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Autore: _Breath    02/07/2012    7 recensioni
«Zitto tu Felpato! Allora James, ne sei sicuro?»
James deglutì. «C-Certo.»
«Bene. Allora prendi un foglio di pergamena, una piuma d’oca e inizia a scrivere.»
«Rem, io non scrivo! Sono gli altri che scrivono per me!»
Peter sorrise ingoiando un po’ di cioccorane, ruttò e inclinò la testa. Remus scosse la testa. «Fai quello che ti dico, James,altrimenti non sposerai mai Lily e non diventerai mai suo amico.»
Prima ancora che il ragazzo poté finire la frase Potter si alzò in piedi, corse per la stanza euforico e cercò invano un pezzo di pergamena sulla quale appuntare la dettatura del suo secchione amico.
«Ci sono amico» disse «comincia pure: sono tutt’orecchi!»
Remus sorrise e annuì. «Bene Ramoso, iniziamo dal titolo.»
«Perfetto.»
«Come diventare amico di Lily Evans.»
«Sì, già, hai ragione. Ma non credi che sarebbe meglio come titolo un.. che so.. : “Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I”?»
«Jaaames» lo ammonì nervoso «scrivi!»
«Ma quindi va bene il mio titolo? E’ molto più artistico, non credi?»
«Jaaames!»
«E poi Sirius aveva ragione: i miei spermatozoo stanno morendo prematuramente nelle mie mutande, devo salvarli!»
«JAMES!»
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come diventare (tromb)amico di Lily Evans, parte I'
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Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I
«Dunque, ripetiamo James.»
Il ragazzo roteò gli occhi annoiato passandosi una mano tra i capelli già perfettamente disordinati. Remus gli diede uno scappellotto per ammonirlo di quel gesto e lo guardò truce.
«James!Maledizione, per Merlino, non ho passato una notte insonne per vederti ignorare i miei insegnamenti!»
Sirius comparve alle sua spalle, una ciambella nella mano destra e con Peter alle calcagna che sembrava più ammaliato dal cibo che il suo amico stringeva tra le mani che dal vero Black. «No, Lunastorta, tu hai fatto la nottata perché sei così frustrato da non riuscire a prendere sonno.»
Il ragazzo arrossì vistosamente senza voltarsi. «Zitto tu, sacco di pulci!»
«Ehi! Io sono pulito! Attento a come parli, sai?»
«Se per pulito intendi cambiarsi le mutande una volta la settimana allora sì, Sirius, sei il ragazzo più pulito che conosca. Dopo Peter, ovvio.»
Minus abbassò gli occhi sulle sue scarpe consumate, si morse l’interno guancia e sorrise a mo’ di scuse.
Sirius alzò il mento fiero ed orgoglioso. «La tua è tutta invidia, Remrem, perché io sono popolare e tu no.»
Il biondino alzò nuovamente gli occhi al cielo, fin dove le sue occhiaie e la stanchezza lo permettessero. «Oh, andiamo, stai scherzando vero?»
«Sembra che io stia scherzando, Ramoso?»
«Assolutamente no, Felpato, e questo mi preoccupa.»
«Anche tu geloso, vecchio mio?» proruppe il rampollo purosangue addentando la ciambella sotto gli occhi estasiati di Minus. James sorrise.
«Ma se io sono più popolare di te.»
«Sì, ti piacerebbe..»
«Nel tuo mondo.»
«E in quello di molte altre pollastre!»
Remus alzò nuovamente lo sguardo al cielo e si passò una mano dietro il collo, spaesato.
Aveva passato una notte intera sveglio a stipulare con James quindici essenziali regole per diventare amico di Lily Evans e aveva creduto- innocentemente, infantilmente- di aver concluso qualcosa dopo quelle terribili ore di insonnia.
Eppure dopo sette anni doveva aver imparato a conoscere James Potter, maledizione!
James non solo era arrogante, borioso, fastidioso, petulante, ambizioso ed egocentrico ma era anche l’essere più facilmente distraibile che conoscesse. E la compagnia di Sirius Black era la goccia che faceva traboccare la sua capacità di attenzione, ovvio.
Alcune volte si chiedeva perché fosse diventato amico di quei due.
«Ma se io so volare su una scopa come non sa fare nessuno in questa scuola!» si complimentò James con orgoglio, un gesto soddisfatto della mano.
Sirius ghignò malandrino. «E la modestia dove la metti?»
