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Autore: kia84    01/07/2012    4 recensioni
Finn Hudson era proprio un'idiota! O forse l'idiota ero sempre stata io perchè non me ne ero accorta prima ostinandomi che fosse il ragazzo giusto per me? La mia anima gemella? Tutte balle!
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mano mi faceva male, speravo che almeno un decimo di quel male lo sentisse pure lui. Quel bastardo! Si era divertito a provocare tutta la sera ma si era spinto ben oltre e non ero affatto pentito di quel pugno. Se l'era meritato. Quando la professoressa Sylvester ci aveva spinti fuori, quel codardo di Finn si era liberato dalla mia presa e aveva preferito tornare a casa piuttosto che restare e affrontare quella spiacevole situazione che aveva creato con le sue stesse mani. Sapevo che non avrei mai dovuto mettermi in mezzo, sapevo che stavo commettendo un enorme sbaglio eppure ero sceso lo stesso di corsa dal palco per aiutare quello che pensavo fosse ancora il mio migliore amico e che, invece di ringraziarmi, aveva minacciato di prendere anche me a cazzotti. Da non crederci. Sapere che il motivo di quella rissa era stato Rachel mi faceva incavolare ancora di più. Tre ragazzi così persi per la stessa ragazza da prendersi a pugni per contendersela come se fosse la posta in palio di un gioco del quale non riuscivo a tirarmi indietro. Alla minima provocazione avevo tirato a segno il primo e ultimo pugno della serata colpendo Jesse per soddisfare la mia rabbia fin troppo repressa. Lo sguardo che Rachel mi aveva lanciato era stato peggio di una pugnalata in pieno petto. Non aveva gradito il mio gesto e adesso ero passato io dalla parte del torto. E tutto questo perchè non riuscivo a lasicarla perdere, non riuscivo a staccarmi da lei. Era diventata peggio di un virus.
"Hai un buon gancio destro. Ottimo per un futuro lavoro da buttafuori in un locale notturno."
"Se non la smetti posso sempre completare la mia opera di ridurti la faccia piena di lividi. Quando vuoi." ribattei in tono aggressivo facendogli vedere il pugno alzato sempre pronto a scattare a qualsiasi cosa mi avrebbe detto. Non mi sarei contenuto questa volta.
"No grazie, un livido mi basta e mi avanza per oggi. Non vorrei sacrificare troppo il mio bell'aspetto da palcoscenico per diventare il tuo sacco da pugilato. Spero che ti consoli sapere che mi hai fatto male."
"Un pò, almeno non sono il solo." feci una smorfia cercando di distendere la mano malconcia.
"Devo complimentarmi con te, forse un pò banale come canzone visto gli innumerevoli usi che se ne sono stati fatti, ma il gesto è arrivato forte e chiaro a destinazione. Rachel aveva le lacrime agli occhi mentre non riusciva a staccarti lo sguardo di dosso quando eri sul palco, così come tutto il McKinley. Ti ho sottovalutato Puckerman, pensavo che fosse soltanto Finn il mio nemico ma a quanto pare mi sbagliavo. Tu sei decisamente un avversario più difficile da battere, persino Finn se n'è accorto stasera. Immaginati che bella sorpresa per lui." sogghignò Jesse con sguardo divertito.
"St. James questa non è una gara. Rachel si arrabbierebbe se venisse a sapere di questi discorsi."
"E' una gara in piena regola e tutto è lecito, tu hai appena fatto la tua mossa. Adesso tocca a me."
"Non te la lascerò senza combattere!" scossi la testa con tono infuriato mentre decidevo un modo lento e doloroso per sopprimere quel pagliaccio irritante con il sorriso di plastica.
