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Autore: Rouge_san    30/06/2012    4 recensioni
Maka Albran, diciotto anni. La sua vita cambierà alla sua prima volta a letto con Soul. Lui l'abbandonerà a se stessa in un terribile momento. Da sola la nostra protagonista si ritroverà a contare solo su Kid. Un nuovo nemico si nasconde nell'ombra.La Shibusen sarà a rischio. Soul ormai diventato falce della morte tenterà di proteggere la persona che ama. Tuttavia otto anni di assenza sono molti e quando il nostro eroe ritroverà la sua Maka dovrà fare i conti con qualcosa più grande di lui...Due gemelli indemoniati.
Dal capitolo uno...
L’unico ricordo che avevo di lui, è in loro.
In loro, già. Il mio più prezioso tesoro…I miei due splendidi figli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'After you, the show must go on'
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Se potessi far tornare indietro il mondo
Farei tornare poi senz'altro te
Per un attimo di eterno e di profondo
In cui tutto sembra, sembra niente è
E niente c'è...

Adesso c'è che mi sembra inutile non capirti ancora...
Se potessi far tornare indietro il mondo
Farei tornare poi senz'altro te
Per un attimo di eterno e di profondo
In cui tutto sembra, sembra niente c'è
Tenersi stretto, stretto in tasca il mondo
Per poi ridarlo un giorno solo a te
A te che non sei parte dell'immenso
Ma l'immenso che fa parte solo di te
Solo di te... (L'immenso-Negramaro)

