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Autore: thecouchcarrot    03/07/2012    4 recensioni
Dean lavora nel settore vendite e si è appena trasferito nel quartiere, e il suo vicino è definitivamente matto da legare.
Dal capitolo 30: Dean strinse le palpebre. “Non sono adorabile, i copriteiera sono adorabili.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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N/A: Grazie mille a tutti coloro che hanno recensito. So che non c'era molto su cui recensire, ma lo avete fatto lo stesso, e mi ha fatto moltissimo piacere. I miei più sinceri ringraziamenti. Tutte le persone che recensiranno questo capitolo riceveranno la mia massima gratitudine E *gasp* UN MACCHINA COMPLETAMENTE NUOVA!

UN IMPALA, NELLO SPECIFICO!

Stanno recensendo?

LA MEDESIMA IMPALA SU CUI LUCIFERO / SAM POSSEDUTO HA MENATO DEAN FINO A RENDERLO POLTIGLIA PRIMA CHE PARTISSE UN ADORABILE MONTAGGIO SUL LORO RAPPORTO!

Stanno scrivendo? Okay! Qualcuno mi procuri un Honda e un secchiello di vernice nera! Non capiranno mai la differenza.

...

Che lo show abbia inizio

(Nota dell'autrice thecouchcarrot)


CAPITOLO 2
 
Dean non si sarebbe definito un uomo solo.
 
Certo, tendeva a farsi gli affari suoi. I suoi colleghi spesso dicevano che era “difficile conoscerlo”. Non che fosse riservato, forse solo un po’. Sorrideva e scherzava e flirtava e non permetteva, per nessuna ragione, che si investigasse sulla sua vita privata. Era il genere d’uomo che, nell’ufficio, tutti conoscevano e amavano, ma se avessero chiesto a uno di loro in che città era nato, avrebbero ammesso di non saperlo.
 
Era nato in Kansas. Non che fosse importante.
 
Pur non avendo molti amici stretti, non pensava di necessitare di altri. I pochi che aveva erano così importanti per lui che compensavano ogni scarsità quantitativa. Aveva Bobby, e suo fratello Sam e … ok, basta. E allora?
 
Dean era al telefono con Sam la sera dopo aver conosciuto Castiel, gli stava raccontando cos'era successo mentre sistemava la spesa. “Allora a un certo punto dice ‘La tua aura è arancione’ e se ne torna dentro. Così! Ci crederesti?”. Infilò un pomodoro in uno dei cassetti del frigorifero.
 
Sam rise. “Forse ti sta avvertendo di smettere di prendere il sole.”
 
“Davvero divertente, cazzone.” Ribatté Dean, reggendo il telefono fra la spalla e l’orecchio mentre piegava le sporte della spesa. “Non ne ho una vaga idea. Per quel che ne so, mi ha semplicemente detto di andare a farmi fottere nella lingua degli hippie.” Si fermò un momento, ricordando l’espressione di Castiel. “Ma non lo so. Sembrava tipo un’offerta di pace. Come una strana richiesta di perdono new age.”
 
“Forse,” disse Sam “dovresti farti fare una lettura dell’aura completa. Potresti ripulire i tuoi chackra e riallineare il tuo chi.”
 
“Senz’altro.”
 
Dopo aver riattaccato e aver scaldato la cena, si appoggiò al lavello e mangiò le sue lasagne da un piatto di carta. Non aveva ancora disimballato quelli normali. Da quel punto poteva vedere oltre la porta scorrevole di vetro fino al giardino posteriore, dove stava cominciando a fare buio, il cielo stava mutando in un viola brillante e il giardino cominciava a cadere in ombra. Sentendosi ispirato, Dean poggiò il suo cibo e uscì.
 
Si diresse verso l’aiuola, sfiorando con le dita i petali di un'ortensia rosa. L’aria era fresca, e una brezza leggera gli carezzò il collo facendolo rabbrividire.
 
“È un bel giardino.”
 
Dean si girò di scatto.
 
Castiel stava oltre alla recinzione, lo fissava stringendo appena una sigaretta accesa. Fece un tiro profondo per poi guardare da un’altra parte, soffiando il fumo verso casa sua. “È grande e bella. La moglie e i bambini l’adoreranno.” Commentò.
 
“Non sono sposato.” Disse Dean.
 
Castiel ridacchiò, un suono asciutto e rauco. “Oh, lo so.” Picchiettò il mozzicone per far cadere la cenere, e inchiodò Dean con uno sguardo penetrante. “Sei un uomo molto solo.”
 