"Finalmente il vecchio Puckerman è tornato alla ribalta, il tuo nome è leggenda persino al Carmel. Forse abbiamo le stesse chances...oppure no. Giusto per mettere le carte in tavola, ho chiesto a Rachel di venire a New York con me subito dopo le Nazionali. Volevo che tu lo sapessi visto gli ultimi sviluppi di un triangolo che in realtà non è altro che un quadrato. Lei verrà, lo sappiamo entrambi, è il suo sogno." a quelle parole gli piombai addosso come un falco minacciandolo con lo sguardo furente mentre gli strattonavo quel cavolo di sciarpetta inutile che portava al collo. Ottimo modo per strozzarlo.
"Sei un bastardo! Non le vorresti nemmeno far finire il liceo per gettarla nella fossa dei leoni come se nulla fosse. Rachel si merita di più...sicuramente l'anno prossimo farà di tutto per entrare a far parte di una scuola importante che le aprirà le porte del successo e a breve in molti parleranno di lei, ma non adesso. Rachel rinuncerebbe a tutto per andare a New York e tu stai facendo questo soltanto per portarla via da qui e probabilmente la riempiresti di sensi di colpa ignorando le rinunce che dovrà fare per seguirti. Questo vuol dire amare qualcuno? E' solo egoismo il tuo."
"Io amo Rachel e voglio soltanto il meglio per lei e New York lo è." ribattè lui riuscendo a sfuggire dalla morsa delle mie mani.
"Cosa ti costava aspettare un anno per chiederglielo?"
"Tu hai soltanto paura di perderla perchè sai che verrà con me. Sai che tra l'amore e la carriera di certo non sceglierà l'amore...o almeno un qualcosa che potrebbe essere amore. Noi due abbiamo avuto una storia in passato e, nonostante non sia stato del tutto onesto con lei e l'abbia fatta soffrire molto a causa della mia smania di vincere, per me era  reale. Mi sono accorto di amarla sul serio dopo il casino che è successo con il videoclip di Run Joey Run ma il mio stupido orgoglio maschile ha avuto la meglio e adesso sono tornato per recuperare una delle cose migliori che mi sia mai capitata e non voglio più rinunciarci. Lei prova ancora qualcosa per me."
"Non eri qui a raccogliere i pezzi del suo cuore infranto dopo averle spiaccicato quell'uovo in testa ed essertene andato lasciandola da sola al parcheggio. Tu non c'eri." lo accusai mentre tornavo dalla parte opposta e afferravo la sbarra di ferro per cercare di calmarmi e recuperare un pò di lucidità prima di ucciderlo a mani nude.
"Nemmeno tu a quanto ho sentito. Finn si è precipitato a fare il cavalier servente mentre tu ti divertivi a pulire le piscine di ricche mammine sexy, non è vero? Questo era quello di cui ti vantavi."
"Le cose sono cambiate St. James."
"Ho notato Puckerman." mormorò lui alzando un sopracciglio mentre gli si formava una smorfia in viso. Nemmeno a lui piaceva quella situazione, nonostante la sua palese sicurezza in realtà nascondeva qualche tentennamento dietro quella maschera da palcoscenico. Non era ancora detta l'ultima parola ma lui era nettamente in vantaggio con la proposta di New York mentre io non avevo niente da darle. Ero un fallito e avrei soltanto ostacolato il suo futuro se mi fossi messo in mezzo cercando di farla rimanere inutilmente a Lima per me. Avevo appena dato a Jesse dell'egoista ma tutto sommato io lo ero quanto lui. Avevo paura che si allontanasse da me, che non avesse più bisogno di me e che sarei finito nel dimenticatoio degli anni del liceo insieme a un'infinità di gente sconosciuta che sorrideva nella foto dell'annuario. Non volevo fare quella fine per lei perchè la realtà era che io avevo bisogno di averla al mio fianco. Avevo bisogno di Rachel. Come se fosse stata chiamata mentalmente, la ragazza dei miei sogni uscì dal suo ballo scolastisco sfregandosi le braccia con le mani. La tentazione di andarle incontro e stringerla tra le braccia per riscaldarla con il mio corpo era troppo forte ma il turbamento che lessi nel suo sguardo quando incrociò il mio mi impietrì alla sbarra di ferro alla quale ero appoggiato. Non riuscivo a muovermi e Jesse prese la palla al balzo togliendosi la giacca per coprire le spalle nude di Rachel che gli fece un tiepido sorriso di ringraziamento. Gli sfiorò l'occhio, che stava per diventare di una tonalità decisamente più scura grazie alla mia rabbia, e gli sussurrò qualcosa che non riuscii a sentire. Perchè non potevo avere un super udito come i supereoi nei film? Dannazione! Cosa gli stava dicendo? La gelosia prese il sopravvento e strinsi forte i pugni, facendomi ancor più male alla mano, per contenerla. Rimasi spiazzato quando la vidi avvicinarsi stringendosi nella giacca di St. James. Mi prese la mano ferita tra le sue e me la fece stendere per controllare le nocche sbucciate, le sfiorò delicatamente con un dito facendomi venire i brividi lungo la schiena. Perchè non potevo averla?
