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Autore: CassyMoon    29/06/2012    0 recensioni
-Tu sei pazza.
-Pazzia è genialità la maggior parte delle volte!
(Cap.1)
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FF basata sulle canzoni di Cœur de Pirate.
Ogni capitolo avrà la propria canzone, che tuttavia non verrà riportata nel testo se non per qualche parola accennante alla canzone stessa o alla canzone del capitolo successivo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non sapevano perchè erano andati lì sopra, i due ragazzi. 
Nathan, capelli ricci scuri, occhi marroni, classico viso da tutte-le-ragazze-mi-corrono-dietro-solo-per-guardarmi.
Un cuore d'oro spezzato dal mondo femminile, rinchiuso in un cassetto, aperto occasionalmente solo per la ragazza che le stava vicino.
<< Il mondo fa schifo. >> disse Nathan sedendosi per terra.
Erano sul tetto di un palazzo difronte alla casa di Cassie, la ragazza dai capelli biondi e la pelle chiara che le stava davanti.
La luce del sole le accarezzava le guance rosee donando un riflesso chiaro ai piccoli occhi azzurri.
Il suo nome logicamente non era Cassie, era Cassandra, ma la ragazza aveva un moto irrefrenato ad abbreviare qualsiasi nome. 
Motivo per cui Nathan per lei era diventato Nath, o ancora meglio, 'cacca'.
La sua cacchetta, che conosceva da poco e già gli era affezionato.
<< Ma no! Pensa a Parigi, New York, Roma, Boston! Dannazione, come fai a dire che il mondo fa schifo? Le persone fanno schifo! La società modella le persone come fossero bambolotti! Bisogna ribellarsi alle regole che ci uccidono lentamente.
Forza >> disse Cassie con un sorriso dolce aiutandolo ad alzarsi.
A volte Nathan si chiedeva come faceva Cassandra a parlare così tanto in così poco tempo.
<< Adesso io e te andiamo a farci un bel giretto. >> disse con convinzione quasi nauseante la ragazza fissandolo in attesa di una risposta.
Nath la guardò implorante sfoderando il faccino da cucciolo che solitamente ammaliava tutte, ma lei non era come le altre, assolutamente no..
<< No, dai, Cassie.. Non ho voglia.. >>
<< Ma io si, quindi alzati e sta zitto. >> disse lanciandogli un'occhiata storta seguita da una smorfietta buffa che fece ridere Nath.
Cassie lo prese per mano e lo fece scendere in strada facendogli segno di salire sulle biciclette.
<< E con quelle cosa vuoi fare? >> chiese lui confuso guardando le decorazioni di Natale buttate malamente in un sacchetto di plastica nel cesto della bici di lei.
<< Appenderli. Voglio dare un pò di colore a questa città. >>
<< Ma è Estate. >>
<< E allora? >> disse lei sorridendo sfidandolo a rispondere ancora.
Quando vide che Nath non aveva intenzione di continuare salì in sella e iniziò a pedalare velocemente imboccando una via a caso, mentre lui cercava di starle al passo.
Probabilmente lui aveva capito che era meglio darle corda e non ribattere ulteriormente.
Di colpo si fermò davanti ad un palo, buttò la povera bicicletta per terra, afferrò una decorazione e cercò di attaccarla.
Nathan accorse velocemente per aiutarla.
<< Tu sei pazza. >> disse sarcasticamente realizzando che comunque lui stava andando in giro con una 'pazza', e dunque lui lo era probabilmente ancora di più.
<< Pazzia è genialità la maggior parte delle volte >> rispose lei guardando vittoriosa la decorazione che rimaneva attaccata grazie a dello scotch che si era portata in caso di bisogno.
<< Signorina Moon, che diavolo sta facendo? >> urlò un poliziotto dall'altra parte della strada facendoli sobbalzare.
I due si guardarono terrorizzati, riacchiapparono le biciclette e se ne andarono il più velocemente possibile ridendo sguaiatamente mentre il poliziotto cercava di corrergli dietro.
