitatogli a tiro. Per questo, doveva fare di tutto per essere all’altezza. Dopotutto, era un generale. Anzi, era IL generale, e sarebbe stato a capo di un esercito di saiyan addestrati per combattere. E anche se era una pesante responsabilità, poteva rivelarsi anche una cosa divertente.

“Non ho visto il principe Vegeta, stamane…” – aveva chiesto Thark a Moon, ad un certo punto – “Mi è parso strano, considerando il fatto che non è mai mancato ad una riunione del consiglio”.
Touché.
Il consigliere aveva colpito nel segno.
Nervoso più che mai per il trattamento riservatogli dal diretto interessato, Vegeta aveva concentrato tutta la sua attenzione su alcuni documenti, fingendo che l’argomento non gli interessasse.
“E’ partito per una missione nel primo mattino” – era stata la risposta gelida di Moon. Quando avrebbe imparato quell’uomo a tenere la bocca chiusa?
Non aveva potuto fare a meno di notare la reazione di Vegeta. Il principe non aveva digerito il modo in cui suo figlio si era rivolto a lui la sera prima, e lei era furiosa per non aver avuto l’opportunità di parlargli e di chiedergli spiegazioni. Per di più, quella reazione poteva simboleggiare solo una cosa: il principe Vegeta non aveva fatto visita a suo padre, la notte precedente, il che era decisamente un brutto segno. Ma cosa si era messo in testa quel ragazzo? Voleva davvero rovinare ogni cosa? Non glielo avrebbe permesso.
Avrebbe fatto qualunque cosa pur di farlo ragionare, pur di fargli capire che quello era suo padre e che aveva deciso di seguirla solo ed esclusivamente per conoscere lui.
Ma non era quello il momento di pensarci. Avrebbe preso provvedimenti al rientro del ragazzo, sperando che decidesse di farsi vivo al più presto.

Il saiyan aveva preferito non aggiungere altro. Il commento della sua signora era stato piuttosto gelido e, se doveva essere sincero, gli importava davvero poco del borioso principino. La sua attenzione era concentrata unicamente sul legittimo erede al trono.
Era diverso dagli altri saiyan, non aveva potuto fare a meno di notarlo. Lo stesso pensiero era stato formulato dal resto del consiglio, dopotutto. Ma quel saiyan atipico, era stranamente piaciuto ai membri più anziani. Alcuni di loro avevano più o meno l’età di Moon, e avevano visto abbastanza per poter dire di avere davanti un essere fuori dal comune. Apparentemente identico al resto del suo popolo, aveva dato ai consiglieri l’impressione che celasse poteri e qualità impressionanti, a dir poco fuori dal comune.

Thark non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Vegeta era quasi magnetico. Di piccola statura, il più piccolo saiyan adulto che avesse mai avuto l’opportunità di incontrare e conoscere, era fiero e dignitoso. E se all’apparenza poteva sembrare mansueto, di certo non lo era. Il principe Vegeta, il futuro re Vegeta, doveva essere un guerriero straordinario. Sperava davvero di poterlo vedere in azione al più presto, magari in un semplice allenamento. Ancora non sapeva che proprio per lui era stata costruita un’area speciale per gli allenamenti. Il futuro re doveva ricevere il meglio, e lui non vedeva l’ora di poterlo compiacere in tutto e per tutto.

Solo una cosa aveva lasciato di stucco lui e gli altri membri del consiglio: la presenza della terrestre e del giovane mezzosangue. La donna era meravigliosa. Nonostante i contatti con popolazioni di altri pianeti, addirittura di altre galassie, non era mai capitato loro di imbattersi in una creatura tanto meravigliosa, e lo stesso valeva per le altre terrestri. Sua maestà aveva assicurato che fosse una brillante scienziata, e la stessa cosa aveva garantito il principe Tarble, incontrato dal consiglio mezz’ora prima dell’arrivo del re. Non sapevano ancora che ruolo avrebbe avuto la donna, adesso che il principe era finalmente tornato a casa, ma di certo non gli avrebbero disubbidito. Il bambino, però, era quello che destava loro maggiori preoccupazioni. Non si era mai sentito di un saiyan dal sangue misto. Che cosa avrebbero dovuto fare con lui?
La decisione presa, decisione che aveva riscontrato il disappunto di Moon, aveva stabilito che il bambino per ora non dovesse essere infastidito per nessuna ragione, ma che dovesse essere allo stesso tempo tenuto d’occhio. Non sapevano che tipo di caratteristiche avrebbe potuto avere, e non potevano di certo lasciarsi cogliere impreparati, in caso di un’eventuale rivolta. Lo stesso valeva per i terrestri, per il namecciano e per quell’altro saiyan di sangue puro, Kaharot. Era quasi come se tutti nascondessero un segreto. Potevano anche sembrare innocui agli occhi degli altri, ma i saiyan erano stati annientati già una volta, ed erano diventati sospettosi e ottimi osservatori. Di certo non sarebbero stati così sciocchi da abbassare di nuovo la guardia.
Avevano una sola regola da seguire: l’erede al trono non avrebbe dovuto sospettare nulla dei loro piani. Sarebbe stato sleale nei suoi confronti. Per questo, avevano deciso di non rivelare a Vegeta l’esistenza della riunione svoltasi prima del suo arrivo, fingendo di essere arrivati in sala solo qualche minuto prima.
“Vogliamo sbrigarci?” – aveva tuonato Vegeta, ad un certo punto – “Il tempo corre, e gli impegni sembrano lievitare. Non ho alcuna intenzione di poltrire, per questo cerchiamo di organizzarci. Ho tutte le buone intenzioni di pranzare insieme alla mia famiglia, quest’oggi”.
Ma Vegeta non sapeva che quello sarebbe stato impossibile non solo quel giorno, ma persino nei giorni a venire.

