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Autore: xUnbroken    01/07/2012    1 recensioni
Cosa succede quando Scott, Derek e il suo branco hanno a che fare con un nuovo lupo più forte e con caratteristiche di natura diversa?
Fan-fiction con le vicende della nuova serie di Teen Wolf (SPOILER PER CHI NON HA VISTO LE PUNTATE) più l'aggiunta di un nuovo personaggio e una serie di intrecci amorosi inaspettati.
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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“Ti ho detto che devi stare lontana dalle persone insignificanti.” La rimproverò Derek. “Lei non è nulla. Non ha fatto nulla e non hai motivo di torturarla.”
“Oh, andiamo. E’ una sfigata. Devo pur potermi divertire con qualcuno in quella scuola.” disse lei, come se avessero appena detto ad una bambina che le avrebbero tolto il giocattolino nuovo se non la smetteva di giocarci tanto a lungo.
“Comunque, che doveva fare con Isaac?” chiese Derek.
“Studiare per un progetto di chimica.”
“E dov’è?”
“Con Boyd che aspetta al rifugio?” rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Va’ da loro, vi raggiungo tra un po’.” Le ordinò. Poi corse via alla ricerca di Jane. Per qualche assurdo motivo voleva parlarle.
Non molto lontano da lei la chiamò. “Ehi!” le urlò. Jane si girò leggermente infastidita. Derek la raggiunse mentre lei aspettava paziente. “Jane, giusto?”
Notò che aveva un sorriso davvero bello. “Si”
“Uh… io sono Derek. Volevo scusarmi per il comportamento di Erica.”
“Sei… una specie di suo tutore?” gli chiese perplessa.
Rise. “No… diciamo un amico che le impedisce di fare stronzate. Ehm… ho saputo che Isaac doveva studiare con te.”
Lei annuì abbassando lo sguardo. “Bene, sarà da te tra poco.” Disse con tutta tranquillità, la salutò con un cenno della mano e se ne andò.
Quando arrivò davanti al vialetto di casa vide Isaac seduto sul portico. Lo salutò con la mano e lui ricambiò. “Muoviamoci, ho altro da fare.” Le disse con un tono abbastanza sgradevole. Jane era stata infastidita anche troppo dopo la fine della lezioni e non risparmiò nessuno.
“Guarda che non eri obbligato a venire se non volevi.”
“Mi hanno costretto.”
“Bé, hanno fatto male.”
“Dovresti soltanto ringraziarmi di essere qui.” Disse lui, sovrastandola con il suo corpo. Era più alto di lei e Jane indietreggiò alzando lo sguardo.
“Dovrei ringraziarti per qualcosa che fai contro voglia? Del tipo che mi stai facendo un favore ad essere qui?”
“Si, esatto.”
“Bé, non è che mi interessi molto. Sono stanca e personalmente non ho molta voglia di studiare con uno che ha meno voglia di me. Però domani lo spiego io a Harris il perché non abbiamo fatto il progetto.” Disse lei in tono di minaccia.
Isaac parve calmarsi davanti a quelle parole. Sentiva ancora il suo cuore palpitare, ma stavolta di rabbia. “Ok ok, perché non… ci sediamo qui e iniziamo?” disse, quasi in tono di resa indicando le scale davanti al portico. “Pensi di poter smettere di essere così nevrotica?”
“Tu pensi di poter smettere di essere così stronzo? Guarda che non mordo se studi con me!”
Isaac rise. “Ok, dai.” Per la prima volta le parve che fosse un sorriso sincero il suo. Isaac notò il cambiamento del suo umore dal suo battito. Era normale adesso.
 Si sedettero sulle scale e iniziarono. Jane non eccelleva molto in chimica, ma Isaac sì.
Cercò di spiegarle il più chiaramente possibile ma Jane sembrava presa da tutt’altro. I suoi occhi, le sue labbra, lui. “Ehi, mi stai ascoltando?” le disse richiamando la sua attenzione.
“Si, dicevi?”
“Che gli alcheni sono degli idrocarburi, che sono…?” chiese lui.
“Uhm… composti?”
“Si, di che cosa?”
“Carbonio?”
“Esatto.”
Jane era distratta e Isaac l’aveva notato. Sorrideva come se ricambiasse l’interesse furtivo che lei dimostrava leggermente, ma quando si rese conto di esagerare tornò a non guardarla.
Anche se spesso non riusciva a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Il lieve sole pomeridiano li illuminava riscaldandoli e gli occhi di Jane erano di un marrone che andava quasi sul rosso che, illuminati dal sole, erano decisamente uno spettacolo. Le labbra rosa carnose in contrasto con la pelle chiarissima erano una tentazione, ma Isaac non si lasciò tentare.
“Ehi” stavolta fu Jane a richiamare la sua attenzione. Si era incantato a guardarla e il suo sguardo alternava ai suoi occhi e alle sue labbra.
Il sole iniziava ad affievolirsi, indice che stava arrivando la sera. Poco dopo un clacson suonò richiamando l’attenzione di entrambi. Derek in un macchinone nero, sapeva dove abitava, ed era venuto a prendere Isaac.
“Devo andare. Ci vediamo” disse liquidandola subito. Jane salutò lui e Derek con un gesto della mano e l’auto svoltò il vialetto subito dopo alla velocità della luce. Perché Derek era venuto a prendere Isaac? E come faceva a sapere dove abitava? E soprattutto, da quanto tempo era lì? Aveva visto tutta la scena? Domande che assillarono Jane tutta la notte, finché non ripensò a quando lui l’aveva guardata come estasiato. Le apparve un sorriso sul volto ripensandoci. Ma il giorno dopo era tornato tutto come prima, Isaac era tornato ad essere il solito stronzo.