"Ti fa male?"
"Solo un pò." le risposi cercando di ricordarmi come si faceva a parlare.
"Devi metterci del ghiaccio e..."
"Rachel."
"Anche il disinfettante e un cerotto e..." continuò a blaterare non riuscendo a incrociare il mio sguardo mentre continuava ad accarezzarmi le nocchie doloranti.
"Rachel smettila. Il vestito da infermierina sexy ti starebbe anche bene ma non mi sembra ne il luogo ne il momento adatto per le miei fantasie erotiche." le dissi ironicamente per smorzare la tensione tra di noi. Lei distese le labbra in una sorta di sorriso ed io mi sentii un pò meglio. Non ce l'aveva più a morte con me.
"Perchè lo hai fatto?"
"Lo sai il perchè. Io ti..."
"Ti prego no! Non dirlo." mi interruppe lei scuotendo la testa per non sentire. Perchè continuava a fare così? Non mi ero immaginato tutto.
"Tacere non lo rende meno reale o sincero e poi credo di avertelo dimostrato in tutti i modi possibili. E' inutile continuare a girarci intorno, lo sappiamo entrambi. Tocca a te adesso." speravo in qualche risposta e attesi diversi interminabili secondi ma ricevetti soltanto assoluto silenzio da parte sua. Mi aveva di nuovo lasciato come un imbecille ad aspettare qualcosa che probabilmente non sarebbe mai arrivato. Perchè non la smettevo di farmi male in quel modo? Perchè non poteva essere sincera una buona volta per tutte? Rachel mi diede le spalle, allontanandosi di qualche passo per mettere un pò di distanza tra di noi, e si rivolse a Jesse stringendosi ancor di più nella sua giacca. Quella distanza era come mettere fine a qualcosa di importante e mi fece gelare le ossa.
"Jesse, torniamo a casa." quella era più un'implorazione che una richiesta. Da quando Rachel aveva paura di restare sola con me?
"Si andiamo. Puckerman."
"St. James."
"Buona notte Noah."
"Buona notte principessa." sussurrai quando ormai lei non poteva più sentirmi.
Li guardai sparire mano nella mano oltre il parcheggio pieno della scuola e digrignai i denti dalla frustrazione. Se quella non era una risposta alla mia dichiarazione, quasi umiliazione, pubblica io ero la fatina dei denti! Aveva vinto lui. Maledizione! Tirai un calcio alla sbarra di ferro e quasi non sentii il dolore dalla rabbia che avevo in corpo. Mi affrettai a raggiungere l'auto, sbattendo forte la portiera dietro di me, e misi in moto per allontanarmi da una di quelle serate dalle quali non mi sarei più ripreso. Per quella stupida canzone mi avrebbero preso in giro a vita e un Puckerman che si rispetti non può perdere la faccia in quel modo, assolutamente no. Umiliato e persino perdente. Cosa c'era di peggio? Ah, si, un cuore infranto. Il mio e faceva male, quello che avevo provato quando Quinn aveva scelto Finn al mio posto non era nulla a confronto. Tranne forse se Rachel avesse scelto Finn, li mi sarebbe crollato il mondo addosso visto che lui era il mio migliore amico. Qualcuno bussò al finestrino facendomi quasi saltare in aria, mi voltai per fissare in malo modo il disturbatore e fargli capire di sparire ma lo sguardo curioso e intelligente di Quinn mi spiazzò.
