Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Bluemoon Desire    02/07/2012    3 recensioni
In seguito ad un'interferenza spazio - temporale di natura sconosciuta, il Dottore e Rose si ritrovano catapultati nel 1882 a Portsmouth...morti misteriose e vecchi nemici da affrontare con l'aiuto di un assistente davvero fuori dal comune: Sir Arthur Conan Doyle!
Genere: Commedia, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo Ottavo

                                La Caccia è Aperta
 
 
Nel Tardis...
 
 
Rose si svegliò di soprassalto.
La cabina del Tardis era stata scossa da un improvviso e violento sobbalzo. Fortuna che lei era abituata fin da bambina a dormire nella parte centrale del materasso, altrimenti si sarebbe certamente ritrovata sul pavimento!
Con il cuore che le martellava nel petto, temendo che potesse trattarsi di un attacco a sorpresa dei nemici, scese giù dal letto e si avviò silenziosamente fuori dalla stanza. Camminando piano, per evitare di far scricchiolare il pavimento sotto il suo peso, risalì lentamente le due rampe di scale che conducevano ai piani superiori. Aveva appena oltrepassato la soglia della sala comandi, quando scorse Arthur e il Dottore armeggiare freneticamente attorno alla console di comando, armati di decine di strumenti metallici che lei non aveva mai visto prima d'ora. 
"Si può sapere che cosa state combinando a quest'ora della notte?" esordì ad alta voce, raggiungendoli alle spalle. 
Il Dottore fece capolino da dietro la console.
"Oh mi dispiace Rose...mi dispiace tanto...ti abbiamo svegliata?" si scusò con aria contrita.
"No..." rispose lei scuotendo lentamente la testa" ...cioè...sì, ma non fa niente...che state combinando?"
"Beeeh, vedi...sto cercando di sistemare questo vecchio e semi distrutto congegno del 51esimo secolo, per poterlo trasformare in un artigianale e, spero anche funzionante, sistema di visione ad immagine termica..."
"Dovrei sapere che cosa significa, Dottore?" fece Rose di rimando.
Arthur scoppiò a ridere.
"Elementare" esclamò in tono saccente "Pensaci, Rose... i cacciatori alieni sono esseri viventi a sangue freddo, come mi ha spiegato il Dottore..."
"Esattamente" confermò quest'ultimo, del tutto concentrato sul misterioso congegno meccanico.
"Però... "riprese Doyle" ...hanno abbandonato il loro habitat naturale, il loro rifugio, la loro...come posso chiamarla..."
"Nave spaziale?" suggerì il Dottore.
"Giusto, nave spaziale...hanno ucciso degli esseri umani e si sono sostituiti a loro, mischiandosi alla popolazione di questa città. Il punto è che facendo questo, si sono involontariamente resi vulnerabili e più facilmente rintracciabili..."
"Dal sistema di visione ad immagine termica" precisò il Dottore.
"E in che modo esattamente?" domandò Rose.
"Questi sistemi, se ben calibrati, possono essere in grado di rilevare qualsiasi fonte di calore presente in un luogo, anche a kilometri e kilometri di distanza..."
A queste parole, Rose emise una specie di gridolino soffocato, battendo le mani con fare eccitato.
"Ho capito!" esclamò con voce acuta "Adesso non sono più a sangue freddo ma hanno un corpo a sangue caldo e quindi possono essere riconosciuti dal visore ad immagine termica..."
"BINGO, TYLER!" commentò il Dottore, scagliando in aria il pugno in segno di trionfo.  
"E avete preparato anche un piano d'attacco, ragazzi?" aggiunse Rose, saltando a sedere sulla poltrona vicina" Insomma...ci avviciniamo all'orfantrofio dove hanno la loro base, ne localizziamo la posizione...e poi? Che si fa?"
I due si scambiarono un'occhiata fugace.
"Beeh, ci stiamo lavorando..." rispose vagamente il Dottore.
"Ooh andiamo, non posso credere che non abbiate ancora pensato a qualcosa!" sbottò Rose, incredula. 
"Ehi, la costruzione di questo giocattolino di metallo non è così semplice come sembra" protestò animatamente il Dottore.
