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Autore: The Cactus Incident    02/07/2012    4 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sch chapter 4

Margaret P.O.V.
Quando il lunedì dopo Halloween tornammo a scuola, io avevo portato il binocolo.
Sul serio, non sto scherzando. A parte che avevo ancora i capelli neri con delle strisce bianche perché la tintura temporanea aveva resistito a tre shampoo che avrebbero fatto cadere i capelli a molte ragazze, mi aggiravo per il cortile col binocolo.
“Ma la pianti?” chiese scocciata Stacey. Oh, pardon…. JD.
“No, devo trovare Misfits” “E in cosa ti aiuterebbe il binocolo?” “Non lo so, ma se vuoi dopo ci sono gli allenamenti della squadra di basket. Andiamo a dare una sbirciatina a Matt” dissi sarcastica ammiccando e Sty mi tenne il gioco.
“Ok, oltre a fare la guardona quindi a cosa dovrebbe servirti?”
“Così ho sotto controllo tutto il cortile”
“A questo punto mettiti sulle spalle di Jimmy e allora si che avrai tutto sotto controllo. Ma il nano non viene nella nostra scuola?” Oh, anche lei aveva fatto amicizia con Johnny Seward.
“No, Seward và alla Marina High School” bofonchiai io da dietro il binocolo.
“Uhm…. La pianti?!” chiese ancora, più stizzita di prima e io le lasciai la stessa risposta.
“No, devo trovarlo” sbuffò e aumentò il passo.
“Dove vai?” chiesi guardandola “In classe!” scrollai le spalle e continuai la mia osservazione. Poco dopo mi arrivò qualcuno da dietro, facendomi il solito scherzo cretino della ginocchiata nell’interno del ginocchio.
“Che fai sgorbietto? Cerchi qualche povero orbo su cui buttarti?” Eccolo là, ci mancava solo lui.
“No, trovo qualche puttana buona per te. Oh, guarda tu che coincidenza, sta arrivando Michelle. Sono brava, eh?” Brian mi fulminò con lo sguardo ed emise anche strani brusii animaleschi, prima di superarmi per avvicinarsi alla ragazza e baciarla.
“Bah, un altro po’ e le strappa le tonsille” commentò Jim divertito, alle mie spalle.
“Beh, Haner potrebbe operarla, tu che dici. Anche se non credo che nelle sue competenze ci siano anche trapianti di cervello”
“Ahahaha! Ti sei svegliata bene oggi, eh?”
“Benissimo!” dissi sorridente.
“Come mai in osservazione? Sei a caccia?” Jim mi guardò incuriosito, lanciando occhiate al binocolo.
“Si, di Misfits” “Non credo troverai qualche componente della band da queste parti…”
“Che hai capito! Misfits è Zack” “Zack chi?” “Uno che ho conosciuto venerdì sera alla festa” “Wow… Beh, buona caccia: io ho da fare”
Tutti di fretta oggi, eh?
Lasciai per un secondo il binocolo penzoloni sul collo e mi guardai attorno. In effetti c’era qualcuno che mi fissava con una faccia più preoccupata del solito, ma ci ero abituata.
Mi sistemai meglio la chitarra in spalla (ora di musica!) e avanzai a passo deciso verso la scuola, continuando a guardarmi attorno, alla ricerca di quegli stupefacenti occhi verdi.
Starete di certo pensando “Ma perché non chiedere a Matt?” E che gusto ci sarebbe stato?

Dopo pranzo, mentre mi dirigevo alla classe di musica con Haner che continuava a fare battutine a cui io rispondevo più acida del solito, stizzita dal fatto di non aver ancora trovato Zack, mi passò di fianco un tipo che correva tutto sparato verso la nostra stessa classe, dove noi ci dirigevamo con molta più calma (sapendo che tanto il professore avrebbe fatto tardi come suo solito).
“Ma quello?” chiese Brian con un sopraciclgio inarcato, non riconoscendolo. Non era un nostro solito compagno di corso.
