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Autore: Alex e Diana    18/05/2004    0 recensioni
Slayers TNG... che Kanzaka abbia deciso di continuare le avventure di lina&Co?!
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Anni dopo, un nuovo inizio

Capitolo 1: Anni dopo, un nuovo inizio...

 

 

Cittadina di Zakharos, regno di Zefiela, 65 miglia a sud di Sailune, in una fredda mattina di metà Marzo. Il sole non era ancora sorto sulla borgata e il cielo terso si tingeva appena dei bagliori rosati dell'alba: le strade erano deserte e nelle case la gente continuava a dormire, avvolta sotto calde coperte.

 

Ma al piano superiore del piccolo negozio di articoli magici della città, il più fornito di tutto il contado, ferveva già una certa attività: una giovane donna, di neanche 25 anni, con indosso una semplice vestaglia celeste, si aggirava per la casa, spalancando le imposte che facevano penetrare un pallido sole nella stanza.

 

L'altro locale, invece, era ancora avvolto nella penombra e vi si intravedevano appena un grosso armadio e due letti; la ragazza si avvicinò ad uno di questi, dove giaceva una figura minuta e la scosse leggermente per svegliarla. "Myr, Myr... tesoro mio... alzati... è mattina...".

 

La piccola si mosse e dopo un po' aprì gli occhi, che erano di uno splendido azzurro cupo, seri e intelligenti. "Dai mamma, lasciami dormire ancora un po'..."

 

La giovane sorrise. "E va bene, rimani pure a letto ancora qualche minuto, intanto che io mi vesto... ma poi fai la brava e alzati... per colazione ci sono le focaccine dolci che ti piacciono tanto! Guarda che altrimenti le mangio tutte io, eh!"

 

Myr si tirò seduta immediatamente. "Davvero?! Grazie mammina! Ti voglio tanto bene!"

 

"Anch'io ti voglio bene, amore." le rispose la madre, accarezzandole dolcemente i capelli "Ormai sei tutto ciò che mi è rimasto..." mormorò poi, parlando quasi a sé stessa. La bambina le lanciò uno sguardo interrogativo. "Niente, niente Myr, non parlavo con te... adesso scusami, ma devo andare a prepararmi."

 

Detto questo, la donna si staccò bruscamente dalla figlia e si diresse quasi correndo allo stanzino che si apriva su una parete e che fungeva da bagno e guardaroba, seguita dagli occhi indagatori di Myr. Ne riemerse dopo qualche minuto con indosso un vestito verde bosco, molto scollato, lungo fino ai piedi, con ampie maniche che arrivavano a coprirle i polsi e un corpino di pelle che le stringeva il busto dalla vita fin sotto il seno. Il colore scuro dell'abito contrastava singolarmente con la carnagione pallida, mettendo in risalto i bei lineamenti del volto; c'era in lei un qualcosa di evanescente, quasi di magico, che le conferiva un fascino particolare, che certo non sarebbe svanito con gli anni.

 

"Myr, adesso alzati, su, è ora... vestiti in fretta e vieni a fare colazione... ho una sorpresa per te!"

 

La bimba obbedì, saltò giù dal letto e si infilò nel bagno; la madre le lanciò un'occhiata colma di dolcezza e di malinconia. 'Sì, Myr, tu non lo sai, ma sei veramente tutto ciò che mi è rimasto...' Poi scosse la testa, come per scacciare quei pensieri tristi, raccolse i capelli in una crocchia e si diresse nell'altra stanza.

 

La donna aveva appena finito di posare sul tavolo un oggetto di forma allungata avvolto in una carta colorata, quando comparve Myr. "Oh, eccoti qui tesoro! Beh, questo è un regalo per te... buon compleanno!"

 

Sul volto della piccola si allargò un sorriso. "E' davvero per me? Grazie! Posso aprirlo, mamma?"

 

"Certo, fa pure!"

 

La bambina non se lo fece ripetere: strappò l'incarto e in breve si ritrovò in mano una corta spada con l'elsa decorata da pietre dure e istoriata con simboli indecifrabili. Myr, che aveva imparato fin da piccolissima a maneggiare le armi, la impugnò con grinta e orgoglio.

