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Autore: Angel TR    29/06/2012    4 recensioni
{Sequel di Rapture}
You make me feel like I've been locked out of heaven
For too long, for too long.

Bruno Mars - Locked Out of Heaven.
Solo un amore impossibile può essere eterno.
Il Trono ha condannato Lucinda Price e Daniel Grigori ad un'ultima, breve vita da mortali sulla Terra, liberi da ogni maledizione e, soprattutto, dal loro status angelico e dalle loro memorie.
I due vivranno ciò che avevano sempre desiderato, insieme, tra libri e sorrisi timidi.
Fino a quando...
Cosa succede quando le memorie iniziano ad affiorare?
Cosa succede quando il Trono lo scopre? Ancora una volta, Daniel e Luce non saranno soli, anzi.
L'ultima avventura degli angeli caduti, scritta con tutto il cuore.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Heaven's Door'
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Chapter 1- Ravissement


Se un uomo non ha scoperto nulla per cui vorrebbe morire, non è adatto a vivere.
Martin Luther King


Daniel scosse la testa, come se stesse pensando a qualcosa che non voleva esprimere ad alta voce. «È solo che…hai un viso familiare. Avrei giurato di averti già conosciuta da qualche parte.»
Luce l’osservò e, per qualche buffa ragione, gli angoli della sua bocca si piegarono in un sorriso. Era una cosa totalmente assurda ma anche lei aveva quell’impressione.
Forse era perché Luce si trovava in una scuola totalmente nuova –l’Emerald College- in un posto totalmente nuovo –il Connecticut- insieme gente totalmente nuova la cui occupazione principale sembravano essere le feste con i calciatori.
Il ragazzo la stava ancora fissando e Luce arrossì; probabilmente pensava di aver fatto la figura dello stupido e magari se ne sarebbe andato…e Luce non poteva assolutamente permetterlo.
Così si drizzò e raccolse un’altra peonia, tenendola per la corolla, come se fosse una coppa di champagne. La luce soffusa della luna faceva sembrare le sue dite ancora più bianche, come se fossero un prolungamento del candido fiore. Si concentrò sul suo respiro calmo e sul suo fiore preferito.
Quando pensò di essersi calmata abbastanza –e di poter eludere il fascino di quegli occhi viola- alzò lo sguardo su Daniel.
«Sai…ho anch’io questa sensazione. Forse ad una partita dei Dodgers.».
Il ragazzo sorrise, sinceramente divertito. Luce arrossì per il compiacimento; oddio, scoppiava dalla gioia per aver fatto sorridere un ragazzo appena conosciuto con una stupida battuta? Era davvero fuori, allora.
«Luce!» Chiamò una voce familiare.
Luce si voltò. Era Nora, ad un paio di passi dalla panchina dov’erano seduti Luce e Daniel, con indosso solo i pantaloncini e la canotta, sul viso un’espressione sorpresa.
Aveva forse capito…? Capito cosa? Lei e Daniel si erano appena incontrati: non c’era nulla da capire.
«Luce?» Chiamò ancora Nora, come a sincerarsi che la sua timida, dolce compagna di stanza stesse davvero chiacchierando con un ragazzo al chiar di luna che, nel suo vocabolario di esperta flirtatrice, significava “tenero amore”.
Luce si alzò dalla panchina, lasciando cadere la peonia, e rispose «Sì! Nora, sto arrivando…»
Ma il suo polso fragile venne stretto da una mano forte e tiepida; a quel tocco, Luce si sentì percorrere da forte scariche .
«Scusa. Non mi hai ancora detto ...». Luce si voltò e quando il suo sguardo si allacciò con quello di Daniel, pensò che c’erano tantissime cose che si erano detti. Oddio, sto impazzendo.
«Sì?» lo esortò Luce con una vocetta un po’ stridula. Non sapeva nemmeno da dove le era uscita la forza per parlare. Credeva di svenire da un momento all’altro.
«Non mi hai ancora detto che corsi seguirai.» La sua voce suonava sicura, eppure Luce fu sicura di sentire una nota di tremore e insicurezza.
«Seguirò indubbiamente il corso di matematica…». Fece un debole sorriso; di solito, quando diceva ad un ragazzo che adorava la matematica, questi la guardava come se le fossero spuntate le antennine: era assodato che la materia più odiata dagli studenti era la matematica.
Invece quello strano ragazzo ricambiò il suo sorriso. «Ne ero certo. Anch’io seguirò matematica. Ci vediamo lì, allora.»
La presa sul suo polso si allentò e Luce quasi boccheggiò: la sua pelle era in fiamme, anelava per un contatto. Si sorprese di se stessa.
Cosa diavolo le stava venendo? Era davvero la prima volta che si sentiva così.
Con un filo di voce riuscì a salutarlo e poi si voltò verso Nora.
«Chi era quello splendido bocconcino, mia piccola, innocente Luce?» chiese Nora.
Non le diede neppure il tempo di aprire bocca, la prese sottobraccio e la trascinò verso il college.
«Non lo so,» rispose Luce, voltandosi ancora un’ultima volta verso la panchina di pietra «si chiama Daniel…lo conosci?»
Nora scosse la testa, sconcertata «Non posso credere di non conoscere quella bellezza! Me lo presenti?»
«Io…»
Ma Nora non le diede il tempo di continuare. «Daniel…» ripeté, assaporando come suonavano le sillabe. Poi la osservò meglio. «Ma direi che è già occupato, non è vero?»
Luce ansimò. Avrebbe voluto dire che no, lo conosceva appena, invece dalla bocca le uscirono tutt’altre parole.
«Lo è da sempre.»



Angolo Autrice
Puff...il capitolo riparte dall'ultima frase di "Perfetti sconosciuti" (il primo capitolo di Fallen anche si chiamava così, ricordate?<3)
Spero vi piaccia *-*
Beijinhos

  
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