Remus per la prima volta si ritrovò ad essere d’accordo con Sirius ed annuì, attento.
«Io sono modesto» si difese Potter in imbarazzo. «E proprio per questo sono consapevole di essere il secondo essere vivente più bello del castello.»
«Oh, grazie Ramoso! Meno male che hai riconosciuto la superiorità del qui presente Sirius Bla-» non finì mai la frase perché James lo fece tacere con un gesto della mano.
«Dopo la strabiliante Lily Evans, ovvio.»
Il viso di Black divenne di vari colori prima di tossire istericamente per evitare di affogarsi con un po’ di zucchero della sua ciambella, poi lasciò il suo dolce nelle mani di Peter che lo ringraziò animatamente.
Quel dolce, ovviamente, fece una bruttissima fine.
«Io sono più bello della Evans, James!»
«Non è vero! Anche Remus lo ha detto! Era la regola numero dodici, vero Rem? “Falle complimenti perché lei è la dea dell’universo, madre dei tuoi futuri bambini, nonna dei tuoi nipoti.”»
Remus arrossì vistosamente. «Ma cosa dici? Questa regola non esiste. Io non l’ho mai approvata!»
«Tu menti, Lunastorta. Lo hai detto, hai approvato e poi mi hai obbligato ad andare avanti.»
«Ero sarcastico, per Merlino! Sai cosa sia il sarcasmo, vero James?»
L’interpellato si posò gli occhiali meglio sul naso e sorrise. «Non quando si parla della mia Lily. » disse in tono solenne e fiero.
Lupin giocò distrattamente con la sua tracolla, se la posò tra i piedi e sospirò affranto.
Non aveva la voglia, la forza e neppure lo stato d’animo per combattere contro la vitalità di quel vulcano; James poteva essere considerato un ragazzino fermo mentalmente agli undici anni ed evoluto fisicamente ai diciassette. Sirius, come lui, non dimostrava più dei dodici anni.
«Dunque James, prima di andare a fare colazione- e sbrigati, che ho fame e necessito di caffeina..-»
«La caffeina ti fa diventare nervoso, Remrem.»
«Zitto tu, che se la prendo è per sopportare voi due e i vostri strani e contorti pensieri infantili!»
«Come siamo offensivi, Lunastorta!»
«Pretendi delle scuse, Sirius?» fu il ringhio che arrivò in risposta.
Black sorrise sornione. «Non proprio. Mi accontento della tua conferma circa il fatto che io sono più bello della Evans.»
«Oh, andiamo Felpato, la mia Lily è stupenda!»
«E con questo cosa vorresti dire? Ramoso, io sono sexy!»
Remus si intromise con gentilezza nel battibecco dei due gemelli mancati. «Ragazzi finitela. E tu, James, dimmi queste maledette regole così possiamo andare a mangiare.»
Venne prontamente ignorato.
«Non saresti mai sexy come la mia Lily indossando un vestito da sposa, bianco, elegante e con uno spacco lungo tutta la coscia!»
«Scommettiamo?» Sirius assottigliò offeso lo sguardo, i capelli a coprirgli gran parte del viso.
Remus sospirò affranto, ancora, nervoso.
«James, per favore, dimmi le regole.»
Ignorato, ancora.
Peter gli posò una mano sulla spalla- la bocca ancora sporca dello zucchero della ciambella- e sorrise. «Ti capisco Remus, è brutto essere ignorati, ma presto o tardi ci farai l’abitudine.»
Il biondino annuì emotivamente distrutto, gli occhi sempre più furenti.
«Vuoi forse indossare un vestito da sposa, Felpato?»
«Certamente! Sarò sexy anche con quello addosso, Ramoso.»
Lupin, a quel punto, non resistette oltre. Sbatté i pugni sulle ginocchia, divenne rosso come un peperone e iniziò a urlare urtando i piedi per terra.
Il suo urlo raggiunse tutta la Sala Grande.
«Dimmi queste fottute regole, James! Ho fame! Devo mangiare! Parla!»
Potter si voltò lentamente a guardarlo, sconvolto. «Ehilà Rem, non ti avevo sentito. Mi ero completamente scordato di te.» Sorriso da prendere a schiaffi, occhiali tondi e di vetro visti come probabile arma di omicidio. «Dunque, Lunastorta, dicevi?»