"Posso chiederti un passaggio fino a casa? A quanto pare Finn mi ha mollata qui senza tante cerimonie." si affrettò a dire lei in tono stizzito. I suoi occhi erano un pò gonfi erano il risultato di una o forse più sconfitte venute a galla tutte nell'arco di una sola sera. Anche lei stava soffrendo e credevo di esserne in parte responsabile.
"Sali." uscimmo dal parcheggio e restammo in silenzio per un paio di minuti prima che lei si voltasse verso di me per fare una conversazione che avrei voluto evitare.
"Bel pugno Puck, molto scenico e piuttosto violento. Più della metà delle ragazze della scuola prima ha sospirato durante la canzone e poi ha lanciato gridolini partecipi mentre mettevi al tappeto Jesse. Tutte volevano essere Rachel in quel momento, un pò anch'io ad essere sincera."
"Ricordo di aver avuto almeno due risse con Finn a causa tua e nessuna delle due si è risolta in mio favore, il pugno di questa sera è stato soltanto un caso sporadico e istintivo visto che Jesse mi sta un pò sulle scatole. Volevo evitare una rissa ma a quanto sembra ho fallito miseramente visto che mi ci sono ritrovato nel mezzo a fare la parte del cattivo."
"Ma guarda che strana la casualità! Anche la canzone di prima era un puro caso? No, non rispondere che è meglio. Vorrei evitare di osservarti mentre ti arrampichi inutilmente sugli specchi per cercare una risposta patetica da darmi. Sono la prima ad ammettere che mi sembra strano spezzare una lancia in suo favore visto la nostra situazione, ma Rachel è una brava ragazza che non molla mai nonostante le altre persone cercando di tirarla giù in ogni modo possibile. Ha una forza incredibile quella ragazza ma è anche molto sensibile e intelligente...figurati che le ho tirato uno schiaffo quando ho capito di aver perso persino il titolo di reginetta del ballo. Tranquillo, non si è fatta male. Sa come incassare un pugno senza fare troppe tragedie, almeno questa volta non ha rischiato di compromettere il suo setto nasale. So di averla ferita con le parole ma lei non si è arrabiata, mi è rimasta vicino lasciandomi sfogare per poi asciugarmi le lacrime. Sarebbe una buona amica se io la smettessi di fare la stronza con lei." ammise Quinn facendo un piccolo sorriso autoironico che la rese ancora più bella. Beth aveva preso molto da lei.
"Sarebbe un'ottima amica per te e tu per lei...sempre se la smettete di passarvi gli stessi ragazzi che si picchiano inutilmente per voi. Tanto siete sempre voi che scegliete." borbottai picchiettando spazientito l'indice sul volante mentre sterzavo a destra.
"Credo che dopo quello che è successo stasera tu abbia molte possibilità per ribaltare la situazione." sentire che Quinn era favorevole a una mia relazione con la sua nemica di sempre suonava strano alle mie orecchie. Forse stava per arrivare la fine del mondo in anticipo e nessuno lo sapeva.
"Ha detto a Jesse di portarla a casa."
"Ah...ma questo non vuol dire niente. Magari aveva..."
"E adesso chi si sta arrampicando sugli specchi? Sei arrivata a destinazione." fermai l'auto facendolo un cenno verso il finestrino.
"Grazie. Ti do un ultimo consiglio da amica, ex ragazza e madre biologica di tua figlia: se è l'unica ragazza che ti fa stare bene e ti fa sentire una persona migliore allora non lasciartela scappare. Non fare i miei stessi errori. Ci vediamo Puck, buona notte."
