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Autore: Zomi    29/06/2012    5 recensioni
Non sapeva se poteva fidarsi di Zoro completamente, rinunciando per sempre alla sua corazza protettiva. Poteva permettersi di donare la cosa più preziosa di lei, a quel spadaccino colerico e combattivo? Poteva mettere in quelle callose e armate mani di spadaccino il suo cuore fragile e bisognoso di affetto?
Poteva permettersi di rischiare ancora, di combattere l’atroce dubbio di soffrire nuovamente?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CUORE FRAGILE
 

 

Robin voltò la pagina secca e bianca del quotidiano, leggendo soprapensiero le varie notizie del giorno.
Le solite cose: Tizio si era fatto arrestare, Caio era stato dichiarato a morte, Sempronio era ricercato… niente di nuovo…
Con disinvoltura e noia, fece roteare al vento le pagine del giornale, fissandole svogliata.
Era una giornata abbastanza calda, e tutti se ne stavano in panciolle sul ponte erboso della Sunny. La navigazione era tranquilla, e un leggero vento soffiava contro le vele colorate della nave, lasciandola correre sulle onde azzurre del mare, non ostacolandola con capricciosi sbuffi feroci o singhiozzanti venticelli fragili.
-Oggi è una bella giornata…- affermò l’archeologa, rigirandosi sulla sdraio su cui riposava, voltandosi verso la navigatrice, stesa al suo fianco.
La rossa, del tutto sorda alle sue parole, non le rispose.
Nami, silenziosa e seria, osservava con il suo denso sguardo di cioccolato lo spadaccino di bordo dormire contro la balaustra in legno che circondava il ponte.
Era addossato ad esso con la schiena, lasciando divaricate e ingombranti le gambe sull’erba verde. Le braccia, piegate come suo solito dietro il capo, ritmavano il suo respiro regolare e pesante nel riposare, mentre un sonoro e baritonale russare fuoriusciva sgraziatamente dalla sua bocca spalancata.
Nami sospirò triste, alzando al cielo gli occhi, chiudendoli contro la luce solare.
No, non poteva.
Non poteva permetterglielo.
No, no, no e ancora no.
Con gesto elegante e fluido, si posò una mano sugli occhi, coprendoli dalla forte e luminosa luce del sole, permettendo al suo sguardo di divagare sui raggi bianchi e oro del giorno che filtravano tra le sue dita leggermente aperte.
No, non voleva che Zoro avanzasse anche solo di un passo in più in lei, avvicinandosi sempre più al suo fragile cuore.
No, doveva mantenere le distanze, allontanarlo, scacciarlo dalla sua mente, dal suo cuore. Ma forse, era già troppo tardi…
Nami sospirò, chiudendo nuovamente gli occhi, perdendosi nei suoi pensieri.
Si era resa conto che quel spadaccino pigro e testa dura, aveva osato intaccare la sua corazza. Da un po’ di tempo a quella parte, sempre più spesso la sua scaltra e nobile figura sgusciava tra i suoi pensieri, ghignandole apertamente in faccia, mentre appariva nei suoi ragionamenti.
Sempre più spesso, troppo spesso, Nami si perdeva nell’osservare il compagno allenarsi sul ponte, piegandosi sul prato erboso contando a bassa voce, la sua dannatamente baritonale e sensuale voce, le alzate dei suoi esercizi.
Senza accorgersene, la ramata restava ore a guardarlo senza battere ciglio o stancarsi mai di lui, stregata dalla sua concentrazione e dal suo impegno. Altre volte, invece, si sentiva battere il cuore a mille, mentre lo sentiva avvicinarsi a lei. In quei momenti, presa da uno strano e caloroso panico, s’immobilizzava sul posto, respirando a mala pena, contando i secondi che la dividevano dal suo arrivo, permettendogli poi di superarla con il suo passo lento e strascicato.
Ritrovatasi sola, riprendeva a respirare tranquillamente, aspirando avida e golosa il denso profumo alcolico e salato di lui, che rimaneva apposta nell’aria per stuzzicarla e accarezzarle dolcemente il viso, sorridente per quel soffio profumato.
