Silenzio.
Si,
può sembrare strano ma
dopo le parole di Nyx non sapevamo proprio cosa dire: in cinque minuti
scarsi
avevamo scoperto che io e Jack saremmo dovuti morire e che esattamente
in quel
momento nel mio ragazzo il Bene e il Male stavano combattendo una lotto
all’ultimo
sangue per prendere il controllo e che solo lui poteva decidere quale
delle due
parti far vincere. Ah, non dimentichiamo che avevamo un Imprinting
nonostante
fossimo entrambi novizi!
E
quello decisamente non
aiutava, infatti io, che già ero spaventato di mio, provavo
anche la paura di
Jack e quello non faceva che aumentare la mia fifa e sapevo che anche
per lui
era così.
“Imparerete”
disse Erik,
esperto di Imprinting, visto che una volta ne aveva avuto uno con la
sua ex
ragazza umana che si era spezzato quando lei lo aveva tradito (o almeno
quelle
erano le voci che avevano captato le gemelle con il loro super radar
per gli
scoop): “a dividere le vostre emozioni da quelle
dell’altro e creerete un
equilibrio.”
“E’
normale sentire anche
fisicamente gli schiaffi che riceve l’altro?”
domandai, anche se sapevo
perfettamente che non lo era, visto che lo aveva letto nel libro di
sociologia
Vampira.
Night
infatti sgranò gli
occhi, come tutti gli altri presenti tranne me e Jack, non riuscendo a
spiegarsi come quello fosse possibile: tutti gli Imprinting di solito
riguardavano empatia emotiva, non fisica. Anche in quello, eravamo
strani.
“Forse
è perché è un
Imprinting fra novizi, e poi, non dobbiamo dimenticare che è
solo per quello
che entrambi siete vivi, quindi deve essere di una forza
incredibile!” propose
Stivie Rae e, anche se l’idea non mi trasmetteva esattamente
sicurezza, anche
io dovetti ammettere che poteva benissimo avere ragione.
“Fa
sempre piacere sapere
che in un modo o nell’altro dovevo
crepare…” sussurrò Jack, ironico, e non
riuscii a trattenere un sorriso; e dire che all’inizio lo
consideravo solo un
bellissimo stronzo… ma chi avrebbe potuto leggere sotto
quella maschera
perfetta che si era costruito?
“Il
problema, ora…”
cominciò Erin, lasciando che, come sempre, Shaunee finisse
per lei: “E’ capire
chi voleva avvelenarti.”
“Potrebbe
benissimo esser
stata Neferet!” sbottò Zy mentre la rabbia per
quello che considerava un vero e
proprio tradimento da parte della sua mentore le arrossava le guancie:
“Cavolo,
deve essere immischiata in qualcosa di brutto! E poi abbiamo sentito
tutti il messaggio
registrato… per non contare che Jack tira fuori la vera lei:
una stronza
completa!”
“Mi
dite cosa avete contro
Neferet?” intervenne Erik, che non sapeva, aggrottando le
sopraciglia: “Anche
io ho percepito che odia Jack, anche se credo l’abbiano
capito tutti... ma cosa
avete tutti ora contro la Somma Sacerdotessa?”
Dopo
esserci scambiati
occhiate complici, decidemmo con gli sguardi che ci potevamo fidare di
lui e Zy
(che aveva grandi potenzialità per diventare la futura
ragazza del novizio più
bello della scuola) cominciò a raccontargli ciò
che avevamo scoperto e visto,
ma per convincerlo Jack dovette anche fargli ascoltare il messaggio
registrato
con la voce di sua sorella morta e Neferet.
Gli
faceva male, vedevo e
sentivo che soffriva mentre riascoltava, forse per la millesima volta,
quel
messaggio e trattenne a stento le lacrime; capii anche
perché prima avevo
risposto male a Neferet e da dove mi venisse la sensazione che lei mi
avesse
sottratto qualcuno che amavo: erano l’odio e la rabbia di
Jack, quelle, non le
mie. Solo in quel momento mi resi pienamente conto di quanto fortemente
quelle
brutte emozioni tormentassero l’anima del mio ragazzo e mi
sorpresi a
desiderare che non ne rimanesse sommerso.
Lui
si voltò e mi sorrise
dolcemente, con gli occhi lucidi, quindi si raggomitolò in
stile gatto (in
effetti mi ricordava un po’ Cameron, la mia micia) contro il
mio petto e lo
abbraccia carezza dogli istintivamente i capelli; la registrazione
finì.
Erik
se ne stava zitto,
diventando ogni secondo sempre più pallido: sembrava giusto
un tantino
sconvolto.
“Che
troia stronza!”
sibilò poi facendo scoppiare risatine generali per quella
risposta che
riassumeva in poche parole tutti nostri pensieri su Neferet:
“Oh, Jacky, mi
dispiace così tanto: prima i tuoi genitori, ora quella
pazza… ecco perché fai
così lo stronzo con chi non conosci… tenero
lui!!! Giuro che sarò un compagno
di stanza bravissimo con te! Ti tratterò sempre benissimo,
promesso!”
Per
un attimo temetti che
Night avesse intenzione di fregarmi il ragazzo, ma poi mi ricordai
tutti i “lui
non gioca nella tua squadra” delle gemelle e decretai che era
solo un bravo
ragazzo amico di un ragazzo problematico. Il mio ragazzo
problematico.
