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Autore: Mocaccino_    02/07/2012    1 recensioni
Aprì piano la porta del bagno e sbirciandoci dentro video qualcosa che mai avrebbe immaginato di poter vedere: Harry e Zayn, vicini, fin troppo vicini.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai Sum 41, per essere così dannatamente perfetti in ogni acuto e parola, perchè riescono ad ispirarmi,
a Vale perchè senza di lei non gli avrei conosciuti, perchè sopporta ogni mia cretinata,
ad Elena perchè lei c'è, sempre e comunque, da dieci anni.


I'm sorry t's all that I can say
You mean so much
And I'd fix all that I've done
If I could start again
I'd throw it all away
To the shadows of regrets
And you would have the best of me
(Sum 41, Best of me)



“Scusa. Mi dispiace” mormorò Louis, disteso insieme ad Harry sull’enorme letto della loro camera d’albergo. Stavano fissando il soffitto da almeno mezz’ora, tenendosi per mano, non avendo il coraggio di andare oltre quel gesto, parlarsi o anche solo guardarsi negli occhi.
Harry sospirò e girandosi su un lato accarezzò dolcemente la guancia destra dell’altro ragazzo, continuando il movimento a lungo, trasformandolo quasi in un gesto colmo d’ansia ed esasperazione.


“Allora Hazza sei pronto? Stiamo aspettando tutti te” urlò Louis, irrompendo nel camerino dell’amico, mentre questi era ancora intento ad abbottonarsi la camicia. Louis, il maggiore tra i due, ma in fondo un piccolo peter – pan, come tutti lo avevano etichettato, approfittò dell’invitante situazione che gli si presentò davanti agli occhi, lasciò sbattere la porta alle sue spalle con un sonoro tonfo e si avvicinò lentamente a quel dio greco che adesso stava ancora cercando di abbottonarsi la camicia. Voleva coglierlo di sorpresa, perciò gli si accosto in silenzio e solo successivamente gli strinse i fianchi con le mani e appoggiò la testa nell’incavo del suo collo, deciso a torturalo un po’.
Invece fu proprio il riccio a sorprenderlo, infatti, si scansò repentinamente dalla presa e si allontanò da Louis sbracciandosi furiosamente, finendo per mollargli uno schiaffo sulla guancia destra.
Con la mano dolorante ed il cuore ancor più sanguinante ed agonizzante, uscì dal suo camerino sistemandosi una volta per tutte la camicia e lasciando Louis solo nella stanza, a fissare per un tempo indeterminato lo specchio. Era sconvolto, ma non incredulo, comprendeva perfettamente il motivo di quell’insolita reazione da parte del compagno o meglio del suo ragazzo.
Fissava il suo riflesso sulla superficie dello specchio e cercava di costruire un sorriso che avrebbe potuto ingannare le sue fans, eppure guardare il suo sorriso falso nello specchio non gli trasmetteva altra voglia se non quella di spaccare quella superficie riflettente, come se in tal modo avesse potuto distruggere se stesso, un soggetto che stava arrecando solo sofferenza ad un’anima pura ed innocente qual’era quella di Harry Styles.



Louis affondò il suo sguardo, i suoi pensieri, la sua anima, nello sguardo del ragazzino riccio stesogli accanto e nelle sue iridi verdi scorse delusione, ansia, timore, malinconia. Era tutta colpa sua. La sua colpa era amarlo. Ma amare può essere considerata una colpa, un peccato, un reato? Se così fosse le carceri dell’intero mondo dovrebbero essere sovraffollate da amanti.
“Ti prego, Harry perdonami. Mi dispiace. Se potessi lancerei tutto lontano da noi ..”
Il ragazzo sospirò, pareva che i sospiri fossero tutto ciò che gli riusciva di emettere. Aveva paura di parlare e rivelare tutto quello che stava provando in quel momento o che aveva provato negli ultimi giorni, temeva di distruggere tutto e nel contempo temeva che quello fosse proprio ciò che desiderava davvero, perché Harry era ormai stanco di sopportare, mentire e fingere di non amare, ma Eleanor, la fidanzata, presunta fidanzata o la ragazza che ormai Louis usava solo per non destare sospetti, lo costringeva a tutto ciò.
Harry non era geloso, poiché in un certo senso Louis era sempre appartenuto completamente a lui, ma era ugualmente irritato dalla situazione e dal fatto che il suo ragazzo sembrasse non notare questo suo fastidio.


