Calligrafia
Passarono
un paio di giorni.
Shen
aveva fatto in modo di cambiare stanza e per sua fortuna Shifu non aveva
chiesto spiegazioni, quanto all’altro panda aveva ripreso ad evitarlo, almeno
finché non fosse riuscito a capire esattamente cosa passava per quella pelosa testa
bianca e nera.
Cioè,
rabbia e sete di vendetta li avrebbe capiti, gentilezza e comprensione invece
non riusciva a spiegarseli.
Pochi
giorni prima avrebbe liquidato la cosa dicendogli che era uno stupido, ora
però, dopo che avevano parlato in palestra non era più così semplice.
Continuava
ad allenarsi e combattendo contro Shifu aveva imparato a non lasciarsi
immobilizzare dal terrore.
Il
maestro riusciva sempre a batterlo e spesso in quei momenti si sorprendeva a
pensare ai fiori di pesco, allora si chiedeva se Shifu intendeva quello per
“imparare qualcosa dall’albero”.
Non
che Shen avesse abbandonato i suoi propositi di conquista e meno che mai aveva
rinunciato a presentare un conto salatissimo al panda per l’inferno che gli
stava facendo passare, ma al momento quello che poteva fare era assolutamente
nulla, se non lasciare passare tempo ed aspettare che tutti loro, compresa la
vecchia capra malefica, abbassassero la guardia.
La
sua condizione gli era sempre rivoltante, per questo quando si sentiva
particolarmente nauseato cercava la solitudine sotto il solito albero di pesco,
specie al tramonto, quando la luce rosa ed indaco creava un’atmosfera rarefatta
in cui Shen aveva come l’impressione di annullarsi, ed in quei momenti quasi quasi gli procurava un certo disagio ricordare che pochi
giorni prima avrebbe voluto trasformare il pesco in tavolame e legna da fuoco.
Una
sera, mentre stava ancora pensando ai fiori, gli cadde lo sguardo su un rametto
a terra.
Lo
prese distrattamente e cominciò a tracciare scarabocchi sulla terra.
Quel
che ne uscì dopo un paio di minuti era ovviamente la forma stilizzata di un
fiore di pesco.
Shen
fece una smorfia ricordando cosa aveva detto di lui e dei suoi disegni il suo
maestro di calligrafia tanti anni prima.
“Sono desolato, vostre Maestà, ma
il giovane principe non possiede il benché minimo senso artistico”
Osservando
il fiore di pesco Shen si trovò pienamente d’accordo.
Il
suo disegno era fatto di linee decise come tagli di coltello, ed invece di
accentuare la grazia delle linee morbide dei petali ne aveva esasperato al
massimo gli spigoli.
Rimase
a fissarlo finché non fece buio, poi si alzò seccato e prima di andarsene
spazzò il terreno con la coda per cancellarlo.
Stava
salendo le scale per tornare alla sua stanza quando dopo una curva vide davanti
a lui Crane e Viper.
I
due non si erano neanche accorti della sua presenza e continuavano a camminare scherzando.
Stavano
combattendo per gioco, altra cosa che Shen non capiva.
Ad
un certo punto a Crane sfuggì un piccolo involto da
sotto l’ala e né lui né Viper riuscirono ad
acchiapparlo in tempo.
Rotolò
giù dai gradini e quando arrivò abbastanza vicino per Shen fu una questione di
istinto allungare una zampa a fermarlo.
:-Hei, grazie! Se non li avessi presi tu i miei inchiostri
si sarebbero sbriciolati in fondo alla valle-:
Gli
disse Crane un paio di gradini più sopra.
“Oh,
cielo! Sta pensando che a me ne importa qualcosa dei suoi stupidi inchiostri o
di qualsiasi cosa ci sia qua dentro!”
Un
brivido di puro disgusto lo scosse leggermente.
Assolutamente
no!
Lui
era Lord Shen, il principe che aveva quasi conquistato la Cina, non certo uno
stupido sentimentale come loro!