A poco a poco, giorno dopo giorno, quel dannato spadaccino squattrinato e privo di orientamento, era riuscito con il suo carattere forte e irremovibile, sicuro dei suoi ideali e indistruttibile del suo coraggio, e con la sua presenza protettrice e silenziosa, ad aprirsi un leggero varco in lei.
“Ma si…” si era detta la navigatrice, quando si era resa conto d’iniziare a tenere molto al suo Nakama “È solo perché siamo compagni di viaggio... niente di cui preoccuparsi…”
Gli aveva permesso con leggerezza di intaccare la sua dura corazza protettiva, quel muro freddo e resistente che con gli anni aveva costruito attorno a se e al suo cuore, proteggendolo dai pericoli dolorosi e sofferenti che lo avevano già segnato. Si era ripromessa, fin da bambina, che mai più a nessuno avrebbe permesso di avvicinarsi a lei, di diventare così importante per lei da rendersi indispensabile per la sua vita. Mai più avrebbe sofferto per amore per una persona a lei cara. Nessuno più le avrebbe spezzato il cuore, uscendo violentemente dalla sua vita e ferendola di nuovo, come era successo con Bellmere.
No, mai più.
Ma quel piccolo spiraglio che Zoro si era aperto in lei, in quel duro muro di ghiaccio attorno al suo cuore, con le loro litigate, le gare di bevute, l’orgoglio che gli accomunava, con le notti trascorsi insieme sulla vedetta, pian piano si era aperto maggiormente, diventando sempre più una crepa enorme, da cui lo spadaccino era entrato in lei, impiantando radici nel suo cuore debole e ferito.
Nami rabbrividì, rigirandosi verso Robin, dando le spalle a Zoro, tentando così di allontanarlo da lei. No, non poteva permettergli di diventare così importante per lei. Non poteva permettersi di dipendere da una persona che non fosse lei stessa.
E se fossero stati divisi di nuovo?
E se un giorno, lontano o vicino, Zoro se ne fosse andato, abbandonandola?
No, doveva cacciarlo dal suo cuore, allontanarlo, dimenticarsi di quel potente e logorante sentimento che iniziava a legarla a lui, e che bene sapeva si chiamasse Amore, ma che mai avrebbe osato invocarlo apertamente.
Robin fissò seria il viso turbato della navigatrice, leggendovi negli occhi una profonda paura di soffrire di nuovo, ma anche il disperato bisogno di ricominciare ad amare. Sapeva bene che la sua sorellina si era innamorata del vice capitano, e che il verde spadaccino la ricambiava, ma conosceva bene anche le difficoltà che si nascondevano nella cartografa, e che le impedivano di aprirsi totalmente con lui, ricordandole sempre quanto doloroso e mortale fosse una ferita al cuore.
L’archeologa inclinò il capo contro lo schienale della sdraio, osservando gli occhi della ramata chiudersi per nascondere le lacrime di amaro amore segreto, costretto a soccombere contro la corazza protettiva che difendeva il cuore di lei. Con sorriso bonario, riaprì velocemente il quotidiano, facendo frusciare le pagine nell’aria.
-Vuoi che ti legga l’oroscopo, navigatore?-
Nami aprì leggermente lo sguardo, alzando il viso dalla posizione supina raccolta in cui si era chiusa sul prendi sole, liberandosi lo sguardo dai lunghi capelli rossi.
-Se vuoi…- alzò le spalle, triste.
-Uhm… ecco qui…- lesse -… Cancro: la vostra dura corazza, che per anni vi ha salvato da mille dolori, ha ora bisogno di essere abbattuta. Lasciate che il veleno passionale e curativo di uno Scorpione la distrugga. Non rimarrete feriti…-
Nami sbattè le ciglia lunghe e scure, abbassando lo sguardo sulle sue mani, raccolte sul suo grembo.
-Che vuoi dirmi, Robin?- chiese sussurrando, ben sapendo che non vi era alcun oroscopo sul giornale, e capendo al volo l’allusione del segno zodiacale di Zoro a lei.
La mora, con un leggero cenno del capo, la invitò a voltarsi alle sue spalle. La cartografa, dolcemente, si rigirò su se stessa, tornando a voltarsi verso la figura addossata al balcone di Zoro.
