Capitolo 1: Anni dopo, un nuovo inizio...
Cittadina di Zakharos,
regno di Zefiela, 65 miglia a sud di Sailune, in una fredda mattina di metà
Marzo. Il sole non era ancora sorto sulla borgata e il cielo terso si tingeva
appena dei bagliori rosati dell'alba: le strade erano deserte e nelle case la
gente continuava a dormire, avvolta sotto calde coperte.
Ma al piano superiore del
piccolo negozio di articoli magici della città, il più fornito di tutto il
contado, ferveva già una certa attività: una giovane donna, di neanche 25 anni,
con indosso una semplice vestaglia celeste, si aggirava per la casa,
spalancando le imposte che facevano penetrare un pallido sole nella stanza.
L'altro locale, invece, era
ancora avvolto nella penombra e vi si intravedevano appena un grosso armadio e
due letti; la ragazza si avvicinò ad uno di questi, dove giaceva una figura
minuta e la scosse leggermente per svegliarla. "Myr, Myr... tesoro mio...
alzati... è mattina...".
La piccola si mosse e dopo
un po' aprì gli occhi, che erano di uno splendido azzurro cupo, seri e
intelligenti. "Dai mamma, lasciami dormire ancora un po'..."
La giovane sorrise. "E
va bene, rimani pure a letto ancora qualche minuto, intanto che io mi vesto...
ma poi fai la brava e alzati... per colazione ci sono le focaccine dolci che ti
piacciono tanto! Guarda che altrimenti le mangio tutte io, eh!"
Myr si tirò seduta
immediatamente. "Davvero?! Grazie mammina! Ti voglio tanto bene!"
"Anch'io ti voglio
bene, amore." le rispose la madre, accarezzandole dolcemente i capelli
"Ormai sei tutto ciò che mi è rimasto..." mormorò poi, parlando quasi
a sé stessa. La bambina le lanciò uno sguardo interrogativo. "Niente,
niente Myr, non parlavo con te... adesso scusami, ma devo andare a
prepararmi."
Detto questo, la donna si
staccò bruscamente dalla figlia e si diresse quasi correndo allo stanzino che
si apriva su una parete e che fungeva da bagno e guardaroba, seguita dagli
occhi indagatori di Myr. Ne riemerse dopo qualche minuto con indosso un vestito
verde bosco, molto scollato, lungo fino ai piedi, con ampie maniche che
arrivavano a coprirle i polsi e un corpino di pelle che le stringeva il busto
dalla vita fin sotto il seno. Il colore scuro dell'abito contrastava
singolarmente con la carnagione pallida, mettendo in risalto i bei lineamenti
del volto; c'era in lei un qualcosa di evanescente, quasi di magico, che le
conferiva un fascino particolare, che certo non sarebbe svanito con gli anni.
"Myr, adesso alzati,
su, è ora... vestiti in fretta e vieni a fare colazione... ho una sorpresa per
te!"
La bimba obbedì, saltò giù
dal letto e si infilò nel bagno; la madre le lanciò un'occhiata colma di
dolcezza e di malinconia. 'Sì, Myr, tu non lo sai, ma sei veramente tutto ciò
che mi è rimasto...' Poi scosse la testa, come per scacciare quei pensieri
tristi, raccolse i capelli in una crocchia e si diresse nell'altra stanza.
La donna aveva appena
finito di posare sul tavolo un oggetto di forma allungata avvolto in una carta
colorata, quando comparve Myr. "Oh, eccoti qui tesoro! Beh, questo è un
regalo per te... buon compleanno!"
Sul volto della piccola si
allargò un sorriso. "E' davvero per me? Grazie! Posso aprirlo,
mamma?"
"Certo, fa pure!"
La bambina non se lo fece
ripetere: strappò l'incarto e in breve si ritrovò in mano una corta spada con
l'elsa decorata da pietre dure e istoriata con simboli indecifrabili. Myr, che
aveva imparato fin da piccolissima a maneggiare le armi, la impugnò con grinta
e orgoglio.
"Quando avevo la tua
età, quella apparteneva a me e prima ancora era stata della tua bisnonna, che
l'aveva ereditata da sua nonna... è molto antica e ha un grande valore, anche
perché è magica, lì dentro potrai concentrare tutti i tuoi incantesimi per
potenziarli. Tienila con cura, mi raccomando!"
