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Autore: Caster_Gamer    03/07/2012    3 recensioni
-Seconda Parte di "Alex, L'Isola che Non c'è."
Alex, Ryan, Mark e Peter sono tornati sulla Terra da ormai due anni.
Nessuno di loro però ha dimenticato perché erano lì e Peter si accorge che il tempo scorre.
Nonna Kate lascia in eredità ad Alex uno strano scrigno che porterà lei e i tre ragazzi a vivere un'avventura capace di "riportarli indietro".
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Campanellino, Nuovo personaggio, Peter Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Ricorderemo sempre con tanta gioia e malinconia i momenti passati con te. Ma quando la tristezza prenderà il sopravvento su di noi ci ricorderemo che adesso sei molto più felice di quanto lo potevi essere qui.
Addio, Katherine Carrow. »

Il parroco terminò il suo discorso facendo un lieve inchino con la testa, e chiudendo il piccolo vangelo che aveva in mano si avvicinò a zia Milly e zio Harry.

« Ci dispiace...non sappiamo che dire, davvero. » era stato Peter a parlare che con lo sguardo rivolto verso il basso si era avvicinato ad Alex insieme agli altri due.

Le lacrime cominciarono a solcarle le guance, ma cercò di reprimerle coprendo la faccia con il fazzoletto di seta che nonna Kate teneva sempre sul suo comodino.

I tre si guardarono, sembrava davvero distrutta e non sapevano che fare per tirarle su il morale.

« Vedrai che tutto si risolverà. La vita continua e nonna Kate sarebbe delusa dal tuo comportamento. » si fece avanti il bruno procurandosi un'occhiataccia dai due biondi.

« Ryan! » esclamò il suo nome per poi abbracciarlo « Hai ragione...è vero nonna Kate non mi approverebbe però...io le volevo bene...mi mancherà sempre! » urlò stringendogli la camicia nera.

« Però è anche vero, che un po' sarebbe felice. Sapere che ti preoccupi per lei... » le scappò una risata e lo strinse maggiormente.

Tirò su col naso per poi allontanarsi da lui e soffiarselo nel fazzoletto.

« Adesso come va? » chiese Peter facendosi dare due spintoni dagli altri due « Ehi ma che ho detto!? »

« Grazie a tutti e tre...vi ringrazierò presto, uno di voi in particolare. » li guardò per poi allontanarsi dai due zii.

I tre arrossirono, quello che aveva detto stava a significare che finalmente fra un po' avrebbe scelto! Sempre se già non aveva preso una decisione...

In realtà, ogni giorno pensavano al motivo per cui erano lì, solo che nessuno ne aveva mai fatto parola.

***

Quella sera era rimasta chiusa nella sua camera, non aveva mangiato e non lo faceva da due giorni ormai.

Fra qualche minuto nel salone avrebbero letto il testamento, ancora c'era qualcuno che li faceva e nonna Kate non poteva non essere tra i più rari!

Lei era sempre stata speciale, un carattere unico, viveva in un mondo tutto suo e probabilmente era questo che aveva fatto innamorare di lei suo nonno...

Sorrise e si asciugò le lacrime che erano cadute ancora.

Si guardò allo specchio per controllarsi e una volta che si dette una sistemata prese un bel respiro.

Non abbatterti, sii felice!”

Prese coraggio e scese al piano di sotto dove ormai tutti aspettavano soltanto lei.

« Bene, possiamo cominciare. »

L'avvocato si mise gli occhiali e schiarendosi la voce cominciò a leggere.

« Io, Katherine Carrow lascio tutto il mio denaro a mia figlia Milly Dawson e a suo marito Harry Watson, si trova tutto nel doppio fondo del mio armadio. »

I due zii si guardarono sbattendo più volte le palpebre, scuotendo la testa tornarono poi con lo sguardo rivolto verso l'uomo.

Era piuttosto unica quella scena, da immortalare con una macchina fotografica! O almeno così pensava Alex che non riusciva ancora a credere di ascoltare le parole di un testamento, non era solito ormai vederne uno.

« Do i miei libri di favole alla mia nipotina Caroline Watson, che saprà farne buon uso conservandoli con amore e premura come facevo io. » la piccola sorrise asciugandosi una piccola lacrima che le era appena scappata.

« Affido le auto da collezione che mio marito mi ha lasciato a Torn e James Watson, loro le laveranno con cura e sapranno giocarci come nessuno riusciva. » i due bambini balzarono giù dalla sedia dandosi il cinque, anche loro avevano pianto, si notava dagli occhi rossi.

« Ai miei nipoti adottivi invece, che sono Peter, Ryan e Mark » i tre nominati raddrizzarono la testa « affido i tre anelli che stanno sempre sopra al mio comò, ognuno di loro saprà scegliere con cura il colore adatto. » l'avvocato fece un sospiro « E infine, lascio il mio tesoro più prezioso ad Alexandra Jessica Dawson, che ultimamente ha preso il cognome Watson. Questo tesoro, è il carillon che sta sempre in bella vista sul comò, circondato dai tre anelli, la chiave si trova nel primo cassetto del mio comodino. Usalo con cura piccola mia. » avvolse il foglio posandolo sul tavolo « Con questo si conclude il testamento. » annunciò l'uomo iniziando a conversare con i due zii.

