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Autore: Firelight_    02/07/2012    12 recensioni
- Liam alza gli occhi al cielo, ripensando a come il biondo amava definirsi.
“Sono il figlio di puttana più spensierato del mondo”.
Socchiude gli occhi, e le luci nella sua testa si fanno più tenui.
È bello ricordare la voce di Niall, così com’è bello riportare alla mente il suo curioso e adorabile accento, che diveniva sensuale e tentatore durante la notte, stretti in un letto cigolante e insicuro, sorretti l’uno dall’altro. -
[Niall/Liam; slash; death!fic]
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(A Chiara, mia scrittrice e lettrice di fiducia: sei la migliore!)
 





Stuck in reverse.

 
 
 







When you try your best but you don't succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse.
 

 
 
 







Nel locale la luce è soffusa e, calda e aranciata, si riversa sulle pareti di legno, inondandole, donando ulteriore torpore alle palpebre ebbre degli avventori.
Non sembra esserci altro se non quella luce dolcemente ipnotica, il tintinnio dei boccali che sbatacchiano contro il bancone, le risate rauche in seguito a una battuta di cattivo gusto, gli ammiccamenti stanchi di pochi seduttori ormai non più in auge.
Eppure, forse, qualcos’altro c’è.
Quel qualcosa appare evanescente e insinuante quando la porta, apertasi per l’ennesima volta, cigola appena sui cardini male oliati, per poi richiudersi sorda.
Liam si guarda intorno, lievemente spaesato; non è mai stato un tipo che frequenta i pub della periferia a quell’ora di notte, lui preferisce far visita ai film d’annata che proiettano nel vecchio cinema all’angolo. Ma quella sera ha una missione da compiere e, al solo pensiero, il suo stupido grande cuore batte più forte.
Nonostante ciò, Liam infine si fa coraggio e muove un paio di passi, sentendo di avere gli occhi di tutti sulla propria persona. Non gli è mai piaciuto essere al centro dell’attenzione, più per naturale riservatezza che per soggezione ma, e lo comprende subito, è evidente a chiunque quanto lui sia fuori posto da quelle parti.
Quel pub, a dir la verità, non gli è mai piaciuto.
È pieno di operai di mezza età che tornano sporchi dal lavoro, gente un po’ misera e un po’ ignara, che a volte si fanno tenere compagnia da alcune giovani senza nome e senza pretese.
No, quello non è l’ambiente adatto per Liam. E, gli dispiace ammetterlo, forse questo suo sentire è causato da uno snobismo innato che lo accompagna sin dall’infanzia, probabilmente per colpa della famiglia agiata dalla quale proviene.
Liam non disprezza chi è un gradino più in basso nella scala sociale, ha un animo davvero troppo profondamente buono perché questo accada, ma non gli piace sovvertire l’ordine naturale delle cose. E, secondo la sua visuale del mondo, l’esistenza di una scala gerarchica ben precisa è indispensabile.
Non sa cosa pensare, mentre timidamente si siede su uno degli sgabelli traballanti foderati di cuscini dai colori sgargianti, e tamburella sul legno con la punta delle dita.
Ha ancora con sé una parte del proprio qualcosa, che però non riesce a identificare.
L’unica cosa che Liam si rende conto di poter circoscrivere ed analizzare è il proprio dolore, un richiamo struggente e stridulo in fondo all’anima che è riuscito a mostrarsi persino alla sua mente volutamente cieca.
Quando trova il coraggio di alzare il capo, spostando lo sguardo dietro il bancone, il suo cuore si stringe, strizzando gli occhi per non piangere.
È trascorso del tempo dall’ultima volta che la sua vista ha colto il bagliore di quella chioma bionda e luminosa, ma in questo momento sembra che quei sei mesi si stiano riducendo in polvere in un solo istante.
