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Autore: IllyElric    02/07/2012    1 recensioni
Una semplice storia che presenta un'Hinata-artista dal carattere forte e il solito Naruto... Spero sia di vostro gradimento.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Cosa aveva mai fatto lei di buono? Nulla, forse era solo stata capace di deludere le volontà di suo padre, capo della famiglia Hyuga, il clan più antico e più importante che potesse esistere; non capiva ancora perché al giorno d’oggi si dovesse usare il termine “clan”, sapeva troppo di antico. Il clan Hyuga era importante per le sue catene industriali diffuse in tutto il mondo, industrie petrolifere, ciò significava per il suo clan fama, prestigio, denaro. Si sentiva un pesce fuor d’acqua nella sua famiglia, suo padre a capo delle industrie, sua sorella minore Hanabi frequentava gli ultimi anni di liceo, suo cugino Neji era in procinto di laurearsi in giurisprudenza, e lei? Lei invece studiava arte, contro ogni aspettativa del padre che si era ribellato in tutti i modi possibili come un bambino, aveva dato il massimo per sua figlia che sperava seguisse le orme del suo adorato nipote e diventasse un’ ottimo avvocato, lei l’aveva profondamente deluso, la “pecora nera” del clan. Hinata sapeva dei sentimenti d’astio che il padre provava nei suoi confronti, non avevano mai avuto ottimi rapporti loro due, ma questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. Hinata aveva 19 anni, e amava più di ogni altra cosa disegnare, lo faceva da quando aveva 8 anni, ed era anche piuttosto brava, ora invece era considerata la migliore del corso non solo per i suoi eccellenti voti, ma per la sua straordinaria capacità di disegnare, di riportare perfettamente in ogni minimo dettaglio la realtà su una tela o anche su un semplice pezzo di carta. L’arte era uno sfogo per lei, nei suoi quadri esprimeva tutte le sue emozioni, rabbia, tristezza, gioia. Quando non era intenta a dipingere quadri disegnava storie, esatto, album che raccontano storie solo attraverso le immagini, e lei in quel momento stava proprio facendo quello, era seduta sotto un albero del parco e completava la sua ultima storia in compagnia di sua sorella che giocava allegramente con i fiori circostanti, d’un tratto però si rabbuiò.
-Hinata, ti capita mai di pensare alla mamma?-
Che domande, lei pensava sempre alla mamma, a quella donna dal carattere forte ma allo stesso tempo gentile e dolce, a quella donna che era sempre stata fiera e orgogliosa di lei.
-Certo. Ti manca vero?-
-Da morire.-
Una piccola lacrima rigò il viso della bella Hanabi; aveva dei lunghi e lisci capelli castani, era molto chiara di carnagione e i suoi occhi erano quelli caratteristici di tutti gli Hyuga, di uno strano azzurro molto chiaro che spesso sembrava lilla.
-Non devi piangere, anche se la mamma non è più qui fisicamente è comunque presente nel nostro cuore, lei ci osserva sempre.-
Hinata assunse un tono ancora più dolce se possibile e le asciugò con il pollice la lacrima che pian piano faceva spazio ad altre piccole gocce di tristezza, poi le prese la mano e la strinse; le due sorelle erano molto unite, Hanabi aveva sempre approvato le scelte di sua sorella e un po’ la invidiava, aveva avuto il coraggio di ribellarsi a suo padre seguendo la strada che più le piaceva, il suo sogno, e un giorno era sicura che anche lei si sarebbe ribellata e avrebbe fatto come sua sorella; di certo, il carattere forte lo avevano ereditato dalla loro madre.
-Ti ringrazio Hinata, sei sempre così premurosa, sembri molto alla mamma.-
-No, non dire così Hanabi, la mamma era unica, non potrò mai prendere il suo posto.-
La mamma di Hinata e Hanabi era morta 7 anni fa di broncopolmonite, all’inizio sembrava una cosa banale, la colpa fu anche dei medici che avevano un po’ sottovalutato la situazione, il padre perse il lume della ragione e diede di matto quel giorno, quel maledetto giorno, forse era anche questa la causa del suo carattere così freddo e così distaccato; la situazione peggiorò quando suo fratello gemello e sua moglie morirono l’anno dopo in un incidente lasciando il giovane Neji orfano, lo accolse in casa sua e lo allevò come il figlio maschio che avrebbe sempre voluto, non gli fece mancare mai nulla.
A quei ricordi Hinata chiuse gli occhi per trattenere le lacrime, non voleva piangere, non poteva, non davanti ad Hanabi, ma nonostante ciò Hanabi capì e si gettò sul collo della sorella per abbracciarla.
-Se non devo piangere io allora non devi farlo nemmeno tu.-
Hinata ricambiò l’abbraccio e poi decise di alzarsi e di andare con la sorella a prendere un bel gelato, camminarono tenendosi per mano, quella mattina d’estate era molto calda e un bel gelato era proprio ciò di cui avevano bisogno. Il resto della mattinata lo passarono scherzando e ridendo, all’ora di pranzo tornarono alla loro villa dove il padre spazientito per il ritardo delle due figlie era seduto a tavola con Neji.
-La puntualità e il rispetto dove sono finiti?-
-Perdonaci padre, abbiamo approfittato della bella giornata per fare una passeggiata e prese dal…-
-Non mi interessa, la prossima volta sarò costretto a prendere provvedimenti, e ora sedetevi, il pranzo sta per essere servito.-
Hinata abbassò lo sguardo triste, quell’ambiente era carico di tensione, i rapporti erano freddi e distaccati, non avrebbe mai voluto Hiashi Hyuga come padre, non si vergognava e non si pentiva di pensarlo, quello non era suo padre, era un blocco di marmo che apprezzava solo i suoi simili, appunto Neji, quel ragazzo era la reincarnazione di suo padre ma in un corpo più giovane dal fisico asciutto e dai lunghi capelli castani raccolti verso le punte da un elastico, aveva i suoi stessi occhi, d’altronde era uno Hyuga come lei, come loro, ma più freddi, più autoritari; nemmeno con lui aveva ottimi rapporti, non che si disprezzassero come era tra lei e suo padre, ma in tutti quegli anni non si erano mai parlati molto, non avevano mai aperto un vero e proprio dialogo, lui sempre molto impegnato con lo studio e con le arti marziali, si allenava con suo zio Hiashi, ed era anche piuttosto bravo, anche le sue sorelle si allenavano con loro, era una tradizione per gli Hyuga essere paragonati a dei ninja per la loro velocità e per la loro bravura nel combattimento, ma il padre riservava degli “straordinari” solo per il suo pupillo, per il suo prediletto, ma le due sorelle non se ne curavano molto. Dopo un silenzioso pranzo dove risuonavano solo i rumori delle posate e dei piatti portati dai servi ognuno andò a coricarsi nella proprio stanza, solo Hinata non sembrava intenzionata ad andare a dormire, dopo la discussione con sua sorella quella mattina non aveva più completato la storia; si recò nel giardino della sua villa, si sedette sul prato come tanto amava fare e prese a cercare il suo album nella borsa, ne rimase sorpresa quando non lo trovò.
-Accidenti, l’ho sicuramente dimenticato al parco, sarà meglio che vada a recuperarlo prima che al posto mio lo faccia qualcun altro o peggio, lo prenda un cane!-
Salì al piano di sopra, avvisò la sorella salutandola e cominciò ad incamminarsi verso il parco.
  
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