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Autore: Rosie Bongiovi    01/07/2012    2 recensioni
"Teneteli" disse, lasciando nelle loro mani un ciondolo. Un simbolo della loro amicizia, solida come una costruzione di acciaio, delicata come un castello di sabbia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta nella sua fidata vasca da bagno, Chelsea non aveva voglia di fare nulla se non di rimanere nel completo silenzio. Ormai non sentiva Richie da tre settimane e, per i loro standard, era sicuramente un record. Ogniqualvolta che le succedeva qualcosa di nuovo, automaticamente faceva per prendere in mano il cellulare per comporre il suo numero. Poi realizzava quel che era successo e lasciava perdere, sentendosi improvvisamente presa dallo sconforto e dal dispiacere. Però non poteva piangersi addosso, era colpa sua. Se si fosse fidata di Richie non sarebbe arrivata a quel punto e sapeva che non era produttivo piangere sul latte versato.

Si tappò il naso con la mano destra e si lasciò scivolare sul fondo della vasca. Riemerse dopo pochi secondi e tirò un lungo respiro. Ormai era là dentro a rimuginare da mezz'ora. Era arrivato il momento di uscire e trovare qualcosa da fare, qualsiasi cosa che non la facesse riempire di ragnatele.

Nell'esatto momento in cui mise piede fuori dalla vasca, sentì suonare il telefono di casa. Mise ai piedi le sue infradito rosse e indossò velocemente l'accappatoio multi-color, per poi correre verso la camera da letto, prendendo il telefono che squillava sul suo comodino.

“Pronto?” rispose, tuffandosi sul materasso.

“Buongiorno, ti disturbo?”. Jon. Anche lui non si era fatto vedere per un po'. Era tornato dalla sua famiglia nel New Jersey. Si sentiva profondamente in colpa per quello che era successo tra Chelsea e Richie, soprattutto perché lei non aveva fatto il suo nome, per salvaguardare la loro amicizia. Era stato un bel gesto, da una parte apprezzato dal cantante.

“Non disturbi mai, lo sai” rispose la donna, aprendo un cassetto e scegliendo uno smalto che andasse bene con i vestiti che aveva scelto per uscire la sera. Ancora non sapeva bene dove andare, ma non aveva intenzione di rimanere chiusa in casa.

“Strano, qualche anno fa avresti risposto in un'altra maniera” osservò Jon, ridacchiando.

“E' normale! Devo ricordarti quella telefonata in piena notte solo perché volevi andare a farti un tatuaggio?”. L'uomo dall'altro capo della cornetta rimase in silenzio per qualche istante.

“Dettagli dettagli” replicò, facendo sorridere Chelsea, che nel frattempo aveva iniziato a mettersi sulle unghie dei piedi uno smalto turchese.

“Forza, dimmi per quale motivo hai chiamato interrompendo uno stupendo e rilassante bagno”.

“Oggi che giorno è?” domandò il biondo.

“Un normalissimo mercoledì di luglio” rispose con naturalezza.

“Sì, è l'11 luglio. Ovvero?”.

“Il compleanno di Richie, lo so” disse, schietta.

“Ecco.. E io, Dave e Tico siamo qui a Los Angeles per organizzargli una festa. Anzi, ormai è quasi tutto pronto. Comunque, immagino che tu voglia unirti a noi”. Chelsea sospirò.

“Non posso, gli rovinerei il compleanno” replicò, alzandosi dal letto e fermandosi ad osservare il panorama che si presentava fuori dalla finestra.

“Allora mettiamola così: tu verrai alla festa e non sono ammesse risposte negative né congiunzioni né avverbi”. Jon sapeva essere estremamente autoritario quando voleva. Cioè il 99% delle volte, da quando aveva iniziato a prendere seriamente anche l'essere una rockstar.

“Jon ma io”.

“Tra mezz'ora nel mio appartamento. Sayonara” esclamò, prima di chiudere la chiamata.

“E va bene, andiamo a questa festa. Tanto lui non mi vuole vedere, non capisco per quale motivo dovrei trascinarmi fin là. Finirò in un angolino mentre lui mi lancerà occhiatacce e dirà 'Ecco l'amica egoista'”. Borbottò Chelsea, dopo aver buttato il telefono sulla poltrona di camera sua. Si mise davanti all'armadio.