I bambini corsero a prendere ciò che gli era stato lasciato in eredità e i quattro ragazzi salirono lentamente nella camera da letto della deceduta.

Quando entrarono, nessuno dei maschi osò toccare per prima gli anelli, aspettavano che Alex prendesse il carillon e così fece.

Una volta tra le mani si accorse che si trattava di uno scrigno.

Lo osservò a lungo, dopodiché prese la chiave nel cassetto e si sedette sul letto.

« Su, prendete gli anelli, non vi mangeranno mica! » esclamò sorridendo.

Ryan si fece avanti sedendosi accanto a lei.

« Il fatto che tua nonna ci abbia lasciato qualcosa ci ha stranito. » disse guardando intensamente l'anello con la pietra nera.

« Anche a me. » concordò senza distogliere lo sguardo dallo scrigno

« Beh...io prendo quello con la pietra verde. » avvisò Peter

« Io quello con la pietra blu. » s'intromise Mark

« Bene, a me piace quello nero. »

Tutti e tre presero gli anelli dei quali avevano parlato rimanendo a fissarli a lungo.

« Vado in camera mia. » Alex si alzò avvicinandosi alla porta

I ragazzi annuirono e così lei tornò nella sua stanza.

Posò lo scrigno sul comodino e chiudendo la finestra si mise il pigiama, infine si distese sotto le coperte rannicchiandosi per bene.

Che strano oggetto...prima di morire mi aveva parlato di uno scrigno...”

_« Nello scrigno...è tutto lì. »

« Scrigno? Quale scrigno!? »

« Se dovessi avere bisogno di aiuto lui verrà...ti basterà chiamarlo! Sarà sempre al tuo fianco...non preoccuparti. Le sue orecchie... » rise._

Chi sarà mai questo lui...? Mah...forse era solo un delirio e”

Scosse la testa.

Scema...era tua nonna, sai che le stranezze facevano parte della sua vita, forse era un amico con delle orecchie a sventola? O forse per scoprirlo dovrei semplicemente aprire il carillon...”

Si mise seduta sul letto e prese l'oggetto in questione.

Mise la chiave nella toppa girandola in senso orario. Mentre lo faceva, sentiva degli scricchiolii, probabilmente era la carica che lo faceva funzionare.

Improvvisamente sentì un piccolo tonfo e lo scrigno si aprì.

 

Luna e stelle,

le notti più belle.

Piccola mia, non pianger più

io son qui, non andare giù.

Elfo buono, elfo cattivo,

non dormir, sono vivo.

Le tue notti dipingerò,

di felicità e ti amerò.

Io sono qui, sola non sei,

sempre con te, rimarrei.

Le tue notti rallegrerò,

sempre bene, ti vorrò.

Piccola mia, non pianger più,

io son qui, non andare giù.

 

A cantarla era stata una voce maschile dolce e armoniosa, e mentre si propagava nelle sue orecchie poteva vedere una coppia danzare in tondo. Era la tipica immagine da carillon, una principessa e un principe. Questo però aveva le orecchie a punta...che fosse quello di cui parlava sua nonna?

Comunque, ricordava quella canzone, sua nonna gliela cantava spesso e subito dopo si addormentava profondamente.

Prima di chiudere gli occhi però, vedeva una strana luce, ma non ci faceva mai tanto caso.

Scosse la testa, chiuse il carillon posandolo nuovamente sul comodino.

Ritornò sotto le coperte e chiuse gli occhi.

Percepì una forte luce proveniente dalla sua finestra, si voltò verso di essa aprendo nuovamente gli occhi tenendoli però stretti. Poggiò il braccio sulla fronte per avere più ombra ma non funzionò: la luce era eccessivamente troppo forte.

Intravide una figura scura, sembrava normale, l'unica cosa che la differenziava erano delle orecchie a punta.

Non spalancò gli occhi solo perché non ne aveva la possibilità, ma indietreggiò posando le spalle al muro, sentì una stretta sicura prenderle il braccio e nella sua mente qualcuno sembrava parlarle...

« Sei fatta grande...era da così tanto tempo che non ti vedevo... »

« M-ma chi sei!? »

« Non avere paura, mi chiamo Neal. Non mi conosci ma...io sì. Tua nonna era così felice quando dormivi in casa sua...La prima volta che ti ho visto avevi soltanto cinque anni! Com'eri carina! Sono contento di poterti parlare adesso... »

« P-p-parlare? »

« Beh, per adesso sei troppo affaticata per aprire la bocca, respiri a malapena e poi...non senti gli occhi appesantirsi? »

In effetti si stava sforzando, voleva però continuare a parlare con quella figura...

Ma alla fine non riuscì più a controllarsi e cadde sul letto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi con il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto anche questo! Se volete sapere con chi ha parlato Alex non vi resta altro che continuare a seguirmi ^^

Ps. Ringrazio tutti quelli che hanno continuato a seguire la Seconda Parte, tanta gratitudine per voi! =)

  
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