 

"Quando avevo la tua età, quella apparteneva a me e prima ancora era stata della tua bisnonna, che l'aveva ereditata da sua nonna... è molto antica e ha un grande valore, anche perché è magica, lì dentro potrai concentrare tutti i tuoi incantesimi per potenziarli. Tienila con cura, mi raccomando!"

 

"Certo mamma, non preoccuparti, la terrò come il mio tesoro più prezioso! con questa sarò invincibile, proprio come te! -Sempre e comunque fino alla morte-, come mi hai insegnato tu, vero?"

 

"Sei una brava bambina Myr, la mia più grande gioia... farai molta strada, figlia mia... ne hai la stoffa! Ma adesso non perdiamoci in chiacchere, è ora di aprire il negozio!" disse la donna, alzandosi in piedi "Tu mangia pure con calma e poi raggiungimi di sotto!"

 

"Va bene, mamma, farò in fretta"

 

"Non ce n'è bisogno, amor mio. Prenditi tutto il tempo che vuoi, ma ricordati di riordinare!" si raccomandò ancora la giovane, lanciando un bacio alla figlia. Poi si chiuse la porta alle spalle e corse al piano inferiore.

 

Lì si trovava un piccolo ma fornito negozio di articoli magici che la donna aveva aperto, facendo tutto da sola, poco più di 5 anni prima, da quando cioè si era stabilita in quella città.

Facendo scorrere un dito sulle mensole cariche di amuleti, talismani e libri di magia, ella sembrò per un momento rapita dai suoi pensieri. Ma dei colpi battuti alla porta d'ingresso la ridestarono, facendole tornare alla realtà. "Arrivo, un momento!"

 

La ragazza andò ad aprire e, quando vide chi c'era fuori ebbe un sobbalzo: un giovanotto alto, incappucciato, avvolto in un mantello color sabbia, chiuso al collo da un fermaglio con una grossa pietra rossa e una sacca da viaggio in spalla aspettava paziente che la padrona di casa lo accogliesse.

 

Per un attimo, nessuno dei due proferì parola; lei fissava l'altro in viso, con evidente sorpresa, come se non riuscisse a capacitarsi della sua presenza. Alla fine lui ruppe il ghiaccio. "Allora Lina, hai intenzione di farmi stare qui tutto il giorno?"

 

La ragazza sorrise e si fece da parte per farlo passare. "No di certo, Zel, è solo che non mi aspettavo proprio di vederti qui... come hai fatto a trovarmi?"

 

"Beh, a dirti la verità, è stato piuttosto difficile..." rispose il giovane, entrando "Tutto quello che avevo in mano per rintracciarti era un indirizzo su una lettera che mi hai spedito 5 anni fa. Perché da allora non ti sei fatta più viva?"

 

"Vedi, in quel periodo ho avuto dei problemi, diciamo, familiari... e così mi sono praticamente dimenticata di tutti voi," Fu l'evasiva risposta di lei, mentre faceva accomodare il suo ospite.

 

"Ma poi si saranno risolti quei problemi, mi auguro..."

 

"Sì certo... non del tutto, però..."

 

"Ma scusa, Lina, perché non ci hai chiesto aiuto? Siamo amici da tantissimo tempo e insieme ne abbiamo passate tante, non ti avremmo certo negato una mano!"

 

La ragazza esitò; stava per rispondere, quando fu preceduta da una vocina che veniva dalle scale che portavano all'appartamento di sopra. "Mamma, sto arrivando, scusa se ci ho messo tanto."

 

"Non ti preoccupare, tesoro, tanto oggi non apro, è venuto un amico a trovarci e non mi sembra il caso di stare in negozio."

 

"Ma allora che cosa facciamo?" chiese la piccola, che nel frattempo era arrivata dove si trovavano i due.

 

"Lina, scusa..." intervenne Zelgaddiss, incredulo, fissando Myr "Come ti ha chiamato questa bambina? Credo di non aver capito bene... ha detto -MAMMA-?!"

 

Lina arrossì e sorrise. "Credo di doverti delle spiegazioni, Zel, hai ragione..."

 

"Mamma, chi è questo signore?" domandò Myr

 

"Un attimo, tesoro, adesso ti spiego tutto. Dunque, lui è un mio vecchio amico, si chiama Zelgadiss... sai, prima che tu nascessi io facevo la maga e giravo ovunque in cerca di tesori, come ti ho raccontato, ed è stato durante uno di questi viaggi che l'ho conosciuto, il suo aspetto strano non deve spaventarti, un mago cattivo l'ha tramutato in pietra, ma il suo cuore è ancora umano, proprio come il mio e il tuo, capito?"