E
di sicuro quel minuscolo sobbalzo dietro lo sterno quando Crane
gli aveva detto “grazie” non gli apparteneva.
Guardò
la gru indeciso su cosa fare.
Poteva
lasciare andare il pacchetto e ferire quell’ingenuo di Crane
che per un solo attimo aveva avuto fiducia in lui, oppure poteva fare una cosa
civile e restituirgli gli inchiostri.
Era
una sua scelta, come scegliere se staccare o no un bocciolo di pesco.
Decise
che valeva la pena di provare a fare qualcosa di diverso dal solito e raccolse
il piccolo involto per porgerlo a Crane.
Lui
scese i pochi gradini che li separavano e prese gli inchiostri.
:-Grazie
ancora-:
Gli
disse.
Shen
rimase interdetto.
Forse
Crane si aspettava qualche risposta, magari persino
di iniziare una conversazione, in questo caso fu deluso perché Shen rimase muto
come una lastra di pietra.
Il
silenzio era più che imbarazzante, e quando fu chiaro che Shen non aveva
intenzione di aprire bocca Crane si voltò e riprese a
salire, lasciandolo sulle scale più confuso di prima.
L’ultima
volta che si era sentito così era stato quando aveva bevuto troppo sakè: gli
dava le vertigini.
Scosse
la testa per scacciare quella strana sensazione e lasciò che i due si
allontanassero abbastanza prima di ricominciare a salire.
*
La
sera dopo si trovò di nuovo sotto il pesco e la prima cosa che notò fu che il
suo disegno non era stato affatto cancellato.
Era
sbiadito, certo, ma forse a causa della terra dura aveva resistito al tentativo
di Shen di spazzarlo via, o magari era lui che non ci aveva messo troppo
impegno.
Poi
come seconda cosa notò che vicino al suo c’erano altri due fiori disegnati.
Uno
era fatto con tratti morbidi ed arrotondati, decisamente femminili, invece
l’altro era una un lavoro di calligrafia davvero invidiabile che univa grazia e
precisione.
Shen
li osservò leggermente infastidito, poi passò a chiedersi chi era l’impiccione
che aveva avuto quell’alzata d’ingegno di trasformare un francobollo di terra
in una galleria d’arte.
Immediatamente
la mente gli andò al panda, ma per quanto lo conoscesse poco non gli pareva che
uno di quei due stili potesse essere suo, invece la gru era quella che si
dedicava alla calligrafia, quindi il disegno venuto bene poteva essere suo, e
siccome la sera prima aveva visto Crane insieme a Viper pensò che l’altro potesse essere della vipera.
Certamente
rispetto al disegno a destra il suo era riuscito malissimo, ma se lo comparava
con quello lezioso e femminile a sinistra gli sembrava che non fosse poi così
male.
Si
chiese se anche loro due si fossero chiesti chi aveva fatto il primo disegno
prima di aggiungere i loro, e se per caso lo avessero fatto per far vedere che
loro erano più bravi.
No,
i maestri di kung fu non fanno queste cose infantili.
Eppure
il suo disegno era li, affiancato dai loro, e per di più la sera prima aveva
fatto un favore a Crane.
Shen
ebbe la netta percezione che dopo questo il muro di volontario isolamento che
lui aveva mantenuto stesse cominciando a sgretolarsi.
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Cantuccio
dell’autore
Pochi
giorni fa ho rivisto “Hero” ed in quel film si
parlava di quanto la calligrafia e le arti marziali siano simili, allora mi è
venuto in mente Crane che nel primo film faceva
esercizi di calligrafia e veniva disturbato dagli strilli di Po sottoposto all’agopuntura,
così ho pensato “Bene, visto che è una cosa cinese ci starebbe bene qualcosa
che ha a che fare con la calligrafia! Vediamo che posso fare”.
Bene,
il risultato è questo capitolo.
Poi
vorrei ringraziare Tecla_Laben
per aver messo la storia tra i preferiti.
Makoto