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Autore: Silvis    30/06/2012    0 recensioni
Nella piccola cittadina di Hudson gli abitanti si preparavano con tutte le loro forze ad affrontare il terribile grido dell’inverno. La cosa più gradita a Hudson era la compagnia,quindi parlare con qualcuno,stare uniti,uscire durante le belle giornate e parlare del più e del meno,di conseguenza tutti gli abitanti si conoscevano benissimo e avevano avuto la possibilità di incontrarsi più di una volta. Tutto era tranquillo,ma le loro vite vennero sconvolte da un’arrivata,Crystal,il cui nome significa “Cristallo” o “Ghiaccio”.
Agli occhi di tutti la ragazza appariva strana,non-normale e veniva trattata freddamente. Di certo non veniva presa in considerazione e non veniva neanche invitata da nessuna parte,la odiavano tutti. Ma cos’è che incita tutto questo odio nei confronti di Crystal? Ci sarà mai una persona pronta ad accoglierla?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Quel lunedì mattina passò velocemente,anche perché all’ultima ora c’era educazione fisica,con il professore Sammon. La ragazza era brava negli sport,soprattutto nella pallavolo,quando si lanciava a terra per cercare di afferrare la palla ormai ritenuta perduta e la prendeva,le sue compagne di squadra e anche le avversarie la guardavano allibite.
Il martedì arrivò e quel giorno si registrarono bassissime temperature: il gelo era così forte che la temperatura era sotto gli zero gradi.
Gli studenti camminavano nei corridoi inzuppando tutte le piastrelle marroni di ghiaccio, i fidanzati si tenevano per mano e si abbracciavano fortemente,cercando di riscaldarsi con un solo abbraccio.
Le persone rabbrividivano vedendo l’abbigliamento di Crystal ancora una volta sbagliato : portava degli short con brillantini luccicanti sulle tasche finte,una magliettina giallo acceso con un cuore tutto pieno di scrutte, portava delle scarpe di tela nere.
Anche quel giorno era riuscita a catturare sguardi interrogativi,sguardi colmi di odio e sguardi dubbiosi.
Alla prima ora Crystal aveva arte,materia molto leggera,dove si poteva sbizzarrire con pennelli,pastelli,pennarelli,acquarelli e tempere. La professoressa Joselline era stata molto chiara : << Disegnate quello che volete. Cioè,nel senso,disegnate quello che vi sentite vostro,un vostro desiderio,rispolverate il cassetto dove tenete nascosti i vostri sogni e estraetene uno a vostra scelta,rappresentatelo su un foglio bianco della dimensione grande,e..lo voglio consegnato e finito..vero Michael? –guardò un ragazzo biondo con gli occhiali grandi come due palloncini-..entro questo giovedì. Buon lavoro ragazzi. >>
Dopo quelle parole i ragazzi presenti nell’aula d’artistica cominciarono a fare un bozzetto del disegno che poi sarebbe stato fatto sul foglio di bella. Alcuni chiudevano gli occhi per concentrarsi meglio sulla cosa\oggetto\paesaggio che volevano trasmettere all’insegnante. Il disegno di Crystal rappresentò un paesaggio completamente invernale,con alberi colmi di neve ghiacciata e le strade intasate dalle macchine che mostravano luci e colori,insieme alle loro ombre e quelle dei lampioni su lato destro della grande strada.
Era sicura di poter raggiungere anche il nove per quel capolavoro,i suoi compagni passavano accanto a lei meravigliati,chiedendosi perché sapesse fare tutto e lasciandosi scappare qualche piccola smorfia d’invidia.
La sua soffice mano tocco il pennello più piccolo che avesse mai visto,con la piccola punta rigida,infilzò il colore nero che era disposto su un piattino di plastica rossa,spostò la mano delicatamente, e fece congiungere il colore nero con il disegno,segnò le ombre mancanti delle automobili in fila,fece qualche ripasso dei tronchi degli alberi e scrisse il suo nome con la sua bella calligrafia,nell’angolo in basso a destra : Crystal .
***
<< Scusa! O mamma mia,scusa! Scusami! >> .
Ecco il danno.
Tutti i compagni si girarono verso di lei e il ragazzo “combina guai”.
<< Ma ti pare che tutti si girano solo ed esclusivamente per lei! >> Disse una ragazza dal nome Lauren alla sua amica Mafalda.
<< Allora trova un modo per attirare l’attenzione su di te >>.
