Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: thatsmylastsong    01/07/2012    1 recensioni
-Tu non mi piaci, lo sai?- disse Joe in tono fintamente acido
-Sbaglio, o meno di cinque minuti fa mi hai proposto di diventare la tua ragazza?-
-Sì, ma l'ho fatto prima di capire che tu non mi piacessi-
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Stava per accadere. Patrick stava per dare un efficacissimo calcio nel femore a Demi, togliendole ogni più piccola probabilità di rialzarsi. In quel momento, inerme, distesa sul pavimento, priva di sensi a Demi rivenne in mente, a stralci, l'ultima conversazione fatta con Tom, il suo maestro
 
''Può avvenire, che durante il combattimento, tu possa cadere senza riuscire a rialzarti''
''Può... succedere?''
''Certo. Sei bravissima ma non infallibile''
''E se dovessi cadere senza rialzarmi... cosa ne sarà di me?''
''Dipende da te. Sai già cosa devi fare''
''Io credo di sì. Insomma, lui è un bruto e senza dubbio cercherà di darmi un calcio''
''Esatto e tu sarai pronta''
 
E' vero, Demi doveva essere assolutamente pronta, perché Patrick era in procinto di colpire. Demi rinvenne come per magia, lui stava per colpirla e lei, ancora distesa, gli afferrò il piede con le due caviglie, lo fece inciampare e scivolare a terra, dandogli un calcio in faccia. L'intenzione di Demi non era quella di ucciderlo, ma poteva farlo, visto che era per legittima difesa. Demi era decisamente stravolta, le rimaneva poca forza a disposizione, mentre Patrick, nonostante fosse messo malissimo, aveva ancora tanta, troppa forza
-Che ragazzina insolente- disse, barcollando e asciugandosi il sangue dal naso -ormai sei esausta, mentre io, beh, come vedi attutisco bene i colpi-
-Se dovrò trasformarmi nell'incredibile Hulk o in una specie di Clark Kent in gonnella per farti fuori, giuro su Dio che lo farò- Demi lo disse per difendersi, quanto meno verbalmente, perché ormai era al limite. In quel momento di stanchezza sia fisica che emotiva, Demi riusciva a pensare sono ad una cosa: tagliarsi. Avrebbe tanto voluto prendere un coltello da macellaio e tagliarsi la carotide, così da morire all'istante. Ma se morisse veramente, tutti i suoi sforzi saranno perduti. Così Demi smise di pensare a quei dannati tagli, perché è meglio essere padroni della propria mente, piuttosto che esserne padroneggiati; ma quello non era il momento migliore per riflettere, perché prima che potesse accorgersene, Patrick si diresse verso di lei e la stese a terra, riempendola gradualmente di calci. Demi sentiva un dolore disumano e non riusciva a combatterlo. Non ci riusciva. Mentre veniva presa a calci, le vennero in mente la madre e la sorella e venne illuminata. Demi prese con la mano il piede di Patrick e lo fece cadere all'indietro, facendogli sbattere la testa contro il pavimento. Ormai Demi aveva un paio di costole rotte ma non le importava più. Non le importava più di niente. Salì a fatica le scale, con il dolore che la circondava. Patrick salì alla velocità della luce
-Così mi rendi il compito fin troppo facile-
-Se fossi in te, getterei la spugna-
-E perché? Non sono io la puttanella con le ossa rotte- Demi rise senza gioia, aprì il cassetto, tirò fuori una pistola e la puntò contro di lui
-Ma cosa...? Nono, ti prego... calmati- No, non era la pistola di Patrick, ma quella di suo padre. Lui faceva la guardia giurata e si ricordò la teneva sempre chiusa nel cassetto al piano di sopra. Appena Demi si spostava, lo faceva anche lui, così, si ritrovarono faccia a faccia -ascolta... m-mi dispiace-
-ZITTO, MALEDETTO!- disse Demi, furiosa -sai che cosa farò adesso?-
-Ti supplico, no...- Demi non era di certo una ragazza prevedibile, così, buttò giù dalle scale la pistola. Patrick la guardò come se fosse la ragazza più idiota del pianeta ma non fece in tempo a fare una risata che Demi lo colpì nei testicoli e poi allo stomaco e sbatté contro il vetro che separava le scale... dal cadere in basso
-QUESTO è per mia madre!- e gliene diede un altro, dimenticandosi del dolore lancinante allo costole
-QUESTO è per mia sorella- lo colpì all'addome
-E' QUESTO E' PER ME!- lo colpì con una forza inaudita, tanto da spaccare il vetro in mille pezzi, tanto da farlo cadere di peso e tanto da farlo morire. Sì, Patrick era morto. Demi lo guardò per un paio di minuti, con viso inespressivo. Il dolore aveva ripreso il sopravvento e Demi sentì arrivare la polizia. Gli agenti si erano già messi d'accordo con Tom e Demi, per venire a prendere Patrick, in caso Demi non ce la facesse, ma con grande sorpresa di Demi, ce la fece. Scese faticosamente le scale, con la testa che le pulsava e uscì fuori. C'erano dei paramedici che la misero su una barella e le diedero ossigeno. Il capo della polizia andò in contro a Demi, le prese la mano e lei gliela stinse, anche se era esausta
-Demi, tu sei diventata una eroina. L'america te ne è grata. Abbiamo scoperto che tua madre non è stata l'unica sua vittima. Tu ci hai salvati. Grazie, di cuore- Demi sorrise debolmente con la parola 'eroina' che echeggiava nella sua testa, che stava per scoppiare. Tutto era andato per il meglio e in quel momento, Demi seppe esattamente cosa doveva fare della sua vita, per i prossimi mesi o anni.
  
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