 

La bimba annuì e sorrise al nuovo venuto, andando a sedersi sulle sue gambe. "Ciao zio Zel! Io sono Myr Inverse e sono contenta di conoscerti!"

 

"Anch'io sono molto felice di conoscerti, Myr... sei una bambina molto bella ed educata!" si complimentò Zelgadiss, accarezzando i capelli biondo-rossicci della piccola, raccolti in una treccia. "Senti un po', Lina, adesso è il mio turno di ricevere chiarimenti... non puoi aver adottato questa bimba, ti somiglia troppo! E allora chi è suo padre? E come mai non è qui con voi?"

 

La ragazza si rabbuiò in volto. "E' giusto che ti dica la verità, Zelgadiss... anche se non è piacevole ricordare..." Lina si interruppe e si rivolse alla figlia. "Tesoro, vuoi andare a prendere qualcosa da bere per lo zio Zel, per favore?"

 

"Certo, mamma, subito" rispose la bambina obbediente. E, saltando in piedi corse di sopra.

 

Quando fu scomparsa, la giovane madre riprese a parlare. "L'ho fatta andare via, perché lei non sa chi è suo padre e non voglio che lo venga a sapere. Quell'uomo si è comportato in modo vergognoso con me, quando ha saputo che mi aveva messo incinta: se n'è andato via, lasciandomi qui da sola prima ancora che mia figlia nascesse. Non mi va che lei sappia chi è quello che le ha dato la vita, se ne vergognerebbe troppo."

 

"Mi dispiace davvero, Lina. Dimmi chi è quel vigliacco e ti giuro che se lo trovo lo rovino!"

 

La donna, sorrise, ma il suo era un sorriso triste, scettico. "No, Zel, non, lo farai. Non avresti mai il coraggio di attaccare il tuo migliore amico."

 

"Che intendi dire? Forse che io conosco il padre di Myr?"

 

"Esattamente. Lo conosci molto bene, perché Myr è figlia mia e di Gourry"

 

Zelgadiss fissò l'amica a bocca aperta, senza proferire sillaba: quella notizia l'aveva sconvolto... credeva di conoscere bene Gourry e ciò che provava per Lina, ma evidentemente si sbagliava di grosso.

 

La giovane, accorgendosi dell'incredulità di lui, proseguì il discorso. "Non esprimere un giudizio affrettato, Zel, le cose non sono andate come pensi tu... è una storia assurda e molto più complicata... vedi, da circa un anno, noi due avevamo una relazione. Era una cosa seria e più di una volta abbiamo anche pensato al matrimonio. Ma dopo un po' le cose peggiorarono. Iniziò tutto quando Gourry ricevette una lettera che non volle farmi leggere, ricordo che veniva da una città sulle montagne, ma non so quale. Fatto sta che a quella lettera ne seguirono altre due e ogni volta che Gourry ne apriva una diventava sempre più cupo e triste... cominciò a bere e spesse volte la sera non tornava a casa. Dopo circa un mese queste lettere smisero improvvisamente di arrivare, così come all'improvviso erano iniziate. La faccenda mi parve strana, ma non vi diedi importanza, perché mi sembrava che Gourry avesse ritrovato la serenità. Solo dopo mi accorsi che non era vero, ma ormai era troppo tardi..." Lina si interruppe; era evidente che per molto tempo aveva represso dentro di sé tutto il suo dolore e ora, parlandone per la prima volta con qualcuno, l'emozione la stava sopraffacendo.

 

"Lina, non voglio che tu ti sforzi di raccontarmi questa storia, se non te la senti... quando ne avrai la forza, ne parlerai, d'accordo?"

 

La donna scosse il capo. "No, no... non ti preoccupare... è tutto passato... non ho più lacrime da versare, ormai... il ricordo di quei giorni adesso mi causa solo rabbia, non dolore."

 

"Che cosa successe poi?"