Lui se ne stava lì, ora sveglio, con gli occhi puntati su di lei, ad osservarla silenzioso. Non ghignava ne sorrideva, semplicemente la guardava, fissandola dritta nei suoi profondi occhi color cioccolato, aspettando che lei si muovesse, con le braccia rilassate lungo i suoi fianchi, in attesa di accoglierla.
Nami si perse nello sguardo di notte buia e senza stelle dello spadaccino, smettendo di respirare. Voleva, desiderava, bramava con tutta se stessa viverlo e sentirlo suo soltanto, ma aveva una terribile paura di soffrire ancora, di ritrovarsi a terra, inginocchiata a raccogliere i resti frantumati del suo cuore.
Non sapeva se poteva fidarsi di Zoro completamente, rinunciando per sempre alla sua corazza protettiva. Poteva permettersi di donare la cosa più preziosa di lei, a quel spadaccino colerico e combattivo? Poteva mettere in quelle callose e armate mani di spadaccino il suo cuore fragile e bisognoso di affetto?
Poteva permettersi di rischiare ancora, di combattere l’atroce dubbio di soffrire nuovamente?
Nami sospirò, abbassando lo sguardo e portandosi una mano sul petto.
Aveva bisogno di una risposta, che solamente in lei sapeva di trovare.
Sentitosi chiamato in causa, il suo cuore sussultò.
Era stato un soffio rapido ma deciso, come un gridò di libertà, l’elevazione al celo di una preghiera disperata e piangente. Nami sorrise. Ora sapeva che doveva fare.  Si, ora lo sentiva, sentiva il suo cuore suonare desideroso di essere libero, voglioso di essere vissuto e di poter amare ancora, ricominciando a battere con frenesia per qualcuno. Per lui.
La navigatrice deglutì a fatica, alzandosi dalla sua sdraio e prendendo la sua decisione.
Lo spadaccino alzò la schiena dal balcone del ponte, seguendo il camminare lento e incerto della rossa, che si avvicinava a lui tentennando. Si rigirava le bianche e delicate dita, mordicchiandosi il labbro inferiore, mantenendo lo sguardo fisso sul prato erboso. Quando gli fu vicino, prese un profondo respiro.
-Non voglio soffrire…- sussurrò a fil di voce -…ho paura di ritrovarmi di nuovo con il cuore ferito…- alzò lo sguardo verso il samurai seduto a terra.
S’inginocchiò davanti a lui, fissandolo negli occhi.
-Ma ho anche un disperato bisogno di amarti…- respirò a fatica -… quindi se decido di aprirmi con te, di abbattere la corazza che per così tanto tempo mi ha protetto, devo sapere che tu custodirai con cura e amore il mio cuore, non spezzandolo mai…-
Zoro le sorrise dolcemente, prendendola per la vita e avvicinandosela ancor di più, fino a farla sedere sulle sue gambe e poterla fissare dritta negli occhi lucenti e speranzosi.
-Non oserei mai farti soffrire, mocciosa mia…-
Le circondò il viso con una dolce carezza, mentre con l’altra mano le stringeva un fianco. La baciò teneramente, arricciando le labbra in uno dei suoi soliti ghigni vittoriosi, mentre sentiva la ragazza sciogliersi su di lui, abbracciandolo per le palle e rispondere al suo bacio. Sentì le rosse e carnose labbra della navigatrice aprirsi ad accogliere la sua lingua, baciandola passionale e lussuriosa, mentre si abbandonava contro il suo petto.
-Ti amo, mocciosa…- soffiò il verde, stringendosi la ramata al petto, mentre lei si raggomitolava contro di lui, posando dolcemente il capo al livello del forte e pulsante cuore dello spadaccino. Sorridendo, Nami strusciò il capo contro di lui, permettendogli di carezzarle i suoi crini di fuoco.
Dal silenzio di mure abbattute, un vitale e gioioso battere di cuore risuonò nel petto della navigatrice, accelerando sempre più, imitando il dolce suono di quello del verde.
Pian piano, il fragile cuore di Nami, stava ricominciando a vivere…
 
 


ANGOLO DELL’AUTORE:
Bho, vabbè, m’è venuta così e sinceramente non mi soddisfa molto, ma non sono riuscita a migliorarla di più. Siete pregati di commentarla e riferirmi ciò che ne pensate, grazie…

Zomi 
 

   
 
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