“Ehi, com’è andata ieri?” le chiese Stiles.
“Bene.”
“Davvero? Mi stai dicendo che si è presentato a studiare e avete studiato?”
“Si, esatto.”
“Caspita, mi stupisci sempre di più Jane!”
“Ehi, Jane!” disse Scott, introducendosi nella conversazione.
“Ehi!” salutò Jane.
“Senti… mi servirebbe un favore.”
“Che genere di favore?”
Stiles lo guardò complice, ma con un non so che di preoccupato. Come per dirgli con lo sguardo di non farlo.
“Sei in grado di tirare con l’arco?”
Jane lo guardò perplessa, ignara di cosa volesse significare quella richiesta. “Direi… di no.”
“Bene, è il momento che impari!” disse lui.
La trascinò nel bosco dove era attaccato ad un albero un bersaglio. Gli diede una faretra carica di frecce e un arco.
“Bene, lezione uno. Prima di tutto devi caricare la freccia sull’arco. Lo fece lui con calma e lentamente e poi provò Jane, con successo. “Ok, così va bene. Ora prova a tirare verso il bersaglio.”
Tirò ma con scarsi risultati. Era in grado di caricare una freccia abbastanza velocemente ma non di fare centro. Scott la incitò a riprovarci ancora e ancora.
“Perché le stai insegnando a cacciare? Tu sei un lupo Scott!” gli sussurrò Stiles.
“Lo so, ma abbiamo bisogno di lei. I genitori di Allison non la fanno uscire e lei è l’unica di cui possiamo fidarci per farlo.”
“Cosa? Uccidere chiunque sia la Kanima?”
“No, non ucciderla. Non voglio ucciderla. Ho solo bisogno di qualcuno in grado di rallentare il branco di Derek, che sono quelli che vogliono ucciderla, o anche solo di… qualcuno che la attiri da noi.”
“Un’esca?” chiese perplesso Stiles, rabbrividendo. “Non starai mica per… Scott no, non posso lasciartelo fare.”
“Non abbiamo altra soluzione e prometto che non le accadrà niente. Lo giuro.” Lo rassicurò Scott.
“No Scott, è troppo pericoloso. E lei non centra niente con tutto questo!”
“Lo so Stiles, lo so! Ma non ho altra scelta, è l’unica di cui mi fidi in mancanza di Allison e l’unica in grado di poter fare qualcosa.”
“Come fai a saperlo?”
“Perché altrimenti non avrebbe accettato. E poi sento il suo battito cardiaco. E’ forte, impavido, coraggioso. Vuole vincere. Vuole centrare il bersaglio.” Concluse, sicuro di quello che stava dicendo. Entrambi si voltarono a guardarla mentre ci riprovava migliaia di volte.
Infatti dopo gli ultimi vani tentativi ci riuscì. Non centrò il bersaglio ma ci arrivò vicina. Sempre più vicina al centro, fin quando l’ultima freccia della faretra lo centrò in pieno.
“Credi di riuscire a farlo di nuovo?” le chiese Scott. Raccolse tutte le frecce che avevano mancato il bersaglio ed erano rovinosamente cadute a terra vicino ai tronchi dei grossi alberi e gliele riportò nella faretra.
“Ok, adesso più veloce, più decisa.” La incoraggiò Scott. “In sequenza e veloce prendi le frecce e scagli con più decisione possibile.”
E così fece. Scott credeva fermamente in lei e questo la spinse ad eseguire. Fece esattamente ciò che Scott le disse di fare e le frecce affondarono dritte nel bersaglio. Non tutte al centro, ma comunque ce l’aveva fatta. “Grandioso!” le disse.
Jane lo guardò compiaciuta facendo un timido inchino. “Ma a cosa serviva questa lezione di tiro con l’arco?” chiese poi, curiosa.
“Ecco… stasera hai da fare?”
“No, perché?”
“Ci servirebbe il tuo aiuto per una cosa. Mi fido di te ma nessuno deve sapere nulla, neanche di questa lezione.”
“Ok. Almeno io posso sapere cosa faremo?”
“Farai pratica con… dei veri bersagli.”
Jane lo guardò sconvolta. “Oh tranquilla, non dovrai uccidere nessuno, rilassati. Serve solo una copertura armata.”
“Mi stai dicendo che generalmente vagate nei boschi nel bel mezzo della notte accompagnati da qualcuno con arco e frecce?”
“A volte anche delle balestre, ma questo ora è insignificante.” Disse Stiles.
“Ci stai?” chiese Scott, quasi supplicandola.
“A patto che non debba uccidere nessuno.”
“Non dovrai. Giuro!”
Dopo cena passarono a prenderla, ma Jane non era tranquilla. Come se sentisse nel bosco la presenza di qualcosa. Si guardava costantemente le spalle e in alto, con in mano l’arco e una freccia già caricata.
“Te lo dicevo che era troppo pericoloso!” bisbigliò Stiles, notando il suo comportamento. Scott non rispose e continuarono a camminare.
Jane scattò all’erta quando sentì qualcosa in lontananza avvicinarsi verso di loro e dei respiri affannati. “Che c’è?” le chiese Scott.
“Avete sentito?”
“Cosa?” chiesero Scott e Stiles preoccupati.
“Ho sentito qualcosa in lontananza avvicinarsi e dei respiri affannati.”
Scott la guardò sconvolto. “Come diavolo hai fatto a sentirlo?”
“Non lo so. So solo che l’ho sentito.”
  
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