I capelli di Niall paiono appena più scuri di come li ricordava, ma dev’essere colpa delle ombre che popolano ogni anfratto del locale. Il ragazzo ha l’aria stanca, il bel viso sembra leggermente arrossato, di certo manifestazione della stanchezza.
Liam non può fare a meno di chiedersi, con un sorriso colpevole, cosa abbia spinto Niall a trovarsi proprio in quel luogo.
Rimpianto, magari? No, non è convinto.
Niall, al contrario di lui, non si è mai crogiolato nella malinconia, lasciandosi inabissare dalla propria accidia, ma ha sempre cercato di reagire di fronte a qualunque cosa.
L’unica volta che Liam l’ha visto crollare è stata quella sera, ma ad onor del vero non ha molta voglia di pensarci. Perché, e negarlo sarebbe inutile, ogni volta che ricorda le proprie tremanti e false parole pronunciate sotto la luce sghemba di stelle sottili attraverso la vetrata, sta male.
Non saprebbe come dire altrimenti, dato che ciò che lo riempie dal profondo è proprio sofferenza più pura e sfrenata, somministratagli tramite lunghi giorni carichi d’apatia.
Liam non è mai stato capace di rialzarsi come Niall, neppure di fronte a una catastrofe che ha provocato lui stesso, e lo sa bene.
Sa che esser lì non ha alcun senso perché, con tutta probabilità, Niall se ne sarà già fatto una ragione. I mesi sono trascorsi, e lui non può di certo pretendere che il biondo lo ami ancora come una volta.
Non può di certo pretendere che lo ami ancora come lui stesso lo ama.
Liam volge il viso dall’altra parte per evitare che Niall, destreggiandosi fra scaffali e lavelli, si accorga di lui. Non vuol esser visto, e non sa perché.
Ricorda bene quella volta che Niall, scherzando, gli ha detto che, in caso loro due si fossero lasciati, avrebbe cercato di consolarsi facendosi assumere in un pub irlandese, per poter bere Irish Beer a volontà. All’udire quella piccola e tenera follia, Liam aveva riso.
Sì, a quell’epoca sembrava tutto un gioco, e la possibilità che il loro amore finisse era semplicemente surreale.
Liam amava Niall con tutto se stesso, e mai ha smesso di farlo.
Ma adesso sorride amaramente, venato di malinconia, al rammentare lo sguardo brillante ed emozionato di Niall quando, il corpo minuto e caldo premuto contro il suo, gli ha detto di amarlo per la prima volta.
Liam non ha dimenticato nulla, ed è certo che neppure Niall l’abbia fatto.
Quel che è successo fra loro non si può dimenticare; erano un’anima sola, mentre ora Liam si sente soltanto un fantasma sperduto che vaga senza guida per le vie ostili di una città che non gli appartiene più.
Eppure, una volta, quella città era la sua casa. Era la sua casa perché al suo fianco c’era un giovane dai capelli dorati e in disordine, dalle iridi che attingevano tonalità al di sopra del firmamento, dalle belle labbra innamorate e dalla stretta sempre salda.
Niall, quell’irlandese venuto dal nulla, aveva fatto sì che qualunque posto divenisse la sua casa.
Adesso che è solo, Liam non ha più alcun tetto sopra la testa.
Non ce l’ha quando, all’università, è sommerso da libri stantii di biblioteca; non ce l’ha quando si ferma al bar a prendere un cappuccino che, senza Niall, non ha più lo stesso sapore; non ce l’ha durante le serate con gli amici, seduto inerte al tavolo, senza nessuno che l’ascolti; non ce l’ha quando, avvolto fra le lenzuola gelide del proprio appartamento, trattiene le lacrime al ricordo di Niall che, al mattino presto, gli rovescia addosso una tazza di caffè nel maldestro tentativo di portargli la colazione a letto.
Liam l’ama, ma Niall non lo sa.
Non lo sa, perché Liam l’ha lasciato, abbandonandolo in un mondo sconosciuto, nello stesso mondo mefistofelico dal quale l’ha portato via.
Ma quel che Niall non sa è che, senza di lui, Liam ha le ali spezzate, ucciso dalla memoria del suo primo volo. Del loro primo volo, insieme.
Sempre insieme, Liam e Niall, legati come da una catena incorruttibile.