 

"Circa una settimana dopo, mi accorsi di essere rimasta incinta... ero molto felice e speravo che la notizia di diventare padre avrebbe risollevato il morale a Gourry, ma mi sbagliavo... quando gli dissi che aspettavo un figlio, nostro figlio, lui mi guardò come se gli avessi detto la cosa più terribile del mondo. Mi disse che era impossibile, che lo stavo ingannando, mi lasciò senza parole... quando gli dissi di non comportarsi da stupido, lui uscì di casa come una furia e non tornò più. Da quella sera non l'ho più rivisto. Nove mesi dopo, nacque nostra figlia... anzi mia figlia, ma lui ancora non lo sa. Non sa di essere padre di Myr."

 

Zelgadiss fissava attonito la giovane che gli stava di fronte: non c'era più nulla in lei della ragazza allegra e vivace che aveva conosciuto anni prima. Quella che sedeva dinanzi a lui era una madre sola, che aveva cresciuto da sé una bambina, messa al mondo e poi abbandonata dall'egoismo di un uomo, che non aveva avuto il coraggio di prendersi le sue responsabilità, una madre che viveva unicamente per quella figlia che ormai amava più di sé stessa.

Lina era apparentemente la stessa: i lunghi capelli ramati che le cadevano sulle spalle, il viso dolce e gentile, gli occhi grandi color nocciola... quegli occhi... una volta così vivi e allegri e ora tanto seri e preoccupati...

 

La voce di lei si era spenta sul nome di Myr, lasciando la stanza immersa in un silenzio impressionante, che fu rotto dai passetti incerti della bambina, che entrò con in mano un vassoio carico di bicchieri, bottiglie e dolcetti.

 

"Ecco qua quello che mi avevi chiesto, mamma!"

 

"Brava Myr, su adesso metti tutto sul tavolo che mangiamo qualcosa insieme... Zel, immagino che tu abbia fame."

 

"Lina, mi stupisci!" rispose la chimera "Non ti ricordi più che a me basta mangiare un decimo di ciò che mangiate voi per essere già sazio? E con tutto quello che mi ha fatto ingurgitare Amelia stamattina, sono a posto per una settimana!"

 

"Che ti ha fatto ingurgitare... AMELIA?" ripeté la giovane stupita. Poi dopo un attimo, strizzò maliziosamente l'occhio all'amico. "Allora finalmente vi siete sposati, eh? Lo sapevo che Philionel doveva cedere, prima o poi! Certo che ce ne ha messo di tempo!"

 

Questa volta fu Zelgadiss a rabbuiarsi in volto. "No, Lina... non è come pensi tu, io non ho sposato Amy, anche se lo desidero ardentemente e Philionel non ha affatto dato il suo consenso... perché è morto."

 

La donna sbiancò in volto. "E' morto?! Philionel è morto?! Dio mio, Zel, quando è successo? Da quando si sono interrotte le comunicazioni tra Sailune e Zefiela, non si hanno più notizie!"

 

"E' morto l'Aprile scorso... attacco cardiaco... si era affaticato troppo durante le esercitazioni della guardia scelta, e il suo cuore non ha retto..."

 

"E Amelia? Come l'ha presa?"

 

"Bene, per fortuna. Non è più una bambina, ormai ha 23 anni. Un mese dopo, è avvenuta l'incoronazione. Ora Amy è Sua Altezza Reale Amelia Will Tesla, regina di Sailune."

 

"Incredibile... non ci credo... Philionel è morto e Amelia è diventata regina! Sono cambiate molte cose in 6 anni." mormorò Lina, incredula. Poi alzò gli occhi e si rivolse al giovanotto: "Zel, credi sia possibile che io e Myr veniamo a Sailune con te per salutare Amelia?"

 

"Mamma," intervenne la piccola Myr, sentendosi nominare "Chi è Amelia?"

 

"E' un'altra mia compagna di viaggio, tesoro, ed è la fidanzata dello zio Zel."

 

La bambina si rivolse al diretto interessato. "Davvero zio Zel? Allora sono sicura che mi starà simpatica, ma, mamma, quando la incontriamo?"

 

"Presto, Myr, molto presto, anzi, se Zelgadiss dice che è possibile, partiremo oggi stesso per Sailune! Che ne pensi, tu? Ci puoi accompagnare?"