"Certo mamma, non preoccuparti,
la terrò come il mio tesoro più prezioso! con questa sarò invincibile, proprio
come te! -Sempre e comunque fino alla morte-, come mi hai insegnato tu,
vero?"
"Sei una brava bambina
Myr, la mia più grande gioia... farai molta strada, figlia mia... ne hai la
stoffa! Ma adesso non perdiamoci in chiacchere, è ora di aprire il
negozio!" disse la donna, alzandosi in piedi "Tu mangia pure con
calma e poi raggiungimi di sotto!"
"Va bene, mamma, farò
in fretta"
"Non ce n'è bisogno,
amor mio. Prenditi tutto il tempo che vuoi, ma ricordati di riordinare!"
si raccomandò ancora la giovane, lanciando un bacio alla figlia. Poi si chiuse
la porta alle spalle e corse al piano inferiore.
Lì si trovava un piccolo ma
fornito negozio di articoli magici che la donna aveva aperto, facendo tutto da
sola, poco più di 5 anni prima, da quando cioè si era stabilita in quella
città.
Facendo scorrere un dito
sulle mensole cariche di amuleti, talismani e libri di magia, ella sembrò per
un momento rapita dai suoi pensieri. Ma dei colpi battuti alla porta d'ingresso
la ridestarono, facendole tornare alla realtà. "Arrivo, un momento!"
La ragazza andò ad aprire
e, quando vide chi c'era fuori ebbe un sobbalzo: un giovanotto alto,
incappucciato, avvolto in un mantello color sabbia, chiuso al collo da un
fermaglio con una grossa pietra rossa e una sacca da viaggio in spalla
aspettava paziente che la padrona di casa lo accogliesse.
Per un attimo, nessuno dei
due proferì parola; lei fissava l'altro in viso, con evidente sorpresa, come se
non riuscisse a capacitarsi della sua presenza. Alla fine lui ruppe il
ghiaccio. "Allora Lina, hai intenzione di farmi stare qui tutto il
giorno?"
La ragazza sorrise e si
fece da parte per farlo passare. "No di certo, Zel, è solo che non mi
aspettavo proprio di vederti qui... come hai fatto a trovarmi?"
"Beh, a dirti la
verità, è stato piuttosto difficile..." rispose il giovane, entrando
"Tutto quello che avevo in mano per rintracciarti era un indirizzo su una
lettera che mi hai spedito 5 anni fa. Perché da allora non ti sei fatta più
viva?"
"Vedi, in quel periodo
ho avuto dei problemi, diciamo, familiari... e così mi sono praticamente
dimenticata di tutti voi," Fu l'evasiva risposta di lei, mentre faceva
accomodare il suo ospite.
"Ma poi si saranno
risolti quei problemi, mi auguro..."
"Sì certo... non del
tutto, però..."
"Ma scusa, Lina,
perché non ci hai chiesto aiuto? Siamo amici da tantissimo tempo e insieme ne
abbiamo passate tante, non ti avremmo certo negato una mano!"
La ragazza esitò; stava per
rispondere, quando fu preceduta da una vocina che veniva dalle scale che
portavano all'appartamento di sopra. "Mamma, sto arrivando, scusa se ci ho
messo tanto."
"Non ti preoccupare,
tesoro, tanto oggi non apro, è venuto un amico a trovarci e non mi sembra il
caso di stare in negozio."
"Ma allora che cosa
facciamo?" chiese la piccola, che nel frattempo era arrivata dove si
trovavano i due.
"Lina, scusa..."
intervenne Zelgaddiss, incredulo, fissando Myr "Come ti ha chiamato questa
bambina? Credo di non aver capito bene... ha detto -MAMMA-?!"
Lina arrossì e sorrise.
"Credo di doverti delle spiegazioni, Zel, hai ragione..."
"Mamma, chi è questo
signore?" domandò Myr
"Un attimo, tesoro,
adesso ti spiego tutto. Dunque, lui è un mio vecchio amico, si chiama
Zelgadiss... sai, prima che tu nascessi io facevo la maga e giravo ovunque in
cerca di tesori, come ti ho raccontato, ed è stato durante uno di questi viaggi
che l'ho conosciuto, il suo aspetto strano non deve spaventarti, un mago
cattivo l'ha tramutato in pietra, ma il suo cuore è ancora umano, proprio come
il mio e il tuo, capito?"
