Capitolo 6: Spionaggio
____________________________________________________________________
Scusate il ritardo nella
pubblicazione (che poi forse è un bene), ma mi sono
dovuto assentare per molto tempo causa natale in Israele con mio padre e
epifania a Pisa con la mia ragazza. In seguito degli attacchi di pigrizia e
inedia mi hanno impedito la pubblicazione. Sono certo
che riuscirete a farvene una ragione ad ogni modo per chi voglia sollecitarmi
nella pubblicazione potete trovare la mia e-mail e contatto msn
sotto la voce “sito nel mio profilo.
Se volete
recensite, sarebbe inutile dirvi “recensite numerosi” perché non
accadrebbe, buona lettura, vado a bere una spremuta.
____________________________________________________________________
Era li,
sbracato su un sedile di fronte a me, lasciando ondeggiare le spalle
assecondando le brusche curve dell’autobus, il misterioso uomo continuava a
guardarmi come se di fatto non gli avessi mai chiesto niente. Dopo circa trenta
secondi dalla mia domanda aprì finalmente di nuovo
quella che sembrava una bocca…
“come so il tuo nome?
Semplice, ti vedo tutti i giorni”
“mi pedini da anni seguendo
ogni mia mossa per potermi stupire in autobus?” chiesi con una grossa vena
sarcastica “o sei semplicemente un mio vicino di casa
di cui io non mi ricordo?”
“ti pedino da anni seguendo
ogni tua mossa per poterti stupire in autobus” mi rispose lui sicuro di se
stesso come una mosca quando sbatte addosso al vetro
per uscire dalla finestra.
“tu sei ubriaco.”
“no”
“e
quel nasone rosso? Raffreddore?” gli chiesi io puntando il dito contro la montagnozza che aveva in mezzo agli occhi.
“si”
“se
non sei ubriaco perché barcolli?”
“problemi di
equilibrio”
Dal primo impatto visivo non
lo avrei mai giudicato cosi sveglio “e le guance
rosse?”
“ho le vampate” mi rispose
convinto.
“sta andando in menopausa
anziana signora?” gli domandai con tono piuttosto sfottente. Lui sentendosi
scoperto mugugnò un altro si, ma era molto meno convinto di se stesso, non c’è da rinfacciarglielo, quale uomo ammetterebbe con
convinzione una cosa del genere?
“e
l’alito ti puzza di birra per problemi di stomaco dovuti all’eccesso di pillole
anticoncezionali? Oppure sei semplicemente un mio
vicino di casa sbronzo?”
“si, sono sbronzo” ammise “ma non sono un tuo vicino di casa”
Il fatto di ignorare chi fosse lo sbronzo con il quale stavo parlando tutto sommato
iniziò ad annoiarmi quindi decisi di tagliare corto: “ora che ho scoperto in
che stato penoso sei posso chiederti anche chi sei senza sentirmi dire che sei
un alieno venuto qui da galassie lontane per farmi andare in overdose da
supposte?”
Il brillissimo
sconosciuto dopo essere esploso in una risata isterica annuì solennemente.
“chi sei?”
“il padrone
dell’alimentari sotto casa tua”
Era il signor Antonio, ma io
come facevo a riconoscerlo se non lo vedevo da mesi? Già a stento mi ricordo
chi è il misterioso individuo che mi fissa come se non si ricordasse chi sono quando sono davanti allo specchio.
“ah, come no? Il signor
Antonio, mi fa piacere, ma ridendo e scherzando siamo
arrivati alla mia fermata quindi ora scendo e ci si vede la prossima volta”
detto questo mi avvicinai alle porte dell’autobus per
precipitarmi fuori appena si fermò. Ero parecchio nervoso, e francamente non
sapevo bene perché avevo deciso di affrontare i teppisti del mio quartiere solo
per recuperare una bicicletta, ma dovevo comprendere che pur di evitare la noia
di un giorno a casa bisognava essere pronti a tutto.
Dopo un breve pezzo a piedi
ero finalmente in piazza Guadalupe.
I pgv come al solito erano
tutti seduti sul muretto in fondo alla piazza con i loro motorini parcheggiati
sul marciapiede, c’era ogni sorta di mezzo a due ruote su quel marciapiede, le
uniche due cose che non c’erano e non potevano esserci erano la mia bicicletta
e i pedoni.
Da un profondissimo pensiero
ricavai che, se gli avessi chiesto gentilmente dov’era la bicicletta che mi
avevano rubato perché me la volevo riprendere, la cosa non sarebbe
finita nel modo migliore, anzi. Quindi sarebbe
stato meglio osservarli, ascoltarli e, se proprio fosse stato necessario,
seguirli per un po’. Tanto per farmi un’idea di dove potesse
essere stata messa la mia mountain bike. Da questa luminosa conclusione
scaturiva un’altra domanda, come fare ad osservarli senza destare sospetti? Dai
film che avevo visto conclusi che c’erano solo due modi per farlo, ma
sfortunatamente, non avendo a disposizione il binocolo satellitare corsi a
comprare un giornale per usare il vecchio trucco del “leggo
ma non leggo”…