Ma ora? Sono diventati pianeti distanti.
Liam è a capo chino, dietro il bancone, nascosto, gli occhi che pizzicano fastidiosamente, mentre cerca di dar colpa alla polvere del pub per quel loro intenso bruciore.
Sbircia Niall di sottecchi.
L’irlandese ha un sorriso sfinito sul viso – Liam non saprebbe dire se è sincero – e sta riempiendo un boccale di birra, per poi porgerlo a qualcun altro. Nel suo inconscio, Liam vorrebbe vederlo di nuovo pieno di energie come una volta, ma non è così.
Niall non è felice, come potrebbe esserlo?, ma sta combattendo.
Si scosta i capelli dalla fronte, gli occhi brillano limpidi, la camicia bianca aderisce al torace, le maniche sono arrotolate sugli avambracci, la cravatta è un po’ allentata.
Indossa la stessa divisa dei camerieri, ma a Liam sembra che quella modesta stoffa lo renda meraviglioso.
Tutto, grazie a Niall, diventa meraviglioso.
Anche lui si sentiva diverso, quand’erano insieme; Niall aveva l’incredibile capacità di appianare tutte le sue paure, rendendolo una persona nuova, ed è una cosa che Liam ha capito sin dal loro primo incontro.
Ha incontrato Niall un anno prima, in uno di quei tipici giorni di pioggia londinese quando tutto ciò che si riesce a vedere è la coltre di nubi che oscura il cielo. Il più piccolo si era rifugiato, zuppo e indifeso, nell’androne del palazzo in cui Liam abitava, nello stesso esatto momento in cui l’altro usciva fuori dall’ascensore.
Liam ricorda di aver pensato di non aver mai visto nulla di più bello di quell’irlandese dal sorriso schivo. Ricorda di averlo guardato negli occhi e di non essere più riuscito a distogliere lo sguardo.
Ricorda il rossore che si era propagato sulle gote del biondo, scaldandogli il cuore nonostante la tormenta gelata che imperversava all’aperto.
Mentre sta seduto in quel pub irlandese, Liam non ha idea del motivo per il quale quel giorno lontano fosse uscito di casa ma, mentalmente, lo benedice e lo maledice.
Ma, alla fine, ha senso lamentarsi d’aver conosciuto l’amore solo perché poi è finito?
No, se così fosse Liam non oserebbe avanzare neppure un reclamo, ma quel che sente dentro gli comunica pacato che non c’è niente di finito, fra lui e Niall.
Ma Niall continua a non sapere.
Lui continua a servire birre chiare al di là del bancone, sbuffando di tanto in tanto, con qualche sorriso cordiale che fa raramente capolino sul suo viso pallido.
Ogni qualvolta vede le sue labbra piegarsi, Liam freme.
Ricorda alla perfezione il sapore di quelle labbra, dolce e irresistibilmente caratteristico, e per un attimo gli pare di risentirne il tocco contro le proprie, gli pare di risentire la lingua bollente e ruvida di Niall contro la sua.
Ma non è la realtà.
Quel che fa più male a Liam, forse, sono proprio quei ricordi ma, ed è più forte di lui, non riesce a scacciarli, perché – seppur temporaneamente – leniscono le ferite della sua anima.
Ricorda anche il loro primo bacio, nella angusta stanzetta che Niall aveva affittato poco lontano da casa sua. Ricorda che era sera inoltrata, ricorda quell’indimenticabile sguardo che si sono scambiati prima di far unire le loro labbra, ricorda il proprio cuore che batteva forte e le mani di Niall che tremavano convulsamente contro i suoi capelli.
E ricordare lo distrugge.
Niall si appoggia annoiato contro il legno lucido e laccato, soffocando uno sbadiglio e guadagnandosi un’occhiataccia da parte del capocameriere. Chissà perché ha scelto quel turno di notte, si chiede Liam. Probabilmente la paga è più alta e, se c’è una cosa della quale Niall ha sempre avuto bisogno, quella è il denaro.
Anche se, Liam lo sa, non gliene è mai importato più di tanto.
Niall ha sempre vissuto per la bellezza di ogni singolo giorno, senza far molto caso al resto, specialmente a quante banconote avesse in tasca.
Liam alza gli occhi al cielo, ripensando a come il biondo amava definirsi.