La bimba annuì e sorrise al
nuovo venuto, andando a sedersi sulle sue gambe. "Ciao zio
Zel! Io sono Myr Inverse e sono
contenta di conoscerti!"
"Anch'io sono molto felice
di conoscerti, Myr... sei una bambina molto bella ed educata!" si
complimentò Zelgadiss, accarezzando i capelli biondo-rossicci della piccola,
raccolti in una treccia. "Senti un po', Lina, adesso è il mio turno di
ricevere chiarimenti... non puoi aver adottato questa bimba, ti somiglia
troppo! E allora chi è suo padre? E come mai non è qui con voi?"
La ragazza si rabbuiò in
volto. "E' giusto che ti dica la verità, Zelgadiss... anche se non è
piacevole ricordare..." Lina si interruppe e si rivolse alla figlia.
"Tesoro, vuoi andare a prendere qualcosa da bere per lo zio Zel, per
favore?"
"Certo, mamma,
subito" rispose la bambina obbediente. E, saltando in piedi corse di
sopra.
Quando fu scomparsa, la
giovane madre riprese a parlare. "L'ho fatta andare via, perché lei non sa
chi è suo padre e non voglio che lo venga a sapere. Quell'uomo si è comportato
in modo vergognoso con me, quando ha saputo che mi aveva messo incinta: se n'è
andato via, lasciandomi qui da sola prima ancora che mia figlia nascesse. Non
mi va che lei sappia chi è quello che le ha dato la vita, se ne vergognerebbe
troppo."
"Mi dispiace davvero,
Lina. Dimmi chi è quel vigliacco e ti giuro che se lo trovo lo rovino!"
La donna, sorrise, ma il
suo era un sorriso triste, scettico. "No, Zel, non, lo farai. Non avresti
mai il coraggio di attaccare il tuo migliore amico."
"Che intendi dire?
Forse che io conosco il padre di Myr?"
"Esattamente. Lo
conosci molto bene, perché Myr è figlia mia e di Gourry"
Zelgadiss fissò l'amica a
bocca aperta, senza proferire sillaba: quella notizia l'aveva sconvolto...
credeva di conoscere bene Gourry e ciò che provava per Lina, ma evidentemente
si sbagliava di grosso.
La giovane, accorgendosi
dell'incredulità di lui, proseguì il discorso. "Non esprimere un giudizio
affrettato, Zel, le cose non sono andate come pensi tu... è una storia assurda
e molto più complicata... vedi, da circa un anno, noi due avevamo una
relazione. Era una cosa seria e più di una volta abbiamo anche pensato al
matrimonio. Ma dopo un po' le cose peggiorarono. Iniziò tutto quando Gourry
ricevette una lettera che non volle farmi leggere, ricordo che veniva da una
città sulle montagne, ma non so quale. Fatto sta che a quella lettera ne
seguirono altre due e ogni volta che Gourry ne apriva una diventava sempre più
cupo e triste... cominciò a bere e spesse volte la sera non tornava a casa.
Dopo circa un mese queste lettere smisero improvvisamente di arrivare, così
come all'improvviso erano iniziate. La faccenda mi parve strana, ma non vi diedi
importanza, perché mi sembrava che Gourry avesse ritrovato la serenità. Solo
dopo mi accorsi che non era vero, ma ormai era troppo tardi..." Lina si
interruppe; era evidente che per molto tempo aveva represso dentro di sé tutto
il suo dolore e ora, parlandone per la prima volta con qualcuno, l'emozione la
stava sopraffacendo.
"Lina, non voglio che
tu ti sforzi di raccontarmi questa storia, se non te la senti... quando ne
avrai la forza, ne parlerai, d'accordo?"
La donna scosse il capo.
"No, no... non ti preoccupare... è tutto passato... non ho più lacrime da
versare, ormai... il ricordo di quei giorni adesso mi causa solo rabbia, non
dolore."
"Che cosa successe
poi?"
