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Autore: HystericalFirework    29/06/2012    0 recensioni
Passa davanti al municipio e l’orologio inizia a rintoccare la mezzanotte.
Vieni. Si copre le orecchie con le mani. Ha paura.
Come può aver sentito quella voce? E’ impossibile. Deve essere impossibile.
Vieni, scappa con me.
Eppure… no, non può essere.
Mezzanotte. Mezzanotte all’albero degli impiccati.
Questa fanfiction partecipa all'Hunger Games Contest di DarkAeris
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terza strofa

 
 
 
Verrai, verrai,
all’albero verrai,
ove ti dissi “Corri se ci vuoi liberare”?
Strani eventi qui si sono verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all’albero degli impiccati.
 
 
 
 
I piedi di Leyla si stanno muovendo velocemente, senza che lei li comandi, attraverso i boschi, alla ricerca della radura in cui aveva giurato di non ritornare.
Corri, corri Leyla se ci vuoi liberare.
Eccola, è quasi arrivata.
La radura si stende ampia in quello spiazzo dove troneggia come un despota il grande albero. La luce lunare illumina in parte il viso di Adam, pallido e immobile.
Sembra quasi che stia dormendo.
Leyla l’ha visto dormire così tante volte quando lui l’aveva presa con sé…
 
 
-Stai dormendo?
Lei non risponde.
- Sai, solo perché ti ho rapita non significa che io ti abbia tagliato la lingua- cerca di sorriderle, ma lei schiva il suo sguardo.
-Da dove vieni?- gli domanda dopo un istante infinito di silenzio.
- Distretto 4.
- Com’è il mare?
- Come scusa?
- Ti ho chiesto com’è il mare- ripete Leyla scocciata.
- Oh- silenzio.
- Il mare… il mare è la terminazione del cielo sulla terra, il mare è un universo blu, è… casa mia- sorride, poi si gira da una parte e si riaddormenta.
Rimane sveglia per molto tempo, non sa quanto con precisione, ad osservarlo.
- Adam- lo chiama poi.
- Sì?- risponde lui insonnolito.
- Pensi che io potrò vedere il mare, un giorno?
- Ne sono sicuro, Leyla- sorride e richiude gli occhi.
Silenzio.
- Ti ci porterò io, un giorno- borbotta dopo un po’ sprofondando in sogni e cuscini.
 
 
Si avvicina con un grosso sforzo, gli accarezza il viso freddo come un blocco di ghiaccio e stringe forte le braccia al petto, spaventata dalla possibilità che il cuore le possa esplodere di dolore da un momento all’altro.
Io sono con te, Leyla.
Rabbrividisce.
- Cosa dovrei fare? Ho paura, Adam- sussurra al vuoto.
Non sei costretta ad andare nell’arena.
- Sì invece. Mi uccideranno.
Non volevo questo per te.
- Neanche io volevo vederti morire- ormai i singhiozzi sono incontrollabili, le lacrime scendono a fiotti sul suo viso, ma il corpo di Adam è immobile e stavolta non ci sarà nessuno ad asciugarle il volto.
- Cosa devo fare?- urla esasperata.
Rimani con me. Insieme andremo a vedere il mare, andremo a vedere l’universo intero.
- E come faccio?- singhiozza portandosi le mani al viso.
Lo sente. Sente la presenza di Adam che invade quella radura, che si concentra di fronte all’albero, di fronte a lei. Sembra impossibile, ma Leyla ne è certa: Adam è lì e la sta osservando, con quel suo solito sguardo mesto e preoccupato.
- COME?- ripete lei in un pianto disperato.
E la risposta la trova ai suoi piedi.


 
  
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