 
- Maka – Yuki – Soul  - Hayate – James –Kid -Shinigami

 
Capitolo 11

 
«Prova a ragionarci, vedrai che ci arrivi in un lampo!»
Le sue parole, erano impresse nella mia mente.
  Ho sempre notato certe somiglianze fra me e i gemelli.  Però,  per quanto speri di essere il loro padre, Maka mi da sempre un’impressione diversa.
  Era uscita da quella stanza, Maka, era su tutte le furie.  Per non parlare di Hayate. Aveva ascoltato tutta la conversazione, ne io ne Maka ci eravamo accorti della sua presenza. 
  Dovevo ammettere però, che il ragazzo aveva ragione. Quella situazione ci avrebbe allontanati sempre di più.
Maka era appena uscita, e sua figli (sempre con il broncio) la guardava salire sull’auto di quell’uomo, attraverso la finestra.
  «Che ci fai ancora qui?» Disse lei, voltandosi misticamente verso di me.
«Che intendi?»
  «Perché non la segui?Perché te ne stai lì, come un broccolo a non fare nulla?!»
«Perché non ho speranze»
  «Ti stai arrendendo?»
«Si mi arrendo!» Dissi io esasperato.
  «Arrendersi non è solo da perdenti, ma anche da sciocchi. Non mollare ancor prima di averci provato!»
«Non posso lasciarvi soli, allora sì che non avrei più neanche una possibilità!»
  Ad un tratto la porta si spalancò in un boato pazzesco.
«Ehilà! Sono a casa!»
  «K-Kid?!  D-Dove sei stato per tutto questo tempo?!»
«Papà!» Disse la bambina saltandogli al collo.
   «Yuki! Quanto mi sei mancata, piccolina. Ah,ma dov’è Maka?»
«Kid mi consideri un secondo,per piacere?» Inutile,manco si era accorto di me.
  «Mamma è uscita con il tipo che hai sbattuto fuori di casa»
«Chi,scusa?»
  «Ma si,dai! Il vecchio collega di mamma!»
«Quello lì?! Lo stesso tizio che vi ha dato dei…»
  «Si lui!» Tagliò corto la bambina.
«Come?! Tutto ciò è inammissibile!»
  «KID!» E finalmente, si voltò verso di me.
«Ah scusa Soul, non ti avevo notato»
  «Questo si era capito. Comunque, dove sei sta..»
«Che ci fai ancora qui? Perché non segui Maka?»
  «Anche io glielo ho detto!»
«M-Ma,ma…»
  «Tranquillo, bado io ai bambini»
«Ma se abbiamo appena litigato!»
   «Piantala di piangerti addosso e corri. Non lasciartela sfuggire!» E fu così, che Kid mi sbatté fuori di casa.  
Ero curioso di spere con chi era andata Maka, ma  non volevo neanche diventare il protagonista di un film di spionaggio.
  Tuttavia, il dubbio mi corrodeva. Presi la moto dal garage e mentre stavo uscendo, trovai la piccola Yuki davanti al cancello.
«”Soupir de lune”»
   «Che?»
«”Soupir de lune”, è il nome del ristorante. Lo conoscono tutti,qui»
   «Dal nome, sembra molto raffinato»
« Lo è, infatti. Non credo che tu abbia problemi nel trovarlo»
  «Dici?»
 «Dico,dico! Di me stai pur certo, che ti puoi fidare. Allora, vai sempre dritto fino alla rotonda, poi giri a destra e dopo qualche centinaio di metri lo trovi sulla sinistra, ok?»
  « Ok, tutto chiaro»  dissi io spettinandole un po’ i capelli.
La piccola, mi prese per il colletto della camicia e mi stampò un bacio sulla guancia.
  « Questo,era per ringraziarti per tutto quello che hai fatto per noi e per mamma»
«Ti sbagli,io per voi purtroppo non ho mai fatto nulla»
  «Ė proprio qui, che casca l’asino. Ora vai, se no non la raggiungi in tempo!»
Quando stavo per uscire dal garage, Yuki bisbigliò qualcosa,ma lo aveva detto talmente piano che non avevo capito.
Cercavo di capire quello che mi aveva detto,ma non arrivavo a nessuna conclusione logica.
Cominciavo a pensare, che più che essere il protagonista di un film di spionaggio,  ero quello di un film romantico. Tuttavia la bambina aveva ragione, arrenersi senza provare, era da sciocchi.
***
 « Ciao,papà...» 
Si, avevo come la sensazione, che Soul fosse nostro padre. Se era lui, allora per noi aveva fatto tanto.
   Più di una volta l’avevo notato. Non sapevo bene cosa pensare,ma era certa che mio padre fosse lui.
   La foto, non era una grande conferma, la genetica resta sempre genetica. Gli atteggiamenti, l’aspetto fisico, sono tutti dettagli importanti.
  Io ero convinta, che mio padre fosse lui. Mi sembra, prima di tutto, molto in confidenza con mamma.
Lei non è tanto apprezzata dagli uomini ( per via del carattere, intendiamoci), infatti non ha mai più avuto storie d’amore.
  Ad un certo punto arriva il primo e, credo, l’unico ragazzo che la sappia mettere così in imbarazzo da farla sembrare stupida.
Lui somiglia molto a me e a mio fratello,mi sembra quasi..lampante. Tuttavia, credo che Soul non ci sia ancora arrivato.