Harry si avvicinò a Zayn e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio, proprio qualche secondo prima che i cinque entrassero in scena, sotto le urla e i pianti di migliaia di ragazzine. < br>Anche Louis salì sul palco, dopo aver disinvoltamente indossato il suo smagliante sorriso, diventato un accessorio per far stare bene gli altri, più che il simbolo della sua felicità.
Le loro fans non potevano rendersene conto, ma quello a cui stavano assistendo non era un concerto normale, non era un concerto come gli altri.
L’atmosfera sul palco era tesa: Louis continuava a lanciare migliaia di occhiate che imploravano perdono nei confronti di Harry, mentre questi si ostinava ad ignorarlo.
Harry cercava di non far caso a tutti gli sguardi dolci che Louis gli rivolgeva mentre cantava i suoi assoli, tentando di ottenere la sua attenzione dedicandogli parole delle loro canzoni. Si era ripromesso di non incontrare i suoi occhi imploranti, perché se lo avesse fatto probabilmente gli sarebbe saltato addosso e gli avrebbe spaccata la faccia, lì davanti a tutti, per poi pentirsene due secondi dopo, soffrire e buttarsi tra le sue braccia chiedendo perdono a sua volta non appena sarebbero stati soli.
Zayn si avvicinò pericolosamente ad Harry, fissò le sue iridi verde smeraldo con fare malizioso e successivamente accostò il volto a quello del compagno, posando le sue labbra carnose a pochi millimetri da quelle di Harry. Sussurrò il suo nome e stette quasi per baciarlo, nonostante il suo intento non fosse esattamente quello.
Harry, però, colto da un qualcosa che non avrebbe nemmeno lui saputo descrivere e che forse si può solo interpretare come istinto, allontanò il moro posandogli una mano sul petto, per poi cercare immediatamente lo sguardo di Louis: tentava di continuare a sorridere, ma Harry lo conosceva meglio di chiunque altro e nel suo sorriso ci vide un oceano di lacrime nascoste.
Gli dispiaceva, sapeva che prima o poi sarebbe scoppiato, perché nonostante negli occhi avesse davvero un oceano, era impossibile contenere tutta quell’acqua salata in un sorriso, non aveva senso.



“Louis io …” finalmente il minore si decise a parlare, nonostante la sua voce fosse incerta e preannunciasse lacrime. Lacrime dense di dolore, trasparenti e in realtà rosse come il sangue che sgorga da una ferita appena inferta.
Louis lo guardò impaziente, ma accorgendosi che Harry non si decideva a continuare, allungò un braccio verso di lui, desideroso di abbracciarlo e rassicurarlo come aveva sempre fatto. Quello, però, si scansò ancora una volta. “Dispiace anche a me … sai con Zayn ... io non so realmente il motivo del mio gesto, ma so solo che sono stanco Louis”.


Il concerto era terminato ed i ragazzi potevano finalmente liberarsi dei panni di scena e assieme ad essi anche dello stress. Nel backstage erano tutti molto euforici, come sempre dopo i concerti. Perfino Harry e Louis adesso stavano urlando e correndo da una parte all’altra dei camerini, intenti a sfidare gli altri tre in una stupida gara di corsa dietro le quinte. Era nato tutto da una scommessa, che ovviamente nessuno di loro poté rifiutare, nonostante la cosa fosse alquanto stupida e da bambini
Finita la gara si fiondarono sui comodi divani, stremati e sudati più che mai, ancora ridendo.
Fu un attimo ed Harry si alzò di scatto dal suo pasto accanto a Louis, per recarsi velocemente in bagno.
Per un po’ aveva dimenticato tutto, l’amore tra lui e il suo compagno che doveva restare segreto, Eleanor, la discussione di poco prima, il suo schiaffo e le sue paure, ma era bastata la mano di Louis che cercava la sua a ricordargli quanto un concerto e una corsa erano stai in grado di fargli trascurare.
Qualche minuto dopo Zayn decise di raggiungere Harry in bagno. In parte si riteneva colpevole dell’umore dell’amico, dopotutto sul palco lo aveva quasi baciato. Il suo gesto aveva l’intento di svegliare Louis, ma era anche probabile che quella testa di cespuglio di Harry non ci fosse arrivato.
Zayn trovò Harry appoggiato al lavandino, mentre fissava con aria impotente lo specchio e a tratti si gettava acqua sul viso, come desideroso di svegliarsi da uno stato di torpore o da un incubo.
Il riccio distolse solo per un attimo lo sguardo dalla sua immagine riflessa nel momento in cui il moro fece il suo ingresso nel bagno, poi tornò a sciacquarsi il viso.
Louis non poté fare a meno di seguire Harry, nonostante sapesse che ce l’avesse proprio con lui, voleva aiutarlo, perché lui era il suo piccolo.
Aprì piano la porta del bagno e sbirciandoci dentro video qualcosa che mai avrebbe immaginato di poter vedere: Harry e Zayn, vicini, fin troppo vicini, le loro labbra le une sulle altre.
Richiuse la porta con altrettanta lentezza ed in silenzio si allontanò, con un dolore ben più acuto di quello procuratogli dal precedente schiaffo.
Inoltre, continuava a ripetersi che quel che aveva appena visto era giusto: lui stava con due persone contemporaneamente ed anche Harry avrebbe dovuto permettersi lo stesso.



