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Autore: Kristah    29/06/2012    2 recensioni
Salve a tutti ragazzi e ragazze, autori e autrici, lettori e lettrici.
Questa storia, pubblicata nella categoria "Romantico" tratta di una ragazza.
Dal testo: "Elizabeth Hewitt, nome d’arte Skyle. Sinceramente non ho bisogno di un nome d’arte, perché non faccio nulla di artistico. Non canto, non ballo, non suono nulla di particolare. Sono una ragazza monotona: bionda, occhi marroni, alta uno e sessantacinque. "
Ecco come si presenta lei.
Non vi voglio spoilerare il finale, che però è già intuibile dall'inizio.
Se... non so, avete voglia di leggere qualcosa su un'autrice in erba, la mia storia è pronta per essere letta.
Dimenticavo; il titolo "Gone too soon" si riferisce ad una canzone dei Simple Plan, ed è il nocciolo di tutta la storia.
Lot of Love.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SAM. 

Erano fuori da almeno una ventina di minuti.
Elizabeth e Beck.
E io ero incazzato.
Soprattutto ce l’avevo con me stesso, perché mi ero permesso di fare qualcosa che mi aveva reso felice per almeno un giorno intero, e invece adesso mi ritrovavo seduto al bancone del bar, di quella stupida cittadina.
Elizabeth e Beck non rientravano, e il mio bicchiere era vuoto da dieci minuti;
ero preoccupato.
Elizabeth non mi aveva assicurato nulla.
Aveva semplicemente ricambiato il bacio che le avevo dato, tutto questo prima che entrasse Beck.
Perché quando lui era entrato, lei si era buttata sotto il bancone del bar.
Cazzo, l’ansia mi stava uccidendo;
iniziai ai giocherellare con le venature del legno, e adocchiai Zane, il ragazzo della biblioteca, accanto all’ufficio di Beck.
Mi avvicinai a lui con fare vago:
Ehi, tu sei Zane vero?
attesi che lui annuisse per continuare:
“Senti … Ma … Da quanto è che Beck e …
mi sforzai per dire Skyle e non Elizabeth
Skyle portano avanti la loro storia?”
terminai tutto d’un fiato, perché ero sempre stato un tipo da:
via il dente, via il dolore”.
Lui mi guardò, curioso, prima di chiedermi:
Aspetta, ma tu sei … Sam?
fui costretto ad annuire, mio malgrado; volevo sapere come mi conosceva.
Zane aprì la bocca per prendere fiato, ma Elizabeth e Beck entrarono, senza il minimo segno d’intimità.
Sembravano fratello e sorella;
quanto avrei dato, e quando darei tutt’ora per sapere a cosa stavano pensando quei due, quando mi videro così afflitto.

Volevo prendere Elizabeth e baciarla, proprio come nei film;
portarla via da Beck, farle capire che, nonostante la conoscessi da ventiquattro ore, mi ero innamorato di lei.
Volevo dimostrare al mondo che l’amavo;
sarei salito sulla collina più alta di Slumsword City per urlarlo a tutti.
Lei accennò al retro del negozio.
Avevo il cuore che batteva a mille, non capivo più nulla.
I miei pensieri erano sconnessi, vedevo Elizabeth, in tutta la sua bellezza, poi vedevo Beck,
e poi li vedevo entrambi all’altare, oddio, perché all’altare?
A Beck non interessa sposarsi, e penso nemmeno ad Elizabeth, e poi li vedevo scambiarsi un bacio sotto la pioggia, mentre io ero in giro, da solo come un cane.

Nemmeno mi resi conto che ero finito nel retro del negozio.
Sam!
mi disse Elizabeth.
Dio mio, Sam … sei pallido, cosa c’è? Ti senti bene?
cercò di toccarmi la fronte con la mano, ma io mi ritrassi.
Ma che hai?
Okay, quella domanda mi fece proprio scattare.
Elizabeth!
Non puoi chiedermi che ho, sei appena rientrata con Beck, siete stati fuori qualcosa come venti minuti, Elizabeth, e …
io mi stavo mordendo la coda, come un cane bastardo!
Cazzo!
Sono un idiota!
Non capisco niente, non ho mai capito niente, forse era meglio se me stavo là dov’ero!
Cazzo!
Eli …
ma non riuscii a terminare di pronunciare il suo nome, perché Elizabeth si era alzata sulle punte delle sue scarpe, già a tacco alto, per potermi dare un bacio sulle labbra.
Le cinsi la vita con le mie mani, e lei portò le sue braccia attorno al mio collo.
Sarei rimasto lì per sempre.
“Sam”
mi disse, non appena ci fummo staccati.
Sam, oddio, è proprio vero che non capisci niente.
Io … Io e Beck abbiamo chiuso.
Senti, potrò pure sembrarti strana, oppure pazza, oppure non so cosa, ma io sento qualcosa.
Okay?
Non so come chiamarlo.
Ma c’è qualcosa che mi lega a te
alzò i suoi bellissimi occhi al cielo,
e vidi le stelle riflesse nelle sue iridi.
E’ come un filo d’argento, Sam, va dal mio
disse indicando il suo petto e riportando gli occhi nei miei
al tuo cuore
concluse puntando il dito contro il mio petto.
E spero che lo possa sentire anche tu, perché altrimenti ho mandato per aria Dio solo sa che cazzo di relazione ho buttato nel cesso
La baciai;
le presi il viso tra le mani e la baciai.

Mi piaci camionista
le dissi, per spezzare la tensione, prima di guardare le sue spalle alzarsi e abbassarsi;
era nervosa, voleva sapere se sentivo anche io quel filo d’argento che univa i nostri cuori.
La domanda era:
Lo sentivo?
Guardai il mio petto, e poi guardai il suo.
Non erano uniti da niente; da niente di materiale, ma c’era qualcosa che li legava.
E non saprei ancora come definirlo.

Annuii.
Elizabeth.
Non so se è un filo d’argento o di nylon, ma … io lo sento
lei mi abbracciò e tornammo dentro, pronti per poter iniziare la nostra vita.
Insieme, per sempre.

Note: 
So che questa sembra la fine perfetta, ragazzi, ma...
*RULLO DI TAMBURI, GRAZIE*
Non lo è.
Avete capito bene.
Questa non è la fine della mia FF.
Au contraire, mi permetto di dire.
Null'altro.
Questo era l'ultimo aggiornamento prima della partenza...
Vi lascio in balìa delle vostre menti contorte che corrono a cercare un finale migliore di questo (?).


PS: Buon viaggio a me! (?)

Prossimo aggiornamento: martedì 17 luglio.

  
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