La festa di compleanno di Richie e quindi della persona con cui aveva condiviso un quarto di secolo.

Prese in mano un abito turchese con una chiusura lampo laterale. Era piuttosto delicato, nonostante metà schiena fosse nuda. Una cintura leggermente più scura, stringeva il vestito, di per sé già attillato, appena sotto il seno. Le spalline erano costituite da due coppie, una che teneva su il vestito appoggiandosi tra collo e spalle, l'altra, più morbida, che andava portata leggermente più giù delle spalle. Per quanto riguardava le scarpe, Chelsea optò per un paio di sandali praticamente della stessa tinta del vestito. Dato che tra lei e Richie c'erano più di venti centimetri di differenza, come al solito doveva girare con dei considerevoli tacchi ai piedi, per evitare di sentirsi eccessivamente a disagio.

Si asciugò i capelli, per poi piastrarli e sistemarli in una coda che lasciasse libero un ciuffo, in modo tale che potesse arrivare a toccare la mandibola. Optò per un po' di ombretto, color acquamarina e per un rossetto di un rosa chiaro.

Era pronta.

Si guardò allo specchio e notò che mancava qualcosa. Iniziò a cercare freneticamente nel portagioie. Aveva bisogno di trovare quello che le serviva..


10 orizzontale, 9 lettere: serve a misurare la pressione. Ce l'ho sulla punta della lingua. Alec, aiutami, come si chiama?!”.
“Cosometro?”.

Oh, come sei spiritoso” commentò David, chiudendo il giornale dei cruciverba e cambiando posizione sul divano, sul quale era steso da circa un'ora. Alec era più o meno nelle stesse condizioni pietose: era spaparanzato sulla poltrona del loro appartamento, con il telecomando in mano e la televisione accesa su qualche canale pubblicitario. L'apoteosi della noia.

Tico guardava il soffitto mentre giocherellava con le bacchette della batteria, canticchiando “What a wonderful world”. Jon aveva gli occhi contornati da occhiaie e fissava insistentemente il foglio che aveva davanti, sul quale era semplicemente riuscito a disegnare una margherita ma nessuna parola di qualche canzone. Richie era a testa in giù sul divano di fronte a quello su cui era disteso David e, ogni trenta secondi, diceva quanto fosse divertente sentirsi andare il sangue al cervello.

Questo fu lo spettacolo davanti al quale si era trovata Chelsea, dopo aver aperto la porta dell'appartamento.

Sapete.. Ho fantasticato molto sulle rock band e su cosa facessero. Mi immaginavo tutto fuorché questo” commentò, ridacchiando. I cinque ragazzi farfugliarono un “Ciao Chelsea” per poi tornare a fare quello che stavano facendo. O meglio, quello che NON stavano facendo.

Posso sapere se avete intenzione di rimanere in queste condizioni per molto altro tempo?” chiese, facendosi strada tra fogli e foglietti, accartocciati e gettati a terra da Jon.

Ma il divano è così comodo” esordì David.

E la poltrona è così.. Poltrona” aggiunse Alec.

E il soffitto è estremamente interessante” commentò Tico.

E io sto battendo un record. Ed è veramente..”.

Divertente sentirsi andare il sangue al cervello. Sì Richie, è la centesima volta che lo dici” dissero tastierista, bassista e batterista all'unisono. Il chitarrista fece loro il verso, per poi alzarsi e tornare a vedere il mondo nella solita maniera.

Jon è in stato catatonico e sembra che gli sia apparso qualche santo con il quale sta conversando da più di.. Tre ore attraverso quel foglio” spiegò Alec, cambiando canale.

Non riesco a scrivere. Ho un blocco allucinante. La band si scioglierà e io andrò a fare il cameriere in un bar” disse il cantante, senza sbattere le palpebre. I suoi amici iniziarono a pensare che si fosse creato uno spesso strato di polvere su quegli occhi, ormai. 
“Come sei melodrammatico! Sapete che cosa ci serve?” chiese Richie, con voce forse troppo alta, dopo tutto quel silenzio in cui erano immersi. David lo squadrò perplesso. “Ci serve una pizza! E io e Chelsea andremo a prenderla”.