Scrollai le spalle “Ah boh. Forse qualche studente nuovo” entrammo in classe e il ragazzo armeggiava con la chitarra mancina della scuola, un’acustica della terza guerra mondiale che quando suonavi tendeva a calare con una velocità impressionante e con un suono non più caldo e cristallino tipico del modello.
Mark, un ragazzo che suonava la batteria (bravo, ma talmente rott’inculo che non mi rivolgeva mai la parola per un motivo a me non noto) parlava tranquillamente col nuovo arrivato.
Il tipo sorrise e alzò la testa e a quel punto mi pietrificai nel bel mezzo della porta.
Eccoli quei dannatissimi occhi verdi. Però, anche il resto non era niente male…..
Si accorse che lo guardavo e mi guardò per un attimo, poi distolse lo sguardo, per poi guardarmi ancora, sorridente e appena appena sorpreso.
Gli feci un cenno con la testa e Haner mi guardò stranito, ma lo notai appena.
“Ma che ti sei rincretinita?” alzai gli occhi al cielo e lo guardai.
“Tu pensa ai cazzacci tuoi che sono pure tanti e belli grossi, uhm? Graziee” ed entrai in classe col solito passo sicuro e strafottente.
Mi misi al mio solito posto e attaccai la chitarra all’amplificatore.
“Non trattarmi così…” mi bofonchiò Brian lamentoso, quasi nell’orecchio.
“Non è colpa mia se tu mi obblighi” dissi tenendo il mio tono stizzito.
“Io non ti obbligo” bofonchiò incrociando le braccia al petto.
“Guarda che sei tu che cominci ogni santissima volta!” Brian mollò la chitarra al posto suo (vicino a me), io tirai fuori l’accordatore e tenendolo poggiato sul banco sistemai l’accordatura della chitarra (sapevo farlo anche a orecchio, ma quell’affarino è un po’ più preciso).
“Wow, sei mancina” disse Misfits, avvicinandosi a me e quasi sobbalzai.
“Eh si. Anche tu a quanto ho visto” lanciai un’occhiata distratta alla chitarra.
“Si, non siamo in molti, eh?” “Se non sbaglio uno ogni cento persone su questa terra”
“Ah davvero?” rispose lui sorpreso e io annuii energicamente.
“Eh si” dissi accompagnando lo stesso gesto e dopo un po’ di silenzio un tantino imbarazzate scoppiammo a ridere.
“Questa conversazione fa schifo!” sbottò dopo.
“Puoi dirlo forte” asserii io, con una mezza risata.
“Mi hai trovato eh?” disse divertito e un tantino soddisfatto. Io mi strinsi distrattamente nelle spalle
“Beh, ci siamo trovati. Come hai fatto a capire che ero io?”
“I capelli aiutano e poi non eri così truccata” disse ovvio. Beh, sono cogliona, quindi va bene così.
“Non quanto te, almeno”
“Beh, facevo la mia figura, ammettiamolo” disse convinto indicandosi il petto.
“Facciamo che lo ammetti solo tu”
“Con qualche birra in corpo sei meno un osso duro” scrollai le spalle e lui diede un’occhiata alla chitarra.
“Hai un’Ibanez davvero bella” commentò.
“Ti piace? Lei è Beast”
“Oh, piacere mio” disse prendendo la paletta e scuotendola come se fosse una mano da stringere.
Alzò il viso e mi guardò, stranito.
“Silenziosa la ragazza” fece indicando la chitarra con un pollice.
“Siamo in classe, non si può divertire come vorrebbe”
A quel punto mi arrivò di fianco Haner, un’Ibanez identica alla mia ma destra, appesa al collo e una mano tesa verso Zack. Si, avevamo la stessa chitarra e no, non era voluto.
“Io sono Brian” si presentò, un tantino freddo.
“Ehi, sei il chitarrista dell’altra sera?” disse Zack tranquillo, quasi sorridendogli.
“Si, in persona” rispose acido il mio amico.
“Oh complimenti! Sei una forza”
“Grazie” Più caustico della soda. Zack fece un sorriso imbarazzato, provando a fare conversazione (impresa impossibile con Haner incazzato).
