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Autore: GWatcher    29/06/2012    2 recensioni
La mia prima fic nella sezione di Bones.
Ambientata dopo la 1x21, questa storia ha l'intento di raccontare una personale continuazione della prima stagione.
Dopo aver visto quest'episodio, ho assimilato senza più dubbi che Bones non è un telefilm qualsiasi, e che rientra senz'altro tra i miei preferiti.
Da qui l'ispirazione mi ha folgorato.
Questa fic parla di Booth, il mio preferito, e del suo burrascoso passato da soldato, che si ritrova nuovamente ad affrontare. Se Tempe fosse stata vicina a lui in questo particolare momento della sua vita? E se questo avvicinamento avesse confermato l'attrazione che entrambi provano l'uno per l'altra?
In tutto ciò, si avverte una certa attrazione anche tra Angela e Hodgins... Buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela Montenegro, Jack Hodgins, Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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7

 

Distrattamente, il cellulare le cadde dalla mano. Dritto sul pavimento, percorrendo una traiettoria invisibile e irregolare sospesa nell’aria, che portò, inevitabilmente, a gravose conseguenze.

Il nuovo – e modernissimo – telefono ne uscì con lo schermo completamente rotto. Quelle nuove apparecchiature elettroniche erano molto belle, ma anche estremamente fragili. Tuttavia, ad Angela non importava affatto.

Perché ciò che aveva appena letto era così bello ed entusiasmante da poter mandare al diavolo tutti i soldi spesi.

Sì, finalmente, la sua amica… si era innamorata. Poteva divenire completa.

E non riusciva ad essere più felice di così, visto che l’uomo dei desideri di Tempe non era niente di meno che Seeley Booth, l’agente dell’FBI più coraggioso e gentile che avesse mai conosciuto.  Quelle poche parole, ‘ho una voglia incontrollabile di baciarlo’, furono così inaspettate… non sapeva neanche come dirlo! Non ci riusciva, le sembrava fin troppo bello per essere vero.

Ma nemmeno tanto… prima o poi, la felicità veniva concessa a tutti. Anche a Temperance Brennan.

Sviò lo sguardo verso Hodgins, sfoderando un sorriso incredibilmente entusiasmante.

 

“E’ successo qualcosa…” bofonchiò l’uomo, avvicinandosi a lei.

 

* * *

 

“So che non vuoi parlarne in questo periodo, ma… ne ho davvero bisogno. Quando credi di tornare a lavoro?”.

 

Tempe fissò l’altro con una strana espressione, a metà tra compiaciuta e impaurita. Si compiaceva nel guardarlo, ma al tempo stesso temeva una sua risposta negativa.

Anche Booth era piuttosto in difficoltà… che cosa voleva dire quel ‘ne ho davvero bisogno’? Aveva bisogno che lui tornasse a lavoro per aiutarla nelle indagini, perché quest’ultimo era stancante e da sola non riusciva o perché voleva accanto la sua presenza?

Lui auspicava per la seconda, ma comunque stessero le cose, gli fece davvero piacere sentire quelle parole. Anche se, effettivamente, non aveva una risposta concreta.

Si limitò a dire: “Presto, Bones”.

Adesso non aveva alcun problema. Si era accorto che Brennan riusciva a calmare il suo animo, e che lui era di nuovo capace di sorridere. Ma forse era ancora troppo presto per immergersi tra i cadaveri.

Ci fu un momento in cui nessuno dei due proferì parola. Semplicemente, si guardavano. Con il dovuto imbarazzo, ovviamente. Erano stati ragazzini, adolescenti e giovani impossessati dall’amore dolce e affettuoso (almeno in parte), ma adesso non più. Adulti, maturi e coscienziosi delle proprie scelte.

Purtroppo, cambiavano tante cose quando si cresceva e, senza volerlo, tutto diventava più complicato.

Era anche vero, però, che ad una certa età si potevano fare cose che prima non erano concesse…

 

“Forse… potremmo andare da qualche parte”. Booth si fece finalmente avanti.

“Non è professionale lasciare il lavoro in questo modo, ma… per questa volta sono disposta a fare una dovuta eccezione” disse lei, sorridendo.

Lui si stava già preoccupando del fatto che, a causa sua, Brennan non stesse lavorando. Ma quando la donna notò l’espressione interrogativa sul volto dell’altro…

“E comunque, detto tra noi, non ho nessuna voglia di tornare in laboratorio dal nuovo collega”.

In realtà, avrebbe voluto dirgli: ‘non ho nessuna voglia di lasciarti solo’.

Coraggio, ci voleva coraggio!

“C’è un nuovo collega? Allora devi raccontarmi tutto!”.

“Ci puoi scommettere!”.

 

Uscirono entrambi dal bar, diretti chissà dove, con l’intento di fare una lunga e rilassante passeggiata, prendendosi una pausa dagli ultimi avvenimenti e dalla vita di tutti i giorni.

Proprio vero: anche dalle peggiori disgrazie potevano nascere cose belle.



  
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