“Sono il figlio di puttana più spensierato del mondo”.
Socchiude gli occhi, e le luci nella sua testa si fanno più tenui.
È bello ricordare la voce di Niall, così com’è bello riportare alla mente il suo curioso e adorabile accento, che diveniva sensuale e tentatore durante la notte, stretti in un letto cigolante e insicuro, sorretti l’uno dall’altro.
Liam non dimenticherà mai com’era fare l’amore con Niall.
Non dimenticherà mai quella sensazione che ancora non riesce a definire quando si accasciavano l’uno sull’altro, i corpi madidi di sudore e i sorrisi a volte impudenti e a volte pudichi sul viso, non dimenticherà mai com’era svegliarsi al mattino con il corpo bianco e nudo di Niall al proprio fianco, che mugugnava nel sonno, per poi spalancare gli occhi e prorompere in un adorabile e imperioso:
“Ho voglia di una ciambella al cioccolato, va’ a prepararla per me!”
Liam vorrebbe ridere della dolcezza nostalgica di quei momenti, ma non ci riesce, poiché questi gli trafiggono ancora il cuore.
Perché Liam sa di non poter dimenticare e, ora come ora, tutto ciò che gli riesce di fare è cercare lo sguardo di Niall, sperando che questi lo noti e pregando che non lo faccia.
Liam non beve più.
Era sempre stato fermamente astemio ma Niall, con la sua pessima abitudine di frequentare tavernacce rumorose e di imboscare casse di birra nel frigorifero, era riuscito a fargli cambiare idea.
Liam ricorda la notte in cui Niall l’ha fatto ubriacare per la prima volta, e ricorda alla perfezione anche che, dopo pochi minuti, si è trovato ad essere un tutt’uno con lui per l’ennesima volta, ancora annebbiato dall’alcol ma non per questo meno ricco d’amore.
Con Niall è stata sempre la prima volta.
La prima volta che ha cucinato dei biscotti, bruciandoli fino all’ultima briciola e ridendo a crepapelle nel vedere Niall mangiarli con gusto tanto per non deluderlo;
la prima volta che ha fatto un lungo bagno caldo con un’altra persona, stretti in un unico abbraccio fra i flutti all’odore di pino silvestre;
la prima volta che si è sentito dire “Sei il sole di ogni mia giornata”;
la prima volta che è uscito sotto la pioggia e ha baciato la persona che ama, proprio come succede nelle commedie romantiche che tanto detesta;
la prima volta che, per addormentarsi, ha contato le efelidi dorate sul viso di qualcuno;
la prima volta che, disonore ormai dimenticato, è stato costretto dal proprio ragazzo prepotente a fare il tifo per l’Irlanda in occasione di un match contro l’Inghilterra;
la prima volta in tutta la sua intera vita in cui un semplice sorriso gli ha portato via tutte le parole, disperdendole nel vento senza ritorno;
la prima volta in cui ha detto “Ti amo” riuscendo ad avvertire la potenza incommensurabile di quel sentimento anche dentro di sé;
la prima volta in cui ha detto “Non ti amo più” a qualcuno che amava con tutto se stesso, spezzandogli il cuore e spezzando anche il proprio.
Ad un certo punto, qualcosa costringe Liam ad alzare il capo di scatto e per l’ultima volta incontra la profondità di quegli occhi che gli hanno rubato l’anima e, per un attimo, avrebbe voglia di piangere.
Vorrebbe dire che la vita è ingiusta, ma tace.
Tace, perché tutto ciò che vuole è continuare a guardare Niall e non smettere mai, perché tutto ciò che vuole è domandargli perdono, ma sa che sarebbe un errore.
Perché Niall deve andare avanti.
E Liam, ormai, si è rassegnato: non è giusto, ma chi ha mai creduto al lieto fine?
Allora Liam sorride, ma solo lievemente, lo stesso sorriso che ha fatto la prima volta che ha guardato negli occhi quel biondino dalla tempra d’acciaio, ed estrae un foglio di carta stropicciato dalla tasca.
Una parte di sé lo accusa d’essere egoista, ma non riesce a fermarsi. Non può andarsene senza che Niall sappia la verità.
 

