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Autore: dearjoseph    03/07/2012    7 recensioni
"Dovresti rimanere con qualcuno stanotte" si avvicinò spostandole una ciocca nera di capelli dietro l'orecchio.
Non lo sapeva neanche lui, ma gli era bastata una sera per sentirsi responsabile della vita di una completa sconosciuta.
"Rimani qui" continuò poi facendo fermare per un attimo il cuore della ragazza.
E lei, non poteva di certo immaginare che quello sarebbe diventato il suo migliore amico. O, come lo definiva sempre, il suo amico speciale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Five
 

“Tyler, non puoi dire che Tyler non è un gran figo”
Hanna sbuffò esasperata dal comportamento di Ivy, poggiò il cellulare sul comodino e mise il vivavoce così da poter continuare la conversazione con l’amica mentre finiva di vestirsi.
Più che una conversazione comunque, quella sembrava uno stupido modo escogitato da Ivy per farle conoscere finalmente il ragazzo giusto. Cosa che Hanna riteneva altamente impossibile.
“non farlo” allarmò l’amica attraverso il telefono e Hanna badò a mala pena a quella voce.
“non fare cosa” chiese poi distrattamente mentre cercava un paio di scarpe comode da mettere.
Avere la madre stilista poteva avere i suoi vantaggi, se solo vestitini attillati e tacchi a spillo fossero lo stile di Hanna. Ma non lo era di certo.
E poi Joseph le aveva detto di vestirsi comoda.
“ignorarmi” continuò Ivy distogliendola dalla sua scelta. Prese un paio di converse e le mise ai piedi senza neanche curarsi dell’abbinamento di colori. “E’ fondamentale” le ripeteva sempre sua madre, quando trovava il tempo di parlare con lei, ovviamente.
“Non ti sto ignorando. E comunque voglio qualcuno che mi distragga, no che voglia portarmi a letto al primo appuntamento”
“okay, forse Tyler è un pò troppo donnaiolo ma..” Ivy fece una pausa pensando al possibile prossimo contendente. Amava questo genere di cose. Insomma, dovunque il gossip si insediasse Ivy Mitchell era pronta e puntuale come un orologio svizzero.
“Allora Jason. È un ragazzo davvero simpatico. Devi assolutamente conoscerlo” riprese ad un tratto esageratamente entusiasta all’idea e Hanna non potè far altro che accettare. Con la scusa di essere in ritardo, (cosa che era realmente) chiuse la chiamata lasciando in sospeso l’incredibile descrizione fatta da Ivy. Descrizione che non stava ascoltando nemmeno.
Mise il cellulare nella borsa quando lo sentì squillare ancora.
“Ivy ti ho detto che uscirò con quel Jason, ora cos’altro vuoi?” chiese senza nemmeno guardare chi fosse. Cosa che forse avrebbe dovuto fare.
“chi è quello con cui devi uscire?” chiese una voce fin troppo conosciuta.
Hanna rimase a bocca aperta e si sentì sollevata dal pensiero che non potesse vedere il rossore che aveva preso possesso delle sue guance.
“Okay vorrà dire che me ne parlerai appena scendi” le disse Joe facendole capire che stava aspettando in macchina sotto casa sua.
“però devo dirti una cosa” si affrettò a precisare il ragazzo mentre Hanna volava giù per le scale ad una velocità inaudita.
“vorrà dire che me ne parlerai appena scendo” rispose Hanna imitando il suo tono e senza pensarci due volte buttò il cellulare nella borsa.
Infilò i grandi occhiali da sole,un vero toccasana per i suoi occhi stanchi e per le occhiaie che non era riuscita a coprire. E poi erano abbastanza grandi da nascondere, seppur in parte, lo sguardo accigliato che aveva assunto Hanna mentre si avvicinava all’auto.
“Ciao Hanna”
Con due sole parole Hanna ricordò quanto quella voce potesse essere odiosa.
“Ciao Rebekah” rispose con lo stesso tono falso prima di sedersi sul sedile posteriore di quella che doveva essere un auto, ma che in realtà si avvicinava più alla definizione di discarica.
Joseph si voltò verso di lei chiedendole scusa con lo sguardo. In cambio, Hanna tolse gli occhiali da sole e li sistemò tra i capelli. Se gli sguardi potessero uccidere, Joseph si sarebbe trovato in guai seri.
 
