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Autore: Raffa Kiryu    03/07/2012    1 recensioni
Lockville; Naomi, la sua migliore amica, il suo migliore amico ed i Dirty Flames, un gruppo emergente e promettente. Una storia tormentata da vari sentimenti.
Capitolo nove; - Ciao, Miku. – Disse Lyam, alzando una mano. Miku ricambiò il saluto col cenno del capo. I due si scambiarono uno sguardo intenso. Uno sguardo del tutto simile, uno sguardo ostile. Entrambi volevano la stessa cosa, entrambi lottavano per la stessa cosa. Naomi si sentì mortificata.
Questa è la mia prima storia, mi auguro vi piaccia. Recensite, per dare consigli, non mi farebbe altro che piacere. :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4.
Fuori, il locale era cosparso di gente. Gente che fumava, beveva una birra. Coppiette che si baciavano, scherzavano. Le troiette indossavano i più corti vestitini che possano esistere, con dei tacchi altissimi su cui camminavano come paperelle. I ragazzi, ovviamente, le stavano dietro, fischiettando e palpeggiandole. Loro non reagivano, ansi, sembravano contente. Disgustoso. Pensò. Entrò nel locale, molto convinta di quello che stava facendo. La canzone ‘’ Reno ‘’, dei The Gods of Macho, creava la giusta atmosfera. Naomi era sorridente e sicura di sé, ora come non mai.
-          Ehi, bambolina… - Un ragazzo già ubriaco le si avvicinò.
-          Oh merda. Che schifo. – Disse, spingendolo via. Si accomodò poi al bancone, molto soddisfatta. Il barman la fissò, poi le fece un occhiolino. Lei ricambiò con un sorriso. Sembrava diversa, non era la solita Naomi. Questa era la sua reazione per mettersi in mostra e farsi notare.
-          Una birra. – Ordinò. Le arrivò subito. Mentre sorseggiava la birra, si girava attorno per identificare la sagoma che più si avvicinasse a quella di Lyam. Ma niente, nessuno dei ragazzi era il ‘’ suo ‘’ desiderato Lyam. Il primo bicchiere di birra finì, ne ordinò un altro.
-          Bevi solo birra? – Intervenne una ragazza. Era lì al bancone con lei, e la fissava da molto tempo.
-          No. Ma ora è ciò che gradisco. – Rispose Naomi, continuando a sbirciare fra i tavoli e con aria indifferente. La ragazza si avvicinò di più a Naomi, e si accese una sigaretta.
-          Mh. Capisco. – Disse, sputandole in faccia il fumo della sigaretta. Naomi cominciò a tossire.
-          Senti, questo non è per niente divertente! – Esclamò, voltandosi dall’altro lato.
-          Forse è più divertente questo… - La ragazza infilò una mano fra le cosce di Naomi, e cominciò a baciarle il collo.
-          Dio mio, ma che schifo! Via! – Urlò, scattando via dalla sedia. – Stronza! –
-          Ehi, Samantha, smettila. – Intervenne il barman. La ragazza fece un broncio. – Se vuoi scopare, te ne vai da qualche altra parte. Di certo non  te lo lascerò fare qui. – Continuò.
Naomi si allontanò con aria schifata. Raggiunse la porta per uscire a prendere un po’ d’aria. Ma fu bloccata in quel preciso istante. Quella porta si aprì, era Lyam, seguito da Cristine. Naomi era eccitata, ma allo stesso tempo triste. Quelle due sensazioni si mescolavano creando un cocktail particolare, che sapeva d’amore. Sentì una fitta di gelosia al cuore. Il sangue le scorreva forte nelle vene, il cuore sbatteva forte imprigionato nel petto. Forse voleva scappare da quella prigione, incatenato all’apparato. Le ragazze strillavano e gli impedivano di proseguire oltre, ancora non aveva una guardia del corpo. Naomi era lì, impalata dinanzi la porta, fissandolo, mentre cercava, educatamente, di allontanare le ragazze e poter passare. Poi si voltò, ed il suo sguardo incrociò quello di Naomi. La guardò perplesso, forse l’aveva riconosciuta, o forse stava focalizzando la sua immagine. Le rivolse comunque un sorriso. Il più bel sorriso che avesse mai visto, poi, si riavviò i capelli. Naomi arrossì, e abbassò lo sguardo, guardandosi le dita. Si avvicinò un cameriere. Non aveva mai lavorato lì all’ Eat&Dream, forse era stato assunto giusto per l’occasione.
-          Mr Wood, il reparto Privè è dall’altra parte, seguitemi. – Disse, dopo essersi inchinato. Quel cameriere si trasformò di colpo in una guardia del corpo, spostando tutte le ragazze e lasciando via libera ai due. Cristine indossava un vestitino celeste, con delle decolté argentate. I suoi capelli biondi erano sciolti, lasciati liberi sulla schiena. Erano molto lunghi e scintillavano, come il suo vestito e le sue scarpe. E’ più bella di me. Mi sento una bambina. La guardava allontanarsi, seguendo i passi di Lyam, sculettando in quel vestitino celeste che metteva in risalto le sue forme. I ragazzi la guardavano incantata, facendo dei fischi d’ammirazioni.