“Te l’hanno mai detto che somigli a Brian Haner?” Haner alzò gli occhi al cielo e se ne andò borbottando roba incomprensibile, mentre io ridevo. [nda Cactus: se qualcuno di voi non lo sapesse, il padre di Gates è un comico più o meno famoso in USA v.v]
Zack si sporse verso di me.
“Ho detto qualcosa di male?” chiese stranito, guardando Haner che se n’era appena andato, incazzato come una biscia.
“Uhm a parte che somiglia a suo padre? No, mi pare di no”
“Ah quindi è lui Junior” Al solo udire quella parola, vidi le nocche di Brian diventare rosse, poi viola e poi biance, per poi rilassarsi.
“Si, ma gli da fastidio che lo si chiami così”
“A quanto mi pare gli do fastidio pure io…” scrollai le spalle.
“E’ un tipo un pò strano, ma non è cattivo. Solo… irascibile, egocentrico, pieno di sé, stronzo, donnaiolo, alcolizzato…” avrei continuato ancora un po’, ma Zack mi fermò.
“Woh woh woh! Capito, mi basta così” dise parandosi le mani davanti come a fermarmi e sorrisi, guardandolo ancora. Aveva degli occhi semplicemente stupendi.
“Come mai qui? Cambiato corso?” chiesi io distrattamente. Ero io l’intrusa in quella classe, di un anno avanti rispetto agli altri.
“Ho cambiato un altro corso e mi hanno cambiato un po’ di lezioni, fra cui anche musica” spiegò  “Oh capito”
Il professore entrò in classe e la lezione cominciò, mettendo fine alle nostre chiacchiere.

Stacey P.O.V.
La mia voglia di presentarmi a storia dell’arte era semplicemente inesistente, ma c’era un piccolo fattore che mi spingeva a farlo. Era un fattore di uno e ottantacinque con gli occhi verdi, i tatuaggi, il piercing al labbro che quando era possibile si sedeva di fianco a me e faceva di tutto per distrarmi, facendoci richiamare spesso dal professore. Un fattore che era di un anno indietro col corso di storia dell’arte e per questo stavamo in classe insieme.
Mi buttai sul penultimo banco come sempre e qualche minuto Matt si tuffò di fianco a me, di corsa come sempre giusto un secondo prima che il professore arrivassi in classe.
“Anche questa volta dentro per un pelo, eh Sanders?”
“Gioco a basket prof, gli ultimi secondi sono sempre i decisivi”
“Peccato che non valga così anche per la scuola, eh? Lasciamo perdere, giochi a basket, cosa posso mai aspettarmi da te…”
Matt si accigliò e prese a giocare distrattamente col piercing e, guardando davanti, cominciò a parlare.
“Che dici, latte inacidito o yogurt scaduto?” Osservai un po’ lui che con le sopracciglia corrucciate e il labbro di sotto un po’ sporgente mentre continuava a guardare il professore.
“Io scommetto su moglie con ciclo”
“Uh, brutto periodo il ciclo” inarcai un sopracciglio.
“Anche tu soffri della terribile settimana ketchup?”
“Non direttamente, capiscimi”
“Si, ho capito” Mi mise una mano in testa e mi scompigliò i capelli.
“Brava ragazza. Sappi che hai la testa più piccola di un pallone da basket”
“Ehm… grazie?” Era una sorta di complimento?
“Ehi, è un complimento. Quella di Meg ancora un po’ e lo supera” Scoppiammo a ridere.
Povera Meg, lei e la sua testa enorme (ma davvero, eh).
“Voi due lì dietro, almeno aspettate che cominci a spiegare per attaccare a parlare” ci richiamò il professore.
“Certo prof”
Disse Matt mostrando un sorrisone a trentadue denti.
“Sanders, se continui così ti spedisco nel corso di primo”
“Oh prof, sarebbe un peccato non vederlo più”
“Sfortunatamente io non posso dire lo stesso. Adesso sturate le orecchie e aprite a pagina 394”
Dopo qualche secondo di silenzio, Matt tornò all’attacco.