 
“Vogliamo parlare del tuo orribile taglio di capelli di un anno fa?” disse Hanna tra una risata e l’altra senza riuscire a fermarsi. Joseph le lanciò una patatina in segno di protesta, non preoccupandosi di nascondere un sorriso.
In fondo quella giornata non stava andando così male. Joseph l’aveva portata al Central Park.
O meglio, le aveva portate.
Hanna amava quel posto. Era stupefacende vedere come i colori si alternassero ad ogni stagione in un ciclo senza fine. Il prato verde sulla quale era seduta le metteva allegria, anche se l’estate non era di certo la sua stagione preferita. Il caldo, gli insetti, ancora il caldo. Non capiva proprio come certi potessero definirla tale.
Lei di certo amava molto di più l’inverno, quando poteva rimanere sotto le coperte calde e addormentarsi con il sottofondo meraviglioso della pioggia e dei tuoni.
Si ritrovò a pensare che forse non era il prato verde e i bambini che correvano intorno a metterle allegria, ma scartò subito il suo pensiero come se qualcuno potesse leggerle nella mente.
Si sentiva così, ogni volta che Joseph la guardava. Si sentiva inerme, senza alcuna difesa.
“ricordati che sono quello che ti ha vista piena di fango” ribattè poi Joe, facendole ricordare quel giorno.
Si trattava di circa un anno fa. Avevano litigato, chissà per quale idiozia, e Hanna era uscita da casa sua nel bel mezzo di un temporale senza neanche badare alle proteste di Joe, rientrato in casa ormai rassegnato.
È vero, amava i temporali ma no se doveva affrontarne uno di corsa per tornare a casa.
Senza guardare nemmeno dove metteva i piedi, scivolò in un vialetto e dovette superare il suo orgoglio e tornare da lui in quelle orrende condizioni. L’alternativa sarebbe stata tornare a piedi, all’altro lato della città, dato che nessun taxi si sarebbe mai fermarto a prenderla.
Joe scoppiò a ridere all’idea e Hanna fece lo stesso. Iniziò a guardarla negli occhi e lei non fece altro che abbassare lo sguardo dopo aver notato quello gelido di Rebekah nei suoi confronti.
Pochi secondi, fino a quando neanche lei riuscì più a trattenersi dal fissarlo a sua volta. Era strano quello che succedeva tra loro.
Ma la loro amicizia non si sarebbe mai potuta definire normale, e andava bene così.
Rebekah fece una risatina giusto per cercar di entrare nel discorso. In effetti, i due avevano quasi dimenticato la sua presenza così intenti a ricordare quelle buffe storie.
“io ho voglia di un sandwich” intervenne Hanna pur di interrompere quel momento.
“anch’io” non perse tempo l’altra ragazza, alzandosi in piedi accanto ad Hanna.
Con un gesto fin troppo enfatico, tirò Hanna verso di sè e la invitò a seguirla verso il punto di ristoro più vicino.
Lei lo fece, curiosa di sapere cosa volesse fare. Anche se nel profondo lo sapeva benissimo.
“sembrate molto legati, tu e Joe” inizò proprio il discorso che Hanna non voleva intraprendere, non con lei.
“esatto” si limitò a rispondere vaga sull’argomento prima di ordinare il suo solito panino.
“beh, cerca di esserlo di meno” continuò Rebekah attirando lo sguardo divertito di Hanna.
“sono amica di Joe da due anni, voi da quant’è che state insieme? Cinque mesi?” rispose con un sorriso beffardo sul volto prima di prendere in mano la sua ordinazione.
“quasi cinque mesi, si” Rebekah imitò il suo sorriso, squotendo i biondi capelli dorati che le arrivavano fino alla schiena. “sicuramente meglio di due anni passati ad aspettare che ti noti”
A quelle parole nella mente di Hanna ritornarono le immagini di quella sera. Lei rimaneva per lui quella ragazza sporca di fango alla quale aveva aperto la porta e davanti alla quale era scoppiato a ridere facendole rimpiangere di essere lì.
Non credeva che questo sarebbe mai cambiato. Magari era giusto che rimanesse così.
Magari no.



Ogni riferimento a The Vampire Diares per il nome di Rebekah è puramente casuale.
Ok non è vero, io adoro quella serie e quel personaggio, al contrario di quello in questa storia.
Comunque ditemi che ne pensate, su su.
M.
  
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