Remus assottigliò lo sguardo prossimo ad una crisi di nervi, poi ringhiò. «Le regole, James. Dimmele. Ora.»
Prima ancora che Sirius strinse la mano a James per stipulare la loro scommessa, prima ancora che Peter sorridesse adorante quando si avviarono nuovamente verso il tavolo della colazione, prima ancora che Lupin sorridesse contento per le regole che- anche se leggermente modificate- James ricordava alla perfezione, Potter sorrise in modo perfetto ed enigmatico.
Poi iniziò a ripetere ad alta voce, come se fosse una poesia babbana imparata a memoria.
Remus, per la prima volta, si accorse che forse non era veramente stupido come voleva sembrare.
 
 

Come diventare trombamico di Lily Evans, parte I.

1.Non passarti costantemente le mani tra i capelli.
2. Non vantarti.
3. Non giocare con il boccino (in sua presenza)
4. Non insultare  Mocciosus Piton in sua presenza.
5. Non duellare per i corridoi con i Serveperde (in sua presenza).
6. Non parlare senza pensare almeno venticinque minuti.  Anche trenta, se necessari.
7. Non essere egocentrico.
8.Non fare il bullo.
9. Non saltare le lezioni se non necessario (eccetto dopo la luna piena, ci tengo al mio aspetto e le occhiaie non mi si addicono, per Merlino!)
10. Non chiederle di venire ad Hogsmeade con te ogni dieci secondi.
11. Non chiederle di venire ad Hogsmeade con te fin quando non te lo dice Remus John Lupin. Lui approverà quando sarai pronto.
*12. Falle complimenti perché lei è la dea dell’universo, madre dei tuoi futuri bambini, nonna dei tuoi nipoti.
13.Sii te stesso.
14. Non tenere conto della numero tredici. Non essere James Potter.
15. Non crederti un Dio: non lo sei. (Invece lo sono, io sono James Potter!)
*12. Sii un James Potter più normale. Sii un James Potter diverso. Non parlarle della lista e non essere cretino.
Rettificando: non essere James Potter!
 
 
 
 
«Buongiorno Lily.»
«Sparisci Potter!»
Il ragazzo si voltò verso Remus che lo guardò con sguardo speranzoso e vivace, incoraggiante. «Gli uccellini cantano, non trovi Lily?»
«Il tuo fastidioso vociare mi impedisce di sentirli, Potter.» fu la laconica risposta, annoiata, mentre si versava un po’ di succo di zucca in un bicchiere. «Oh, ciao Remus!» concluse infine la Evans, un sorriso gentile suo volto, come se James fosse scomparso dalla stanza. Lupin alzò la mano in segno di saluto, si sedette al suo fianco e iniziò a mangiare.
James sorrise ancora ignorando il suo poco entusiasta commento e restando in piedi, esattamente di fronte a lei. «Sono così armoniosi!» disse invece con fare sicuro.
La rossa sbuffò senza alzare il volto dal suo piatto. «Almeno loro lo sono! Si vede che non sono costretti a sopportare la tua asfissiante presenza!»
James sbuffò. «Grazie Lily, anche io sono contento di essere qui con te.»
«E’ un complimento Potter?» tono di voce acido, ancora di più di qualche istante prima.
«Se vuoi qualche complimento guardati allo specchio, fiorellino.» ammiccò il cercatore dimenticandosi di mantenersi composto e gentile come invece si era raccomandato Remus qualche istante prima.
Lunastorta si passò una mano sul volto con fare sconsolato: James era un caso perso!
«E’ un offesa questa, Potter?» per un solo istante Lily divenne una cinesina- un adorabile cinesina, pensò James- per quanto assottigliò lo sguardo; un essere normale ne avrebbe avuto paura, ma Potter no.
«No, Lillina,non lo farei mai.»
«Oh, allora bene, Potterino.»
Il ragazzo si animò estasiato non cogliendo il sarcasmo nella voce di lei, poi si sedette con forza al suo fianco. «Adoro quando mi dai soprannomi affettuosi, Lillina. Siamo così dolci noi due, non trovi Lunastorta?»
Remus si sentì stranamente coinvolto in quell’assurdo gioco ridicolo e infantile.
«James,» cercò di ammonirlo maternamente «ti prego, smettila.»
Lily divenne bordeaux di rabbia. «Credo sia ora di evaporare, Potter.»
«Ma io non me ne voglio andare, Lily. Sto così bene qui!»