-          Ragazzi! Questa scopa da matti! – Esclamò un uomo mezzo ubriaco. Tutti si misero a ridere. Una volta scomparsi, l’atmosfera all’Eat&Dream tornò quella di prima. Sono una sciocca, una cretina. Ci ho creduto così tanto in qualcosa che non esiste e non può esistere per nessun motivo al mondo. Mi sono solo illusa. L’amore corrisposto fa male, quello ad un senso solo ti uccide. Tornò al bancone con aria triste.
-          Un’altra birra? – Scherzò il barman. Ora rimbombava nelle casse ‘’Goodbye Horses ‘’ .
-          Mh. In realtà vorrei qualcos’altro. – Naomi sorrise.
-          Che ne dici di una Vodka?
-          Ottima idea!
-          Ecco! Questa è offerta dalla casa! – Era molto simpatico.
-          Grazie! Però lascia che ti paghi i successivi drink.
Il barman la guardò. Naomi non riusciva a nascondere la tristezza sul suo volto, e anche un bambino avrebbe potuto capire che non era felice.
-          Senti, hai una macchina?
-          Sì, perché? Non vorrai mica scoparmi in macchina? – L’ebbrezza cominciava a farsi sentire. Il barman la guardò insospettito.
-          O bevi, o guidi. – Disse con tono severo. Naomi piegò la testa di lato. Si soffermò a pensare, mentre mescolava il suo drink con la cannuccia.
-          Mi farò venire a prendere da un amico. – La scusa era più che sufficiente. Ma se non voleva mettere a rischio la sua vita, doveva davvero provvedere ad un passaggio. Il barman annuì.
-          Comunque il mio nome è Cody. – Disse, porgendole la mano.
-          Io sono Naomi, tanto piacere. – Rispose, stringendogliela.
-          Quanti anni hai, Naomi?
-          Diciassette.
-          Oh, piccolina la ragazza. – Naomi fece una smorfia. – Sai che non dovrei farti bere alcolici? – Continuò Cody.
-          Sai quanti diciassettenni hai servito, Cody? – Disse Naomi.
-          Un punto per te, miss Naomi.
Risero entrambi.
-          Non ti ho mai vista da queste parti. – Mormorò.
-          Uhm, ti sbagli. Frequento questo posto abbastanza. Questa è la prima volta che ci vengo sola, e la prima volta che mi accomodo al bancone per più di un’ora. E la prima volta che parlo con te. – Rispose, guardandosi attorno. Il locale era tutto di cristallo. Il bianco delle pareti creavano un’atmosfera pacifica. Al centro della sala c’era un gran lampadario, con dei cristalli luccicanti che pendolavano. Era spento, forse era lì solo per bellezza. Al soffitto vi erano comunque tante luci colorate, viola, blu, verdi, gialle. Mettevano allegria. I tavolini e gli sgabelli erano di cristallo, sembrava ghiaccio. Era tutto così elegante, poteva semplicemente essere una sala per cerimonie, e invece questo era un locale frequentato dai giovani per ubriacarsi, divertirsi, ballare e rimorchiare. Il dancefloor si illuminava sia di bianco che di celeste, ed era circondato da una ringhiera di ferro. Su di un piano rialzato, sempre di cristallo, era posata la console per il DJ, che quel Venerdì, però, mancava. Di solito faceva le sue serate il Sabato e la Domenica sera, per il resto dei giorni tutti si accontentavano dei dischetti che registrava Cody.
-          Come mai sei sola questa sera?
-          Ad una mia amica non andava d’uscire, per questo l’ho fatto da sola. – Non le andava di dare molte spiegazioni.
-          O è perché avrai sentito che Lyam Wood, amatissimo bassista dei Dirty Flames, è qui da me e la tua amica era disinteressata?
Naomi arrossì.
-          Non ti nascondo il fatto che sia un’ammiratrice di quel Lyam, ma ho di meglio da fare che seguirlo in un locale.
-          Oh, sei la prima ragazza che dice una cosa del genere. Tutte impazziscono per mio cugino. – Disse, mentre versava della birra ad un cliente.
Naomi alzò di colpo lo sguardo.
-          Sei il cugino di Lyam Wood?! – Esclamò. Era molto eccitata.
-          No. Stavo scherzando. Ma ho capito che sei qui per lui. – L’aveva scoperta.
-          Cavolo, ci sai fare tu.
I due si guardarono.