"Oh certo, come se non ti conoscessi!"
"Che vuoi insinuare, Rose, che sto perdendo tempo per divertimento?"
"Non dico questo ma sicuramente ti starai divertendo come un poppante di tre anni con il suo giochino preferito!" 
Il Dottore aprì la bocca per replicare, ma Doyle lo anticipò sul tempo.
"Io a dire il vero avrei pensato a qualcosa" affermò in tono serio, frapponendosi tra i due per interromperne il battibecco. 
"Sarebbe?" esclamarono Rose e il Dottore in coro.
Arthur si appoggiò contro la console.
"Ho pensato che tutto sommato, il fuoco potrebbe essere la soluzione ideale" disse, incrociando le braccia al petto.
Rose si sporse in avanti sulla poltrona.
"Scusami?" fece, perplessa "In che senso?" 
Il Dottore invece non proferì parola.
Iniziò a percorrere la sala a lunghi passi nervosi, lo sguardo vacuo perso nel vuoto, fisso davanti a sè. 
"Non è affatto una cattiva idea..." esordì dopo qualche istante di silenzio" ...è brillante...davvero brillante, Doyle...gli studiosi letterari non mentivano quando dicevano che eri psicologicamente avanti con i tempi..."
Arthur sorrise, visibilmente compiaciuto, mentre Rose scese con un balzo dalla poltrona e si piazzò in piedi davanti al Dottore, con le mani appoggiate ai fianchi e un'espressione spazientita stampata in volto. 
"Potreste spiegarmi di che cosa diavolo state parlando voi due cervelloni?" sbottò, innervosita. 
Il Dottore fece un cenno con la testa ad Arthur.
"A te l'onore di illuminare coscienziosamente la nostra cara Lady Tyler" gli disse, scomparendo poi nuovamente dietro la console. 
"Grrr lo odio quando fa così!" mugugnò Rose, contrariata.
"Sta tranquilla..." replicò Doyle con un sorriso" ...cercherò di spiegartelo in modo semplice e comprensibile..." 
Rose inarcò un sopracciglio.
"Pensi forse di avere a che fare con una bambina di due anni?" lo aggredì.
"Oh no, intendevo dire che..."
"Sì certo, lo so che cosa intendevi dire" 
"Rose io..."
"Spiega e basta"
Arthur inspirò profondamente.
"D'accordo...allora...l'orfanatrofio è stato trasformato in una base operativa dai cacciatori alieni ma è anche stato infestato da quelle ombre assassine..."
"I Vashta Nerada" annuì Rose.
"Esatto...sono ombre..." ripetè Doyle "...e le ombre come si combattono?"
Rose ci pensò su un istante.
"Luce?"
"Giusto" approvò Arthur "E la fonte più grande di luce è il fuoco...appiccheremo un bell'incendio di alta portata all'orfanatrofio e in questo modo lo libereremo sia dall'infestazione delle ombre assassine che dai cacciatori..."
"Ma è un'idea geniale, Arthur, sei davvero grande!" esclamò Rose, abbracciandolo con trasporto.
"Già, peccato che il mio piano non sia esattamente quello che ha appena proposto il nostro amico..." intervenne il Dottore, riemergendo ancora una volta in superficie.
"E perchè no?"
"Perchè mi rifiuto di sterminare ben due specie in un solo colpo, sarebbe davvero troppo" 
"Ma Dottore...se non li uccidiamo, loro uccideranno te e il sacrificio di questi ultimi mesi sarà stato inutile!" protestò Rose.
Conosceva bene il parere del Dottore a riguardo. 
In passato si era visto costretto ad uccidere centinaia o forse migliaia di esseri viventi, aveva sterminato la sua stessa specie pur di proteggere l'Universo e i suoi abitanti. Molti lo consideravano uno sterminatore di mondi, altri un guerriero invincibile e spietato. Tutto era cambiato per lui dopo la Guerra del Tempo. Lei lo sapeva fin troppo bene. Lo aveva visto. Le ci era voluto moltissimo tempo per lenire il dolore di quelle cicatrici e ancora adesso, di tanto in tanto, riusciva a leggere il dolore nei suoi occhi. Non poteva fare o dire nulla per fargli cambiare idea. Qualsiasi azione difensiva o offensiva che comprendesse la violenza o le armi era totalmente fuori discussione. 