La ragazza si mosse disturbata sulla panchina come se fosse seduta su una sedia fatta di spilli. «Non costringermi ad andarmene, Potter.»
«Ma tu non te ne devi andare, Lily: stiamo tanto comodi qui sopra, noi due, insieme.»
«Jaames!»
«Zitto Remus, sto parlando con Lillina!»
«James, per Merlino, ricordati la numero dodici!»
Potter si aggiustò gli occhiali sul naso, curioso. «Numero dodici, Rem? Di già? Così presto?»
La ragazza alzò scettica un sopracciglio eppure non parlò; adorava quando il quattrocchi non le rivolgeva-anche se per solo cinque secondi- la sua totale attenzione. Distrattamente si ficcò un pasticcino in bocca senza staccare lo sguardo dai due Malandrini- ancora doveva capire come Remus potesse essere amico di quei così lì- che cercavano di comunicare con le sole espressioni facciali.
Sorrise pensando che Potter non era in grado di parlare con la bocca e di certo, da come stava ben vedendo, non riusciva ad esprimersi nemmeno stando in silenzio.
«Sì, James, la numero dodici. Ricorda la numero dodici.» continuò Remus con voce penetrante marcando molto sulle ultime parole delle sue frasi, come se stesse parlando con un bambino.
Perché James Potter quello era, un bambino, in effetti.
Ramoso alzò fieramente il mento, strinse le labbra e poi sorrise volgendosi nuovamente verso di lei.
«Lily cara..» iniziò con voce suadente.
La Evans alzò sconvolta un sopracciglio: cosa diamine stava facendo?
«Sei bellissima, Lillina, sei la dea dell’universo, la stella più luminosa dell’intera costellazione. Sposami, rendimi tuo servo e sii la madre dei miei figli. La nonna dei miei nipoti. La bisnonna dei miei pronipoti. La trisnonna dei miei pro pronipoti. La..» James si bloccò per un solo istante scorgendo, con la punta dell’occhio, Remus impallidire, passarsi una mano dietro il collo e sbattere la testa contro il tavolo.
Si accigliò, sconvolto, chiedendosi perché stesse reagendo così; era stato lui a dirgli di procedere con la regola numero dodici!
Il rumore delle dita femminili di Lily che tamburellavano sopra la superficie del tavolo lo riportarono alla realtà, ancora; si voltò sorridente.
La Evans era rossa in volto- più rossa dei suoi capelli- gli occhi erano ridotti a fessure e la divisa sembrava troppo stretta nel petto per poter supportare ancora quel gonfio torace che ora si ritrovava ad avere per via dell’aria che stava trattenendo, furiosa.
James, per un solo istante, ne ebbe paura.
Eppure quell’istante di razionalità scomparve subito perché torno all’istante lo stupido Potter di sempre, con il sorriso borioso sulle labbra, le mani tra i capelli (addio regola numero uno) per poi sporgersi verso la ragazza.
«Allora, Lillina, cosa pensi in proposito?»
La rossa strinse forte il tavolo tra le dita in una pressione ferrea e decisa. «Penso che sia ora che tu ti decida a morire, Potter.»
«Ma Lily, e il nostro matrimonio? E i nostri nipoti, figli, pronipoti e pro pronipoti e..»
«Riproduciti da solo, Potter.» secca, decisa, dura.
«Ma io e te siamo una cosa sola, Lillina!»
Il petto di lei si gonfiò ancora; Remus pensò che a momenti la camicetta  sarebbe esplosa, per la gioia di James ovvio.
«Ti ho detto di non chiamarmi Lillina, Potter.»
Stava per saltare un bottone, Remus lo vedeva, se lo sentiva. In circostanze normali avrebbe cercato di aiutare James, ma oramai ci aveva perso le speranze: aveva passato una notte intera a stipolare quel manuale per un convivenza civile con la Evans e lui lo aveva facilmente ignorato.
Bene, lui adesso avrebbe ignorato lui.
«Ma..»
Lei lo bloccò sul nascere con un movimento fluido della mano. «Arrivederci, Potter. Vorrei dirti addio, ma purtroppo so già che tornerai a ronzarmi intorno. A quanto ho capito, dopo sette anni in tua sgradevole compagnia, l’inglese non lo capisci ancora bene. E nemmeno i rifiuti,ovvio.»
