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Autore: avalonne    01/07/2012    6 recensioni
Storia partecipante al contest a turni "12 Mesi di Fanfiction" di BS.
Il caldo si fa sentire anche a Azkaban, tanto che, durante il suo abituale giro di visite, Cormelius Caramell dimentica la sua copia della Gazzetta del Profeta. Un errore trascurabile, pensa, senza sapere che cosa metterà in moto.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Caldo e fuga

 
 

Storia partecipante al concorso a turni
12 Mesi di fan fiction indetto da BS.
Il tema di Luglio era "Questo caldo mi sta sciogliendo il cervello"
 
 

 

NOME AUTORE: avalonne
TITOLO DELLA STORIA: Caldo e fuga
PERSONAGGI: Sirius Black
AVVERTENZE: one - shot
NdA: è la prima volta che partecipo a questo contest, spero che la storia vi piaccia. E’ ambientata poco prima della fuga di Sirius Black da Azkaban, anzi diciamo che ne è la “causa”. Sirius è un personaggio che amo, spero di aver reso bene i suoi sentimenti e le sue emozioni.
 
 
 
 
Luglio 1993, l’afa e il caldo affliggevano la Gran Bretagna; per le vie di Londra una cappa d’aria stagnante mista a smog rendeva l’atmosfera irrespirabile, persino Diagon Alley ne era afflitta. Se il Ministro della Magia, Cornelius Caramell, pensava di trovare un po’ di refrigerio ad Azkaban aveva fatto male i suoi conti: anche l’isola gelida dove sorgeva la prigione era stata raggiunta dall’ondata di caldo. Le spesse mura erano arroventate dal sole e trattenevano il calore diurno rilasciandolo progressivamente durante la notte.
Il Ministro, durante il suo abituale giro di controllo, boccheggiava in cerca di un minimo filo d’aria, allentandosi di tanto in tanto il rigido colletto e sventolandosi con una copia della Gazzetta del Profeta.
Passo dopo passo, cella dopo cella il suo giro si era ormai concluso, quando, con sorpresa, si accorse che le sue mani erano vuote, fatta eccezione per la bacchetta che stringeva convulsamente tra le dita.
- Questo caldo mi sta sciogliendo il cervello. – Commentò all’indirizzo della guardia.
- Qualcosa che non va, Signore? – Domandò quest’ultimo rispettosamente.
- Quando sono entrato avevo con me una copia della Gazzetta del Profeta e ora non l’ho più. Deve essermi scivolata di mano durante il giro. –
- Vuole tornare indietro a cercarla? – Chiese ancora la guardia ansiosamente.
Caramell si voltò indietro verso gli infernali corridoi della prigione e, nonostante l’elevata temperatura, rabbrividì.
- No, non ha importanza. Chi vuole che si curi di un giornale qua dentro? – E con queste parole si apprestò a lasciare quell’orrido luogo di sofferenza.
 