"Circa una settimana
dopo, mi accorsi di essere rimasta incinta... ero molto felice e speravo che la
notizia di diventare padre avrebbe risollevato il morale a Gourry, ma mi
sbagliavo... quando gli dissi che aspettavo un figlio, nostro figlio, lui mi
guardò come se gli avessi detto la cosa più terribile del mondo. Mi disse che
era impossibile, che lo stavo ingannando, mi lasciò senza parole... quando gli
dissi di non comportarsi da stupido, lui uscì di casa come una furia e non
tornò più. Da quella sera non l'ho più rivisto. Nove mesi dopo, nacque nostra
figlia... anzi mia figlia, ma lui ancora non lo sa. Non sa di essere padre di
Myr."
Zelgadiss fissava attonito
la giovane che gli stava di fronte: non c'era più nulla in lei della ragazza
allegra e vivace che aveva conosciuto anni prima. Quella che sedeva dinanzi a
lui era una madre sola, che aveva cresciuto da sé una bambina, messa al mondo e
poi abbandonata dall'egoismo di un uomo, che non aveva avuto il coraggio di
prendersi le sue responsabilità, una madre che viveva unicamente per quella
figlia che ormai amava più di sé stessa.
Lina era apparentemente la
stessa: i lunghi capelli ramati che le cadevano sulle spalle, il viso dolce e
gentile, gli occhi grandi color nocciola... quegli occhi... una volta così vivi
e allegri e ora tanto seri e preoccupati...
La voce di lei si era
spenta sul nome di Myr, lasciando la stanza immersa in un silenzio
impressionante, che fu rotto dai passetti incerti della bambina, che entrò con
in mano un vassoio carico di bicchieri, bottiglie e dolcetti.
"Ecco qua quello che
mi avevi chiesto, mamma!"
"Brava Myr, su adesso
metti tutto sul tavolo che mangiamo qualcosa insieme... Zel, immagino che tu
abbia fame."
"Lina, mi
stupisci!" rispose la chimera "Non ti ricordi più che a me basta
mangiare un decimo di ciò che mangiate voi per essere già sazio? E con tutto quello
che mi ha fatto ingurgitare Amelia stamattina, sono a posto per una
settimana!"
"Che ti ha fatto
ingurgitare... AMELIA?" ripeté la giovane stupita. Poi dopo un attimo,
strizzò maliziosamente l'occhio all'amico. "Allora finalmente vi siete
sposati, eh? Lo sapevo che Philionel doveva cedere, prima o poi! Certo che ce
ne ha messo di tempo!"
Questa volta fu Zelgadiss a
rabbuiarsi in volto. "No, Lina... non è come pensi tu, io non ho sposato
Amy, anche se lo desidero ardentemente e Philionel non ha affatto dato il suo
consenso... perché è morto."
La donna sbiancò in volto.
"E' morto?! Philionel è morto?! Dio mio, Zel, quando è successo? Da quando
si sono interrotte le comunicazioni tra Sailune e Zefiela, non si hanno più
notizie!"
"E' morto l'Aprile
scorso... attacco cardiaco... si era affaticato troppo durante le esercitazioni
della guardia scelta, e il suo cuore non ha retto..."
"E Amelia? Come l'ha
presa?"
"Bene, per fortuna.
Non è più una bambina, ormai ha 23 anni. Un mese dopo, è avvenuta l'incoronazione.
Ora Amy è Sua Altezza Reale Amelia Will Tesla, regina di Sailune."
"Incredibile... non ci
credo... Philionel è morto e Amelia è diventata regina! Sono cambiate molte
cose in 6 anni." mormorò Lina, incredula. Poi alzò gli occhi e si rivolse
al giovanotto: "Zel, credi sia possibile che io e Myr veniamo a Sailune
con te per salutare Amelia?"
"Mamma,"
intervenne la piccola Myr, sentendosi nominare "Chi è Amelia?"
"E' un'altra mia
compagna di viaggio, tesoro, ed è la fidanzata dello zio Zel."
La bambina si rivolse al
diretto interessato. "Davvero zio Zel? Allora sono sicura che mi starà
simpatica, ma, mamma, quando la incontriamo?"
"Presto, Myr, molto
presto, anzi, se Zelgadiss dice che è possibile, partiremo oggi stesso per
Sailune! Che ne pensi, tu? Ci puoi accompagnare?"
Il giovane sorrise.