James gonfiò le guance offeso eppure non le rispose. Per la seconda volta in nemmeno ventiquattro ore la vide voltargli le spalle, camminare velocemente e più lontano da lui, con un libro stretto ferramente al petto.
In circostanza normali avrebbe desiderato essere quel libro, ma adesso desiderò solamente riconquistare nuovamente la sua dignità.
Strinse forte la bacchetta in una mano e si rivolse a Remus al suo fianco.
«Mi avevi detto che le regole avrebbero funzionato, Lunastorta!»
Lupin si sentì punto nel vivo, furioso. «Io? Ora sarebbe colpa mia?»
«Quelle regole» James gonfiò ancora le guance, il fumo che gli usciva dalle orecchie. «Quelle stupide cose sono state inutili. Lily mi odia, mi ha insultato ancora, e io mi sono umiliato ancora per colpa tua!»
«Se Lily ti odia è forse perché non sei neppure in grado di eseguire alla lettera quello che dico, Jam! Chiederle di sposarti? Merlino, cosa diamine ti passa per la mente? Aria?»
Potter lisciò la punta della bacchetta con le dita, sconsolato. «Era la numero dodici, ricordi Remus?
 “Falle complimenti perché lei è la dea dell’universo, madre dei tuoi futuri bambini, nonna dei tuoi nipoti.”Mi hai detto tu di utilizzare quella regola, maledizione!»
Il biondino assottigliò lo sguardo in una copia esatta di Lily solo qualche istante prima, poi ringhiò nervoso: «Quella regola non esiste, James! Te la sei inventata tu di sana pianta! Per tutti i lupi mannari, solo tu puoi essere tanto stupido da fregarti con le tue stesse mani!»
James divenne rosso come se fosse stato un bambino beccato con le mani nella marmellata dalla madre, poi bisbiglio: «Io non sono stupido! Io sono James Potter!»
«Appunto. Questo dovrebbe farti capire molte cose.»
Ramoso chinò la testa come se si fosse offeso, si guardò la punta delle scarpe e poi ringhiò; quel suo ringhio aveva ben poco di amichevole e Remus lo sapeva bene.
«Bene, Lunastorta, visto che credi che io sia un deficiente guarda cosa so fare. Guarda cosa sa fare James Potter, per Merlino.» Velocemente si alzò- seppur Lupin cercasse di trattenerlo tirandolo per la manica della divisa- e ispezionò totalmente la sala grande alla ricerca del suo obbiettivo preferito.
Quando lo trovò ghignò in un modo così cattivo e malefico da perdere i tratti gentili e cortesi di qualche minuto prima, quando la Evans ancora gli sedeva accanto.
«James, per la miseria, cosa diamine stai cercando di fare..»
«Zitto Lunastorta! Guarda cosa so fare? Sono o non sono James Potter, il malandrino più intelligente che conosci?»
«Cos-?»
«Impedimenta!» La testa scura e lucida- sporca a detta di molti- di Severus Piton si ritrovò a combaciare con la superficie del tavolo dei Serpeverde, con la divisa che gli scivolava  a baciare le ossute gambe pallide.
Diversamente da due anni prima, però, nessuno rise e un tetro silenzio scese a lambire la stanza.
«Bene Mocciosus, dillo tu stesso a Remus che io sono James Potter. James Potter. Io non mi faccio offendere da nessuno, Evans e Malandrini compresi.»
 
 
 
 
«Sei un vero stupido, James!»
«Zitto Lunastorta. E’ già abbastanza deprimente dover passare le prossime due ore in punizione dalla McGranitt senza la compagnia di nessuno, la tua paternale risparmiamela.»
Remus sorrise. «Te lo sei meritato. Ti sei comportato esattamente come facevi a quindici anni. Mettere a testa in giù Piton nel ben mezzo della Sala Grande, ma dico, cosa hai per la testa? Boccini?»
James sorrise e si passò una mano per la testa,ma non rispose.
Nonostante fossero passate oramai tre ore dall’episodio di quella mattina, la delusione per il rifiuto della Evans gli bruciava ancora tantissimo; si era proposto di cambiare per lei, mettere da parte i suoi difetti ed essere un uomo migliore, eppure lei non lo aveva apprezzato.
L’avrebbe volentieri mandata a quel paese, ma purtroppo era troppo innamorato della sua personalità, del suo aspetto dolce e tenero per poterlo davvero fare.
Si aggiustò gli occhiali sul naso e si sedette sul primo posto libero dell’aula di Pozioni.
