Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: EleRitz96    03/07/2012    4 recensioni
-che uomo straordinario- sussurro.
-che ragazza fortunata ad aver trovato quest'uomo straordinario- risponde ridendo con dolcezza. Il suo sorriso... La cosa migliore al mondo...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo alle quattro sono lì. Niente può impedirmi di rivedere la famiglia che ormai mi ha rubato il cuore. Mi sono chiesta, stanotte, se ne avrò mai una così stupenda. Mi sono risposta di no. Ieri sera ho chiamato mia madre e le ho raccontato tutto. Era a dir poco sconcertata, ma appena le ho accennato al tuffo in piscina ha dimenticato i suoi timori riguardo le mie nuove “amicizie” e ha cominciato a preoccuparsi dei sedili della mia macchina, che si sono effettivamente bagnati durante il viaggio di ritorno. La borsa si era salvata: prima di lanciarmi Rob me l’aveva presa e poi l’aveva lasciata sul bordo piscina. So che dovrei avercela con lui, ma non ci riesco. Gli voglio già bene e mi sono divertita anche ad essere lanciata in acqua. Vorrei gridare a tutto il mondo: -Robert Downey Jr mi ha buttata nella sua piscina!- ma il buonsenso mi impedisce di spargere una voce che su un giornale di gossip farebbe scandalo. Mi figuro già il titolo dell’articolo “Downey colpisce ancora: la moglie fuori casa, l’amante dentro la piscina”. Sto ancora sorridendo al pensiero quando lui mi accoglie in casa con un bacio sulla guancia. Ha un cappello col frontino verde cacciato in testa e sorride radioso. Attorno alla bocca ha delle graziose rughette di espressione. Scruto con attenzione il suo viso e mi rendo conto che è davvero molto più vecchio di me. Cerco di cancellare il pensiero e chiedo dov’è Indio. -Indio non c’è- risponde -una partita di football. Ieri l’avevo scordata, quando ti ho chiesto di venire- La menzogna è spudorata e per allentare la tensione l’attore inizia a giocherellare con la mia morbida treccia che ha afferrato con disinvoltura. Do qualche colpo di tosse e lui ammette: -okay, lo sapevo! È tanto terribile se voglio passare un po’ di tempo con te? Mia moglie non c’è- Inizio ad essere davvero agitata, ma metto in ordine i pensieri, mi schiarisco la voce e rispondo ciò che è giusto: -a Susan non farebbe piacere. Mi dispiace, ma non sono questo tipo di donna- Robert sorride amaramente e risponde in un sussurro: -neanche io sono più questo tipo di uomo, ma tu mi stai simpatica e non abbiamo fatto niente di scorretto. Non lo faremo, promesso. Un gelato e una chiacchierata! Non ti chiedo tanto!- Mi tranquillizzo un po’, così usciamo e ci dirigiamo a piedi verso la gelateria più vicina. Durante il tragitto parliamo di Indio e io confido di averlo preso in simpatia. Rob si ferma di colpo ed esclama stupefatto: -sono le stesse parole di Susan!- Sono confusa: -non capisco. È ovvio che alla madre sta simpatico il figlio- -non sei una mia fan?!- chiede sghignazzando. -si- rispondo convinta. Mi avvolge un braccio attorno alle spalle e mi fissa con aria di superiorità: -cerca di ricordare cosa dice la mia pagina di Wikipedia, allora- D’un tratto ecco l’illuminazione: -non è suo figlio!- esclamo -è della tua prima moglie! Scusami ma non ci avevo minimamente pensato in questi giorni: sono successe così tante cose che mi pare di impazzire. E poi ricordo che lei lo ha chiamato “mio figlio”- Il signor Downey inizia a raccontare: -eh già. Dopo il divorzio Deborah era a pezzi e fece un brutto esaurimento nonostante fosse stata lei a lasciarmi per… beh lo sai… sì insomma avevamo entrambi dei “problemi”, ma quando tutto si sistemò il giudice decise che Indio vivesse con me e che andasse dalla madre solo durante il fine settimana. Poi, quando io e Susan decidemmo di fare sul serio, lei disse di averlo preso in simpatia e in un certo senso lo “adottò”. Ora quei due sono piuttosto uniti, come madre e figlio, anche se all’inizio è stata dura per lui. Continuava a ripetere “lei NON è mia madre” e io non sapevo che fare! Ora va tutto bene. Certo, non è “suo” ma ci piacerebbe che lo fosse- La storia un po’ mi commuove e non riesco a rispondere altro che un misero: -capisco- Mangiamo il gelato in silenzio. È buono, quindi presumo anche costoso, ma paga lui quindi non mi lamento. Ha un sacco di soldi e non gli cambia niente prendere due gelati al posto di uno. In ogni caso mi sento una pulce che succhia il suo sangue, oltre che una figura inappropriatamente vicina. Tuttavia non voglio preoccuparlo con i miei timori, se per lui va bene così. Quando torniamo a casa sua trovo indio che si prepara all’ora di ripetizioni fumando un grosso sigaro cubano.
  
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