"Perciò che cosa hai in mente di fare, Dottore?" domandò Arthur, sciogliendo quel silenzio imbarazzante.
Il Dottore si schiarì la voce.
"Per lo sciame di Vashta Nerada non ho altra scelta...purtroppo..." disse con un velo di tristezza " ...sono finiti casualmente nel posto sbagliato, non è stata colpa loro, ma non posso fare altro che distruggerli, prima che trasformino la popolazione di questa città nella loro riserva di cibo..." 
Rose gli prese la mano, stringendola forte nella sua.
Sapeva quanto gli fosse costato prendere una simile decisione e voleva che sapesse che lei era accanto a lui. 
Sempre e comunque.
"...per quanto riguarda invece i cacciatori, non penso che ora come ora siano una grande minaccia..."
"E se ti sbagliassi?" azzardò Doyle.
"In tal caso ne pagherò personalmente le conseguenze" ribattè il Dottore, serio "Ho ucciso fin troppi innocenti nella mia vita, Arthur, credimi quando ti dico che ci sono già abbastanza urla e volti che tormentano il mio sonno... non voglio aggiungerne altri, non se posso evitarlo..."
"Perciò che farai?" domandò Rose, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Li punirò" rispose il Dottore "Avranno ciò che meritano ma senza che debba sporcarmi le mani di sangue..."
"Pensi davvero che una semplice azione diplomatica possa rivelarsi efficace nella situazione in cui ci troviamo?" commentò Arthur, scettico.
"Farò in modo che lo diventi" ribattè caustico il Dottore. 
Aveva appena finito di pronunciare queste parole, quando un sibilo lancinante e acuto si diffuse improvvisamente tra le pareti del Tardis.  
"CHE SUCCEDE?!" urlò Rose, con le mani serrate sulle orecchie per proteggersi da quel rumore insopportabile. 
Il Dottore barcollò con difficoltà verso la console, tentando disperatamente di interrompere quel frastuono terrificante. 
I cacciatori erano arrivati. 
"Sono loro...sono qui..." 
Ma le parole gli morirono in gola, mentre uno spasmo di dolore gli fece inarcare la schiena all'indietro.
Le sue urla spaventose riempirono il Tardis.
"DOTTORE...DOTTORE CHE TI SUCCEDE?"
La voce di Rose lo raggiunse ovattata, proprio come se provenisse da un mondo lontano anni luce. 
Provò a parlare ma il dolore ormai era troppo forte, quasi accecante. Non riusciva a muovere un solo muscolo. 
La sua mente era sotto il loro completo dominio, non riusciva a contrastarli. 
"Signore del tempo..."
All'improvviso un sibilo s'insinuò prepotentemente nella sua testa, strisciando lascivamente tra i pensieri. 
"...ti abbiamo cercato a lungo e dopo tanta attesa, finalmente sei caduto nella nostra trappola...sappiamo dove sei, Signore del Tempo, e non accettiamo condizioni...se non ti consegni a noi spontaneamente, cominceremo ad uccidere ad uno ad uno tutti gli abitanti di questo lurido paesino terrestre...a cominciare dai mocciosi dell'orfanatrofio...carne fresca...non chiediamo altro..."
Ci fu una breve pausa di silenzio.
"...ti concediamo 10 minuti poi daremo inizio alla festa...il loro destino è nelle tue mani, figlio di Gallifrey...."
E così com'era iniziato, il sibilo svanì di colpo riportando la situazione alla normalità.
Quando il Dottore riaprì gli occhi, si ritrovò disteso di schiena sul pavimento della sala comandi, con il volto di Rose a soli pochi centimetri da lui.  
"Dottore come ti senti?" soggiunse Rose in tono apprensivo, aiutandolo dolcemente a sollevarsi dal pavimento con la collaborazione di Arthur "Avevi perso conoscenza, ti abbiamo chiamato tante volte ma non davi segno di ripresa..."