«Sono stanco Felpato!» disse poi in un lamento poco udibile mentre il suo migliore amico gli si sedeva accanto a Remus e Peter trovavano posto poco distante da loro.
Sirius si passò una mano dietro il collo e ghignò in direzione di una ragazza particolarmente carina. «Posso immaginarlo fratello, hai passato tutta la notte a stipularequelle stupide regole per conquistare quella stupida ragazza che stupidamente si ostina a rifiutare uno stupido come te. Siete stupidi entrambi e perfettiinsieme!»
James sorrise e guardò un punto avanti a se, imperturbabile, e quel punto aveva un nome e un cognome, capelli rossi e lisci, occhi verdi e penetranti.
Sirius scosse la testa e tornò a posare la testa sul banco, gli occhi chiusi e il respiro regolare.
«Credo proprio che tu abbia ragione, Sir. Forse non sono adatto alla Evans, forse devo veramente lasciarla stare..»
«Infatti fratello, lei è troppo poco per te. E’ così frigida e insicura, non sa neanche lei quello che vuole. E lasciatelo dire, amico, ma secondo me è anche lesbica!»
«Oh andiamo, ora non dire cavolate!»
«Ma scherzi Ramoso? L’hai mai vista in compagnia di un ragazzo?.. Apparte Mocciosus, ovvio. Credimi,amico, quella è asessuata; lei e quei suoi assurdi libri sono anche peggio di Remus!»
«Sirius ti sento!» fu una laconica risposta, offesa.
Black la ignorò con un gesto della mano. «Oh, zitto Lunastorta, sto cercando di consolare James!»
«Offendendo me?»
«Offendendo la Evans, veramente. Ti senti preso in causa?»
«Hai fatto il mio nome, per Merlino!»
Sirius gli voltò le spalle e si passò una mano sopra il viso perfettamente liscio e seducente, poi sorrise.
Remus si ritrovò a pensare che forse Peter aveva ragione: ci stava realmente facendo il callo ad essere ignorato da quei due e, nonostante la cosa lo infastidisse, era consapevole che non avrebbe potuto fare nulla per cambiare quella situazione. Sirius e James vivevano in mondo loro, diverso da quello degli altri; se uno viveva per il sesso e le donne,  l’altro esisteva per i boccini e la Evans. Non c'era spazio per altri concetti nella loro menti.
«Dicevo Jam? Ah, sì, la Evans.» Sirius si portò una mano a coppa per non farsi sentire da orecchie indiscrete, anche se tutti udirono il suo fastidioso latrare. «Lascia stare quella vecchia frigida,James, e divertiti con me, fratello! Il mondo è pieno di donne!»
«Le altre non sono Lily..»
«E meno male! Vuoi far morire tutti quanti vergini? Vuoi fare impazzire tutti gli uomini? Quella donna è anormale, credimi!»
«Ma a me piace..»
«Ma  Ramoso!» lo rimproverò «cosa stai dicendo? Mi stai preoccupando!»
James alzò un sopracciglio confuso, nessuna traccia di divertimento sul viso. «Cosa ho fatto adesso?»
«Cosa hai fatto, dici? Cosa hai fatto? Sembri Mocciosus dopo uno dei nostri scherzi, dopo che la Evans lo ha mandato a quel paese al nostro quinto anno! Sembri Peter dopo che ha finito la scorta di cibo, Remus quando si avvicina la luna piena..»
«Insomma Sirius! La vuoi finire?»
«Zitto tu!» Black alzò una mano per ammonire Lupin dietro di se, poi continuò. «La devi smettere di deprimerti per la Evans, James! Hai diciassette anni, sei giovane e ancora frizzante. Ci sono tante ragazze con le quali potersi divertire! Fai conoscere al mondo la grandezza di Ramoso jr!»
«O mio dio, Sirius. Dimmi che non stai dicendo cosa penso io!»
«Sì, RemRem, visto che tu non accetti i miei consigli e le mie perle di saggezza le insegno a James. Lui sì che le metterà in pratica. Giusto Ramoso?»
Imbarazzato Potter si passò una mano tra i capelli scompigliati. «Non credo di poterlo fare, Sir..»
Felpato aggrottò le sopracciglia. «Sei forse poco dotato, amico? Non ti preoccupare se è quello il problema, ho sentito dire da mia cugina Andromeda che esistono alcune pillole babbane che fanno al caso tuo. Si chiamano Tiagra, se non sbaglio.»
