Sono
ancora qui
Sentiva
il calore del suo respiro regolare sui capelli, la stretta delle sue dita
morbide attorno alla schiena e i suoi piedi nudi intrecciati fra le sue
caviglie. Sentiva le sue braccia forti, abbandonate lungo la vita.
Lo
sentiva così intensamente che gli si rannicchiò contro ancora di più, come
quando cominciava a far freddo, come quando aveva paura.
Desiderava
che lui la stringesse a sé ancora un po’, come faceva sempre quando dormivano
insieme un’oretta o due, quando le sussurrava nell’orecchio: «Sono qui, sono
ancora qui …» e si riaddormentava immediatamente dopo.
Ma
lui non la strinse, perché forse dormiva troppo profondamente …
Perché
forse, e se ne sarebbe accorta solo il mattino seguente, lui non era davvero accanto
a lei. Perché forse era solo un sogno, o qualcosa di più, come una bugia.
Ma
lei dormiva e non immaginava neppure quanto quelle parole la avrebbero ferita.
«Sono
ancora qui.» e invece era già lontano.
_________________________________________________
NdA: è personale,
molto personale. Ma questo mi è sembrato l’unico posto dove metterla, perché
non c’era verso di farla tacere. Perciò ringrazio quelli che la leggeranno, con
l’avviso che va letta e capita a fondo. E non è facile.