  Inutile dire che vorrei che ci arrivasse da solo, ma se non gli si da una spinta,non ci arriverà mai. Adoravo Soul e volevo tanto sentir uscire dalla bocca di mia madre, che lui era mio padre. Quella sarebbe stata la vera e propria conferma, che mi avrebbe resa non poco felice, di più.
 Entrai in sala e vidi lo zio Kid, seduto comodamente sul divano.
   «Yuki chiama tuo fratello e scendete, che così mangiamo»
«Agli ordini boss!»
Andai in camera di Hayate. Era già da un po’ che mi sembrava strano, come se mi nascondesse qualcosa. Siamo gemelli, lui per me è un libro aperto. Proprio perché lo conosco così bene, sapevo benissimo che non mi avrebbe mai risposto.
Bussai alla porta.
«Entra…»
   «Cosa ti succede? Hai perso tutt’un tratto la tua spavalderia,fratello?»
«Spiritosa!»
   «Scusa se sono preoccupata per te»
«Tu non mi puoi aiutare, chiaro?! Tu non sai!»
  «Appunto io non so, ma sono la tua gemella, sento quando hai qualcosa che non va anche se me lo vuoi nascondere!»
«Non ho nulla che non va!»
  «Sai Hayate, il maggiore sei tu, ma a volte mi fai ricredere…»
«Come ti permetti?!»
  «…Altre volte, invece mi fai andare fiera di essere la più piccola. Ora smettila di fare il frignone, non ti si addice. Non fa niente se non vuoi dirmi che hai, però ora andiamo a mangiare!»
  «Ok,ma chi cucina se mamma non c’è? Soul?»
«No, Soul ha seguito la mamma»
  «Ha fatto bene»
«Lo so»
  «Aspetta, tutto ciò vorrebbe dire che siamo a casa da soli?» Disse lui esaltato. Mi dispiaceva rompergli le uova nel paniere.
«No, papà è tornato dal viaggio di lavoro, quindi siamo con lui»
  «Ė tornato lo zio Kid? Sono curioso di sapere che caspita è andato a fare, per stare fuori casa, così a lungo»
«Già, senza contare che non era mai stato via per così tanto tempo»
  «Tutto ciò, sembra sospetto solo a me?»
«No, no, anche a me la cosa puzza di bruciato»
  «A proposito di bruciato, non lo senti anche tu questo odore?»
«Mmhh…Che cavolo è?»
   «Qualunque cosa sia,non mi piace!»
Allora io e Hayate scendemmo giù per le scale, per vedere che cosa stava succedendo.
  Andammo in cucina ed ecco lo zio Kid con indosso il grembiule.
 Lo zio era alle prese con due padelle sul fuoco.
«Cosa brucia in pentola?» Chiese mio fratello.
  «Smettila di fare queste battute di pessimo gusto
«Zitta tu!» Ribatté lui.
Non feci a meno di fargli un sorriso,almeno era tornato in se.
«Sto facendo le uova, ragazzi»
   «Ma noi siamo in tre, perché due padelle?»
«Perché se no, non sarebbero state simmetriche! Io faccio sei uova in tutto e ne preparo due per uno. Se io però, avessi messo sul fuoco tre padelle non sarebbero più state simmetriche!»
   «Papà, ora di uova non ne hai più neanche una»
«Eh?»
  «Voltati…»
«Sta andando a fuoco!!»
  «Così impari a predicare, invece che tenere d’occhio io fornelli»
Spento tutto e buttato le uova bruciate, papà Kid si era messo a fare le sue solite scenate del tipo:
 «Sono l’essere peggiore della terra!  L’unico al mondo che non sa cucinare due uova come si deve!»
Hayate invece aveva preso il telefono e aveva incominciato a comporre un numero.
  Se lo conoscevo così bene come credevo, allora avrebbe chiamato la pizz..
«Pronto, pizzeria d’asporto?»
Appunto.
   «Vorrei ordinare tre pizze»
Hayate si voltò verso di me, per chiedermi che cosa volevo.
 «Margherita» risposi io al volo.
«Una margherita, Una capricciosa e per mio zio… »
  Si girò verso Kid con fare scrutatore.
«C-Capricciosa? Quella maledetta pizza tutta incasinata?!»
   «Esatto, perchè?»
«Nooo!! Non la ordinare! Ti scongiuro!»
  «Scusi,niente capricciosa, bensì… Una al salame piccante e una…»
«Una pizza senza mozzarella» disse papà Kid
  «E una margherita senza mozzarella. »
Detto l’indirizzo e compagnia bella si chiuse la discussione. La pizza arrivò mezzoretta dopo.
«Papà, perché la margherita senza formaggio?»
  «Perché quando cuoce, la mozzarella si scioglie, e forma una poltiglia totalmente asimmetrica!»
«Allora tu non avrai mai un futuro da cuoco»
   «Perché,scusa?»
«Perché nella cucina non bisogna pensare alla simmetria!»
   Dopo qualche secondo di silenzio, avevo riattaccato bottone.
«Dove sei stato per tutti questi giorni, papà?»
   Kid, iniziò a sudare freddo, e si notava.
 «Ad alcune riunioni»
   «Ahh, capisco»
Se credeva di avermela fatta bere, si sbagliava di grosso.
***
Yuki è dolce e carina, ma quando ci si mette è veramente una carogna.
  Era vero comunque, ero stato solo a delle riunioni.
FLASHBACK…
 