-          Bella quella tipa, eh? – Domandò Cody. – Bionda, alta, fisico mozzafiato. Un po’ il sogno erotico di mezzo mondo. Si chiama Cristine Evans, ed è una fotomodella.
-          Sì, è davvero bella. La donna perfetta per Lyam… - Divenne triste.
-          Ci sono stato insieme due anni fa, quando ancora non appariva sulle riviste. Sento di provare ancora qualcosa per lei…
Naomi lo guardò stupita e lo esaminò meglio. Era un bel ragazzo. Alto, pompato, capelli mossi, scuri e carnagione olivastra. Era credibile in fatto che sia stata con una neo-fotomodella.
-          Beh, non sai riprendertela? Sei un bel ragazzo, in fondo. – Disse Naomi infastidita.
-          E’ un po’ difficile. Sai, non siamo mai stati insieme. – Rise. Un altro colpo per scoprire Naomi. – Sai, Naomi, gli occhi raccontano molto delle persone. Ed i tuoi stanno parlando troppo. – Continuò. Naomi non rispose. – Comunque, per quello che so, lei non è la sua ragazza. – Disse sincero. Naomi si limitò a guardarlo. Forse non devo credergli. Passarono le ore, tra alcolici e chiacchiere. Erano le due e mezza e il locale si stava svuotando, mentre Naomi era ubriaca e Cody si divertiva sentirla sparar cazzate.
-          Senti, è ora che chiami qualcuno. – Disse Cody, tornando serio.
-          Uhm, vediamo. – Disse Naomi tra le risate. Provò a chiamare Miku, ma il cellulare era spento. Ora era fottuta. – Ha il cellulare spento… - Disse a voce bassa.
-          Non c’è nessun altro che puoi chiamare?
-          Nessuno di cui mi fidi completamente.
-          Merda. Io non posso chiudere prima delle quattro. Non vuoi chiedere un passaggio ai restanti? – Disse Cody, mentre si guardava attorno. Ma subito cambiò idea. Erano tutti fatti e ubriachi. – Anzi, lascia stare. Non sono messi meglio di te. – Terminò. Naomi continuava a mescolare il suo ennesimo drink, mentre pensava ad un’eventuale opzione. Da lontano vide tornare Lyam e Cristine che sorridevano. Magari l’avranno fatto. Lyam si diresse verso il bancone, mentre Cristine proseguiva per l’uscita. Le gambe di Naomi cominciarono a tremare. Era molto agitata, tanto da versare il suo drink sul bancone.
-          Mi dispiace! – Esclamò Naomi piagnucolando. Lyam giunse al bancone.
-          Ehi, Cody, grazie per averci ospitato, era tutto molto squisito, ed il locale è ben allestito. – Lyam si congratulò, senza far caso della presenza di Naomi. Poi, si voltò verso di lei.
-          E tu, cosa ci fai ancora qui a quest’ora? Mi pare di notare che sia l’unica ragazza rimasta. – Naomi si volta di colpo, guardandolo negli occhi. Quello sguardo le penetrava l’anima.
-          Oh, ma tu sei… la ragazza di oggi! – Disse.
-          In persona. – Fu la risposta secca di Naomi. Cody stava pulendo il bancone, ascoltando la conversazione.
-          Dimmi, come ti senti?
-          Mai sentita meglio! – Esclamò. Poi scoppiò a ridere.
Lyam la guardò con sospetto, poi si rivolse verso Cody.
-          E’ ubriaca. – Mormorò Cody. – E non ha un passaggio per tornare a casa. – Continuò.
Lyam tornò a guardarla con tenerezza.
-          Ho abbastanza benzina per poterla accompagnare io.
Naomi saltò dalla sedia.
-          HALT! – Urlò. Attirando l’attenzione dei ragazzi restanti. – Non accetto passaggi dagli sconosciuti. – Naomi barcollava, le girava la testa, e per questo tornò a sedersi.
-          Bene, io sono Lyam. Lyam Wood. Ho ventidue anni, provengo dalla  California e sono il bassista dei Dirty Flames. Ora penso che non sia più uno sconosciuto. – Disse. Le pose la mano per aiutarla ad alzare, e lei l’accettò. Stava sognando? No. Era tutto reale.
-          Ciao, Cody. – Disse a bassa voce. Poi, reggendosi al braccio di Lyam, si avviarono verso la macchina. Il suo profumo era dolce e sensuale. Cristine gironzolava nervosa fuori al locale, e si stupì vedendo Naomi che si reggeva a Lyam. La vedeva come una sorte di umiliazione. Naomi si accomodò ai sedili posteriori, mentre Cristine fiancheggiava Lyam davanti.
-          Allora, mi dici come ti chiami? – Chiese Lyam voltandosi.
-          Naomi Steels.
-          Miss Steels. – Lyam le sorrise. – Dove devo portarla?
Naomi gli diede indicazioni per arrivare a casa sua, poi cadde in un breve sonno.
  
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