Io sono venuta qui per lavorare e..”.

Domani il lavoro, oggi è il giorno di riposo” replicò il chitarrista, togliendo a Chelsea gli spartiti che aveva in mano.

E perché nessuno mi aveva detto che il martedì è il vostro giorno di riposo?” chiese, divertita.

Perché la Bon Jovi band è così disorganizzata e degenere che non abbiamo neanche il nostro calendario di feriali e festivi” rispose Alec, mentre litigava con il telecomando.

Guarda che Jon potrebbe innervosirsi con commenti simili” osservò Tico.

Ma ti prego, è così concentrato che non sentirebbe nemmeno un carro armato” disse il tastierista, ridendo.

Aspettami un secondo Chelsea” mormorò Richie, dopo aver riso a quell'ennesimo particolare scambio di battute, che solo loro erano in grado di fare.

La ragazza annuì. In men che non si dica, il chitarrista tornò con una nuova maglia, dei classici blue-jeans, degli stivali e un cappello da cowboy in testa. Aprì la porta, invitando Chelsea a uscire.

Torneremo presto con i rifornimenti. Sopravvivete!” esclamò con tono eroico, prima di seguire la ragazza.

Certo che siete dei pazzi” commentò la ragazza, ridendo e scuotendo la testa. Li conosceva da poco più di due mesi, ma si era già accorta di quella loro strana attitudine a fare sciocchezze e soprattutto a dirne.

Beh, era una prerogativa che bisognava avere per far parte dei Bon Jovi” rispose Richie, sorridendole.

Mi ridurrò anche io così?”. Chelsea ricambiò il sorriso, guardandolo negli occhi. Erano castani, non se n'era ancora accorta. E fu lì che scattò una specie di scintilla, che li avrebbe legati indissolubilmente per chissà quanto altro tempo.

E' probabile” commentò poi Richie, senza distogliere lo sguardo. “La.. La pizzeria è quella” disse, indicando un negozio dall'altro lato della strada. Ecco per quale motivo avevano deciso di acquistare quell'appartamento, praticamente attaccato ad un ristorante-pizzeria.

I due fecero per attraversare la strada, quando una signora anziana, forse indiana, si avvicinò.

Voi due..”. Chelsea si aspettava qualcosa tipo 'Tu sei Richie Sambora, giusto? Mia nipote va pazza per te' o qualcosa di simile. Ma rimase sbalordita, quando la donna pronunciò queste parole: “Voi due avrete un legame che durerà per tutta la vita. Giro per questo posto da tre anni, alla ricerca di qualcuno che abbia l'intesa che avete voi, dimostrata dal sorriso che avete fatto poco fa. Teneteli” disse, lasciando nella mano di Chelsea e in quella di Richie, un ciondolo. Quello di Richie era a forma di triangolo, nero, con il contorno argentato. Quello di Chelsea, invece, era pressoché identico, se non fosse stato per il colore, blu, e la forma, più ridotta. Prima che i due potessero dirle qualcosa, la donna era scomparsa. Si scambiarono uno sguardo stranito e si guardarono ancora una volta attorno.


“Eccolo”. Chelsea prese tra le mani quel ciondolo. Lo mise al collo. Ora era veramente pronta per uscire.

 


Nota dell'autrice:

Gente, ci siamo quasi.. Un capitolo e l'epilogo e questa storia è destinata a giungere al termine. Mi dispiacerà immensamente, perché mi ci sono veramente affezionata a Chelsea e a Richie.. Beh, spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo!

Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno recensito, che hanno messo la storia tra i preferiti o tra le seguite, ovvero:

alisiablack

barbara83 

BrianneSixx

chiaretta78 

DodoBJ

erika_rose 

GiadiX_McKagan

KeepSmiling

HarryJo

VaVa_95 

_lullaby


E un grazie particolare alla mia migliore amica, che mi sopporta costantemente ma, allo stesso tempo, mi incoraggia e sostiene sempre, qualsiasi cosa io faccia e scriva. 

 

Vi lascio una foto di Richie. Al collo potete notare il ciondolo di cui ho parlato in questo capitolo..

Alla prossima!


  
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