Mi dispiace, spero che un giorno capirai.
Ti amo.
Liam

 
Liam abbandona quel biglietto, l’ultima speranza che gli è rimasta, su un indegno bancone sbreccato e, a passi lenti e stanchi, esce fuori da quel pub irlandese in cui mai sarebbe entrato, se non per il suo irlandese.
Sente quegli occhi azzurri perforargli la schiena, ma non si volta.
Soffre già abbastanza così.
 

Niall non capisce.
 Niall non può capire, perché tutto sembra privo di logica.
E poi, un giorno, uno di quei giorni tanto banali dei quali non ti rendi neppure conto, accade.
Sta sfogliando il giornale, una copia spiegazzata del Times che ha trovato su una panchina del parco, quel parco dove lui e Liam andavano sempre a correre al mattino.
Niall legge, ma non ci crede. Non vuole farlo.
Non vuole credere che Liam James Payne sia scomparso per sempre, non vuole credere che quella terribile e fatale parola – leucemia – abbia stroncato la vita dell’uomo che non ha mai smesso di amare.
Nella grande tasca del suo cappotto, bagnato di pioggia proprio come quel giorno, giace un biglietto accartocciato. Niall lo prende, lo liscia, lo rilegge.
Piange e sorride.
 
Liam non aveva mai dimenticato.
Mai, neppure durante il suo ultimo istante, dalla sua mente era scomparsa l’immagine del sorriso del biondo – o forse era il ricordo dei biscotti alla vaniglia bruciati?
Liam non aveva mai dimenticato, ma quello che non sa è che neanche Niall l’aveva mai fatto.
Quello che non sa è che Niall non può dimenticare, perché continua ad amarlo.
E Niall sorride, alza il viso verso il cielo costantemente nuvoloso, il volto umido come quel giorno
sarà la pioggia?
Ma lui sorride, e stringe il biglietto fra le dita.
Si mordicchia il labbro inferiore, come fa sempre, e non vede più nulla, perché i suoi occhi sono accecati dall’acqua –
saranno lacrime?
Niall piange e sorride.
“Ho voglia di una ciambella al cioccolato”.
La sua voce si confonde, forse è un singhiozzo, ma lui non si arrende.
Niall piange e sorride, e mai dimentica.
“Va’ a prepararla per me. Ti va?”

 
 
 
 
 
 
 
 








Angolo autrice:
 
salve!
Vi aspettavate una nuova one shot, non è vero?
Ed eccola qua, anche se forse non è proprio come pensavate che fosse.
Stranamente, a me non dispiace troppo.
Avrei di certo una miriade di critiche da fare… ma questo spetta a voi, no? c:
di solito la Niam non è una coppia che mi piace granché (sono più Ziam, o Ziall),
ed è appunto per questo che ho deciso di scriverci su.
Mi piacciono le sfide, che cosa posso farci?
Ho scritto questa storia in ventiquattr’ore, ascoltando ininterrottamente ‘Fix you’ e, anche se inizialmente l’avevo progettata in modo diverso, pazienza.
I miei personaggi sono del tutto autonomi!
Spero che vi sia piaciuta e spero anche che, avendola letta,
mi lascerete
un vostro parere,
fa sempre piacere (:
tornerò presto con qualcosa di nuovo, ormai lo sapete.
grazie a tutti i miei lettori: siete meravigliosi!
un bacio,
 

firelight_
 


ps. non è mia abitudine dedicare ciò che scrivo a qualcuno, ma Chiara se lo merita perché – e non ascoltate quel che ne pensa lei, si sottovaluta in maniera incredibile – è davvero una persona
splendida e piena di talento.
Love ya babe!

( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=153279 questo è il suo account, vi consiglio di dare un’occhiata!)
 
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