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Autore: dayake    01/07/2012    4 recensioni
Un anno pieno di amori, dolori, conquiste e amicizie. Questo è un anno alla Gakuen, secondo Daniela.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dopo l'incidente mi diressi in camera mia, a studiare un pò e a rilassarmi. 
Avevo afferrato un libro di Economia, e avevo cominciato a leggere.
 
"N-Non ci capisco niente!" Pensai poco dopo.
 
Posai il libro, e mi massaggiai la fronte.
Beh, era accaduto quello che era accaduto, ma almeno ero con Artie, e lui si era anche preoccupato per me.
Si erano fatte le 8, ormai era tempo per me di andare in classe.
Avevo deciso di andarci comunque, anche se ferita. 
Presi la cartella, e mi diressi per le scale, evitando seriamente l'ascensore. Non volevo rischiare chissà che cosa...
 
"Buongiorno!"
 
Dissi io, sorridente, appena arrivata in classe.
 
"Buongiorno, Vargas. Si sieda pure, e faccia attenzione." Disse il professore di matematica. 
 
Io odiavo la matematica, seriamente, ma il professore si preoccupava molto per i suoi alunni, e cercava di farci capire ogni cosa.
Guardai Iggy con un sorriso beffardo, e lui si girò dall'altra parte sbuffando.
Eheheh, l'avermi pagato per quell'incidente credo proprio che l'avesse colpito nel profondo dell'animo!
La sua reputazione ne risentì molto, ne fui certa. 
Dopotutto l'aveva installato lui l'ascensore malfunzionante...
 
"Professore, posso andare in bagno?"
"Certo, Vargas."
 
Ed andai in bagno. Volevo sciacquarmi un pò il viso, mi faceva male la testa. Poco dopo, notai che ero stata seguita da Ungheria. 
 
"Ciao, Dany!"
"Oh, ciao, Ungheria.."
"Come stai? Va meglio, adesso?"
"Credo di sì.."
"Meno male.. Sai, mi ero un pò preoccupata.."
"Non devi farlo, sto bene!" Dissi io, sorridente.
 
Ero talmente felice che fossi importante per lei, mi faceva quasi commuovere. QUASI.
Dopo un poco, tornai nuovamente in classe, sospirando per la stanchezza. Il professore, vedendo che non stavo proprio bene, decise di non farmi seguire la 
 
lezione e di mandarmi nella mia stanza a riposare.
Mi sedetti sul letto, togliendomi le scarpe, e coricandomi, accavallando le gambe, e guardando il soffitto.
 
Quando si è soli, ti viene da pensare a tutto quello che è successo nella tua vita. Infatti cominciai a pensare al mio passato, cosa che odiavo.
Odiavo il mio passato, ero un soldato, una semplice "macchina" uccidi-gente. Uccidevo chiunque si mettesse tra me e la terra da conquistare.
Fui molto agguerrita, ed ero rispettata da tutti. 
Poi, cambiò tutto, dopo che successe quello.
Quell'evento che cambiò la mia vita, e che mi portò ad amare la Russia.
Guerra Tedesco-russa. 
Ero stata chiamata insieme al mio esercito ad aiutare i crucchi. Peccato, però, che i Russi fossero troppo forti per noi.
Ed è lì, che ebbi quella cicatrice.
Una grande ferita, fattomi da Russia, che va dal fianco destro alla spalla sinistra. 
Bruciava.
Bruciava da morire.
Questo evento mi portò ad abbandonare l'esercito.
E ad amare Russia, che mi fece fare questa decisione.
 
Ma non era il momento di parlare del mio passato, era una cosa abbastanza brutta.
Poco dopo, mi accorsi che sulla soglia della porta c'era Austria.
Cosa voleva adesso? Non ne avevo idea..
 
"Bene bene, eccola qua la mocciosa."
"M-Mocciosa?" Esclamai io, stupita.
"Esatto, mocciosa. Adesso vieni con me e dirai ad Inghilterra tutto quello che hai combinato."
"P-Perchè, che cosa ho fatto?" Chiesi io, alzandomi, e guardandolo. Non mi ricordavo... forse era qualcosa di spiacevole, se Austria era così arrabbiato.
"Hai rovinato il pianoforte della scuola. Ti beccherai una seria punizione per questo, mocciosa!" E subito mi afferrò dal polso, in un modo tanto agguerrito 
 
da farmi male.
"A-Austria! Sì, sono stata io a mettere la c-colla sui tasti! Ma per favore.. lasciami!!" Mi stava facendo davvero male, e il polso era una parte un pò 
 
delicata per me.
"Certo, come no!" Disse lui, e poco dopo si mise a ridere. "Non ti sto facendo nulla, mocciosa! Vuoi solo non andare da Inghilterra!"
"M-ma mi stai facendo male..!" Dissi io, cercando di liberarmi. Feci un movimento brusco, e riuscii a liberarmi dalla presa del polso, ma lui ora stava 
 
forzando la presa su 3 dita. Ora faceva ancora più male! "Basta, A-Austria!!" 
"Ma mi prendi in giro? Non ti sto facendo null--" Ad un tratto si sentì un crack. 
 