In una delle celle il prigioniero Sirius Black fissava il soffitto. Era caldo, molto caldo. Sempre che la parola “caldo” avesse ancora un significato tra quelle mura. Ricordava ancora quando caldo significava che era tempo di sfidare James per chi avesse il coraggio di buttarsi nel Lago Nero, affrontando al contempo la Piovra Gigante e l’ira della McGranitt. Ma poi James era morto. Defunto, perito, trapassato, estinto, deceduto. No, non era una buona idea pensare alle estati felici passate con Potter e gli altri Malandrini, i Dissennatori erano sempre in agguato, affamati di felicità. Poteva pensare al presente, questo sì. James era morto, questo era un fatto. Peter era vivo, ma era un traditore. Remus doveva affrontare la luna piena da solo. Lui era in prigione, innocente. Ecco questo era un pensiero che poteva permettersi perché non era un pensiero allegro. Sentì i Dissennatori allontanarsi lentamente dal suo corridoio e un lungo sospiro uscì dalle sue labbra screpolate. Si alzò in piedi, fece scrocchiare le magre ossa e misurò a lunghi passi la cella. Due passi di lunghezza per uno e mezzo di larghezza, ormai sapeva a memoria le dimensioni della stanza in passi, piedi, palmi e pollici. Non percependo l’eco freddo dei Dissennatori oltre la porta buttò un occhio al corridoio, attraverso lo sportellino tramite cui gli servivano quella sbobba chiamata cena. Qualcosa di bianco attirò la sua attenzione. Silenziosamente allungò un braccio e afferrò l’oggetto, ritraendo subito la mano con il suo tesoro stretto in pugno.
Una copia della Gazzetta del Profeta: doveva averla persa Caramell nel suo solito giro di ispezioni. Le pagine spiegazzate riportavano la foto di una famiglia felice. Sirius aguzzò lo sguardo: capelli rossi e tanti figli, dovevano essere Arthur e sua moglie. Contò i ragazzi, erano sette. Ridacchiò piano pensando a quanti danni riusciva a combinare il figlio di James da solo, crescere sette figli doveva essere un’impresa. Il tempo aveva cancellato dalla sua memoria i nomi, ma si ricordava ancora di un ragazzino che insisteva per voler salire sulla sua moto e lasciarsi crescere i capelli lunghi come i suoi (si ricordava soprattutto gli strilli di Molly a quella prospettiva) e di un altro che aveva la passione dei draghi. Chissà che fine avevano fatto, chissà se avevano realizzato i loro sogni. No, sicuramente erano diventati dei noiosissimi Prefetti, frustrati nelle aspirazioni, depressi e infelici. Sirius si riscosse appena in tempo, rendendosi conto che quei ricordi felici avevano nuovamente attirato le orride creature a guardia dei prigionieri. Per evitare di essere sopraffatto dalla loro aura di tristezza si concentrò sullo sfondo della foto: sabbia, sabbia, caldo, sole, un topo. Un topo? Afferrò con veemenza il giornale e lo avvicinò alla minuscola finestra che illuminava la cella. Sulla spalla di uno dei ragazzi più piccoli c’era un topolino spaventato, aveva gli occhi acquosi, il pelo marroncino e gli mancava un dito nella zampina anteriore. Minus! Peter il traditore si era nascosto sotto forma di topo e ora viveva con i Weasley! Black lesse con attenzione l’intero articolo: la famiglia era andata in Egitto a trovare il figlio maggiore che lavorava come Spezza Incantesimi. Sirius sorrise: doveva essere quello alto con l’orecchino e i capelli lunghi, alla fine l’aveva spuntata su Molly! Seguiva una breve descrizione di tutti i componenti. Oltre al più grande, Bill, ecco come si chiamava, venivano descritti anche i fratelli: Charlie che lavorava con i draghi in Romania (due a zero contro Molly) e gli altri che studiavano a Hogwarts. Hogwarts! Dunque Minus il traditore era a scuola! Un brivido freddo corse lungo la schiena di Sirius: anche Harry, il figlio di James studiava lì. La sua mente lavorava frenetica, cercando di ricordare nomi e date. Codaliscia stava sulla spalla del maschio più piccolo tra i fratelli Weasley, che, se ben rimembrava, aveva la stessa età del giovane Potter, questo voleva dire che Harry poteva essere in pericolo. Sirius era in fibrillazione. La sua agitazione richiamò alcuni Dissennatori che si ritrovarono confusi di fronte al mare di emozioni che convivevano in Black. Non si poteva parlare di felicità, perché il mago era molto preoccupato, ma c’era una fiamma che ardeva nel suo animo, che le guardie non riuscivano a domare. Per troppi anni Sirius Black aveva giaciuto inerme in una sorta di commiserazione.
Era tempo di agire, doveva salvare Harry, lo doveva a James, e neppure i Dissennatori o Azkaban lo avrebbero potuto fermare!

  
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