E così continuò la loro giornata, passata ad attaccare fiocchetti e decorazioni varie in giro per la città con la gente che li guardava come se fossero impazziti, e forse era così.
Insomma, nessuno sano di mente lo avrebbe fatto.
Ma Cassie era Cassie, e quando si metteva in testa una cosa la faceva e basta, ed era ciò che adorava di lei.
Si rese conto che senza di lei la sua vita sarebbe stata noiosa, e si chiese cosa avesse fatto quel giorno se non ci fosse stata.
Probabilmente se ne sarebbe stato a poltrire in camera sua ascoltando musica o suonando, oppure anche dormendo.
Invece era lì a gironzolare in bicicletta come un bambino, infatti era così che si sentiva: un bambino piccolo, ancora accerchiato da quella felicità disarmante che eliminava qualsiasi pensiero sul futuro e sul presente, concentrato solo a divertirsi.
Quando ebbero finito le decorazioni un dubbio attraversò la mente dei due: E adesso?
Cassandra continuò a pedalare, i capelli che le svolazzavano alle spalle.
Quanto odiava quando svolazzavano.
Però allo stesso tempo le donavano una sensazione di libertà, come se stesse scappando da tutto e da tutti, per rifugiarsi in un mondo a sè, il suo mondo.
Lui si chiese dov'era diretta, quella pazza, dato che la stava seguendo come un cagnolino tenuto al guinzaglio.
Era nuovo di quella città, lei ci viveva da anni, nonostante fosse straniera.
Si, era francese, si poteva notare dal delizioso accento un pò nordico che aveva ogni volta che parlava, accento che i suoi genitori assolutamente non avevano.
La ragazza svoltò verso destra in un vicoletto stretto, i muri delle palazzine un pò scoloriti, il tutto faceva sembrare il luogo un pò vuoto di vitalità, coperto di una cera più nera.*
Un bagliore verde infondo al vicolo attirò l'attenzione di Nathan.
Un bagliore che si dimostrò essere una sottospecie di giardino, un'ammasso di alberi tutti insieme in un ristretto pezzo di terreno verde la cui era alta cresceva incurante di tutto e tutti.
Come se nessuno la tagliasse mai.
Lasciarono le biciclette appoggiate ai muri e camminarono fino al boschetto/giardino.
Solo allora lui s'accorse che agli alberi erano attaccate delle palline colorate, le classiche palle di Natale che si attaccano agli alberelli, e anche qualche fiocchetto e qualche catenina qua e la.
<< Opera tua? >> chiese divertito.
Era ovvio che fosse stata lei, chi altro poteva essere stato?
<< Già. >> rispose alla domanda inutile dell'amico.
Si fissarono per qualche momento in silenzio, senza sapere cosa fare e che dire.
Quasi imbarazzato, anzi, totalmente imbarazzato, Nath le si avvicinò con nonchalance, fissandola negli occhi.
Tutti e due desideravano un bacio, ma il disagio si sentiva nell'aria, lui impacciato lei insicura, le guancie imporporate di un lieve rosso.
Lui si schiarì la voce allontanandosi e cercando di cavarsela con un semplice:
<< E' tardi, è meglio che andiamo. >>
Lei acconsentì con un sospiro rilassato insonoro.
<< Hai ragione. >>
I due si congedarono con un gesto della mano forzato, salendo sulle biciclette e facendo la stessa via, per poi imboccare vie diverse.
Era sempre stato così tra loro due: un passo in avanti e poi due indietro.
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL'AUTRICE.
*cera più nera: sono delle parole contenute nel testo della prossima canzone nel prossimo capitolo.
 
La canzone di questo capitolo si chiama Comme des enfants, sempre dei Coeur de Pirate.
La stessa Cassandra è interpretata nella mia mente da Béatrice Martin (Coeur De Pirate), mentre Nathan da Aaron Johnson.
   
 
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