Dopo avermi scoccato un bacio sulla guancia, Quinn uscì dall'auto ed entrò nel condominio medio borghese dove sua madre aveva comprato un appartamento dopo che il signor Fabray aveva ottenuto la villetta, dove avevano vissuto per anni, grazie al divorzio. La madre di Quinn non aveva ricevuto molto dopo la sentenza visto il crollo finanziario che aveva subito l'ex marito mentre si portava a letto la giovane segretaria ma sembrava che non le importasse più di tanto adesso che la figlia minore era tornata ad abitare con lei. A volte il karma era veramente bastardo. Non sapevo se seguire il consiglio di Quinn oppure no, il rifiuto non verbale di Rachel faceva troppo male ed io non ero di certo il tipico ragazzo maturo e comprensivo che faceva finta che non fosse successo niente. No, non sarei riuscito a cambiare nell'arco di una notte. Accesi la radio cercando di distrami ma a quanto sembrava nemmeno quella mi era di aiuto visto che stavano trasmettendo Jesse's girl, canzone che fino all'anno scorso aveva tormentato Finn nei momenti di gelosia acuta e che adesso stava per diventare anche il mio tormentone post ballo scolastico. Di male in peggio, oltre il danno persino la beffa. Spensi la radio e continuai a guidare senza una vera meta. Non avevo voglia di trovarmi da solo in quella camera che continuava ad evocarmi immagini peccaminose del mio sogno alla Joey e Dawson dove Rachel entrava dalla finestra con un dolcissimo sorriso seducente per poi bloccarmi sul letto e iniziare a fare certe cose spinte vietate ai minori di diciottanni. No, dovevo evitare di ripensare a certe scene prima di stare male di nuovo. Stronzo si ma masochista fino a quel modo no grazie. Forse sarei riuscito a rimediare qualche alcolico per annebbiarmi la mente. Non potevo nemmeno chiedere la complicità di Artie e Sam visto che erano rimasti al ballo cercando di finire bene la serata. Forse avevano ancora qualche speranza, almeno loro. Dopo diversi giri a vuoto e l'aumentare della frustrazione, decisi che era arrivato il tempo di fermarsi e parcheggiai lungo il vialetto di casa. Salutai mia madre con un cenno della testa e salii in camera sapendo che avrei passato una lunga notte insonne. Ero troppo stanco per ribellarmi anche a quello. Quando aprii la porta mi bloccai all'istante nell'incrociare lo sguardo del mio tormento personale che giocherellava nervosamente con le mani seduta sul mio letto. Indossava ancora il suo delizioso abitino rosa che avevo così tanto desiderato strapparle di dosso da quando l'avevo visto per la prima volta, adesso un pò sgualcito, che aveva sfoggiato nella palestra del McKinley tra le braccia del suo Jesse. E adesso si ritrovava sul mio letto a mordicchiarsi nervosamente le labbra mentre non sapeva come iniziare il suo discorso. Non sapevo più cosa pensare tranne al fatto che lei era nella mia stanza ad aspettarmi.
"Che cosa..."
"Scusami...lo so che è tardi ma avevo bisogno di parlarti e il tuo cellulare era staccato quindi sono venuta qui." iniziò a blaterare lei in agitazione mentre si avvicinava pericolosamente a me. Troppo pericolosamente.
"Mia madre non mi ha detto che..."
"No, tua madre non sa che sono qui. Sono entrata dalla finestra e mi sono persino rotta un tacco per salire quella maledetta scala che ho trovato nel capanno li fuori. Noah ti consiglierei di pulire meglio quel capanno la prossima volta, qualcuno potrebbe persino perdersi la dentro. Non voglio nemmeno immaginare che creature ci vivono..." ma prendeva mai una boccata d'aria tra una parola e l'altra quella ragazza?