"Non sei cambiata, Lina, sei sempre pronta a metterti in viaggio, per
qualunque destinazione... ti ammiro molto per questo. L'essere diventata madre
non ti ha fatto dimenticare il tuo spirito avventuroso... eccezionale."
Lina scosse la testa.
"E' qui che ti sbagli, non sono più quella che ero una volta. Adesso non
devo più pensare soltanto a me stessa, ma anche a Myr. Per lei ho smesso anche
di fare la maga vagabonda. Ti sembrerà impossibile, ma sono anni che non eseguo
più un Dragon Slave..."
"Sarà anche così come
dici..." rispose Zelgadiss, posando con tenerezza una mano sul viso di
lei, "...ma questa inattività non sembra ti abbia fatto poi così male,
sai? Ti ho mai detto che ti consideravo bellissima? Beh, adesso lo sei ancora
di più, davvero... sei bella quanto Amelia!"
La giovane donna arrossì;
non si sarebbe mai aspettata un complimento del genere dal suo taciturno amico,
che era sempre stato così timido con le ragazze. "Sei gentile, Zel... ma
non penso che tu sia venuto a cercarmi solo per dirmi che sono bella, o
sbaglio?"
La chimera ritrasse la mano
e rise. "No di certo! Anzi, non era nei miei programmi dirti una cosa del
genere... è stata un'improvvisata... in realtà..." continuò poi, cambiando
tono e facendosi improvvisamente serio, "...in realtà sono venuto da te
perché ho scoperto una cosa molto interessante e vorrei il tuo aiuto..."
"Di che si
tratta?"
"Ecco, ho trovato
prove attendibili dell'esistenza di una creatura superore persino a Lon."
"Davvero?"
"Questa entità suprema
risponde al nome di Chronos. E? il signore del tempo e dello spazio, il
creatore di tutto l'universo, nonché padre di Lon."
"Accidenti, deve
essere un bel tipo questo Chronos! Sarebbe pericoloso averlo come
avversario!"
"Lo credo anch'io, ma
fortunatamente non siamo in quella situazione... no, ti ho nominato Chronos
perché è l'autore di... di qualcosa di simile ad un libro di magia, in cui sono
contenuti tutti gli incantesimi più potenti che esistano. Figurati che il Giga Slave
non vi compare nemmeno, se non tra quelli di bassissima importanza."
"E tu vuoi trovare
questo libro perché credi che contenga la chiave per farti tornare normale,
giusto?" concluse Lina "Interessante, non c'è che dire, ma non
capisco perché ti serva il mio aiuto."
"Non solo il tuo,
Lina, ma quello di tutto il gruppo, anche di Xelloss. Sono venuto da te per
chiederti di venire a Sailune, dove ci riuniremo di nuovo tutti, come ai tempi
di Dark Star... solo uniti potremo riuscire in questa impresa. Mi rendo conto
di essere un egoista a chiedervi di rischiare la vita per me, ma questa volta
sento che il mio più grande desiderio potrebbe finalmente avverarsi!
Naturalmente se tu non volessi venire per non lasciare sola Myr, ti capirei
benissimo, è ovvio che..."
"Alt, fermati
Zelgadiss!" lo interruppe la donna "Ti stai dimenticando con chi hai
a che fare! La grande Lina Inverse non si tira indietro di fronte a nulla e sua
figlia è come lei, giusto tesoro? Vogliamo forse negare una mano allo zio Zel?"
"No mamma! Tu mi hai
insegnato ad aiutare tutti, se ci si può guadagnare qualcosa!" rispose
pronta la piccola.
La chimera strabuzzò gli
occhi. "Ma Lina! Hai insegnato queste cose anche a Myr?! Sei davvero
incorreggibile!"
Lina non badò
all'interruzione. "Sei una brava bambina, Myr. Ma questa volta, dato che
si tratta di un amico, lo faremo gratis, vero?"
"Sì zio Zel, non ti
devi preoccupare, stavolta non ti chiederemo un compenso! Siamo oneste,
noi!"
Il giovanotto scoppiò in
una risata. "Oh Myr! Sei davvero figlia di tua madre! Siete fatte della
stessa pasta, e non mi stupirei se anche tu fossi altrettanto abile e
spregiudicata con la magia quanto lo è Lina!"
La ragazza rise, divertita,
mentre Myr fissava il giovanotto con sguardo innocente.