Soul era venuto in Arizona, dopo otto lunghissimi anni. Volevo sapere che aveva combinato, fare due chicchere come un tempo.
  Prima di cena, ero salito in camera a leggere la lettera che Soul mi aveva dato.
Era di mio padre. Dopo tutti quegli anni si era fatto finalmente vivo. Sulla lettera c’era scritto:
 
Kid, se leggi questa lettera, vuol dire che hai incontrato Soul.
  Non provare ira nei suoi confronti, perché quell’ira è solo colpa mia. Lui era importante per la missione contro la DSSI, infatti è stato fondamentale.
 Kid, vorrei che tu tornassi a Death City.  Credo che tu abbia il diritto di sapere che cosa stia succedendo, se hai letto la lettera preparati e vieni qui il prima possibile.
 
P.S : Guida la tua auto con  saggezza, Kid! Non voglio che tu abbia incidenti!
 
 
                                                     Lord Shinigami.
 
 
 
 
Dopo cena, un cliente mi aveva chiamato per ringraziarmi per l’ottimo lavoro svolto per la costruzione di una casa.
  Approfittai della situazione per andare a  Death City.
Arrivato là, le notizie non erano certo le migliori.
  Le riunioni duravano ore, anche su argomenti inutili, inizialmente.
 Poi, io e mio padre avevamo finalmente cominciato a parlare di cose serie.
«Mi hai chiamato qui, dopo otto anni, per parlare di cosa?»
  «Ah, giusto!  Allora, la base della DSSI è scomparsa»
 «Davvero?! Che bello, non dovremo più nasconderci in quella città!»
   «Ho detto che è scomparsa, non che stata eliminata»
«Cosa?»
   «Non sappiamo dove sia, ti ho chiamato qui per dirti di tenere gli occhi bene aperti»
«M-Ma è una catastrofe! Come fai a dirlo con tanta leggerezza?!»
  «Io me lo aspettavo, per questo te l’ho annunciato così. Anni fa è stato fatto così, probabilmente per far credere alla Shibusen di aver distrutto l’associazione»
   «Hai almeno una vaga idea di dove sia la DSSI?!»
«No»
 Come faceva mio padre a prendere tutto alla leggiera?! Mistero.
 «Volevi dirmi solo questo?»
   «No»
«Allora, dimmi che altro c’è!» Mi stavo spazientendo.
  «Soul, dove dimora?»
«A casa mia e di Maka, perché?»
   «Bene, invece di due occhi ne avremo sei»
«Perché sei?»
   «Due li hai tu, due Soul e due Maka. Sei occhi in tutto»
«Ah, q-quindi devo raccontare anche a loro tutto ciò?»
  «Già, già! Prima però, aspetta che le acque fra quei due si calmino»
«SE si calmano»
  «Si calmeranno, vedrai…»
«A volte, tu mi rendi impossibile comprenderti, lo sai?»
   «Ė una virtù»
«Più che virtù è una anomalia irritante!»
 «Che antipatico! Otto anni che non ti vedo e tu che fai? Mi dici tutte queste cattiverie, io, tuo padre!»
    «Piantala, guarda che mi sei mancato!»
«Bravo il mio figliolo! Sei cresciuto tanto, sono fiero di te. Maka, lei come sta?»
  «Bene, ma  ho paura per il suo rapporto con Soul»
«Sarà dura per quei due piccioncini…»
  «Piccioncini?! Ma se lei lo detesta!»
«Ne sei sicuro? L’odio a volte maschera l’amore. Lei non vuole ammettere di essere ancora innamorata di lui, perché ha paura di essere abbandonata di nuovo»
 Non aveva tutti i torti,ma chissà se era vero.
  La sera del giorno dopo ero già a casa. Non mi era piaciuto molto il fatto che il collega di Maka fosse tornato all’arrembaggio.
Soul, fortunatamente li aveva seguiti.
 