"Rachel fermati! Sei entrata dalla finestra? Come...perchè? Sei forse ammattita? Rischiavi di cadere e farti male sul serio...e poi cos'è questa storia? E' tardi, i tuoi papà saranno preoccupati se non torni a casa e poi Jesse dov'è finito?" non riuscivo più a capire niente.
"Jesse mi ha riaccompagnata a casa, ho aspettato che partisse prima di venire qui da te. Mi sembrava brutto suonare alla porta e trovarmi di fronte tua madre mentre tentavo di spiegarle il motivo per cui cercavo suo figlio, che ufficialmente era ancora al ballo con gli altri. Non volevo che pensasse male di me presentandomi a quest'ora." adesso improvvisamente sembrava imbarazzata e quasi le scoppiai a ridere in faccia per la sua espressione buffa ma mi trattenni.
"Meglio che mia madre non lo venga a sapere altrimenti rischiamo confetti e inviti a nozze mentre mi fa la ramanzina su come ci si comporta con una brava ragazza ebrea evitando di portarla in camera da letto prima di portarla all'altare." sospirai chiudendo gli occhi con esasperazione al pensiero di quella scena.
"Co...confetti?" balbettò lei con aria sempre più confusa.
"Lascia stare. Si può sapere cosa diamine ci fai qui?"
"So che Jesse ti ha detto di New York." nominare in quel momento la Grande Mela era come una pugnalata in pieno petto.
"Se sei venuta a dirmi questo mi dispiace ma sei arrivata tardi. Il tuo amichetto non vedeva l'ora di spifferare tutto."
"Jesse a volte ha il tatto di un rinoceronte e quasi sempre non vede l'ora di lanciare frecce velenose contro chiunque, lo so bene e mi scuso per i suoi modi di fare. Dovevo dirtelo io ma non trovavo mai il momento giusto per farlo, ultimamente le cose tra di noi si stavano facendo un pò strane e..."
"Chiamale nel modo giusto. C'è un nome preciso per quello che c'è tra noi e tu lo sai benissimo ma non lo vuoi ammettere forse per gli stessi motivi che hanno fermato me fin'ora."
"Noah io..."
"No Rachel, mi sono stancato. Ho cantato per te stasera, ho fatto a pugni per te mettendomi in mezzo tra i tuoi ex e tu cosa fai? Canti una canzone per Finn cercando di fargli capire inutilmente di lasciarti in pace, balli tutta la sera appicicata come una cozza con Jesse e alla fine torni a casa con lui lasciandomi da solo come un idiota senza nemmeno dirmi una parola in merito a tutto quello che è successo. Beh, grazie mille. Nonostante le tue continue negazioni quello che c'è tra di noi è reale ma io non c'e la faccio più a combattere da solo per noi, io non voglio più farlo senza di te. Non voglio più farlo senza sapere che ci sei anche tu dentro, che ci tieni tanto quanto ci tenga io. Non avrebbe senso quindi, se sei venuta qui a parlarmi di New York e dei tuoi splendidi piani per il futuro quella è la porta. Mia madre si sarà sicuramente addormentata come al solito davanti alla televisione, non si accorgerà nemmeno di te quando uscirai." scarica su di lei tutta la mia frustrazione mentre le aprivo la porta della camera per farle capire dov'era l'uscita e che non la volevo li con me, ma quando mi strinse la mano tra le sue lanciandomi il suo famoso sguardo al quale non ero mai riuscito a resistere sapevo di essere fregato.
"Noah ascoltami ti prego. Non è come pensi...non sono venuta qui a parlarti di New York o di quello che accadrà una volta li, io non so niente del futuro. So quali sono i miei sogni e so che farò di tutto per avverarli, ma non voglio pensarci in questo momento. Non questa notte mentre sono qui con te. Hai ragione Noah...hai ragione su tutto. Mi sono innamorata di te senza quasi accorgermene...forse quel sentimento era li in ballo da sempre ma sono una stupida perchè non volevo rovinare l'amicizia che eravamo riusciti a costruire e continuavo ad aggiungere scuse su scuse per evitare di pensare a..."