 

Il giovane sorrise. "Non sei cambiata, Lina, sei sempre pronta a metterti in viaggio, per qualunque destinazione... ti ammiro molto per questo. L'essere diventata madre non ti ha fatto dimenticare il tuo spirito avventuroso... eccezionale."

 

Lina scosse la testa. "E' qui che ti sbagli, non sono più quella che ero una volta. Adesso non devo più pensare soltanto a me stessa, ma anche a Myr. Per lei ho smesso anche di fare la maga vagabonda. Ti sembrerà impossibile, ma sono anni che non eseguo più un Dragon Slave..."

 

"Sarà anche così come dici..." rispose Zelgadiss, posando con tenerezza una mano sul viso di lei, "...ma questa inattività non sembra ti abbia fatto poi così male, sai? Ti ho mai detto che ti consideravo bellissima? Beh, adesso lo sei ancora di più, davvero... sei bella quanto Amelia!"

 

La giovane donna arrossì; non si sarebbe mai aspettata un complimento del genere dal suo taciturno amico, che era sempre stato così timido con le ragazze. "Sei gentile, Zel... ma non penso che tu sia venuto a cercarmi solo per dirmi che sono bella, o sbaglio?"

 

La chimera ritrasse la mano e rise. "No di certo! Anzi, non era nei miei programmi dirti una cosa del genere... è stata un'improvvisata... in realtà..." continuò poi, cambiando tono e facendosi improvvisamente serio, "...in realtà sono venuto da te perché ho scoperto una cosa molto interessante e vorrei il tuo aiuto..."

 

"Di che si tratta?"

 

"Ecco, ho trovato prove attendibili dell'esistenza di una creatura superore persino a Lon."

 

"Davvero?"

 

"Questa entità suprema risponde al nome di Chronos. E? il signore del tempo e dello spazio, il creatore di tutto l'universo, nonché padre di Lon."

 

"Accidenti, deve essere un bel tipo questo Chronos! Sarebbe pericoloso averlo come avversario!"

 

"Lo credo anch'io, ma fortunatamente non siamo in quella situazione... no, ti ho nominato Chronos perché è l'autore di... di qualcosa di simile ad un libro di magia, in cui sono contenuti tutti gli incantesimi più potenti che esistano. Figurati che il Giga Slave non vi compare nemmeno, se non tra quelli di bassissima importanza."

 

"E tu vuoi trovare questo libro perché credi che contenga la chiave per farti tornare normale, giusto?" concluse Lina "Interessante, non c'è che dire, ma non capisco perché ti serva il mio aiuto."

 

"Non solo il tuo, Lina, ma quello di tutto il gruppo, anche di Xelloss. Sono venuto da te per chiederti di venire a Sailune, dove ci riuniremo di nuovo tutti, come ai tempi di Dark Star... solo uniti potremo riuscire in questa impresa. Mi rendo conto di essere un egoista a chiedervi di rischiare la vita per me, ma questa volta sento che il mio più grande desiderio potrebbe finalmente avverarsi! Naturalmente se tu non volessi venire per non lasciare sola Myr, ti capirei benissimo, è ovvio che..."

 

"Alt, fermati Zelgadiss!" lo interruppe la donna "Ti stai dimenticando con chi hai a che fare! La grande Lina Inverse non si tira indietro di fronte a nulla e sua figlia è come lei, giusto tesoro? Vogliamo forse negare una mano allo zio Zel?"

 

"No mamma! Tu mi hai insegnato ad aiutare tutti, se ci si può guadagnare qualcosa!" rispose pronta la piccola.

 

La chimera strabuzzò gli occhi. "Ma Lina! Hai insegnato queste cose anche a Myr?! Sei davvero incorreggibile!"

 

Lina non badò all'interruzione. "Sei una brava bambina, Myr. Ma questa volta, dato che si tratta di un amico, lo faremo gratis, vero?"

 

"Sì zio Zel, non ti devi preoccupare, stavolta non ti chiederemo un compenso! Siamo oneste, noi!"

 

Il giovanotto scoppiò in una risata. "Oh Myr! Sei davvero figlia di tua madre! Siete fatte della stessa pasta, e non mi stupirei se anche tu fossi altrettanto abile e spregiudicata con la magia quanto lo è Lina!"

 

La ragazza rise, divertita, mentre Myr fissava il giovanotto con sguardo innocente.

 

  
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