“Prof non riesco a trovarla” “Sanders non è difficile, fatti aiutare da Floor” alzai la testa da sopra al libro “Nemmeno lei riesce a trovare le pagine nelle mie orecchie” e tutta la classe scoppiò a ridere.
Era più o meno sempre così.
“Sanders fuori! E Floor, anche tu!”
“Prof ma io….” E che ho fatto?
“Ho detto fuori tutti e due!” la vena sul suo collo si gonfiò in modo pericoloso. Raccogliemmo la nostra roba e uscimmo dall’aula.
“Certo che è strano forte, eh” dissi io una volta richiusa la porta alle nostre spalle.
“Ma una bella scopata così non rompe a noi?”
“Pure na sega andrebbe bene, basterebbe che la piantasse”  Matt rise di gusto e poi si guardò attorno.
“Che ne dici di andarcene in cortile?”
“Si, tanto. Sanders hai le sigarette?” scosse la testa
“Uhm… no, finite” Sbuffai pesantemente.
“Diamine, mi tocca prendere le mie”
“Sei spilorcia!”
“Un po’….”
Dopo essere passati per gli armadietti per recuperare il pacchetto di Pall Mall, andammo in cortile e mi sedetti sull’erba, dopodiché mi accesi una sigaretta.
“Ne vuoi una?” gli chiesi, ma fece distrattamente di no con la mano, prima di buttarsi su una panchina.
“Paura di sporcarti il pantalone?” dissi divertita, osservando le foglie che facevano ombra sulla mia testa.
“No, sono allergico all’erba” Alzai la testa e inarcai un sopracciglio.
“Ma davvero?”
“Eh si. Mi riempio di bolle”
“Porca miseria!” scrollò le spalle distrattamente e io tornai a stendermi.
“Mi ha detto Meg che quei piercing te li sei fatti da sola” disse indicando col mento il mio orecchio destro.
Scrollai distrattamente le spalle, prendendo l’ennesima boccata dalla sigaretta.
“Si, buona parte. Ne vuoi uno anche tu?”
“No, volevo una mano per quanto riguarda un’altra cosa. Sei mica pratica di dilatatori?”
“Abbastanza. Vuoi dilatarti uno dei buchi?”
“Entrambi, in verità, ma non so proprio da dove partire” disse divertito mentre si grattava la testa, leggermente imbarazzato.
Diamine se era bello.
Sorrisi di rimando e mi tirai su, facendogli segno di avvicinarsi.
“Forza, fammi dare una controllata” diedi un’occhiata ai lobi con ognuno un unico buco da cui pendevano dei banali piercing a barretta.
“Quanto tempo fa li hai fatti?”
“Uhm…. due anni, se non ricordo male”
“Passati più di sei mesi di sicuro?”
“Si, sicurissimo”
“Beh, sono pure abbastanza centrati. Quando sei disponibile andiamo insieme a comprare tutto l’occorrente per cominciare, ok? Conosci un negozio di piercing?”
“Quanti ne vuoi!” disse sorridendo elettrizzato.
“Perfetto” e buttai via la cicca della sigaretta.  
“Che ne dici di giovedì?” mi propose.
“Uhm… si, direi che giovedì è perfetto”
“Ok allora dopo scuola ci troviamo al solito posto e poi andiamo”
“Si, dobbiamo passare in un negozio di piercing e in farmacia”
“Farmacia?” disse stranito aggrottando le sopracciglia. Il fatto che non avesse mai avuto problemi con piercing al labbro o con i tatuaggi, doveva essere un mezzo miracolo.
“Si, ti servono un paio di cose per disinfettare il buco e i dilatatori. Poi andiamo a casa e cominciamo”
“Va bene!” sembrava parecchio su di giri, un po’ come un bimbo al luna park.
“Prepara un po’ di soldi, non so bene che misura tu abbia. Ne compriamo un paio così stai a posto per un po’” annuì convinto e per qualche secondo calò il silenzio.
“Grazie tante JD” disse sentitamente.
“Oh anche tu con quel soprannome?” dissi esasperata voltando gli occhi al cielo e lui rise soddisfatto..
“Perché fai così? E’ figo” rimasi un po’ a valutare l’ipotesi.