"Ridillo." la bloccai prendendole il viso tra le mani non riuscendo a credere che lo avesse detto sul serio, sentivo il mio cuore battere all'impazzata quasi volesse scoppiarmi da un momento all'altro.
"Sono una stupida perchè..."
"Non questo." sorrisi non riuscendo più a trattenermi mentre le accarezzavo con il pollice il labbro inferiore ricordandomi com'era baciare Rachel Berry e non vedevo l'ora di poterlo rifare di nuovo.
"Sono innamorata di te." mormorò lei scoccandomi uno dei suoi dolcissimi sorrisi che mi stendevano al suolo rendendomi incapace di fare altro se non adorarla come già facevo. Come avevo anche solo potuto pensare di fare a meno di lei? Ero proprio un pazzo.
"Era ora Berry." feci il mio solito ghigno di riconoscimento mentre mi avvicinavo come una calamita alle sue labbra carnose pregustandone in anticipo quel sapore che tanto mi era mancato.
"Stai zitto e baciami Puckerman." ribattè lei con una risata argentina poco prima di divorarmi la faccia.
Mi tolse in fretta la giacca bianca e strattonò la camicia nera senza troppi riguardi mentre io le disfavo la coda e cercavo quella stramaledetta cerniera che mi negava fastidiosamente l'accesso al suo corpo. Facemmo una sorta di danza non riuscendo a smetterla nè di baciarci nè di toccarci, io praticamente quasi nudo se si escludevano i pantaloni ormai troppo stretti, lei ancora del tutto vestita. Con aria furbetta, mi spinse sul letto per poi mettersi a cavalcioni sopra di me ricominciando a baciarmi con passione. Mi mancava il fiato ma non mi importava. Sentivo soltanto Rachel e questo mi bastava. Mi prese una mano per appoggiarsela sulla coscia e improvvisamente la coscienza si fece sentire per la seconda volta in tutta la mia vita e sempre con lei. Era giusto quello che stavamo facendo? La prima volta che mi ero interrotto era per non ferire di nuovo Finn ma adesso era diverso, la situazione era diversa e lei mi amava. Allora perchè non mi sentivo del tutto a mio agio? Cosa diamine mi stava succedendo? Desideravo Rachel ormai da tanto tempo e non volevo commettere altri sbagli per colpa della mia libido. Si meritava qualcosa di meglio di una sveltina.
"No, aspetta." la fermai facendola alzare mettendo qualche centimetro di distanza tra di noi.
"Ho fatto qualcosa di sbagliato?" mi chiese lei con tono titubante quasi a scusarsi in anticipo per qualche gaffe. Era troppo tenera.
"Solo tu potevi chiedermi una cosa del genere." ridacchiai felice di trovarmi da solo con lei senza più dover fingere.
"Non prendermi in giro Puckerman." mi sgridò lei tirandomi un cuscino in testa con una finta aria offesa che non riuscì a trattenere a lungo mentre si univa alla mia risata soffocata. Glielo leggevo negli occhi che in realtà quella era una risata forzata e nervosa, l'inesperienza la faceva sentire insicura ed io mi stavo comportando come il solito imbecille.
"Scusa, scusa! Non volevo prenderti in giro in alcun modo ma volevo rallentare. Tu sei come un fuoco d'artificio per me, mi fai letteralmente impazzire in tutti i sensi possibili ma non voglio accelerare troppo le cose tra di noi...e ti garantisco che fermarti mi costa fin troppo."
"Noah perchè improvvisamente sei diventato così casto con me? Non sembri quasi più tu. Forse non ti piaccio più?" quel pensiero mi sconcertò. Come poteva pensare una cosa del genere dopo tutto quello che era successo per ritrovarci sul mio letto?