“Non sono solo,” ribatté Dean, improvvisamente furioso con questo completo maledetto sconosciuto. “Se qualcuno è solo, quello sei tu. Hai vissuto qui per due anni e sono l’unica persona nel quartiere a sapere il tuo nome!”
 
Castiel non batté ciglio. Si limitò a guardarlo con aria spassionata. “Sei interessante.” Disse. “I miei altri vicini mi annoiano.” Arricciò il naso. “A loro piacciono i panini.
 
A me piacciono i panini.” Rispose Dean, sentendosi incredibilmente confuso.
 
“No,” lo corresse Castiel “tu li adori.” Sorrise lentamente. “Tu sei fottutamente innamorato dei panini, Dean Winchester, è per questo che sei interessante.”
 
Dean si sentiva diviso tra il desiderio di ridurre questo tipo in poltiglia e la sua curiosità estrema su come potesse sapere certe cose di lui semplicemente guardandolo. “È per questo che mi hai detto che ho un’aura arancione?” Domandò. “Riguarda i panini, svitato?”
 
Castiel fu preso da una crisi di risa, reclinò la testa e rise verso il cielo. “Oh Dean,” sospirò “la tua aura non ha nulla a che fare con tutto questo.”
 
Dean strinse i pugni. “Perché continui a venirtene fuori con questa roba? Come fai a sapere certe stronzate?”
 
Gli occhi di Castiel sembrarono più brillanti che mai. “Sei un bersaglio facile, Dean. Sei single, hai comprato una casa grande abbastanza per una famiglia. Faccio un commento contro i panini e tu ti lanci valorosamente in loro difesa. Tieni le emozioni sotto controllo finché non tocco ciò che ti è più vicino, e allora sei nelle mie mani.” Fece un altro tiro di sigaretta. “E mi vuoi fottere così disperatamente che stai per saltare il recinto e sbattermi qui sul prato.”
 
“Cosa? Non è vero!” Dean esclamò, allontanandosi dalla recinzione.
 
Castiel ghignò e lasciò che il fumo gli uscisse dalle narici. “Sto solo provando a incasinarti.” Scosse la testa. “Bersaglio facile facile, Dean.”
 
“Hai detto di essere un fotografo?” Domandò Dean incredulo.
 
Castiel alzò le spalle. “Ho del tempo libero.”
 
Dean sbuffò e incrociò le braccia. “Ah, ho capito. Nel tuo tempo libero ti eserciti con un po’ di -” fece il gesto delle virgolette con le dita “questa misteriosa psicologia spicciola.”
 
Castiel lo guardò con più attenzione a quel punto. Il sole stava tramontando dietro di lui, lasciandolo nell’ombra, rendendo difficile leggergli le espressioni in volto. “Hai sul serio un’aura arancione Dean. Ero serio quando l’ho detto.”
 
“Intendevi cosa, esattamente?” Chiese Dean. “Non sono proprio un esperto di aure. Non so cosa significa l’arancione.”
 
Castiel rimase in silenzio per un istante. “Non sono sicuro se dovrei dirtelo.”
 
Dean gli lanciò un’occhiataccia. “Amico.”
 
“Significa …” si zittì di nuovo. “Significa che sei capace di un amore immenso. Un amore che cambia l’anima. Dai tutto te stesso e non ti aspetti nulla in cambio.” Abbassò la voce. “È un colore davvero raro.”
 
Dean deglutì, incerto su cosa dire. Si arrangiò con un “Oh. Bene, grazie.”
 
Castiel gettò il mozzicone di sigaretta per terra e lo seppellì con il tacco del suo mocassino. “Non ringraziarmi. Sto solo dicendo ciò che è innegabilmente vero.” E si diresse di nuovo verso casa sua.
 
Dean rimase un po’ tra le ortensie, cercando di decidere se Castiel sarebbe diventato suo buono amico o il vicino peggiore che avesse mai avuto.








E così lasciamo il nostro Dean tra le ortensie, a scervellarsi.
E questo è il secondo capitolo in lingua originale.
Temo che, parlando della traduzione, sia quello che mi è uscito peggio. Non riesco a raccapezzarmene, certe cose vengono semplicemente meglio in inglese (oppure sono semplicemente scarsa).
Lascio anche voi in mezzo alle ortensie, con la promessa del prossimo capitolo in tempi brevi, e anche della mia eterna devozione, qualora decideste di recensire, e non vi bastasse un Impala / Honda riverniciata.
  
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