“Ah si? Lo trovi figo?”
“Certo!” scrollai distrattamente le spalle.
“Sarà”

“Se uno ti chiede di aiutarlo con la dilatazione, è buon segno?” chiesi distrattamente mentre, appollaiate su una panchina sul lungo mare, io e Meg ci dividevamo una tavoletta di cioccolata al latte.
“Che?” chiese lei con voce strana, dopo un secondo però ci arrivò.
“Vuoi dire che Matt ti ha chiesto di aiutarlo a dilatare il buco?” chiese distrattamente.
“I buchi, comunque si” scrollò le spalle, staccando un altro morso dal cioccolato.
“Beh, credo di si. Ci sono tanti piercer o gente dilatata ad Huntington e sai quanto Matt sia popolare. Forse vuole stringere i rapporti con te”
“Aaah…. è troppo bello, sorridente, bravo,”
“Si, ok, il ragazzo perfetto, abbiamo capito” disse divertita e forse intenerita.
Spostai lo sguardo dal cielo azzurro e la guardai.
“Tu piuttosto, l’hai trovato più Zack?”
“Sure baby” asserì convinta, buttando la carta della cioccolata nella borsa e recuperando le sigarette.
“E com’è?” chiesi curiosa.
“Un figo della miseria”
Prese un respiro profondo prima di cominciare a descriverlo
“Ha i capelli neri, le labbra carnose e rosee, è mancino e ha due occhi che…”
“….Che sono un piccolo pezzo di paradiso, si, questo l’avevamo già capito” Aveva rotto le palle due giorni lei e gli occhi di questo ragazzo misterioso.
“Piuttosto, dove l’hai beccato?” mi accesi anche io una sigaretta.
“A musica, con Haner che sclerava”
“Quando mai Haner non sclera” dissi divertita e lei non poté far altro che essere d’accordo.
“In effetti….”


Giovedì, dopo scuola, andai quasi nel centro della città, al solito punto di ritrovo dove già c’era Matt che mi aspettava stravaccato su una panchina. Appena mi vide sul suo volto si aprì un grosso sorriso e mi fece un cenno della mano, come se non l’avessi visto.
Diamine, quando sorrideva era ancora più bello, con quelle adorabili fossette sul viso perfetto o quel piercing che sporgeva e sembrava dire ‘Ehi, sono a portata di labbra, ti và di provare?’
Cazzo cazzo, no. Era il ragazzo di Val. Val, l’adorabile diBenedetto, non la zoccola castana e oca che si scopava Haner.
“Sono in ritardo?” chiesi distrattamente, arrivandogli davanti.
“No, io in anticipo”
“Uhm. Fai strada?” “Certo” e spalla a spalla c’incamminammo per le strade di Huntington.
“Allora prima regola fondamentale: NON si dilata assolutamente con la spirale, intesi?” cominciai.
“Spirale?” Bene, non ne capiva una mazza.
“Sarebbe quell’orecchino a forma di spirale, appunto” annuì.
“Oh, capito”
“Bene, seconda cosa: per i primi tempi usa solo Tunnel o Plug di acciaio chirurgico e quando ne compri di nuovi ti faccio vedere io come si fa prima di metterli”
“Va beeene”
“Terza cosa: Ogni volta che cambi… taglia, devi tenere l’orecchino nuovo almeno un mese e mezzo”
“Un mese e mezzo?” chiese scandalizzato.
“Anche due o di più se non riesci a mettere quello dopo. Intesi? Se non vuoi ritrovarti senza lobi, fai come ti dico” annuì e fece una sorta di saluto marziale.
“Agli ordini capitano” gli diedi una mezza pacca su una spalla.
“Bravo, soldato, bravo”
Dopo una decina di minuti, finimmo in un rock shop e ci spostammo sulla sezione piena di gioielli di ogni genere.
“Ooook, questo, questo qua, e anche questo” dissi prendendo alcuni gioielli.
“Non li dilato entrambi contemporaneamente?”
“Come vuoi, solo che allargandone uno per volta spendi di meno e almeno hai un lato su cui dormire quando cambi taglia” rise divertito. “Ok, facciamo come dici”
Pagati i due tunnel e un plug andammo in farmacia.