”Louis non riesco più a fingere che tutto vada bene. E’ come se avessi un macigno dentro di me che mi sta facendo affondare, cadere sempre più in basso, tu sei l’unico motivo per il quale non sono ancora sprofondato del tutto. Quando sei con Eleanor il macigno pesa il doppio, perché sono lontano da te”.
Harry si era deciso a rivelare tutta la verità a Louis. Aveva cercato di non fargli capire quanto lo facesse star male quella situazione, perché sapeva che anche il maggiore la detestava, sapeva che soffriva ogni volta che era costretto a sfiorare delle labbra diverse dalle sue e sorridere come se fosse la cosa più piacevole del mondo. Non avrebbe voluto aggravare il dolore di Louis con il proprio, infatti si odiava per avergli appena confessato i suoi sentimenti, come se la vittima fosse solo lui, e si affrettò ad aggiungere:
“So che ci stai male anche tu e non avrei neanche dovuto lamentarmi con te, sono uno stupido bambino viziato”
Louis accarezzò dolcemente il volto di Harry, intenerito da quell’ultima affermazione, ma nel contempo preoccupato, perché non avrebbe mai voluto vederlo soffrire in quel modo a causa di un qualcosa che avrebbe dovuto essere meraviglioso, ovvero il loro amore.
Non sapeva neanche quali parole usare per consolarlo: sarebbero state tutte vane, qualsiasi rassicurazioni si sarebbe rivelata falsa nel momento in cui avrebbero dovuto mentire in un’intervista in riguardo al loro rapporto o avrebbe di nuovo dovuto fingere di amare Eleanor.
“Oggi Zayn ha esagerato al concerto” disse improvvisamente Harry, rendendosi conto del silenzio di Louis, che sentendo quell’affermazione si limitò ad annuire.
Era indeciso se raccontare ad Harry di averli visti mentre si baciavano in bagno da soli oppure fingere di non sapere nulla. Non doveva essere geloso. Non poteva: Harry non era ancora completamente suo.
“Non ti preoccupare piccolo” si limitò a tranquillizzarlo in questo modo, sperando che cambiasse discorso, così che lui non fosse tentato di fargli sapere la verità.
Ma quella verità era proprio il punto al quale Harry voleva arrivare. Si sentiva estremamente in colpa, seppur il bacio con Zayn non avesse alcun valore e fosse accaduto quasi per disperazione.
“Louis c’è una cosa che devi sapere …” cominciò.
Louis, però, zittì il riccio e gli fece posare la testa sul suo petto, proprio lì dove il suo cuore batteva solo ed esclusivamente per lui. Gli era bastato poco per comprendere ciò che Harry stava per dirgli ed aveva immediatamente capito che non gli importava, si fidava ciecamente di lui ed il fatto che stesse per parlargli del bacio ne era un ulteriore conferma.
“Scusa Harry” implorò Louis continuando a fissare il soffitto della stanza, mentre il più piccolo ruotò la testa per poterlo guardare negli occhi. Non immaginava che Louis avesse qualcosa di cui farsi perdonare.
“Per cosa?” chiese perplesso.
“Per tutto questo Harry. Scusa. E’ tutto quello che posso dirti, per quanto le parole non valgano niente” Ma ormai cos’è che vale in questo mondo? Si ritrovò a pensare Louis. Perfino l’amore non è considerato una cosa fondamentale, se un gruppo di manager può permettersi di dir loro di mettere da parte tal sentimento. La realtà è che l’amore avrebbe dovuto salvare il mondo, ma distruggeva le persone.
Louis ed Harry avevano trovato quell’amore speciale, quel sentimento così unico e forte da far paura. Il mondo si riempiva la bocca di parole d’amore e frasi romantiche, ma quando si ritrovava dinanzi ad esso scappava terrorizzato, come davanti ad un vampiro pronto a risucchiarti l’anima.
L’amore, probabilmente, é un vampiro: ti strega totalmente, fin quando non cedi anima e corpo alla persona che ami. Quei due ragazzi stesi su un letto a perdersi l’uno nello sguardo dell’altro non avevano paura dello strano demone, perché avevano scoperto che quello era solo un travestimento, forse prima o poi, il dolore sarebbe finito, il mondo li avrebbe accettati e allora avrebbero visto la parte migliore del loro amore. Dovevano andare avanti, essere in grado di sconfiggere la falsità, l’odio e la paura che camuffavano il sentimento reale, quello che avrebbe portato felicità.
Louis era pronto a combattere, Harry aveva bisogno di Louis, poi sarebbe stato pronto.
“Amore” sussurrò Louis, non sapendo se il riccio si fosse già addormentato sul suo petto.
“Si” rispose quest’ultimo, facendo comprendere al primo di essere ancora sveglio.
