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Autore: Seiren    01/07/2012    0 recensioni
Se potessimo scegliere chi essere, come venire al mondo e di chi essere figli non apparteremmo a questa Terra. A noi è concesso solo combattere per ciò che abbiamo scelto di essere.
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Long Hair




“ Se potessimo scegliere chi essere, come venire al mondo e di chi essere figli non apparteremmo a questa Terra. A noi è concesso solo combattere per ciò che abbiamo scelto di essere. “




1


All’alba la piccola Innori vagava già per le strade fangose di Daghatrhisan e non aveva alcuna intenzione di tornare fino a sera. Gota, la curva donna che la ospitava, ne sarebbe solo stata soddisfatta: non voleva quella creaturina sporca e oscura intorno e se ne sarebbe sbarazzata volentieri se non fosse stato per la modesta somma che la madre di lei pagava periodicamente per accudirla. Questo Innori l’aveva già capito, anche se non le era stato detto esplicitamente.
Quel giorno, tre dopo il giorno di festa, c’era il mercato per le strade di Daghatrhisan bassa. La bambina si incamminò per la folla che odorava di pesce e stalla e scivolò silenziosa tra la folla, fino ad arrivare al tavolo delle marionette, dove ogni volta si accucciava per guardare di nascosto. Lì davanti si radunava sempre una piccola folla e un uomo passava a raccogliere il denaro dai spettatori. Già due volte l’aveva beccata e lei ci teneva a nascondersi per bene dall’uomo, poiché quelle volte l’aveva picchiata molto forte nel fango della strada e i lividi avevano impiegato almeno tre settimane a guarire.
Improvvisamente giunse un piccolo calesse da cui scese un fanciullo, scortato da due signori bene vestiti e dall’aria piuttosto altezzosa. Il bambino - che aveva all’incirca la stessa età di Innori -  si diresse con passo deciso fino alla piccola commedia e lì, dopo una breve risatina, commentò lo svolgersi della recita che paragonò insignificante in confronto la piccola compagnia di attori che periodicamente recitava a servizio della sua famiglia. “ E comunque,” disse voltandosi e tornando al calesse “io ho potuto vendere anche il magnifico spettacolo delle marionette reali e posso dire che sono magnifiche!”
Il trio andò via senza pagare e Innori non capì perché quel bambino non fosse stato castigato dal proprietario delle marionette e dopo un’attenta riflessione concluse che il perché fosse dovuto dalla presenza dei due signori distinti. E anche perché quel bambino era ricco, almeno così disse uno spettatore lì accanto con disprezzo.
La bambina, distratta dai suoi pensieri, non si accorse di essere stata vista dall’uomo che raccoglieva i soldi e così fu presa e colpita duramente.
Innori tornò alla casa di Gota senza forze e dolorante dopo aver aspettato fino a sera seduta su un’asse di legno.
La donna aprì la porta e le rivolse un’occhiata sprezzante. “Va’ a lavarti prima che venga tua madre, poi copri quei lividi: sono disgustosi!”
La bambina sgattaiolò nella piccola stanza dove Gota le preparava una tinozza dove lavarsi quando sua madre veniva a controllarla.
Quelle visite erano sempre inaspettate, il che irritava Gota, ma Lanila pagava sempre e perciò non rimaneva che il silenzio.
Lanila – la madre di Innori - metteva in soggezione Gota, perché tra loro non si discuteva molto e lo si poteva vedere chiaramente. Durante quelle brevi visite spesso regnava il silenzio: Lanila analizzava con attenzione Innori, osservava con attenzione che la figlia non fosse malata e le controllava i denti. Poi le chiedeva se stesse bene e Innori rispondeva sempre sì. Se avesse fatto il contrario Gota l’avrebbe punita subito dopo che la madre se ne fosse andata via.
In quei momenti la piccola osservava con attenzione la madre, i suoi lunghi e intrecciati capelli spenti, gli occhi seri e verdi scuri – forse l’unica somiglianza fra loro – e la pelle chiara.
Quando Lanila era di buon umore – come quel giorno - si alzava e con le dita affusolate e agili intrecciava con cura i lunghi capelli neri della figlia e quello era il momento più bello per la bambina. Poi la donna se ne andava in silenzio, lasciano del denaro sul tavolo di Gota e chiudeva la porta d’entrata alle sue spalle, lasciando la casa nel freddo e nell’ombra.
Fu quel giorno che Gota, forse invidiosa di quella piccola attenzione – guardò sprezzante Innori e le disse: “sei solo la figlia di uno scuro stalliere che non è nemmeno marito di tua madre e che con tutta certezza possiede altri figli che ama.”
Il cuore di Innori si spezzò, le salirono le lacrime mentre la donna curva spegneva la candela sul tavolo e se ne andava a dormire.
Per tutta la notte le lacrime e i lividi tennero sveglia la bambina che per la prima volta aveva sentito parlare di suo padre e per la prima volta sentiva di non riuscire ad affrontare la dura realtà.
 

  
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