LESLIE, ALEX, MAGDA E PEIGE.

Quattro amiche: semplicemente questo. Quattro amiche da sempre, legate forse dal filo più resistente che possa esistere. La fiducia, il competo affidamento che sanno di poter fare nell'altra.

Il rispetto. Le risate. Le lacrime.

I segreti. Le promesse. Quelle assurde promesse sempre fatte.

Promesse, che ancora si ritrovano a fare, davanti al cancello della scuola.

Ultimo giorno di vacanza. E no, quell'anno non si sarebbero ritrovate di nuovo insieme, in banchi vicini. Insomma, due mesi fa non era così.

C'era ancora la frenesia di quattro ragazze diciottenni uscite indenni dagli esami da maturità, l'eccitazione nell'esser consapevoli di stare per vivere l'estate che sarebbe risultata la più bella della loro vita. Grecia.

Certo il fattore luogo è tanta roba, ma l'importante era soprattutto che l'avrebbero passato insieme. Ah, la loro estate della maturità.

Ancora non guardavano al futuro, sulle spiaggie biache della costa greca problemi di questo genere non se li sono mai posti. Spensierate, come loro solito. Ma forse co in più la tristezza che rende tutte e quattro consapevoli che alla fine di questa nulla sarebbe stato come prima.

La prima ad arrivare sul luiogo dell'incontro è Leslie. Dai caratteri visibilmente asiatici, precisamente delle filippine, s'incamina con il passo incerto che la caratterizza.

Con la sua cannottiera preferita e quei suoi soliti pantaioncini di jeans obbligatori per un caldo del genere, sotto un venticello fresco i capelli incredibilmente lisci e neri le si sparpagliano sulle spalle.

Si guarda in giro, in attesa che arrivino. Ah ecco che ariva Mgda.

Ah, lei, newyorkese doc. Ha le guancie abbastanza rossastre, come suo solito. Arrossisce sempre, lei, per ogni cosa. Ma forse questo rossore è causato dalla camminata che ha appena fatto, oppure semplicemente dai capelli ricci e lunghi che le ricadono sulle spalle che le provocano caldo.

O forse semplicemente la sua timidezza, ah, maledettamente timida, lei.

Scorbutica, sempre ed eternamente arrabbiata con il mondo intero, ma fottutamente e perdutamente romantica.

Non appena raggiunge Magda, arriva anche Alex.

Lei, centr'americana, del Salvador, arrivata qua a New york da bambina. Conosciuta per il suo carattere abbastanza irrequieto, per la sfacciatagine e per l'indiscutibile bellezza esaltata da capelli neri e lisci. Ed eccola, Peige, in ritardo come suo solito.

Italoamericana, la precisa del gruppo, rigorosa e metodica come una lezione di matematica. No, non fredda.

Forse solo quando riguarda esternare i propri sentimenti, sempre pronta ad ascoltare gli altri e a tirarli su di morale. Eternamente legata dalla sua materialità.

Eccole, riunite, le quatto amiche.

-Be', anche quest'anno siamo arrivate all'ultimo giorno di vacanza…- dice Peige, ma Leslie aggiunge

-Sì, ma quest'anno non ci ritroveremo più tra i banchi di scuola.- Alex fa spallucce

-Quest'anno sarà un po’ diverso… ma dico, il resto non cambierà mai…- dice lei, cercando di confermare ciò che tutte e quattre hanno bisogno di veder concreto.

Si guardano negli occhi e poi si sorridono. Come se cercassero nel sorriso dell'altra la certezza che sono sicure di non poter trovare in sé stesse. La certezza di un'eternità quasi impossibile.

Della loto eternità, dell'eternità della loro amicizia.

Quell'incontro che dura pochissimo, il tempo di guardarsi negli occhi e traspmettersi a vicenda la forza di andare avanti, anche se non insieme, anche se solo con le proprie gambe.

Ed ecco che si dividono per la loro strada. Inconsapevoli, ancora, dell'improbabilità di ritrovarsi uguali a sempre.

E a passi incostanti ma decisi tutte e quattro, ognuna seguendo la propria via, si mettono in cammino. Verso qualcosa di sconosciuto, verso quel domani che non è stato altro che un eterno punto di domanda, fino a questo momento della loro vita.

Ognuna alla ricerca del suo futuro più prossimo.

Più prossimo, ma ancora fottutamente troppo lontano ed inimmaginabile.

Perchè nessuna di loro sa ancora a cosa sarebbe andata in contro.