Comprendendo poi che Louis aveva intenzione di parlargli, si sistemò in una posizione che gli permettesse di osservarlo più comodamente.
Louis appoggiò la schiena alla spalliera del letto e si mise seduto, mentre Harry lo affiancò, accavallando le sue gambe a quelle del primo ragazzo, bisognoso di quel gesto, che sembrava intrecciare i loro corpi e renderli qualcosa di unico, proprio come lo erano le loro anime.
Si presero per mano, erano ormai rilassati e la paura di sfiorarsi era scomparsa.
“Ne usciremo. Io e te insieme usciremo da tutto questo. Vorrei anche io che non fosse così difficile, vorrei tornare indietro e cambiare le cose in modo che siano più facili, ma non vorrei mai cancellare il momento in cui ci siamo conosciuti” disse con tono serio e dolce Louis, mentre Harry disegnava cerchi immaginari sul dorso della sua mano, impaziente di sentire il resto del discorso.
“Mi dispiace per tutto quello che ti sto facendo passare fingendo con Eleanor. Mi dispiace se non mi sono accorto subito di quanto tu stia soffrendo. Non voglio mentirti o ferirti, per me sei la cosa più importante, vorrei che tutto il resto non esistesse. Io voglio te, solo te. Non credere a nient’altro se non a questo. Io ti amo. E’ l’unica verità in questo casino e voglio darti il meglio. Rincomincerò tutto dall’inizio, in un modo o nell’altro lascerò quella ragazza, ti farò dimenticare del passato e ti darò il meglio di me. Lo prometto Harry, avrai solo il meglio da adesso. “
Poi Louis posò due dita sotto il mento di Harry e lo avvicinò a sé. Un bacio è il mezzo migliore per suggellare una promessa. Non è soltanto uno scambio di salive o un rincorrersi appassionato di lingue: quelle salive che si scambiano sono due corpi che si fondono, due anime che si incontrano e iniziano a comunicare, quelle lingue che si intrecciano sono i sentimenti che si confondono, in modo tale che il caos di emozioni che due esseri separati contengono diventi ordine ed equilibrio se condiviso.
Mentre si baciavano le loro gote si imperlavano di lacrime, lacrime d’amore e speranza. Le lacrime di Harry, commosso da quella dichiarazione, perché proprio quando credeva di non poter amare di più Louis si era reso conto che non sarebbe mai stato abbastanza, il suo ardore era così tanto da non poter essere contenuto, da dover essere in qualche modo riversato all’esterno del suo cuore con quella risorsa umana che sono le lacrime. Esse sgorgano solo quando i sentimenti che proviamo sono autentici e così prepotenti da non poter essere semplicemente occultati all’interno delle nostre fragili membra.
“Ti amo” disse flebile ma deciso Harry.
Mai parole più vere di queste ci sono state. Un “Ti amo” condensato di forza, quella forza invisibile ed indistruttibile che tutti chiamiamo amore, che avrebbe trionfato sempre, che gli avrebbe aiutati a vincere la loro guerra contro la società, perché forse è vero che l’amore salverà il mondo. Qualsiasi tipo di amore.
L’amore non può perire, deve trionfare, sempre e comunque, perché solo l’amore può dar luogo alla vita.
Harry aveva solo diciotto anni e Louis ne aveva venti: due ragazzi appena entrati nel ciclone della loro esistenza, ancora inesperti, ancora immacolati e troppo nuovi rispetto a quel mondo che ne aveva viste tante, quel mondo antico contro il quale si ritrovarono a lottare, ancora troppo fragili ed ingenui, colti impreparati da un sentimento che aveva la potenza distruttiva di uno tsunami eppure era più dolce e delicato della panna montata.
Erano giovani, non per questo meno innamorati.
Ciascuno di loro avrebbe dato il meglio di se all’altro, ed insieme avrebbero sconfitto il peggio, affinché il loro amore fosse trionfato, unico ed indistruttibile.



Alex's corner

Ringrazio i Sum 41 perchè senza di loro questa OS non esisterebbe, vi consiglio di ascoltare "Best of me" la canzone che mi ha ispirata.
Spero di non avervi annoiati, io ormai sono completamente innamorata di questa coppia e non riesco a scrivere d'altro. Ho cercato di immaginare le difficoltà che i due secondo me devono affrontare.
Inoltre mi sono ispirata al concerto nel quale sembrava che Zayn cercasse di baciare Harry (domani proverò a postare la foto, perdonatemi ma sono di fretta).
Spero mi facciate sapere cosa ne pensate.
Belive in Larry forever. Alex

  
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