"Non pensarlo nemmeno Rachel, ti amo ma non voglio che succeda così tra di noi la prima volta. E anche se non sembra, ci tengo a fare bella figura con te. Non voglio che tu domani ti penta di niente." ammisi accarezzandole una guancia per cercare di inculcare nella sua testolina quanto tenessi a lei.
"Non mi pentirò." cercò di convicermi lei con aria titubante indecisa su quello che voleva fare.
"Fidati Rachel, ho rovinato troppe cose nella mia vita e almeno questa la voglio fare nel modo giusto al momento giusto. Non adesso e voglio che tu sia assolutamente sicura di questo passo prima di compierlo. Se fare la cosa giusta significa fare un'infinità di doccie fredde più volte al giorno vorrà dire che mi sacrificherò per te per tutto il tempo che ci vorrà. Basta che fai un pensierino su una certa divisa sexy da infermiera, con quella avrò veramente bisogno di un defibrillatore." sospirai cercando di togliermi dalla testa l'immagine di Rachel mentre cercava di visitarmi. Mi stavo autoinfliggendo la castità e subito andavo a pensare a quello? Ero proprio malato.
"Non so se ringraziarti per la delicatezza oppure prenderti a pugni per la frustrazione." borbottò lei adesso più tranquilla mentre la sua espressione afflitta andava a pari passo con la mia. Sarebbero state delle interminabili giornate che presto mi avrebbero fatto uscire fuori di senno.
"Meglio se mi ringrazi perchè il grande Puckerman là sotto è ancora troppo inquieto e soffre di claustofobia e potrei rimangiarmi quella famosa delicatezza da quattro soldi di cui tanto parli." borbottai infastidito mente muovevo a disagio le gambe.
"Grazie Noah." mi sorrise lei dandomi un bacio sulla fronte. Quanto mi era mancato quel gesto.
"Già, prego. Adesso vieni qua, non riuscirei a lasciarti andare da nessuna parte stanotte." le dissi sistemandomi meglio sui cuscini mentre la prendevo tra le braccia stringendola forte a me. Sarei rimasto così per sempre se solo avessi potuto farlo.
"Ridillo." sussurrò lei contro la mia spalla mentre sentivo che si apriva in uno splendido sorriso. Sapevo cosa voleva sentirti dire ed io di certo non le avrei mai negato quel piacere. Glielo avrei ripetuto ogni volta che voleva e non mi sarei mai stancato di farlo.
"Ti amo alla follia." mormorai al suo orecchio mentre rimanevo in balia dell'odore dei suoi capelli giocherellando con alcune ciocche brune che mi ritrovavo tra le mani.
"Ti amo anch'io." il suono della sua voce mi fece sorridere mentre il cuore batteva all'impazzata come un tamburo. Quello era il nostro posto, l'uno tra le braccia dell'altra, nessuno avrebbe potuto dividere quella magia. Non lo avrei permesso. Perchè eravamo stati così stupidi per tutto quel tempo? Ero felice, ma cosa sarebbe successo quando Rachel avrebbe raggiunto New York? Cosa sarebbe successo a noi? Non volevo pensarci, non adesso. Chiusi gli occhi e mi godetti quel momento.



IO ORMAI STO DIVENTANDO FAMOSA TRA RITARDI E ALTRO, PC NUOVO PRESO (CHE BELLO VEDERE CHE QUALCOSA FUNZIONA COME SI DEVE) CONNESSIONE ADSL...LASCIAMO PERDERE CHE E' MEGLIO, SPERO DI RISOLVERE PRESTO IL PROBLEMA.
LO SAPETE QUANTO SONO FELICE DI AVER AGGIORNATO??? E HO ANCHE FINITO L'ALTRO CAPITOLO HIHI. COMUNQUE MANCA POCO, NON DISPERATE.
COSA SUCCEDERA' ADESSO SECONDO VOI??? (VI DICO CHE IO ME LA STO RIDENDO SOTTO I BAFFI)
PROSSIMO CAPITOLO QUINN. BESOS
KIA
   
 
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