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Autore: Rose_s Knight    30/06/2012    7 recensioni
"Non ce la faremo mai"
"Mi dicono che sei positivo"
"Beh, con un proiettile nel fianco, e dei pazzi scatenati che ci sparano addosso, non vedo come potrei essere positivo"
Clint, Natasha, uno scontro a fuoco e tanto amore.
Leggete e recensite in tanti!!!!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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These Violent Delights, Have Violent Ends... 

 

 

Dicono che alla morte, tutte le domande della vita abbiano una risposta. Anche Clint la pensa così. Ha sempre creduto che sarebbe morto, sapendo di lasciare l'unica donna che avesse mai amato davvvero al sicuro. E invece l'ha lasciata nel bel mezzo di uno scontro a fuoco, senza sapere se sarebbe rimasta in vita, o se l'avrebbe raggiunto. Che infame. Clint Barton ha sempre pensato che, una volta morto, sarebbe rimasto solo nel silenzio più totale. Ma allora cos'è il mormorio che continua a sentire? E cos'è la delicata pressione sulla sua mano?

"Miss Romanoff, cerchi di capire la mia posizione..."
"No!! Non lo accetto ora, e non lo accetterò mai!"
Natasha. Vorrebbe aprire gli occhi, abbracciarla, dirle qualsiasi cosa, dirle... dirle ti amo. Decide: seppur a fatica muove le dita della mano. Sente le dita della sua compagna irrigidirsi.
"Dottore! Dottore si è mosso!"
esclama. Sente una piccola pressione sul collo, e apre piano gli occhi, li richiude subito: pessima idea. Avrebbe dovuto ricordarsi che il neon è un'arma letale.
"Clint? Clint, riesci a sentirmi?"
si decide, e si guarda attorno, cercando di mettere a fuoco ciò che lo circonda. La prima cosa che vede, sono gli occhi verde smeraldo di Natasha. Fa per alzare una mano, per togliere quella fastidiosissima mascherina d'ossigeno, ma la rossa fa prima di lui. Deglutisce.
"N-natasha..."
lei gli getta le braccia al collo e lo stringe forte a sè. Le lacrime gli inondano il viso, e bagnano la pelle di Barton, che si limita a sorridere.
"Tu non sai... non sai quanto ho sperato... quanto ho pregato che ti salvassi..."
mormora la ragazza interrompendosi ogni tanto, piangendo di gioia.
"Oh Clint... non sai quanto sono felice che tu sia vivo e stia bene..."
"Shh, è passato Nat, non me ne vado, tranquilla."
dice lui accarezzandole piano i capelli rossi.
"Non devi più farmi una cosa del genere, hai capito?"
lui annuisce.
"Dovrei allontanarmi da te..."
dice Natasha. Lui la lascia subito.
"Cosa?"
"Infondo è colpa mia se ti hanno colpito"
"Non dire sciocchezze"
la riprende Clint.
"Infondo ero felice di sanguinare per te"
lei sorride, mentre ancora piange.
"Sei un masochista"
"E tu sei sempre piena di sensi di colpa"
"Grazie del complimento"
ride Natasha. Sente i silenziosi passi del medico che si allontanano.
"Che è successo?"
chiede lui, riconcentrandosi sulle cose serie.
"Appena dopo che hai perso i sensi, un'elicottero dello S.H.I.E.L.D. ci ha raggiunti. Grazie a Dio c'era un'equipe medica sul veivolo, altrimenti non credo ce l'avresti fatta"
risponde Natasha. Sospira.
"I sicari?"
chiede ancora Clint.
"Non credo vorresti sapere che gli ha fatto, agente Barton"
un uomo dalla pelle scura entra nella stanza. Sul suo occhio sinistro, una benda nera.
"Direttore Fury!"
esclama l'arcere, tentando di mettersi a sedere, ma subito un dolore acuto al fianco gli ricorda che è una pessima idea.
"Ah!"
geme dal dolore, sentendo dei fili sottili nella pelle, che la tengono unita, mentre la ferita si chiude. Natasha gli posa una mano sulla spalla, costringendolo a stendersi.
"Non ti muovere, altrimenti saltano i punti"
mormora dolcemente la donna, accarezzando piano la cicatrice.
"A riposo agente. Per minimo due settimane"
dice Fury, poi fa per uscire.
"Due settimane?!? Ma signore, io non..."
"Romanoff..."
"Non si preoccupi capo, qui me ne occupo io"
"Molto bene, Mamma Chioccia"