Jack
ridacchiò
stringendosi maggiormente a me, come per rassicurarmi… anzi,
era proprio quello
il suo scopo! Cavolo, ci avrei messo un po’ a ricordarmi che
lui sentiva quello
che pensavo!
Rimanemmo
qualche secondo in
silenzio, poi Jack sospirò e disse:“Secondo me non
è stata Neferet…”
Gli
occhi di tutti si
puntarono su di lui e nemmeno io capii, quindi riprese:“Non ricordate quello che a detto
il medico? Sono
stato avvelenato poco prima che venissi alla Casa della Notte e, anzi
chi lo ha
fatto ha programmato tutto affinché sembrasse che avessi
semplicemente rifiutato
la Trasformazione… Neferet è venuta a prendermi a
casa, ma subito dopo siamo
venuti qui: non avrebbe avuto il tempo di avellenarmi… e
poi, perché sprecarsi
lì quando entro poco sarei stato nel suo regno, nelle sue
mani? Qui, per lei, è
molto più facile agire.”
In
effetti, aveva senso:
Neferet non si sarebbe sprecata a cercare di farlo fuori mentre era
ancora
dalla sua famiglia umana visto che in poche ore lo avrebbe avuto a sua
completa
disposizione alla Casa della Notte, dove tutti pendevano dalle sue
labbra.
La
sua famiglia umana… mi
sentii gelare mentre un pensiero tremendo prendeva vita nella mia mente.
“L’hai
capito?” sussurrò
Jack con la voce che tremava: “Loro ne sarebbero stati
perfettamente in grado…”
“E’
spaventoso!” commentai
in tutta risposta.
“Mi
odiano più di quanto
odiassero Mary: io non solo sono un novizio, ma sono gay ed ho sempre
avuto la
brutta tendenza a rispondere male e a cercare di non farmi controllare.
Era più
facile usare Mary che me… ne sarebbero stati perfettamente
capaci.”
Ok,
anche i miei genitori
avevano qualche difficoltà ad accettare che fossi gay, ma
non gli sarebbe
passato nemmeno per l’anticamera del cervello il pensiero di
avvelenarmi!
Però
poteva aver ragione:
i suoi lo odiavano, di questo ne avevo avuto la prova, e sapevano come
funzionava il rifiuto della trasformazione visto che c’era
passata Mary, quindi…
dio, che cosa terribile!
“Non
penserete che siano
stati i tuoi genitori!” esclamò Stivie Rae mentre
l’orrore (lei aveva con sua madre
un rapporto che nemmeno il finimondo avrebbe potuto scalfire) rendeva
ancora
più evidente il suo accento perfettamente Oki.
Anche
gli altri sembravano
sconvolti da quell’idea, però, uno alla volta,
dovettero ammettere che quelli
era abbastanza folli da farlo e avrebbero avuto i mezzi per farlo.
Dopotutto,
erano pur sempre i giudici Roberts, chi avrebbe avuto il coraggio di
contraddirli?
“Jack
Twist.” la voce di
Dragone ci fece sobbalzare: da quanto tempo era lì? cosa
aveva sentito?
“Mi
dica professore!”
esclamò Jack schizzando in piedi con le guancie arrossate.
“La
polizia ha avvertito
in tuoi genitori: saranno qui in pochi minuti.” lo disse con
voce leggermente preoccupata
e quello ci fece capire che anche lui sapeva dei problemi di Jack in
famiglia,
quindi la risposta del mio ragazzo stupì anche lui:
“Perfetto!” lo disse con un
sorrisetto sbieco da perfetto stronzo e per un attimo potei giurare di
aver visto
una scintilla rossa illuminare quegli occhi di un blu perfetto: voleva
incastrarli.
“Perfetto…”
ripeté
mentre il ghigno
diventava sempre più
cattivo e gli occhi quasi vennero invasi dal rosso… rosso
come la parte
sinistra del suo Marchio, quella cattiva!
Nello
stesso istante in
cui quel pensiero prese vita nella mia mente reagii
d’istinto, afferrando Jack
per un braccio e lo tirai contro di me, stringendolo fino a quando non
percepii
il male calmarsi nel suo spirito e riprendere la stessa posizione a
parità del
bene.
sarebbe
stata più
difficile di quello che avevo creduto: il male era davvero ben radicato
in Jack
e lui sembrava faticare a tenerlo a bada.
“Scusami…”
sussurrò
rendendosi improvvisamente conto di quanto malvagia fosse stata la sua
reazione, tanto che perfino dragone era indietreggiato.
“Va
tutto bene…” mormorai
a mia volta io senza lasciarlo andare e cercando di trasmettergli tutte
le
migliori emozioni possibili; rimanemmo così per un tempo
indeterminato, fino a
quando non sentimmo la voce di Neferet provenire del corridoio fuori
dalla
mensa: “Vostro figlio ora sta bene, anche se ci sono diverse
cose da chiarire…”
“Arrivano!”
esclamò Jack
rialzandosi di scatto subito imitato da tutti: eravamo pronti a tutto.
Ciaooo!!!
Scusate il
ritardo ma sono stata davvero molto incasinata e non riuscivo
più a scrivere!
cmq spero che vi piaccia fatemi sapere per favore!!!