*

Erano trascorsi tre giorni dalla festa in onore del principe ereditario, e per tutto quel tempo, né Bulma, né Chichi né la loro prole avevano avuto l’opportunità di rivedere i rispettivi partner e padri.
Vegeta era stato oberato di lavoro a tal punto da non essere stato in grado di riposare neppure per pochi minuti. Appena cercava di sedersi e mangiare un boccone, o posare per un istante la testa sul cuscino, veniva subito richiesta la sua presenza per risolvere problemi politici, o gestionali, o economici o quant’altro. Era talmente stanco che Goku era certo di vederlo crollare al suolo da un momento all’altro. Nonostante le sue mansioni fossero ben altre, il saiyan non aveva voluto lasciare il suo principe neppure per un istante, continuando a rimandare il momento in cui avrebbe conosciuto il proprio esercito.

Era mezzanotte inoltrata quando, dopo una giornata terribile, Vegeta e Goku avevano messo piede nella camera di sua maestà, e la porta era stata spalancata di sorpresa da Thark e Gers, i due membri più anziani, che richiedevano la presenza di Vegeta per risolvere la sistemazione di alcune navicelle su di un pianeta vicino.
Vegeta stava per esplodere. E, proprio per evitare il peggio, Goku aveva deciso di prendere in mano la situazione.

“Adesso basta” – aveva detto, glaciale, puntando gli occhi sui due saiyan – “Andatevene, subito. Sono tre giorni che non date tregua a sua maestà, e ha la necessità impellente di riposare”.
La reazione di Goku aveva sconvolto tutti, persino Vegeta. Come osava rivolgersi a loro in quel modo?
“Vostra maestà, spero che vi rendiate conto della spropositata reazione di…”.
“FUORI!” – e, con poca grazia e finezza, aveva sbattuto i due consiglieri fuori dalla stanza, assicurandosi che la porta alle sue spalle fosse chiusa a dovere.
“Fiuu…! Se ne sono andati! Non ne potevo più! Vostra maestà questo, vostra maestà quello… Ma piantatela! Come hanno fatto senza di te, fin ora? Eh Veget- Vegeta??”.
Ma il principe non gli aveva risposto: sfinito, si era addormentato sulle lenzuola di seta, con tanto di mantello e stivali addosso. Goku gli si era avvicinato con cautela, sorridendo divertito per la scena inconsueta.
“Non sapevo che sembrassi un angioletto, mentre dormi…” – lo aveva schernito mentre lo copriva con alcune lenzuola prese dall’armadio, facendo attenzione a non svegliarlo – “Buonanotte vostra maestà. A domattina”.

Si era avvicinato alla porta, aprendola e richiudendola con delicatezza alle sue spalle, felice di potersi finalmente dirigere nelle sue stanze. Nonostante non avesse fatto molto, la stanchezza aveva cominciato a farsi sentire per davvero, arrivato a quel punto. Sarebbe stata una notte troppo breve, purtroppo per loro, ma non era il caso di lamentarsi: era certo che il giorno dopo sarebbe stato mille volte peggio delle giornate precedenti.

*

Vegeta dormiva tranquillo nel suo letto, troppo stanco per accorgersi dei rumori ovattati che qualcuno aveva causato per introdursi nella sua stanza. Con passo felpato, l’intruso si era avvicinato al letto, in modo da poter osservare più da vicino l’uomo che vi giaceva addormentato.
Spesso, fin troppo spesso, un principe non era al sicuro neanche nelle proprie stanze. Ma questo, Vegeta non poteva proprio saperlo.

Continua…

______________________________________________________________________________________________________________

Salveeee!! Anche se in ritardo, come al solito, eccomi qui con un nuovo capitolo!!
Il caldo non aiuta a mettere a punto le idee, purtroppo! A mia discolpa, posso dire di aver iniziato a scrivere questo capitolo ieri sera mentre guardavo la partita?? XD Sto immaginando Goku e Vegeta allo stadio... Poveri noi!! Si salvi chi può!! XD
Ma torniamo al capitolo!
Poverino sua maestà, è tanto stanco! =(
Questi consiglieri così sospettosi sono dei bruti! ESSERI SENZA CUORE!! =(=(=(
Posso uccidere il principe stronzetto?? Grrr... Che sarà andato a fare in giro per l'universo sto cretino?? *E qui mi direte: "Se non lo sai tu che vuoi da noi?" *.
Lo scopriremo presto (?). XD
Ora scappo!
Grazie per l'attenzione e scusate per l'attesa!
Bacioni
Cleo

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: FairyCleo