Lanciai un grido di dolore, che zittii poco dopo, mentre una lacrima mi scendeva dall'occhio sinistro. Mi aveva... rotto le dita.
 
".." Non riuscivo a spiccicare parola. Avevo paura che potesse farmi qualcos'altro.
"O-Oh Mein Gott, Daniela! Vieni, ti porto in infermeria..!" Disse lui, porgendomi la mano.
" .. " Ancora non dicevo nulla, ma il solo pensiero di dover mettere nuovamente la mano in quella di Austria, mi fece fare un passo indietro.
"F-Forza, non l'ho fatto apposta! Hanno bisogno di essere curate!" 
 
Intanto, cominciarono ad arrivare alcuni studenti che avevano sentito il grido. 
 
"Ma che succede qui, eh?" Disse Prussia, appena arrivato. "Cosa è successo, Daniela?"
" .. " Non riuscivo ancora a spiccicare parola. L'unica cosa che riuscii a fare, fu mostrargli la mano, con le 3 dita che penzolavano, e che non riuscivo a 
 
muovere.
"G-Gli ho fatto male per sbaglio.." Disse Austria, cercando di calmarsi per l'agitazione.
"Mi ha rotto le dita.." Sussurrai io, guardandole.
"Oh, brutto damerino! Non potevi fare più attenzione?! Le ragazze, anche se hanno fatto qualcosa di sbagliato, vanno trattate bene!"
"S-Scusami, Daniela.." Disse lui, visibilmente triste.
" .. " Non sapevo se perdonarlo o no... Mi faceva pena. "E-E va bene.. ma d'ora in poi non prendermi p-più la mano.." Dissi io, o meglio sussurrai.
"V-Va bene.."
"Ora ti porto in infermeria, su." Disse Prussia, mettendomi un braccio intorno alla schiena e facendomi camminare verso la stanza prestabilita, mentre 
 
Austria veniva con noi. Lungo il corridoio incontrai Iggy, a cui spiegarono l'accaduto, e si offrì di venire con noi, così da memorizzare la testimonianza e 
 
prendere i giusti provvedimenti.
 
Dopo qualche ora, uscii dall'infermeria con le dita ingessate con uno stecco che le faceva rimanere ferme. 
 
"Certo che ho fatto un sacco di incidenti qui dentro.."
"Anche se non tutti sono stati non voluti.." Disse Prussia, riferendosi chiaramente ad Austria.
".." Austria non spiccicò parola, si sentiva un pò in colpa.
"Bene, Austria, credo proprio che una piccola punizione ci sta. Avrei dovuto espellerti dalla scuola, ma sapendo che l'hai fatto senza volerlo, e con le 
 
preghiere di Daniela, ti tocca solo una piccola punizione." Disse Inghilterra, serio.
"Come mai hai fatto questo, Dani?"
"Beh... non l'hai fatto apposta.. e poi mi sei simpatico, Austria.."
"Come fa a starti simpatico questo damerino?! Il magnifico me è molto meglio! Kesesesese!"
"Certo Gil, certo.." Dissi io, ridacchiando.
 
Beh, passammo il pomeriggio insieme, a parlare un pò. Poi tornai nella mia stanza, e chiusi la porta.
Ero un pò triste, dopotutto Artie non era venuto a chiedere come stavo, e non si era neanche preoccupato.. Ma, poco dopo, sentii bussare alla porta.
 
"Chi è?"
"I'm England, open!" Disse la voce fuori dalla porta.
"Sì, Iggy.." Dissi io, ero speranzosa che fosse Artie, e invece.. "Cosa c'è?" Chiesi.
"Si tratta di Artie. Non è venuto a chiedere come stavi, perchè ha avuto un impegno ed è stato piuttosto occupato. Quindi ha chiesto a me di chiederti come 
 
stai.."
"Digli pure che sto molto meglio, ora che so questo!" Dissi io, sorridente.
"Bene!" Disse lui, ricambiandomi il sorriso.
"Iggy, ti posso abbracciare?"
"P-Perchè?" Chiese lui, con un tono un pò imbarazzato.
"E' un ringraziamento per tutte le volte che mi sei stato vicino.. sei uno dei pochi che mi è stato così.." Dissi sinceramente, sorridendogli.
"Oh, beh, allora.." Disse lui, e allarò le braccia, guardando da un'altra parte l'imbarazzo. Notai che era anche un pò arrossito.
 
Io mi buttai addosso a lui, abbracciandolo, anche se un pò lentamente per colpa delle ferite. 
Rimanemmo in quel modo per un pochino, e poi ci staccammo. Lo salutai, e tornai nella mia stanza, felice dell'abbraccio appena ricevuto e della 
 
preoccupazione di Artie.
  
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