"Sto bene, non preoccuparti" cercò di rassicurarla il Dottore con uno dei suoi soliti sorrisi giocondi "Si è trattato semplicemente di un effetto collaterale dell'intrusione mentale dei cacciatori...tensione mentale, mal di testa, nausea...ora è tutto passato..."
Appoggiandosi alla console del Tardis, si levò in piedi.
"Mi hanno consegnato un messaggio telepatico" aggiunse a mezza voce, dando volutamente le spalle ai due compagni.
"Cosa vogliono?" domandò Arthur.
"Me" rispose semplicemente il Dottore.
La reazione di Rose non tardò a manifestarsi.
"NO, NON SE NE PARLA NEANCHE! NON CI PROVARE" urlò senza alcun ritegno.
Il Dottore si lasciò scappare un debole sorriso.
"Devo farlo, Rose" provò a replicare.
"Ti uccideranno, lo sai che è così!" ribattè lei con maggior vigore, ricacciando a forza le lacrime che le pungevano gli occhi "Perchè ho sempre l'impressione che quando si tratta di prendere delle decisioni importanti come questa, tu non tenga minimamente conto dei miei sentimenti?! Mi hai portata con te, Dottore, mi hai scelto come tua compagna, non sono una ragazzina superficiale che hai raccolto all'angolo di una strada...e tu non puoi semplicemente relegarmi in un angolo ogni volta che decidi di mettere a repentaglio la tua vita, perchè adesso faccio anch'io parte della tua vita! E se dovesse accaderti qualcosa? Pensi mai a questo quando ti butti a capofitto in una battaglia? Che cosa farei senza di te?"
Queste parole sortirono un effetto inaspettato sul Dottore, decisamente più violento di quello provocato da un sonoro ceffone in pieno volto. Era la prima volta che Rose lo accusava così sfacciatamente di indifferenza nei suoi confronti, una cosa decisamente poco piacevole e soprattutto non vera. 
"Tu sei il centro dei miei pensieri, Rose" le disse serio, abbandonando per un istante il suo solito modo di fare carismatico e giocherellone "Lo sei sempre stata e lo sarai per sempre, non devi mai dubitarne..." 
Le sollevò il mento con un dito, intrecciando i loro sguardi.
"...uccideranno i bambini dell'orfanatrofio e il resto degli abitanti del villaggio se non mi consegno a loro...non posso permettere che li facciano del male, lo capisci? Non vorrei lasciarti di nuovo qui da sola ma è la cosa migliore da fare per tenerti al sicuro..." spostò gli occhi su Arthur "...per tenervi al sicuro..." 
"E una volta che ti sarai consegnato a loro che cosa farai?" mormorò Rose, ormai rassegnata.
"Cercherò di evitare di farmi ammazzare" scherzò il Dottore.
Rose lo colpì al petto con un debole pugno.
"Possiamo fare qualcosa per aiutarti, Dottore?" intervenne Arthur. 
"In effetti sì" rispose lui.
"Cosa?"
"Pregate per me" 
Il tempo a sua disposizione era quasi giunto al termine. 
Ormai non gli rimanevano che pochi minuti. 
Rivolse un'ultima occhiata a Rose e ad Arthur, depose ordinatamente la sua preziosa giacca marrone sulla poltrona della sala comandi e si avviò verso l'uscita.
Aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia del Tardis, quando avvertì uno spostamento d'aria alle sue spalle e pochi secondi dopo, Rose gli volò letteralmente tra le braccia.
"Torna da me tutto intero, altrimenti sappi che non ti perdonerò mai!" gli soffiò all'orecchio. 
Lui fece per risponderle ma qualcosa glielo impedì. 
Le labbra di Rose premute dolcemente sulle sue. 
Un bacio tenero e dolce che lui non potè evitare di ricambiare. Il miglior incoraggiamento del mondo, pensò. 
Sorridendo, la strinse forte a sé un'ultima volta poi si allontanò.  





ANGOLO DELL'AUTORE: Scusate per l'assurdo ritardo di questa pubblicazione ma ero carica di impegni. Spero ancora una volta di non aver deluso alcuna aspettativa. Ovviamente la storia sta volgendo al termine, vedremo presto gli ultimi sviluppi. Buona lettura ;D
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Bluemoon Desire