«Viagra, Sirius. Dio, non posso credere che tu lo stia dicendo veramente.»
«Zitto Remus! Sto parlando con James.»
«Tu non stai parlando, stai dicendo baggianate.»
«Lascia decidere a Jam cosa vuole fare, giusto Ramoso? Allora, sei o non sei d’accordo con me?»
Potter continuò a guardare avanti a se, la schiena di Lily ricoperta dai suoi capelli rossi e fluidi.
Ricordò gli insulti che lei gli aveva rivolto, lo sguardo truce con il quale lo aveva scrutato, l’odio con il quale aveva dichiarato di convivere quando lui era presente e tutte le cattiverie e le offese implicite che si nascondevano dietro ogni sua parola tagliente.
Strinse forte i pugni fino a farsi male provando il forte impulso di cambiare vita, di fare quanto gli consigliava Sirius- viagra escluso, ovvio, lui non ne aveva bisogno: era James Potter!- ma quando vide il volto della sua amata Lily aprirsi in un sorriso caldo e rigenerante, il suo cuore perso un battito e capì che lui non voleva lasciarla stare, perdere la speranza di poter stare con lei un giorno.
Odiò Lumacorno ancora di più di quanto aveva sempre fatto perché non solo lo riprendeva costantemente per la sua mancanza di attenzione, ma anche perché era il diretto interessato di quel sorriso. Strinse ancora più forte i  pugni, si morse le labbra e sangue e scosse la testa.
«Io la amo, Felpato» disse e Sirius sentendolo così serio, sicuro e vero  rabbrividì impercettibilmente perché colse la realtà e  la sincerità di quelle sue parole.
«Ma Jam, lei.. è solo una scommessa, no? Giusto?» la sua voce tentennò e si abbassò di qualche ottava; Sirius stesso si chiese da dove provenisse tutto quello sbigottimento e quell’incertezza, quasi avesse paura di poter perdere il suo migliore amico in quel caso.
James però sorrise, si voltò verso di lui e, per un solo istante, ritrovò tutta la gaiezza e spensieratezza di sempre.
«Ti sembra forse che io stia scherzando, Felpato?»





Salve a tutti, questo capitolo è forse molto più brutto di quello precedente ma credo che servi molto al fine della storia. Qui incontriamo un James non molto diverso da quello del prologo e la cosa è voluta.
Insomma, credo che sarebbe stato poco credibile un cambiamento tanto repentino da parte di Potter grazie a sole 15 regole! Diversamente ho voluto fargli ricevere una spinta emotiva maggiore, fargli capire che se non si mette di impegno nelle cose che fa (anche “solo” il conquistare la Evans) non riuscirà mai realmente in quello in cui crede. Ho sempre creduto che James sia un bambino poco cresciuto ma anche tanto determinato, fiero e orgoglioso; nella scena di Piton si capisce anche che sia permaloso.
In questo primo capitolo- perché l’altro era un prologo-  James capisce nuovamente di amare Lily e, quello che era iniziato quasi come un gioco, assume sfumature diverse.
Dal prossimo, sempre mantenendo sfumature spero comiche, si inizieranno a vedere i primi cambiamenti anche nel modo di porsi del quattrocchi.
Sono molto contenta delle recensioni che ho ricevuto nel prologo e spero di non avervi deluso con questo capitolo, davvero, perché mi diverto tantissimo a scrivere di loro. So bene di non dare molta importanza al personaggio di Peter Minus e, anche se lui era un malandrino, ho sempre avuto l’impressione che sia stato quasi l’emarginato del loro gruppo, la ruota di scorta, quello meno importante. Magari a farmi parlare così è solo l’odio che nutro nei suoi confronti.
Credo di aggiornare una volta a settimana ( Lunedì o Martedì, non più tardi) e di essere abbastanza regolare; quindi vi do appuntamento( spero ci sarete xD) alla settimana prossima con il prossimo capitolo.
Non vi anticipo nulla, ma ho in mente un dialogo Sirius Lily abbastanza esilarante! 
Per chi volesse aggiungermi ho un profilo su facebook (Manu Breath)dove condivido spoiler e alcuni pezzi del capitolo al momento della stesura. Mi farebbe tanto piacere trovare la vostra amicizia!
 
 
Con tanto affetto, Manu


  
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