“Sicura che mi entrerà?” disse scrutando il plug, ovvero il gioiello più piccolo di quelli che avevamo comprato.
“Certo che no, ho portato un paio di miei piercing più grandi di quelli che hai ora. Prima metti quelli e poi avanzi con quel plug”
Si fermò in mezzo alla strada e io feci lo stesso.
“No ma tranquilla, torniamo indietro e li compriamo, non voglio esserti di disturbo…”
“Per un paio di pezzi di metallo con delle palline? Ma che ti frega! Forza, andiamo in farmacia” dissi prendendolo sotto braccio e continuando a camminare, anche se non sapevo in che direzione fosse una cazzo di farmacia.
“Ehm, Sty? A destra” “Oh, scusa” e voltai nella traversa indicatami da lui.
Arrivati nella piccola farmacia dovemmo fare un po’ di fila.
“Allora… che mi serve?” chiese mentre facevamo la fila.
“Una bottiglia di soluzione fisiologica, sapone PH neutro, un tubetto di Bepantenol…”
“Bepantenol? ma non è quella roba per bambini?”
“Si, ma evita le infezioni. O quello o la vaselina, e a quanto mi hanno detto, sulle orecchio brucia”
“Oh, capisco… vada per il Bepantenol. Nient’altro?”
“Olio di jojoba”
“Dilatare un fottutissimo buco è più complicato di quanto sembri” scrollai le spalle.
“Se ci tieni a rimanere con due orecchie si, se poi vuoi una dilatazione da due centimetri in una settimana che poi ti fa prendere infezione a tutto il lobo e devono amputartelo…” soffiò l’aria fra i denti e si portò una mano all’orecchio con una faccia sofferente.
“Ok, Soluzione fisiologica, sapone PH neutro, Bepantenol e olio di jojoba, tutto chiaro” disse annuendo convinto. Sembrava quasi un bambino quando scuoteva la testa così energicamente.
La tizia davanti a noi pagò e Matt si fece avanti, portando le mani sul bancone.
“Salve, vorrei una bottiglia di soluzione fisiologica, sapone PH neutro, del Bepantenol, dell’olio di jojoba e i soliti preservativi”
A quella richiesta, il vecchietto dietro di noi si schiarì la voce e la signora al suo fianco fece una faccia scandalizzata. Il tipo dietro al bancone annuì e andò a recuperare quello che gli era stato richiesto.
Cliente abituale, eh? Matt si voltò distrattamente verso di me, mordicchiandosi distrattamente l’interno della guancia e poggiandosi al bancone.
Osservò lo sguardo dei due dietro di noi e corrucciò le sopracciglia. La vecchietta mi guardava schifata.
No signora, per mia sfortuna non li deve usare con me!
Il farmacista tornò con quello che Matt gli aveva chiesto e infilò tutto in una busta.
Tutto tranquillo fin quando imbustò l’occorrente per la dilatazione, ma quando guardai distrattamente il pacco di preservativi mi resi conto del colore e quindi della taglia.
Oh Cristo. Ma che diamine aveva fra le gambe? Improvvisamente la battutine di Jimmy su quella dannata “terza gamba” di Matt, non assumevano più connotati di presa in giro…..
Matt pagò, afferrò la busta e uscimmo da lì con i due vecchietti che ci guardavano ancora indignati.
“Allora, serve altro?” chiese distrattamente mentre io pensavo a quanto fossi sfigata ad andare dietro ad uno così, semplicemente perfetto e fidanzato.
“JD? Ci sei?” chiese scrollandomi distrattamente.
“Uhm? Che? Ah, si”
“Sicura?” chiese un tantino preoccupato, scrutandomi.
“No è che mi ero persa nel mio mondo, tranquillo”
“Allora abbiamo tutto l’occorrente?” Si, ce l’abbiamo, proprio tutto. E quando dico tutto, dico… tutto.
“S-si, andiamo a casa tua e ti spiego tutto” dissi distrattamente accelerando leggermente il passo.