FINE FLASHBACK…
 
«Quel deficiente, ti ricordi papà?»
  «Altroché!  Lui è venuto qui credendosi chissà chi, ha fatto l’idiota quanto bastava ed infine lo abbiamo sbattuto fuori»
«L’hai sbattuto fuori» mi corresse Hayate.
  «Nessuno vi viene a dire che siete dei piccoli bastardi, anche se con i pretendenti di vostra madre è vero. Per non dire che quel giorno Maka aveva la febbre altissima e lui l’aveva fatta tornare solo alle dieci e mezza di sera! »
«Io ricordo che aveva provato a baciare mamma, io sono andato a mettergli un ragnetto nella camicia e quel tizio si era messo ad urlare come un pazzo»
   «Si, mentre papà portava la mamma malata in camera, quello lì ci rincorreva per tutto il giardino»
«Oh, si! Ti ricordi come siamo stati bravi a farlo cadere in piscina nel pieno di una nevicata?»
  «Lo so, grazie!»
«Ehi! L’idea era mia!»
  «Ma sono stata  io a metterla in pratica! »
 «Uffa,odio quando hai ragione!»
    «Ricordo che quando era arrivato papà, James ti aveva preso per il cappuccio della felpa e ti aveva tirato un ceffone. Ah, e ti aveva anche detto “ Bastardo come ti permetti?!”»
«Ė vero, ma lo zio Kid quando è arrivato lo ha riempito di botte»
  «Quel James era uscito da casa nostra ricoperto di lividi, ma avevo cercato di darglieli in modo simmetrico ed elegante, almeno all’ospedale avrebbe fatto una bella figura»
   «Bella figura per così dire!»
«Eh, già!»
Quel tipo non mi piaceva, meno male che Soul l’aveva seguita.
***
 Ero in viaggio per il ristorante da più o meno una mezzoretta.
Yuki aveva ragione, non era stato difficile trovarlo.
Era un ristorante sul lungo mare, molto raffinato.
  Entrato trovai subito quei due  in un tavolo fuori.
Ovviamente, anche io avevo preso un tavolo fuori.  C’era tanta gente,non mi avrebbe notato.
 Per tutto il primo e il secondo, lui era stato l’unico a parlare.
Era logorroico, Maka era stata ad ascoltarlo senza banfare per  un’ora e mezza.
  -Fai parlare anche lei! Ha molte più qualità di te, idiota!-
Alla fine del dessert, lei aveva detto solo qualche commento.
  Tutto ad un tratto quel “coso” si era avvicinato troppo a Maka. Essendo un uomo avevo capito alla perfezione, quello che voleva fare era off limits!  Ero saltato in piedi come una molla ed ero arrivato appena in tempo per coprire la bocca di Maka.
-Grazie al cielo, appena in tempo!-
 
«Che vuoi,non vedi che siamo occupati?» Non gli risposi.
   «Soul, che ci fai qui?» Non le risposi.
Continuavo a guardare quell’imbecille con occhi di fuoco. Ci sarebbe stata una rissa? Nessun problema! Lo avrei battuto ad occhi chiusi,non mi interessava altro che lei. Lui non aveva i miei stessi obbiettivi.Non so per cosa lo facesse,ma non per amore. Mi dava davvero sui nervi!
  Se dovevo battermi per averla, non mi sarei certo tirato indietro. Ora cominciavo a fare sul serio.
 

 
 

Spazio autrice:

Io: capitolo 11 gente!
  Yuki: Già, già!
Io: Capito perché quel “coso”, come lo chiama Soul, ce l’ha con Kid?
  Yuki: Quello non è un “coso”, lui è un catamarano!
Hayate: I catamarani sono barche!
  Yuki: Ahhh! Bè, sapeva di insulto, così…
Hayate: Chiamalo C.A.S.T.
  Yuki: Che cosa? Com’è che lo devo chiamare?
Hayate: C.A.S.T. sta per: “ cetriolo ammuffito sotto terra”
  Yuki: La sigla la evito,ma come insulto può andare.
Hayate: Già, infatti. Poi a noi non ci è permesso dire parolacce. Ne abbiamo detta una oggi,ma per ricordare  le tante belle marachelle  che gli abbiamo fatto.
 Maka: Cos’è che avete detto?!
 Yuki e Hayate: Nulla,mamma!
Io: After you capitolo 12, cosa capiterà a James dopo la scazzottata?
  Hayate: Si botte!
Io: Guardi il wrestling o cosa?
  Kid: Tranquilla, di cose del genere alla tv ne vede tante e troppe, soprattutto! Fila a letto!
Hayate. Si, ok… Ma posso solo vedere chi vince?
Kid : No! Fila!
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
  
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