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Autore: _Malikstatoo    01/07/2012    2 recensioni
questa è una pagina di diario per te. sulla nostra vita insieme.
spero vi piaccio il mio primo OS (io scrivo solo quelli) di questo genere. (inventato) io sono Maya :).
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo capito una cosa, ma non capivo se era bella o brutta. Se dovevo portarmi dietro questo ricordo.
Avevo capito che ogni volta che la guardavo negli occhi, si formavano mille, e più, farfalle che mi facevano andare a fottere lo stomaco. Come se stessero divorando tutto quel che si trovava nel mio corpo.
Avevo capito che ogni volta che mi toccava, o almeno mi sfiorava, i brividi mi assalivano come le api fanno con il fiore pieno di nettare. Come se quei stessi brividi stavano risucchiando ogni energia che avevo nelle gambe, e lì si che era merda...perdevo la senzibilità, non riuscivo più a stare in piedi come una volta...Il pavimento mi stava risucchiando nei sotto suoli di questa città sperduta e sudicia.
Ma lei mi aveva salvato da quel posto.
Forse non di persona in carne ed ossa, ma nei miei pensieri.
Essa era rappresentata come un angelo, che però aveva dimenticato il modo in cui volare.
Mi perseguitava il suo profumo. La sua voce dolce e leggera, che mi rimbombava nella testa notte e giorno. Il suo modo di essere, un pò stronza, piena di difetti magici che mi miglioravano la giornata, ma dannatamente romantica, spenzierata.
Il modo in cui amava la vita proprio com'era. Le stronzate che porta, le esperienze sia belle che brutte che fa vivere, i pianti, le risate, i litigi, le sofferenze. Lei le amava tutte...E così inspirava pure me ad amarla, ed è lì che mi ha salvato di nuovo.
Se non era per lei io non camminavo più su questo terreno un pò secco e rovinato. Rovinato dagli esseri orribili e spaventosi che invecie di camminarci sopra con tranquillità, la calpestano e ci corrono con ai piedi un paio di scarpe ricoperte di spunzoni.
Non smetterò mai di ripetere che la amo. La amo più di me stesso, più della mia vita inutile, basata sulle regole di un inutile dado bianco e nero che porta soltanto sfortuna ed una immensa clessidra che sembrava non finisse mai.
Vorrei tanto passare di nuovo una notte con lei. La nostra ultima notte. Infondo uguale a tutte le altre. Una notte piena di coccole, piena di frasi sdolcinate che mi portavano in un mondo parallelo. E quello si che era un posto meraviglioso. Solo io, lei e la solitudine da parte di entrambi.
In quel mondo avevamo soltanto noi stessi e le nostre braccia che potevamo usare per confortarci e tenerci compagnia nei momenti più bui.
Volevo ringraziarla per quello a cui aveva rinunciato per me ed il mio benessere. Per l'aiuto che mi ha dato. Per esserci sempre stata, al contrario di tante persone nella mia vita. e soprattutto, per avermi salvato ma vita.
Ma a quel punto, non ho più potuto.
Lei fu ribata da dio. Egli mandò un ostacolo nella sua vita facendo in modo di averla finalmente tra le sue mani, perchè dopotutto, in un girardino pieni di fuori si cogliono solo i più belli. 
Allora mi addormentai. Mi addormentai con la sensazione calda e confortevole del sangue che mi colava dall'interno del polso ed andava a dissolversi nel letto, macchiandomi tutto il corpo di rosso. 
Era doloroso, ma mai quanto il sentimento che provai quando mi accorsi di aver perso metà della mia vita, che divenne inutile dopo l'accaduto. Ero anche spaventato, ma mi svegliai ricoperto di bianco...non solo i vestiti, ma pure le pareti, il cielo, la terra , che ormai non sembrava più sciupata.
Mi svegliai con il ricordo di una croce rossa sbiadita. Proprio quella dell'ospedale dove mia madre mi catapultò appena sentì i miei urli di dolore da camera sua.
Là stavo bene, e là, insieme a lei ed il ricordo della sua spaventosa tragedia, è dove abbiamo vissuto, dove abbiamo costruito la nostra nuova vita, dove decidemmo di giacerci per sempre.
Così la clessidra della mia vita finì il suo tempo, ed il dado della decisione decise di rendermi finalmente felice, e di farmi continuare a vivere con la perosna che davvero amavo.
  
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