Tutti guardarono Crystal allibiti,come se avesse appena compiuto un omicidio davanti a venticinque testimoni.
Aveva la magliettina gialla con i brillantini tutta sporca di tempera rosa,i pantaloni con gocce di tonalità di giallo e le mani ricoperte dalla tempera rossa.
Il suo amato disegno era ormai rovinato da tutte le tempere che ci aveva rovesciato sopra il ragazzo di nome Seth,(quello che il giorno prima era arrivato in ritardo a lezioni di scienze), la grande strada non si vedeva più,non c’erano più tonalità fredde: bianco,nero,grigio e varianti, ora era come se avesse preso il sopravvento l’estate,la primavera,infatti,il disegno emanava felicità e gioia perché era ricoperto di tonalità di giallo,rosso e rosa. Lo prese in mano,piegandolo alle due estremità e attraversò l’aula,sempre con gli occhi di tutti addosso; quando arrivò alla porta si girò verso Seth e con la più totale calma disse : << Non importa >>.
Gli sguardi erano puntati da Seth a Crystal,da Crystal a Seth.
Poi lei scomparve dietro la porta e tutti ripresero a fare quel che stavano svolgendo pochi minuti prima.
Seth rimase paralizzato ancora per pochi secondi,probabilmente stava ripensando all’accaduto incolpandosi per tutto quel pasticcio,riteneva anche lui che quel disegno era uno dei migliori.
Con l’aria di una persona colpevole si afflosciò alla sedia affianco a quella di Crystal e cominciò a pulire il tavolo,sporcandosi le dita,il medio l’indice e il mignolo,con la tempera rossa ancora fresca. Po ci passò sopra tutti i polpastrelli e così anche tutta la mano destra,cominciò a comporre una serie di cerchi nel tavolo,dopo ci mise anche l’altra e poi,prendendo la tempera gialla disposta al bordo del tavolo,mischiò le due mani fino a formare l’arancione. In conseguenza ci aggiunse il bianco,e schiarì quell’arancione che sembrava più scuro della buccia di un melograno.
<< Seth! Diamine ! Che cosa stai combinando?! >>
La voce della professoressa Joselline risuonò come un grido d’ira nell’aula e tutti subito si rigirarono verso il ragazzo.
<< Professoressa,sto facendo quello che ha chiesto un’ora fa. >> disse Seth nella più totale tranquillità,mentre girava attorno al tavolo con lo sguardo fisso nell’immenso colore.
Aveva aggiunto l’azzurro ai lati del tavolo,sembrava volesse rappresentare il disegno di Crystal: colori freddi,mischiati poi con quelli caldi,il risultato era inverno-estate-primavera.
“E’ veramente uno spettacolo!” pensò il ragazzo tra sé.
<< Seth! Non dire sciocchezze! Dopo qui dovrà venire un’altra classe! Non ci siete solamente voi! Ma guarda qui! Io vado a prendere un caffè e quando torno che mi ritrovo!? Che mi ritrovo?! Seth Davies pulisci subito o ti mando dal preside! >> Urlò la professoressa Joselline.
<< Professoressa, si calmi ! Posso..!>> Iniziò ad urlare anche Seth.
<< Niente scuse! Pulisci! >> gli passò una piccola spugna verde acqua .
Seth la prese al volo,fece gocciolare la spugnetta per un po’ di secondi,poi vedendo l’ira negli occhi della professoressa,iniziò a distruggere quello che aveva creato poco prima.
Ora l’acqua aveva rovinato tutto,i colori freddi si mischiavano insieme a quelli caldi e non si vedeva più la primavera. Era diventato tutto grigio.
La porta si aprì ancora e i compagni furono costretti a voltarsi per la terza volta.
<< Oh! Signorina Thompson! Adesso lei mi spiega perché è uscita dalla classe senza il mio permesso! >> Urlò ancora la Joselline perdendo completamente il controllo delle sue emozioni.
<< Mi scusi professoressa,dovevo lavarmi i vestiti,mani e faccia! >> Disse Crystal con un po’ d’ironia.
Alcuni ragazzi scoppiarono a ridere.
<< Anche te con le scuse ! Basta,andate in presidenza! ORA! >> ululò ancora la professoressa.
Crystal girò i tacchi e si mise a camminare nel corridoio deserto, Seth rimase indietro per supplicare la Joselline: se avrebbe preso un’altra nota o fosse mandato ancora dal preside i suoi genitori gli avrebbero tolto la macchina.
<< Niente scuse ho detto! Vai in presidenza! >>
Niente da fare.
I due ragazzi,insieme,cominciarono ad incamminarsi per andare nell’ufficio del preside.
 
 
 
 
 
 
 
 

  
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