la schernisce Fury, poi esce dalla stanza. Natasha continua a fissare la porta, con uno sguardo leggermente offeso.
"Mamma Chioccia? Ma per chi mi ha presa??"
ringhia. Clint sorride: è sempre la sua Natasha.
"Credo che te lo rinfaccerò per un po'..."
"Provaci, e ti dissanguo"
mormora. Lui scoppia a ridere.
"Due settimane..."
dice ad alta voce, riflettendo.
"Già... sarà un periodo molto lungo"
Natasha si stende accanto a Clint.
"L'ultima volta che mi sono messa in un letto con te, era dicembre, e tu mi teneva stretta"
mormora la rossa, sorridendo. Chiude gli occhi: è stato molto tempo prima, ma ancora ricorda i dettagli.
"Mi tenevi i polsi, e le tue gambe si intrecciavano alle mie..."
"... poi mi hai baciato, ed io..."
i due si guardano, indecisi se andare avanti col racconto. Clint nota una piccola teltecamera sul soffitto, e si schiarisce la voce, imbarazzato. Lei sorride maliziosa, ed avvicina il suo viso a quello di Clint.
"... e poi mi hai portato in Paradiso"
lo bacia a fior di labbra. Lui appoggia la testa sul cuscino, e lei gli accarezza la fronte.
"Mi ricorda tanto l'altro giorno..."
mormora Clint.
"Si, solo che ora non stai morendo"
aggiunge Natasha. Lui annuisce.
"Profumi... di gelsomino..."
"Si"
annuisce lei.
"Nat, mi prometti una cosa?"
"Tutto quello che vuoi, dimmi"
lui non parla. Forse ha paura di risultare infantile. Gli tremano le dita, e Natasha si chiede che cosa ci sia di sbagliato nel chiedere un po' di affetto. Gli da un bacio sulla fronte, e gli permette di stringersi un po' a lei, appoggiando la testa leggermente al di sotto del suo seno. Accarezza il suo viso, e nota gli occhi di lui diventare leggermente lucidi.
"Cosa c'è?"
chiede lei.
"Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
pensa. Pensa che forse, con lui ha sbagliato fin dal principio. Lui è come lei. Non è insensibile. Ma si sforza di passare per un sicario senza sentimenti, e lei l'ha preso per il verso sbagliato, dicendo a sè stessa che avrebbe dovuto guardarlo come un'uomo senza emozioni. Ricorda ancora quando hanno dovuto uccidere quella donna, davanti agli occhi della figlia di 5 mesi. Gli aveva detto delle cose orribili quel giorno.
"Vorrei essere come te Clint."
gli aveva detto.
"Vorrei essere capace di non provare sentimenti..."
gli aveva sputato addosso tutto il rancore e l'odio per il mondo, che le aveva portato via la madre, senza pensare che anche lui era solo e disperato quanto lei.
"Potresti..."
la voce di Clint la riscuote dai suoi pensieri.
"... rimanere qui... con... me?"
lo stringe un po' più forte.
"Ma certo"
risponde.
"Grazie"
dice lui, poi chiude gli occhi cercando di rilassarsi.
"Nat?"
"Si?"
"È vero che mi ami?"
lei rimane spiazzata. Il fiato le si mozza in gola. Quasi non riesce a respirare. Come diavolo fa a ricordarselo?!? L'attesa gli fa battere il cuore, lo vede dal monitor vicino al lettino.
"Ehm... Clint, io..."
"Non importa, dovevo immaginare che era solo un sogno..."
lei alza lo sguardo, non riuscendo a guardarlo in faccia.
"Grazie per essere stata sincera con me"
dice Clint, poi il battito si stabilizza, e lui si addormenta tra le braccia di Natasha.
"Se avessi saputo che l'amore è così difficile, non mi sarei mai innamorata..."
pensa la donna, e si asciuga le lacrime dal viso.

"Queste gioie violente hanno violenta fine,
  muoiono nel loro trionfo,
come la polvere da sparo e il fuoco,
che si consumano al primo bacio"

 

 

Ma infondo anche Natasha lo sa: il cuore è uno spirito libero, ma una volta che l'amore vi è entrato, cacciarlo è impossibile. 


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Eccomi qui!!!
Fatto il secondo capitolo, mi spiace per voi, vi attende un terzo ù.ù! Come promesso anche stavolta posto un'immagine, ed anche oggi mi sento un piccolo genio!
Per chi volesse saperlo (sarà giusta la frase? Bah...) le quattro righe in stile Georgia sono prese da Romeo e Giulietta.

   
 
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