”Ehm… Sty?” “Che c’è?” “A sinistra” “Ohh! Diamine!”

“Allora per prima cosa devi bollire il gioiello”
“Bollire?” Sembrava un bambino quando alzava le sopracciglia così, col labbro inferiore un po’ sporgente.
“Si, così uccidi tutti i batteri. Prendi un pentolino, un paio di pinze e ti faccio vedere”
Mi porse uno di quei pentolini per riscaldare il latte e io lo riempii d’acqua.
Quando arrivò a ebollizione ci buttai dentro il piercing a banana che gli avevo portato io e aspettai un po’. Lo estrassi con le pinze e lo poggiai su un pezzo di carta imbevuto di fisiologica. Buttai l’acqua e il pentolino nel lavandino e aspettammo un po’ che il gioiello si raffreddasse.
“Ok, pronto” Svitò l’orecchino che aveva e prese il piercing appena sterilizzato. Dopo qualche tentativo andato a vuoto sorrisi e gli feci un cenno della testa.
“Andiamo, siediti” Si buttò su una delle sedie del tavolo della cucina e presi il gioiello. Matt voltò il viso di lato e potei mettergli il piercing.
Diamine, avevo quel collo perfetto a bianco a portata di labbra….
“Aia…” disse lui distrattamente quando forzai per far entrare l’orecchino.
“E’ un po’ stretto”
“Me ne sono accorto, sai?”
“Ok, andato” Avvitai la pallina e Matt prese a giocare un po’ con il piercing a banana che gli avevo messo.
Presi il flacone di Bepantenol e gli feci segno di porgere la mano. Gli misi una piccola quantità di crema sulle dita e lui prese a massaggiarsi il lobo.
“Bene, questo è quanto. Per un paio di giorni ti andrà stretto, poi ti andrà normalmente a quel punto aspetta più o meno due settimane e poi disinfetta e metti questo” dissi indicandogli l’altro piercing che gli avevo lasciato.
”Non avevi detto un mese e mezzo?”
“Con i dilatatori, questo è un piercing” “Oh, capisco…..”
“Bene, questo è tutto” “Il plug me lo metti tu, vero?” chiese continuando a massaggiarsi.
“Se non ci riesci da solo…. Comunque conviene cambiare taglia dopo una bella doccia calda. Ogni giorno lavati i lobi con acqua tiepida e sapone neutro, massaggiati il lobo con l’olio e non dovresti avere problemi” Annuì “Ok, capito tutto. Grazie” scrollai le spalle “Figurati”
Finito di far assorbire la crema mise a posto tutto l’occorrente e mi guardò curioso.
“Come mai sai tutte queste cose?”
“Mistero….”
“Uuhh…. wow”
“Scherzi a parte, mi piacciono un sacco sia i tatuaggi che i piercing, sopratutto i piercing e quindi mi informo su certe cose”
“Vuoi fare la tatuatrice e piercer?”
“Forse, perché no”
“Verrò a tatuarmi da te allora” disse sorridendomi allegro.
Oh Dio, quel sorriso non era di questo mondo, dannazione.
Sarei morta a furia di tachicardia stando a contatto con lui.
Perché d’esserci la solita sfiga del ragazzo perfetto e perfettamente fidanzato?
Fanculo, porca prostituta.




Yeeee, i’m here!
Oh, ma quanto sono carini Matt e Stacey? Quaaaaanto? :’)
Son troppo bellini <3
Brian, Brian v.v come si deve fare con te! v.v (si fa, si fa.... *trollface*)
Beh, come al solito aggiorno subito, dai dai v.v
Questo chap è tuuuuuutto dedicato a JD che ha un lividone brutto e che fra poco parte per Londra :’)
(Divertiti pure per me c.c <3)
Si ringrazia il mio grande amore, anche noto come _diable_ e tutti gli altri che hanno recensito i precedenti capitoli! :D
Dai, forza, me la lasciate una recensioncina? Lo so che ci siete! :D
Beh, non mi resta niente da dire, tranne che ho caldo, ma dormo col piumone v.v
See you next time!
The Cactus Incident

  
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